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Autore: Reginafenice    17/08/2018    1 recensioni
Si tratta di una storia che sviluppa in tre capitoli la giornata del compleanno di Demelza, un’occasione in cui Ross tenterà di farle una sorpresa e di recuperare l’intimità tra di loro dopo la nascita di Isabella Rose. E’ una sorta di continuazione della mia precedente fanfiction che ne anticipa una nuova, del tutto diversa ma spero ugualmente interessante.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Carne, Ross Poldark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il pianto di Isabella Rose costrinse Demelza ad alzarsi dal letto per controllare se fosse dovuto al fatto che la piccola avesse fame, dal momento che erano trascorse già diverse ore dall’ultima volta in cui l’aveva allattata e molto probabilmente l’origine della sua agitazione notturna risiedeva proprio lì. Nemmeno Ross riuscì ad ignorare quei vagiti così intensi da impedire a chiunque di continuare a dormire in santa pace, perciò osservò sua moglie prendere la bambina dalla culla e predisporsi a compiere il suo dovere di madre nella maniera più silenziosa possibile per evitare di svegliarlo, dirigendosi cautamente verso la sua parte di letto nell’oscurità parziale di una notte di fine estate illuminata dalla luna.

Una volta sedutasi sul soffice materasso, Demelza cercò di slacciarsi la camicia da notte e mettere fine all’agonia di sua figlia dandole tanto latte quanto poteva, ma sentì una mano accarezzarle gentilmente la schiena e allora capì che la sua missione era fallita.

Ross si avvicinò tanto da potersi sporgere oltre la spalla di sua moglie. Baciò la sua pelle nuda in una maniera che difficilmente lasciava spazio all’immaginazione e poi si fermò, “Bella non è mai sazia, vero?”

“No, ma questa volta ha ragione. Tesoro della mamma...” Demelza, ancora non del tutto ripresa da quella scossa di elettricità prodotta sul suo corpo dalle effusioni più che sensuali di Ross, posò un bacio sulla testolina già ricoperta da una rada peluria e, prima che potesse attaccarla al seno, suo marito la bloccò un istante per tentare un esperimento: mise un mignolo nella sua bocca, permettendole di ciucciarlo per calmarsi.

Isabella Rose smise improvvisamente di piangere e mise la sua manina sul dito di Ross, talmente soddisfatta da sembrare persino sul punto di addormentarsi di nuovo. Demelza inclinò la testa e sfregò la fronte contro il collo di Ross, finendo per approssimarsi pericolosamente alle sue labbra, “Per quanto piacevole possa essere, non credo che questo le basterà. Ho capito che stai cercando di conquistare la sua preferenza in questo modo!”

“Sei gelosa, per caso? Non credevo che potessi arrivare a questo punto…”

“Quanto sei stupido!” Demelza lo spinse scherzosamente lontano da lei, trattenendosi dal ridere per evitare di dargliela vinta, ma la bambina, privata del suo conforto, riprese a piangere disperatamente e agitò le braccia in cerca della mano del suo papà.

“Hai tutto il diritto ad essere arrabbiata con chi ti disturba, amore mio.” Ross tornò al suo posto, mentre Demelza finalmente fu libera di esporre a Isabella Rose una tentazione ancora più allettante di quella offertale da Ross.

“Lo credo bene, Ross! Adesso chi si riaddormenta più?” Si girò per vedere la sua reazione, con un sorriso birichino sulle labbra che tradiva il tono fintamente contrariato della sua voce.

“Non mi riferivo a te, lo sai…”

Demelza indugiò con lo sguardo sul suo petto nudo, auspicandosi che Ross avesse altri programmi per trascorrere le ultime ore di notte che erano rimaste. Anche lui si accorse dell’alta tensione sessuale che vibrava nell’aria ma, pur avendo le stesse intenzioni di Demelza, sentì di dover risparmiare le energie per affrontare al meglio gli impegni che lo attendevano l’indomani, relativi all’organizzazione di una festa a sorpresa in occasione del compleanno di sua moglie. Aveva prenotato una bellissima camicia da notte di seta pura ed una vestaglia coordinata ispirata all’intimo indossato dai reali della corte inglese. In questo aveva cercato e trovato senza difficoltà il parere di un’esperta di moda che, anche se viveva ormai da anni in Cornovaglia, ancora non mancava di far notare quanto buon gusto il Padre eterno le avesse regalato.

Bella non si accontentò facilmente, quindi Demelza dovette aspettare ancora un bel po’ prima di poterla rimettere nella sua culletta e tornare a letto da Ross, fornendogli in questo modo una scusa più che eccellente per frenare le sue voglie. Lo trovò, infatti, con gli occhi chiusi in procinto di girarsi su un fianco per riposare in tutta comodità.

Si infilò sotto le lenzuola per ripararsi dalla corrente di aria fresca che passava attraverso la finestra aperta, “Allora, sei ancora sveglio?” Chiese con misera speranza mentre lo abbracciava da dietro la schiena, ma la quiete che derivò da quel contatto fu sufficiente a convincerla ad abbandonare qualsiasi illusione.

Il risveglio di Ross avvenne in simultanea con quello di Isabella Rose, quando i primi raggi di sole riempirono di luce la stanza. Demelza, esausta dalla nottata trascorsa ad allattare la bambina, si era concessa qualche minuto in più di sonno e questo a Ross non poteva che fare piacere, visto che avrebbe potuto istruire per bene i suoi figli su come procedere per mantenere il segreto e far finta di aver dimenticato il compleanno della loro mamma. Certo, l’apparente trascuratezza di un evento così importante da parte della sua famiglia avrebbe deluso Demelza, ma la sorpresa che l’attendeva l’avrebbe ripagata sicuramente.

Si cambiò in fretta e scese in cucina con in braccio la piccolina, tutta sorridente nel vedere le facce buffe che il suo papà le rivolgeva per farla ridere ancora di più, grattandole il pancino. Lì, seduti ad aspettare la colazione che Prudie aveva preparato loro, stavano Jeremy e Clawance, ancora assonnati e in veste da notte.

“Papà, ieri Bella non ci ha fatto chiudere occhio! Mi sai dire perché piange sempre?” Clawance lo guardò con impazienza in attesa di una spiegazione esauriente, mentre Prudie serviva a lei e a suo fratello una ciotola piena di porridge. Ross le pizzicò una guancia e poi consegnò Isabella Rose alla sua domestica, sicuro che avesse bisogno di essere cambiata, “Prudie, dopo averla ripulita per bene portala da Demelza e dille che io e i bambini abbiamo approfittato del bel tempo per fare una passeggiata. Se dovesse farti delle domande specifiche, tu cerca di cambiare argomento.”

Prudie prese la neonata e la portò di sopra, lamentandosi dei reumatismi alle gambe che ancora l’affliggevano. Jeremy scambiò una rapida occhiata d’intesa con sua sorella aspettando che Ross parlasse per avere la conferma di ciò che aveva intuito.

“Lo sapete, vero, che oggi è il compleanno di vostra madre?” Jeremy fu il primo ad annuire e a fare domande su quale regalo avesse scelto per lei. In realtà, di regali ne aveva preparati di troppo piccanti per essere descritti a suo figlio.

“Beh, avevo intenzione di coinvolgere anche voi, se ve la sentite. Tu, Clawance, potresti darmi una mano a raccogliere i fiori lungo il tragitto, così da preparare un bellissimo bouquet da consegnare alla mamma una volta svelata la sorpresa. Jeremy, invece, mi può aiutare a…”

I passi di Demelza annunciarono che stava per entrare in cucina. Ross si interruppe immediatamente e fece cenno ai bimbi di rimanere in silenzio, continuando a fare colazione come se fosse un giorno qualunque. Ross addentò una fetta di pane tostato e osservò sua moglie e la piccolina avvicinarsi graziosamente verso di lui per salutarlo con un sorriso luminoso sulle labbra.

Si fece passare la marmellata da Jeremy proprio quando Demelza sembrava volerlo baciare e sussurrargli qualcosa all’orecchio. I due bambini seguirono con lo sguardo i movimenti di Prudie e, nel momento in cui lei diede loro il segnale, si alzarono da tavola per andare a cambiarsi, ma presto furono costretti a bloccarsi vicino alla porta e voltarsi verso la loro mamma.

“Sembrate due gattini colpevoli questa mattina, mhmm…che cosa avete combinato?”

“Niente!” Clowance guardò Ross in cerca di appoggio.

“Prudie mi ha avvisata che avrei potuto non trovarvi, dove dovevate andare?”

Ross ingoiò il suo ultimo boccone di toast, “Pensavamo di approfittare del bel tempo per fare una passeggiata. Magari porto i bambini a vedere la miniera. Tu resti a casa con Bella, non è vero?”

Demelza rimase con la bocca aperta in preda allo stupore, cosa di cui Ross fece finta di non accorgersi. Quando lui si comportava così generalmente nascondeva qualcosa che non le avrebbe fatto piacere sapere oppure non gradiva che lei indagasse con domande insistenti la causa del suo atteggiamento sbrigativo. Si sedette di fronte a lui con la neonata in grembo, “Scusa tanto, Ross, ma perché mi hai esclusa dai tuoi programmi proprio oggi? Non capisco.”

“Innanzitutto devi ancora riprenderti dal parto...”

Demelza scoppiò in una risata del tutto sincera, “Stai scherzando? Prima di Bella ho partorito tre bambini, Ross! E’ passato più di un mese, dunque questa scusa per me non è valida.”

I bambini lasciarono a loro padre tutta la responsabilità di affrontare Demelza, anche perché era stato lui ad orchestrare tutto e allora a lui toccava sistemare le cose. Ross scattò in piedi e prese in consegna Isabella Rose per soppesarla davanti agli occhi di sua moglie, “Come hai fatto a mettere al mondo una bambina così pesante? Non ricordo che gli altri parti fossero paragonabili al suo. Ti prego, non essere sprovveduta e prova ad ascoltami per una volta.”

Demelza sbuffò, ancora convinta che la stesse prendendo in giro. Tuttavia, senza i bambini tra i piedi, avrebbe potuto trascorrere la mattinata a cucinare una torta deliziosa per festeggiare insieme a tutti loro il suo compleanno, appena fossero tornati dalla passeggiata, e a rilassarsi con un bel bagno rinfrescante per ingannare l’attesa.

“Mi raccomando, non tornate tardi. Questo è un giorno speciale per me, ricordi?” Fece per accostarsi a lui per poterlo stringere forte contro il suo petto.

“Ah, giusto! Dimenticavo che ho pensato sarebbe meglio rimanere in miniera fino a questa sera. Ho degli affari importanti da sbrigare e poi i bambini potranno divertirsi con i figli degli altri minatori. La signora Martin provvederà a noi per il cibo.”

Dopo averle riconsegnato sua figlia, Ross se ne andò senza neanche salutarla.

   
 
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