Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Kiki2017    21/08/2018    0 recensioni
-Levi, promettimi che se mai dovessi perdere me stesso, farai ciò per cui sei stato designato.-
-Te lo prometto.-
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri, Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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È l'alba del grande giorno, il giorno in cui si decideranno le sorti dell’Umanità.

Hanno passato la notte insieme Eren e Levi, facendo l’amore senza mai fermarsi, saziandosi l' uno dell'altro con la stessa passione violenta che scorre nelle loro vene sul campo di battaglia. Sono stanchi, devastati e le loro anime sono irrimediabilmente consumate dai numerosi anni passati a combattere quei nemici che in fin dei conti, non sono poi così diversi da loro.

Anni passati vedendo morire persone care, amici, fratelli, tutti fiduciosi nella vittoria dell’umanità. La stessa umanità che ha creato quei mostri per la cui distruzione Eren e Levi hanno votato le loro stesse vite, o per meglio dire, sacrificato. Un sacrificio necessario per loro, che sono il Soldato più forte e l’ultima Speranza dell’Umanità, l'uomo e il titano. L'uno designato per uccidere l’altro, hanno imparato col tempo a rispettarsi reciprocamente, per poi cadere vittime inconsapevoli di un sentimento che mai avrebbero dovuto scoprire, che li porterà inesorabilmente verso la fine.

La consapevolezza giunge troppo tardi, quella mattina, mentre Eren si sta vestendo e Levi perde di nuovo se stesso nell'osservarlo.

Come se ricevesse una spada in pieno petto, Levi si rende conto che mai avrebbe dovuto annegare in quegli occhi color del mare, come non avrebbe dovuto dare a quel ragazzino ormai fattosi uomo l'illusione poi diventata reale come fuoco ardente di poter avere il minimo contatto fisico col capitano di ghiaccio, il suo superiore, l'uomo destinato a ucciderlo.

Mentre osserva ogni piccolo movimento di quei muscoli tonici ed ancora intorpiditi dal sonno, i lunghi capelli castani che in preda al culmine del piacere fisico ha carezzato, tirato, trattenuto innumerevoli volte, Levi comprende di aver perso  completamente il senno, di aver fatto l'ennesima scelta che si troverà a rimpiangere. Ormai, però, è troppo tardi.

Ed eccolo lì, il ricordo della loro prima notte insieme si ripresenta inesorabile: il moccioso, appena quindicenne, si era avvicinato al suo Capitano con la scusa di recarsi alle stalle per mostrargli il suo lavoro nella strigliatura dei cavalli e, dopo la minuziosa verifica di quanto svolto dal giovane, era iniziata la vera perdizione. Uno sguardo troppo provocante a seguito di un complimento malcelato da parte dell'adulto, una lenta carezza donata con perversa dolcezza al ragazzino come premio per l'ottimo lavoro, avevano lasciato spazio pochi istanti dopo a baci che schioccavano nell'oscurità aiutando la divampante passione a bruciare, ustionare, consumare tutto ciò che toccava. Dopo che le mani bramose avevano lacerato e lasciato cadere gli indumenti che impedivano ai loro corpi di toccarsi, si erano finalmente posseduti in una danza infernale e proibita, accompagnata dalla musica soffusa di gemiti peccaminosi.

Unica testimone della nascita di quella sconvolgente quanto fatale relazione, era stata una luna rosso sangue.

È proprio quella stessa mattina, dopo l'ennesima notte passata ad amare Eren come se fosse l'ultima, che gli tornano alla memoria le parole del Comandante Erwin e le preghiere di quest'ultimo che in punto di morte gli aveva chiesto di non cedere alla vile tentazione carnale ma di continuare a credere nella causa per cui la Legione sta lottando. Il dilaniante senso di colpa per non essere stato in grado di mantenere fede alla parola data porta Levi ad allontanarsi dal letto testimone del peccato con più anticipo di quanto in realtà vorrebbe. Eppure, mentre i pensieri lo perseguitano, si rende finalmente conto di essere osservato; è sufficiente che Eren gli dedichi il più dolce dei suoi sguardi ed il capitano dimentica velocemente ogni tormento: perché amare Eren è sì lo sbaglio più grande che possa fare, ma il ragazzo è diventato nel corso degli anni la sua fonte primaria di vita e la vera ed unica ragione per cui ogni parte del suo essere vibra e pulsa.

Quando il giovane gli si avvicina e gli cinge i fianchi con le mani callose e calde, Levi si sente di nuovo completo e sicuro della propria scelta, l’unica dettata dal cuore e non dalle imposizioni altrui. Il desiderio di avventarsi nuovamente sulla bocca del ragazzo e possederlo ancora, prima che la giornata inizi, viene bloccato però quando il giovane prende la parola, spezzando quel pesante silenzio di cui si sono circondati fino a quell'istante.

- Levi-

-Hm-

- Ho bisogno che tu me lo prometta…-

Lo sa Levi, a cosa allude Eren, ne hanno parlato all’infinito, ma ogni volta quel discorso non ha mai ottenuto una conclusione degna del suo nome.

E allora perché dovrebbe averla proprio ora?

Fa per allontanarsi dal ragazzo e da quelle parole non dette che fanno dannatamente male, ma il giovane lo trattiene a sé, posandogli un lieve bacio sul collo pallido.

- Promettimi, che se mai dovessi perdere me stesso, farai ciò per cui sei stato designato.-

Ed eccolo di nuovo, quel macigno che tanto ha cercato di sgretolare, farsi vivo prepotente nel suo petto, un peso insormontabile da sostenere.

Perché, perché gli sta dicendo questo? È il tuo ruolo, Levi.

No, no, non vuole, non può, non lo farà. Lo dovrai fare.

Andrà tutto bene, non ce ne sarà bisogno. Forse sarà necessario.

Non perderà anche lui, non sarà la causa della sua fine. Sarà anche la tua fine.

Non permetterà che il suo sorriso si spenga, che i suoi occhi turchesi e pieni di vita si chiudano per sempre, che il suo corpo caldo diventi cibo per le fiamme dell'Inferno. Bruceremo insieme.

-Capitano!-

Di nuovo è richiamato alla realtà, lo sguardo attonito e determinato del giovane che ha di fronte lo distoglie dai macabri pensieri.

-Te lo prometto.- Ti seguirò.

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Ormai è giunto il tramonto, l'infinita battaglia contro Marley sta finalmente giungendo a termine.

Le perdite sono state ingenti ma Hanji Zoe ha dimostrato di essere la degna erede del Comandante Smith, guidando l'ormai ex Legione Esplorativa verso la gloria.

Levi si guarda attorno con fare circospetto, controllando mentalmente che i soldati della sua squadra siano presenti e stiano bene: Eren non è ancora uscito dal Titano, ma ormai è questione di attimi, Kirschtein è ferito a una gamba ma è forte e determinato, se la caverà con una breve convalescenza, Ackerman ha per l’ennesima volta dimostrato il suo valore sul campo riducendo in vapore il Titano Femmina dopo il suo ritorno, Springer è incredibimentee illeso e Arlert…Arlert, dov’è Arlert?

Levi l’ha visto fronteggiare e rispondere con grande coraggio e determinazione ai numerosi attacchi subiti sotto forma del Colossale, non molto lontano da Eren, notando anche il momento in cui allo stremo delle forze si è allontanato dalla carcassa del proprio gigante. Ormai dovrebbe aver raggiunto i suoi compagni.

L'urlo di una ragazzina e il rumore di una lama sguainata attirano la sua attenzione e una terribile sensazione gli attanaglia le viscere. Ha appena il tempo di udire Mikasa Ackerman disperarsi ed invocare il nome di Armin, Levi, perché nel frangente successivo vede una testa dai capelli color grano rotolare ai propri piedi e uno sguardo ceruleo privato del suo bagliore dalla morte fissarlo impietoso. Il Capitano prega quel qualcosa in cui non ha mai creduto affinché il titano che tanto ama non si renda conto di quanto avvenuto e non debba sopportare lo stesso atroce patimento che ha devastato lui anni addietro. La scena è macabramente identica, ma ciò che torna alla memoria di Levi sono capelli rossi come fiamme roventi e occhi grandi e verdi, identici a quelli di Eren.

Un grido disperato che squarcia il cielo fa rinsavire il capitano, Levi vede il Titano d’assalto perdere completamente il senno innanzi a quanto accaduto al suo migliore amico e l'amara consapevolezza che la fine è ormai giunta fa breccia nel suo petto. Nulla potrà restituirgli Eren. Il suo amore è perduto per sempre.

E’ stata la stessa mocciosa che aveva causato la morte di Sasha Braus a privare la squadra di un altro fondamentale elemento, mozzandogli spietatamente la testa proprio ora che la tanto agognata libertà sembrava giunta e dimostrando che la pietà sul campo di battaglia può essere letale, anche nei confronti di un bambino.

È un attimo, Eren è preso dalla furia cieca, nemmeno l’intervento di Kirschtein che pone fine all’esistenza di quella ragazzina con la stessa arma che ha ucciso Armin sembra fermarlo. Levi vacilla, l’uomo in preda al panico volge lo sguardo verso Mikasa Ackerman ma la ragazza è completamente sotto schock e l’unico che è sempre stato in grado di far ragionare Eren giace privo di vita ai suoi piedi.

Levi, promettimi che se mai dovessi perdere me stesso, farai ciò per cui sei stato designato.

Te lo prometto.

Con la morte nel cuore, Levi fa la sua scelta. L’ultima. Quella che non potrà mai rimpiangere. Afferra le spade e con la maestria di cui solo lui è capace, raggiunge presto la cima del Titano da cui Eren ormai non uscirà più: ripensando ai momenti passati insieme, taglia i cavi del proprio 3DMG e con occhi offuscati da quei sentimenti mai espressi, mette la parola fine alla vita di Eren, recidendo di netto la collottola del Gigante che lo ospita.

Sotto un cielo color sangue, con un ultimo gesto d'amore, il Capitano Levi Ackerman estrae dal gigante il corpo martoriato del giovane Eren Jaeger, lo stringe a sé e si lascia cadere nel vuoto quando la carcassa del Titano crolla sotto i suoi piedi.

Ti seguirò.

Mentre Levi sta precipitando, si sente incredibilmente leggero, sebbene abbia la consapevolezza dell’imminente morte si sente avvolto da un’inattesa serenità, sentimento che ricorda di aver provato solo quando si trovava bambino tra le braccia di sua madre. Ora lui ed Eren potranno stare uniti per sempre, ritroveranno nella morte ciò che la vita ha tolto loro. La libertà effimera che hanno vissuto sarà finalmente reale e potrà essere assaporata a pieno.

L’uomo sa che a breve sentirà dolore, le ossa frantumarsi, le membra distruggersi sotto il peso del gigante abbattuto, poi il nulla… Eppure l’unico peso che sente su di sé è una mano sul cuore.

Ed ecco che i sensi intorpiditi prendono il sopravvento, i nervi scattano come molle sotto pressione e il corpo reagisce con aggressività a quella moltitudine di stimoli e pensieri.

Quando i suoi occhi lentamente si riaprono, non è sul terreno arido e duro di Marley che giace, bensì in un letto comodo, caldo, pregno del suo sudore: lo stordimento è talmente forte che l'uomo fatica a riconoscere l’ambiente circostante, poi lentamente, man mano che la vista si fa meno offuscata e i pensieri deliranti perdono forma, riesce a carpire i particolari del luogo in cui si trova. Una camera da letto, ma non è quella fredda e spoglia del Capitano Levi, bensì una più accogliente.

Quando gli strani scherzi della mente si dissolvono abbandonando l’uomo, Levi prende atto, grazie anche alle prime luci dell’alba che filtrano rosse dalle imposte, che il luogo in cui si trova è l’appartamento in centro a Berlino che condivide con …

Eren

 Abbassando lo sguardo nota accanto a sé il ragazzo, quella creatura di mostruosa bellezza che ama da tempo immemore, che riposa placidamente al suo fianco tenendo una mano appoggiata sul suo cuore.

Preso dall’impeto del momento, non ancora lucido su quanto avvenuto, stringe forte a se quel corpo caldo che ricordava esanime, lo abbraccia, lo bacia,lo tocca, incredulo di sentirlo pulsare di vita, ed è la sensazione migliore che abbia mai provato. Poi, infine, il raziocinio ha la meglio.

Ha fatto di nuovo quel dannato incubo.

Il giovane che ha accanto, sentendosi così improvvisamente stretto nel sonno, non può far altro che svegliarsi, trovandosi tra le braccia del suo uomo, tremante e completamente sudato; comprende cosa può essergli accaduto, purtroppo non è la prima volta che Levi è tormentato dagli incubi sul loro passato, e riflette su quanto vorrebbe sobbarcarsi almeno un po’ di quel peso se solo servisse a placare i tormenti del suo amato. Eren decide in ogni caso di fargli sentire la propria presenza, in modo da scuoterlo dai pensieri negativi e donargli quell’affetto mattutino che tanto si merita, prima di affrontare la quotidianità.

-Levi- lo chiama dolcemente, mentre il tremore dell’uomo si placa.

-Tu sei qui-

Non mi allontanerei mai da te

- Da sempre. Non ti ho mai lasciato un solo istante.-

 E mai lo farò

- Eren-

Chiama il mio nome come solo tu puoi fare

- Hai fatto di nuovo quell’incubo Levi?-

Sei la mia salvezza

- Hm-

Ed io sarò la tua.

Levi sente le braccia e le gambe del ragazzo stringersi forti attorno a lui, alza lo sguardo trovandosi davanti quei meravigliosi occhi adoranti che esprimono ogni cosa senza bisogno di parole e si sente rinascere.

Le labbra dei due uomini si sfiorano piano, quasi inconsapevoli, per dar il via a un bacio man mano sempre più intenso, preludio di ciò che accadrà a breve al divampare della passione. E malgrado il passato, malgrado gli incubi, malgrado le difficoltà, Levi capisce che sì, Eren è la sua scelta migliore di sempre.

Da sempre.

 

Note autrice:

I miei soliti ringraziamenti speciali alla mia sostenitrice e creatrice di banner n. 1 Ylpeys, senza il sostegno della quale non mi sarei decisa a pubblicare questa OS.
E grazie a chi leggerà e vorrà lasciarmi anche solo un piccolo parere.
A presto
Kiki
   
 
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