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Autore: XShade_Shinra    28/08/2018    1 recensioni
«La prego...», chiese ancora con la voce impastata dalle lacrime.
Percival lo guardò severo e fece l'unica cosa che gli venne in mente per poterlo calmare.

[ Slash - Gravebone (Original!Graves x Credence) ]
[ FanFiction partecipante alla "Maritombola 7" e al "COW-T 7 " indetti dalla community maridichallenge ]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Credence Barebone, Percival Graves
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Help me...
«La prego...», chiese ancora con la voce impastata dalle lacrime.
Percival lo guardò severo e fece l'unica cosa che gli venne in mente per poterlo calmare.

[Slash - Gravebone (Original!Graves x Credence)]
FanFiction partecipante alla "Maritombola 7" e al "COW-T 7 " indetti dalla community maridichallenge

- Titolo: Help me...
- Autore: XShade-Shinra
- Fandom: Animali Fantastici e dove Trovarli
- Personaggi: Percival Graves, Credence Barebone
- Pairing: Gravebone (Original!Graves x Credence)
- Prompt: Maritombola 7, prompt 20: Calma / COW-T 7, settimana 1 - missione 1: Paura
- Genere: Introspettivo, Sentimentale
- Rating: Giallo
- Avvisi: H/C, What if
- Capitoli: One-Shot
- Wordcount: 546 parole (FdP)
- Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d'altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
- Note: Questa FF è nata anni fa, ma non l'avevo mai pubblicata su EFP. L'ho scritta immaginandomi Original!Graves come protagonista (difatti è segnata come Gravebone), ma siete liberissimi di pensare che, invece, sia Grindelwald!Graves che si comporta diversamente, a vostro gusto! ù.ù/ (vi prego, non lo fate: Credence si merita solo il meglio!).
Buona lettura!



Help me...


«La prego, mi aiuti...».
La sua richiesta era fioca e tremante, pregna di disperazione, come se l'avesse urlata.
Tremava vistosamente, nascosto nel buio di quella chiesa ormai in pezzi; in mano teneva il ciondolo dei doni della morte, l'unico regalo che avesse mai ricevuto, ma non era stretto nel suo pugno, era anzi penzolante al di fuori di esso, come a volerlo mostrare, per far capire meglio che lui, proprio lui, lo aveva chiamato.
Aveva paura - paura di quel che era successo, paura di sé stesso.
«Dov'è tua sorella, Credence? Quella più piccola?», gli domandò ancora il signor Graves, prendendogli il volto a coppa tra le mani.
«La prego...», mormorò il più giovane dei due uomini, con gli occhi lucidi e imploranti. Sembrava un mantra al quale solo il mago davanti a lui poteva rispondere. Non voleva che il suo signor Graves andasse dalla sorella: era stato lui a chiamarlo, doveva rimanere lì con lui. «La prego...», chiese ancora con la voce impastata dalle lacrime.
Percival lo guardò severo e fece l'unica cosa che gli venne in mente per poterlo calmare: lo abbracciò. Strinse Credence a sé fin quasi a stritolarlo, facendogli avvertire la propria presenza.
«Calmati, ti prego... Ho bisogno che tu sia lucido», gli disse all'orecchio, accarezzandogli la schiena con movimenti decisi ma dolci.
Per Credence quello rappresentò come l'ancorarsi a uno scoglio in mezzo al mare in tempesta: il signor Graves era il suo porto sicuro, dove niente e nessuno gli avrebbe fatto mai del male. Si sfogò per interi minuti, calmandosi pian piano per quel calore e quel buon profumo di acqua di colonia che usava l'uomo.
«È colpa mia...», riuscì a dire Credence quando poté nuovamente respirare con regolaritá.
«Sssh...», fece dolcemente l'Auror, carezzandogli i capelli. «No, ragazzo mio... Non è colpa tua...».
Percival aveva così tanta fiducia in lui...
«Invece sì, sono io il bambino che cerca», disse l'altro, afferrandosi alle sue vesti; non gli importava di sgualcirle, aveva una paura matta che Graves lo allontanasse da sé, dicendogli che era stato un aiutante stupido e inutile, incapace di trovare un albero in un bosco.
Ma non accadde nulla del genere.
Graves gli accarezzò dolcemente i capelli e scosse il capo.
«Non sei un bambino, Credence...», disse piano, gentile e premuroso come sempre.
«Lo so... io... non me ne ero mai reso conto, ma... oggi... oggi è stato diverso... io... io...», balbettò piano, prima di respirare pesantemente, ritrovando la calma data dall'essere lì con Graves. «Sono io... che ho ucciso mia madre; c'è qualcosa dentro di me...».
Furono i suoi occhi - decisi ma sperduti - che per la prima volta lo guardavano diretto, senza che la testa fosse incassata nelle spalle e il viso rivolto al terreno, a convincerlo.
«Dunque sei tu, colui che cerco, Credence?», domandò di nuovo.
«Sì...», pigolò lui, muovendo la testa in un unico movimento.
«Allora rimani al mio fianco, a New York... senza più doverti nascondere nelle tenebre... senza più paure», disse l'altro, posando poi le labbra su quelle del ragazzo, in un bacio dolce e casto, come a suggellare il loro accordo.
Ora Credence non sarebbe stato più solo.
Mai più.
Ci sarebbe stato il signor Graves con lui in quel nuovo mondo in cui aveva fatto un passo molto più grande di quel che credeva.

Fine
XShade-Shinra
  
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