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Autore: ballerina 89    31/08/2018    2 recensioni
Raccolta di One-Shot dedicata ai nostri capitan Swan. Le storie tratteranno come tema principale scene di vita famigliare che tutti noi vorremmo vedere nella serie ma che purtroppo ci sono state negate. I personaggi che troverete all'interno di questa raccolta sono gli stessi delle mie due opere precedenti ( Happy Begining e l'amore vince ogni cosa). Buona lettura a tutti voi.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV EMMA.

Regina si era allontanata da neanche cinque minuti per andare a prendere le cose che le avevo chiesto per la bambina quando sentii uno dei medici che passava di lì dire ad un suo collega " la bambina che è stata ricoverata questo pomeriggio è in condizioni gravissime; corri serve il tuo aiuto!" 

Non so esattamente quanti bambini fossero stati ricoverati quel pomeriggio ma il mio cuore capì che stavano parlando di lei... della mia piccolina. Li vidi correre e istintivamente corsi con loro, volevo vederla, volevo esserle accanto, volevo dirle che la sua mamma era lì con lei e che tutto sarebbe andato per il meglio. Killian provó a fermarmi ma non ci riuscì, ero determinata a raggiungerla. Se però da una parte riuscii a non farmi fermare da mio marito, non riuscii comunque  a farla franca con i medici in quella stanza del pronto soccorso.

- Signora non può stare qui! - disse uno di loro parandomisi davanti non appena mi vide in stanza. 

- È mia figlia! - esclamai cercando di farmi spazio. - È LA MIA BAMBINA!!!! Fatemi vedere la mia bambina! 

- Signora mi ascolti: stiamo cercando di aiutare sua figlia, se lei rimane qui non ci permetterà di fare il nostro lavoro al meglio. La prego si accomodi in sala d'attesa, la faremo chiamare quanto prima.

- No... io devo.... io... io non viglio lasciarla sola! Ha... ha solo tre anni... lei....

- Scusatela, è fuori di se! - ci aveva raggiunti anche Killian nel mentre,

il quale al posto di spalleggiarmi diede retta ai medici - Me ne occupo io. Vi aspetteremo fuori ma vi prego... salvatela. - non aggiunse altro, mi prese di peso e mi condusse fuori. Piansi... piansi come penso non avevo mai fatto in tutta la mia vita: avevo paura, ero stata in sala per soli dieci secondi ma quei secondi furono sufficienti a spaventarmi: si stavano accanendo sul suo corpicino dandomi ulteriore conferma che la situazione fosse grave sul serio. Solo un'altra volta mi era capitata una situazione simile: quando Henry mangiô il dolce avvelenato di Regina... anche lui aveva rischiato di morire ma alla fine grazie alla magia era tornato da me. Ora la cosa era ben diversa: la sua vita era appesa ad un filo e la magia non avrebbe potuto fare nulla per aiutarci questa volta. Le lancette dell'orologio scorrevano con una velocità inaudita ma nessuno si degnó di uscire da quella maledetta stanza fino al mattino.

- L'abbiamo ripresa per i capelli! - disse il medico che l'aveva in cura - Ha avuto una brutta crisi respiratoria! 

- ODDIOOOO!!!! E ORA? - fu Killian a fare domande... io non ero più in grado di fare più neanche quelle. - Sta bene?

- Non voglio spaventarvi credetemi ma non sono il tipo che addolcisce la pillola e da speranze che forse non potrebbero esserci. - cosa voleva insinuare con quelle parole? - Vostra figlia è molto malata, lo shock anafilattico, le crisi respiratorie e gli attacchi cardiaci avute fino ad ora hanno indebolito le sue funzioni vitali... verrà ricoverata nel reparto di terapia intensiva e le somministreremo cure adeguate alla sua età per quanto riguarda la rimozione del veleno procuratogli dall'insetto. SiMo venuti a conoscenza che durante il primo soccorso da parte del bagnino non elle e statti somministrato il cortisone, cosa indispensabile in questi casi... la dose data dai paramedici non ha funzionato in quanto blanda. Faremo delle cure più mirate sempre a base di cortisone ma se non funzionerà dovremmo provare a ripulire il sangue tramite un apposito macchinario. Se anche quest'anno tecnica non sarà risolutiv dovremmo tentare un trasfusione. Scusate la domanda ma quanto figli avete? 

- Quattro anche se il nostro primo figlio in realtà è solo suo, non sono suo padre biologico è l'ultimo ha appena un mese

- Capisco allora faremo i test a lei - indicó sempre mio marito - e all'altro figlio/a che avete. In base a chi sarà compatibile nel caso sarà necessario interverremmo.

- non dovrei sbagliare ma  le femminucce hanno ereditato il gruppo sanguigno della loro mamma mentre il maschietto il mio, ma è zero negativo e so per certo che posso donare solo a persone con il mio stesso gruppo a differenza di altri. 

- Per sicurezza faremo comunque un test di compatibilità ma se abbiamo l'altra bambina non dovremo comunque avere problemi. Signora non mi guardi così, lei la escluso a priori, se ha avuto un bimbo da poco credo lei sia in fase di allattamento e

- Se devo salvare la vita di mia figlia farò quello che va fatto, Liam non morirà se inizierà a prendere Latte artificiale Chloe potrebbe morire invece è anche Leila! Non si sa mai come possono andare questi interventi quindi mi stia a sentire farà i test solo a me e mio marito! Uno di noi dovrebbe bastare! Farà i test dall'altra mia figlia solo se risulteremo incompatibili entrambi ma non credo che succederà. 

- Va bene signora come preferisce ma cerchi di calmarsi non le fa bene agitarsi in questo modo 

- È una frase che siete soliti dire quando avete mamme che potrebbero perdere i loro figli? 

- Emma amore.... fa solo il suo l'acoro..... - cercó di calmarmi Killian - mi scusi per quanto riguarda il poterla vedere? Come funziona? Può restare qualcuno con lei? 

- In reparto uno dei due genitori può restare tranquillamente in stanza con lei ma per quanto riguarda la terapia intensiva abbiamo regole differenti. Uno di voi due può rimanere nei corridoi della terapia intensiva anche tutto il giorno se vuole ma per quanto riguarda l'entrare dentro la stanza... beh si solito quando si ha pazienti adulti non ci sono orari di entrata. Quando si tratta di bambini invece concediamo un'ora al giorno durante l'orario di visite. Uno di voi potrà quindi entrare dentro mentre tutto il resto dei visitatori potrà vedere il paziente da una piccola finestrella. Mi dispiace ma dobbiamo ridurre al minimo i rischi, qualsiasi virus prenderebbe le sarebbe fatale.

- Resterò io con lei! - dissi decisa.

- Amore, forse dovresti riposare, sei molto provata... torna a casa dagli altri stai un po' con Leila e Liam, domani mattina magari mi verrai a dare il cambio ok? 

- No! Resteró io! Voglio stare con lei, non starei tranquilla a casa.

- Ma ne sei sic...

- Sicurissima!

- Non è che possiamo rimanere entrambi? Non mi fido a lasciarla qui in questo stato ! - mi indicó.

- Purtroppo non posso accontentarvi è il protocollo. Peró farò  un’eccezione per oggi: vi lasceró rimanere entrambi fino a termine visite pomeridiane, poi uno di voi dovrà andare...vorrei fare di più ma non posso.

- Grazie lo stesso, sta facendo già molto per noi! - gli strinse la mano.

- Con permesso! - si allontanó lasciandoci soli in quel vuoto corridoio. Qualche  minuto dopo ci vennero a chiamare per informarci che Chloe era appena stata spostata in terapia intensiva. Salimmo  in reparto entrambi e ci affacciamo a quella famosa finestrella per vederla... una scena orribile: la mia piccola era sdraiata a letto priva di sensi attaccata a non so quanti macchinari e flebo. Il cinquanta percento del suo corpo era coperto da fili e tubicini. Non riuscivo a vederla così, faceva troppo male ma dovevo resistere, dovevo farlo per lei, aveva bisogno di me in quel momento e non potevo in nessun modo venir meno al mio dovere di madre. Cercai di non piangere ma fu inutile, era impossibile non lasciarsi sopraffare dalle emozioni e naturalmente nonostante cercassi di nasconderlo in tutti i modi possibili Killian se ne accorse. Mi strinse la mano per darmi forza ma quel gesto mi fece solamente piangere ancora di più in quanto mi dava l’assoluta certezza che quello che stavo vivendo non era solamente un brutto incubo.

- Amore mio, la nostra piccola è un osso duro, vedrai che ne uscirà più forte di prima. È in buone mani.

- Come fai a saperlo? Non li conosciamo neanche! Starei più tranquilla se ci fosse Whale qui! Lui non l’avrebbe mai fatta arrivare a questo punto. 

- Non puoi saperlo, comunque se può consolarti un pochino ti dico che l’ho  fatto chiamare da Regina: pensavo di farla trasferire a Storybrooke per poter poi intervenire noi con la magia....

- E? 

- Whale si è messo in contatto con l’ospedale facendosi spiegare i sintomi di Chloe in maniera dettagliata es entrambi i medici hanno concordato che spostarla in questo momento sarebbe rischioso. 

- Questo significa che...

- Che ci vorrà più tempo e che non potremmo usare la magia, nulla di più, Chloe starà bene. 

- Come fai ad esserne sicuro? 

- Perché ho speranza e dovresti averne anche tu. 

- Non ci riesco sai? Mi è andato tutto male nella vita ad eccezione di tutti voi... credevo davvero che tutto sarebbe cambiato? Certo che no: sfigata ero e sfigata rimarró.

- So come ti senti, la tua vita non è stata ne semplice ne tantomeno gioiosa, pensi che tutta la felicità possa sfuggirti dalle mani da un momento  all’altro ma non è così tesoro. Ci sono io con te e da quando siamo insieme abbiamo sempre superato tutto... supereremo anche questo. Non temere, non permetterò che succeda nulla di male a Chloe. - non gli risposi, si limitò ad abbracciarmi e di conseguenza lo strinsi anche io.  Restammo in quella posizione per parte della giornata, nessuno dei due parló... non c’erano parole da dire... riuscivamo  a darci forza l’un l’altro anche stando in silenzio. Lo stare insieme era la nostra unica forza. 

Ormai stava calando la sera ed era giunta l’ora di separarci.

- Devi andare? - chiesi con un filo di voce.

- purtroppo sì amore mio, non vorrei ma devo! Sicura che non vuoi andare te a casa? Tanto per oggi non possiamo comunque entrare dentro da lei. Magari ne puoi approfittare per riposare un po’ non trovi? 

- No! 

- Sicura sicura?

- Sono sicura! - lo abbracciai - ascolta, prima di andare via passa in reparto ostetricia, ho tirato il latte e l’ho fatto conservare da loro. Fai mangiare Liam e parla con Leila. Non ho capito bene ma mamma dice che Leila ha sentito che sua sorella stesse male... non lo so, non ho capito fatti spiegare da lei. 

- Shhhh sta calma penso a tutto io. Mi raccomando Emma... non passare l’intera notte davanti questa finestra ok? - non risposi - ok??????? 

- Ci proverò. - mi diede un bacio a stampo

-  scrivimi per messaggio quello che vuoi che ti porti domani mattina. - diede un ultimo sguardo a nostra figlia dopodiché con il cuore spezzato andò via. 

Anche se gli dissi che avrei provato a distrarmi tornai a guardare quella maledetta finestrella: “amore di mamma sono qui! Dormire i serena tutto andrà bene”

 

POV KILLIAN

Anche se non ancora convinto che fosse la scelta giusta lasciare Emma sola in ospedale mi misi in macchina e tornai alla villetta al mare dove mi stava aspettando il resto della famiglia. 

- Alloraaaaaa????? - mi chiese Snow non appena varcai la soglia di casa. - Regina ci ha accennato qualcosa.... come sta Chloe? Che le è successo? Sta bene adesso? Cosa dicono i medici??? 

- Snow tesoro, fallo parlare... - le disse David interrompendo quel fiume di parole.

- Ha avuto una crisi respiratoria, non riesce a respirare da sola e di conseguenza l’hanno intubata. L’anno portata in terapia intensiva e hanno iniziato le cure necessarie per combattere il veleno dell’insetto ma non si sa se faranno effetto... potrebbe volerci addirittura una trasfusione. - mentre parlavo sentivo le lacrime scendere dagli occhi... per quanto mi sforzai di trattenerle non ci riuscii. - dicono che... che... 

- calmati Killian... respira!

- Dicono che le sue funzioni vitali sono al limite... in pratica... in pratica la sua vita è appesa sul filo di un rasoio. - non riuscii più a trattenermi e scoppiai in un pianto disperato. Avevo retto fin troppo per dare forza ad Emma, ora era il mio turno di liberarmi di quel peso straziante chiamato paura. Mia figlia poteva morire e io non avevo alcun potere per impedire tutto questo. Volevo gridare tanto era il dolore, rompere qualcosa, piangere fino a quando non mi fossero caduti gli occhi ma non potei fare nulla di tutto questo perché successe qualcosa che non mi aspettavo. Sentimmo un improvviso rumore di vetri rotti, ci voltammo tutti verso la direzione del rumore e notammo che davanti la porta che separava la cucina dal salottino c’era mia figlia Leila alla quale era appena scivolata dalle mani una tazza di vetro. 

- Leila amore di nonna non dovresti essere di sopra? - la bambina non rispose... se ne stava lì  ferma immobile a fissarmi spaventata e con gli occhi lucidi. Che avesse sentito tutto? Sperai con tutto il cuore di no, che ci fosse un’altra spiegazione a quello sguardo di terrore ma dovetti ricredermi quando scappó piangendo al piano di sopra. - Non ci voleva... - sospirai e mi alzai da terra e tentai di raggiungerla.

- Andiamo noi Killian, tu è meglio se riposi... sei sconvolto, non sei in te.

- Scusate ma è mia figlia e ha bisogno di me in questo momento! - nessuno replicó così mi avviai al piano di sopra e raggiunsi la sua stanza. La trovai in ginocchio a terra. Singhiozzava tenendo stretto al petto il peluche preferito di sua sorella. Non le dissi nulla, mi misi a terra con lei e l’abbracciai. Non sapevo davvero cosa dirle,  tutto dopo quello che aveva sentito sarebbe sembrata solo una stupida bugia per  farla stare bene. Ormai aveva quasi otto anni, capiva benissimo il significato di determinate  parole non me la sarei cavata con una piccola bugia... non questa volta. 

- Mi... mi lascerà da sola? - mi domandó improvvisamente... - c... Chloe... mi lasc....

- No che non ti lascerà da sola... papà e mamma non lo permetteranno, puoi starne certa.

- Ma tu... tu hai detto che... che lei... 

- So quello che ho detto, ho ripetuto ai nonni e agli zii quello che mi hanno detto i dottori, ma i dottori non sanno una cosa però: tua sorella è una Jones e noi Jones non ci arrendiamo di certo alle prime difficoltà. È vero, la tua sorellina sta male ma sta combattendo con tutte le sue forze per  sconfiggere questa malattia e tornare da te. 

- Non mi stai mentendo solo per non farmi essere triste, vero papà? - da quando era diventata così saggia?

- Non ti sto mentendo... tua sorella sta combattendo come una piccola leonessa, noi dobbiamo solamente starle vicino e credere in lei. - continuai a tenerla stretta a me, era l’unico modo per alleggerire il dolore che stava e che stavo provando. 

- È colpa della nonna se Chloe sta male! - disse dopo un lungo momento di silenzio. - io sono arrabbiata con lei. È tutta colpa sua! 

- Amore non è colpa di nessuno...

- Si! Nonna l’ha mandata a giocare e non è stata con lei! Lei è piccola non deve stare da sola. Io non voglio più bene a nonna! - ci mancava solo quello adesso...

- Leila stellina mia ascoltami: capisco che sei spaventata e che tu voglia attribuire la colpa a qualcuno per quello che è successo ma la nonna non c’entra proprio  nulla. È stata una disgrazia e sarebbe potuta succedere in qualsiasi luogo e con chiunque

- Peró...

- Fidati di papá! Nessuno ne ha colpa  tantomeno la Nonna. Non voglio più sentirti dire una cosa del genere ok? Nonna vuole bene a Chloe come tutto il resto della nostra famiglia. 

- Va bene scusami papà.

- Brava cucciolina! Ora però papà ha bisogno di chiederti una cosa e vorrei mi rispondessi sinceramente. Mi hanno detto che è successa una cosa strana in spiaggia contemporaneamente a quando Chloe si è sentita male... cosa hai sentito esattamente Leila? Spiegalo a papà. 

- Te lo ha detto la nonna? Io non volevo che te lo dicesse...

- Rispondimi...

- Io non lo so... so solo che ho sentito che Chloe stava male, non lo so come ma l’ho sentito. Mi faceva male il cuoricino. 

- Era un dolore come quando sei triste o come quando hai la bua? 

- Come quando ti fai male... mi faceva tanto male il cuoricino e non riuscivo a respirare bene. - ci mancava solo la figlia sensitiva e cardiopatica.

- Ora senti qualcosa? 

- Su Chloe?

- O su Chloe o su qualsiasi altra cosa. Ti fa male ancora il cuoricino?

- No non mi fa male più e non sento niente. Ora ho solo paura per la mia sorellina.

- Ho capito... domani per sicurezza ti porterò comunque a fare un controllo dal dottore!

- Perché sto male anche io papà?

- No tesoro ma è meglio fare un controllo ok? Siamo in un mondo senza magia non credo sia stato un evento magico. ora però  è tardi e bisogna dormire. - Mi alzai e le allungai la mano per aiutarla a mettersi in piedi e accompagnarla nel suo letto. - buonanotte principessa di papà, fai bei sogni. - le diedi un bacino sulla guancia e tentai di raggiungere gli altri al piano di sotto; venni bloccato a metà scalinata 

- Papà! - mi voltai verso Leila che mi stava chiamando - io... io non riesco a dormire senza Chloe e la mamma! Ho tanta paura. Posso... lo so che sono grande ma posso dormire con te questa notte papà? 

- Per me non sarai mai abbastanza grande cucciolina, certo che sì... comincia andare in stanza, parlo con i nonni e salgo su. Mi raccomando Leila: a letto subito, non metterti ad origliare di nuovo.

Controllai che andasse in camera dopodiché tornai dal resto della famiglia, parlammo più che altro su come gestire i giorni a venire e su come organizzarci per andare a turno in ospedale: non potevamo portare Neal, Leila e Liam con noi ma non potevano neanche restare soli a casa. Una volta sistemate queste questioni burocratiche tornai in stanza dalla mia piccina che mi stava aspettando sveglia. Mi misi nel letto e la tenni stretta a me tutta la notte. Si addormentò subito a differenza mia che passai l’intera notte in bianco a piangere... credetemi: puoi essere anche la persona più dura è spietata nella vita, puoi avere un eco smisurato e avere i peggio difetti ma davanti al dolore per la possibile perdita di un figlio diventiamo tutti fragili e fifoni. Così mi sentivo, sapevo che sarebbe bastato un minimo per farmi cadere a precipizio nello sconforto più totale. Sperai solo che quel minimo non sarebbe mai arrivato. 

Finalmente la luce del sole entró nella finestra illuminando parte della stanza... un nuovo giorno era iniziato. Mi alzai piano dal letto cercando di non svegliare Leila, mi preparai e uscii dalla stanza, mia figlia aveva il sonno leggero, se fossi rimasto lì si sarebbe svegliata di sicuro. Passai per la camera delle bambine e dopo aver controllato sul cellulare la lista di cose che chiedeva mia moglie presi una busta e iniziai a metterci dentro tutto ciò che mi aveva chiesto. Alle dieci in punto io, Regina e Robin eravamo già in ospedale per il primo round di visite. Emma era esattamente dove l’avevo lasciata la sera precedente, davanti la porta della stanza di Chloe ad osservarla da lontano nell’attesa che qualcuno la facesse entrare. 

- Amore buongiorno... - le dissi avvicinandomi - Ti hanno detto qualcosa? Come ha passato la notte? 

- Cosi... l’hanno controllata un paio di volte ma tutto è  rimasto invariato.

- È una buona notizia non trovi? 

- No, non lo è! Non sta migliorando! 

- Ma non sta neanche peggiorando. Amore lo so che ti chiedo molto ma perché non provi a pensare al lato positivo delle cose?

- Per lo stesso motivo per cui tu non lo fai! - rispose... aveva ragione, le mie erano solo parole per aiutarla ma in realtà stavo esattamente come lei - Mi hai portato quello che ti ho chiesto? 

- Certo, non so a cosa ti possa servire tutta questa roba ma...

- Salve a tutti - fummo interrotti da un’infermiera - Volevo ricordarvi che l’orario di visita finirà alle 11 e che potete stare solamente in questo corridoio. Per quanto riguarda voi genitori invece vi devo chiedere chi di voi entrerà da lei. - avrei voluto almeno darle un bacino ma sapevo che sua mamma aveva più bisogno di me di quel contatto fisico. A me bastava vederla attraverso un vetro per tranquillizzarmi, a Emma no! 

- Entrerà mia moglie! - risposi voltandomi  verso di lei. - Dalle un bacino da parte del suo papà. - le passai la busta che mi aveva chiesto e la vidi entrare con l’infermiera. Parlarono di non so che cosa dopodiché le vidi avvicinarsi alla piccola. Emma le diede prima un bacino, le fece innumerevoli coccole dopodiché insieme all’aiuto della ragazza le tolse la vestaglia fornita dall’ospedale per sostituirla con il pigiamino che si era fatta portare. Finita quell’operazione linfermiera uscì lasciando Emma da sola. Rimasi senza parole a quello che fece: inizió a prendere i quattro orsacchiotti di peluche che mi aveva chiesto di portare e li sistemó sul tavolinetto accanto al letto di Chloe, prese una spazzola e con una delicatezza inaudita cominció a  spazzolare  i capelli della nostra piccina per poi farle due treccine ordinate. Estrasse sempre dalla busta un libro che le avevo portato e iniziò a leggerglielo. Una pagina... due pagine... tre pagine, alla terza pagina chiuse il libro in maniera troppo aggressiva e li capii che qualcosa in mia moglie non andava. Si avvicinò con la sedia al letto della bambina, le prese la mano e dalla mia posizione sembró che le stesse parlando... ero curioso di sentire cosa le stesse dicendo così aprii leggermente la porta e ascoltai.

“ Mio piccolo uragano cosa mi combini è? Di tutte le favole che più ti stanno a cuore hai deciso di interpretare proprio quella della bella addormentata... non potevi, che so... scegliere quella di Elsa? Non ti sarebbe piaciuto giocare alla principessa del ghiaccio con il tuo piccolo amico Erik? O che ne so giocare ad essere nonna Snow rubandole i suoi vestiti recuperati dalla foresta incantata? No... tu come al solito hai voluto strafare e giocare al gioco più difficile da sopportare per mamma. la bella addormentata non ti si addice sai? Tu sei un vero uragano tesoro, un terremoto di vivacità, non riesco a vederti stesa su questo letto così... immobile.

Mi piacerebbe vederti riaprire quegli occhi meravigliosi, vederti correre da una parte all’altra della casa combinando guai a non finire, litigare con i tuoi fratelli... ma sopratutto mi piacerebbe sentire la tua meravigliosa voce sussurrare la mia parola preferita: mamma!” - la vidi iniziare a piangere ma nonostante ciò continuò imperterrita a parlare - “mi manchi Chloe... mi manchi terribilmente. Sei qui davanti a me eppure è come se non ci fossi... sto cercando di essere forte per te, per quando ti sveglierai, ma non so se riuscirò ancora per molto. Ogni qualvolta che ti vedo il mio cuore si spezza perché ti vedo soffrire... prenderei volentieri io il tuo dolore sai? Ma non si può, non in questo mondo almeno.  Possiamo provare a fare una cosa però: Se proprio non vuoi aprire gli occhi ti prego tesoro fai in modo di superare almeno la fase critica, potremmo portarti a casa e con la magia potremmo risvegliarti noi. Fai tutto quello che è in tuo potere per riuscire stare bene, io cercherò da qui di fare altrettanto per te. Non mollare ok? Non ci provare neanche. Ti seguirò dovunque andrai amore mio. È una promessa questa perchè non posso stare senza di te. Vi amo tutti: amo papà, Henry, Leila, te e Liam ma con te ho un rapporto speciale... tu sei una mini me. Ogni giorno che passa, anche se hai dei modi di fare un po’ troppo pirateschi , mi somigli sempre di più più e io ho giurato il giorno che sei nata di proteggerti sempre e non farti mai mancare nulla di quello che non ho avuto io.  Conosci la mia storia vero? Sai già cos’è la cosa che più mi è mancata in assoluto... non permetterò che questo accada a te quindi se non vuoi che ti segua in un altro mondo ti prego torna a casa.... ti prego piccola Chloe, torna a casa da noi.”

Cosa stava cercando di dirle? che si sarebbe ammazzata nel caso in cui non ce l’avrebbe fatta? Sperai fossero solamente parole buttate al vento a causa dello stress e per quella volta decisi di far finta di nulla. Se avesse anche solo mezza volta, con me o con la stessa Chloe, riaccennato a quell’argomento allora le avrei parlato. Come se nulla fosse tornó a leggerle il libro fino a quando l’infermiera non venne a chiamarla per dirle che l’orario di visita era terminato. Non fece storie ma disse una frase rivolta verso la sua bambina che mi fece morire dentro:

“ questo dovrebbe essere il momento più importante della storia che hai deciso di interpretare:!il momento in cui ti do un bacio e tu ti svegli spezzando la maledizione. È già successo lo sai? Per Henry è stato così... che cosa ne dici? Ti va di provare? - l’infermiera in tutto ciò non disse nulla... era abituata a vedere genitori disperati quindi non si insospettì alle parole di emma, pensò semplicemente che la donna che aveva davanti stava manifestando il suo dolore in quel modo. - ora amore mio concentrati ok? - le accarezzò il viso e le si avvicinò.... - ti amo piccola Chloe! - le diede un bacio sulla fronte come esattamente fece per Henry anni fa ma a differenza di quel giorno questa volta non successe nulla mandando Emma nello sconforto più totale. Cadde a terra priva di forze e il pianto che prima era silenzioso divenne un vero e proprio strazio di lamenti e urla. 

Dovettero sedarla per calmarla un po’ ma nonostante i medicinali rimase comunque agitata. 

- Voglio rimanere io a controllarla stanotte. - mi disse quando si fu calmata un pochino.

- Non credo sia una buona idea amore, hai avuto un crollo emotivo non indifferente; dovresti riposare un po’. 

- Ho detto che voglio restare qui. Non la lascio con nessuno altro.

- Neanche con me? - chiesi - non ti fidi neanche di me?

- Di te si ma voglio comunque restare io. Te devi stare con Leila e Liam... 

- dovresti passare un po’ di tempo anche con loro sai? Leila sente la tua mancanza e Liam da quando non ci sei è nervoso e mangia poco. 

- Chloe ne ha più bisogno in questo momento, loro stanno bene a differenza sua.

- Ho pensato di far riportare Leila a casa, a Storybrooke dico... tanto tuo padre deve tornare a lavoro e così lei potrà tornare a scuola per gli ultimi giorni  e distrarsi con i suoi amichetti. Che ne pensi? Ieri ha sentito le conversazioni mie con i nonni e credo abbia Capito più di quando avrebbe dovuto. 

- Ok riportala a casa ma vai anche tu con Liam, viglio che continuino la loro vita normale e almeno uno di noi deve essere presente. 

- Posso anche portarli entrambi ma non passerà giorno che non verrò qui. Viaggerò tra Storybrooke e questo ospedale fino a quando non torneremo tutti a casa. Come tu non vuoi lasciare sola Chloe io non voglio lasciare sola ne lei ne te.

- io me la caverò.

- Scusa se non ti credo.

Dopo una lunga discussione concordammo che lei sarebbe rimasta con la bambina, non ci sarebbe stato verso tanto di farle cambiare idea, mentre io sarei tornato a casa con Leila e avrei viaggiato quotidianamente per vedere Chloe. Liam sarebbe rimasto nella villetta con Snow e Regina in modo tale che se fosse stata necessaria Emma era a pochi minuti di distanza. I giorni passavano e la bambina non accennava a migliorare, decisero quindi di intervenire pulendole il sangue: una volta al giorno veniva collegata a un macchinario con due tubicini: uno prelevava il sangue per pulirlo nell’apposito macchinario e l’altro lo rimetteva nel suo corpicino. Il suo organismo venne quindi ripulito ma questo non bastó per farla migliorare. Continuava ad avere la febbre alta e a non dare segni di volersi svegliare. Per i medici la cosa risultava grave perché voleva dire che l’arresto cardiaco e le crisi respiratorie aveva procurato dei seri danni. Evitammo di dirlo ad Emma fino a quando la cosa non fu confermata: la bambina se, e sottolineo se, si sarebbe svegliata avrebbe avuto sicuramente seri problemi. Non sapevano tuttavia indicarci se fisici o celebrali.

 

POV REGINA

Quel giorno fu l’inizio del loro calvario: Emma cadde in depressione mentre per quanto riguarda Killian.. beh lui si trasformò: so che sembra impossibile ma tornò ad essere parte di quello che era prima... un amico della bottiglia se così si può dire. Era tornato a Storybrooke ma viaggiava quotidianamente per raggiungere sua moglie. Quando era con Leila o con Emma era tranquillo, sembrava quasi il Killian di sempre ma non appena lasciava l’ospedale e si fosse assicurato che Leila era al sicuro correva sulla sua adorata nave e beveva fino a perdere i sensi. Provai a parlargli un giorno ma fu inutile... era un padre disperato dopotutto, potevo capire solo per metà quello che stava passando. Mi ripromisi di fare ciò che era in mio potere per dare una mano ma fu difficile, oltre a cercare di star vicino ai miei amici e ai miei nipoti mi ritrovai anche a far da baby Sitter a Snow e David. Erano preoccupati, come tutti del resto, ma non facevano altro che cercare di forzare Emma a fare cose che al momento non si sentiva creando solamente litigi e altro sconforto. 

- Non posso più vedere mia figlia così! - disse Snow il ventiduesimo giorno di quella tortura mentre eravamo a casa ad accudire Liam - Si sta lasciando andare... noi dobbiamo aiutarla. 

- Snow chi meglio di te può capirla è? Anzi ad onor del vero credo che neanche tu possa capirla fino in fondo: le hanno detto che sua figlia ha il 50% di possibilità di non farcela. Come pensi che possa sentirsi una madre sapendo che sua figlia rischia la vita? Quando è successo a me avevamo la magia ed è stato comunque orribile...  pensa lei che sa di non poter far riferimento neanche a quella possibilità. 

- È tutta colpa mia! Lei non voleva che le bimbe partissero... ho insistito ed ora eccoci qua! Chloe rischia di morire e non solo perderò una nipote, ma anche mia figlia... non vorrà più vedermi e...

- Non è il momento per autocommiserassi Snow! Sarebbe potuto succedere ovunque e con chiunque... se vuoi piangerti addosso fallo in privato ma non in mia presenza. Ora cerca di riprenderti per un attimo e cerchiamo un modo convincente per riuscire almeno a portare a casa Emma per questa sera, un’altra nottata lì e veramente ci lascierà le penne. 

Parlammo per l’intera mattinata ma non trovammo nessun pretesto sensato per far staccare la spina ad Emma: l’unica sarebbe stato ingannarla dicendole che Liam e Leila avessero bisogno di lei... avremmo potuto dirle delle problematiche di suo marito ma concordammo che non sarebbe stato giusto infliggerle altro dolore. Di comune accordo decidemmo di parlare con il medico che teneva in cura la bambina e farci aiutare da lui. Già giorni addietro le aveva consigliato di allontanarsi dall’ospedale ma lei aveva sempre rifiutato, ci voleva un ordine categorico. Arrivai in ospedale e Killian era già lì con lei... nonostante fossero devastati entrambi era bello vederli abbracciati per  farsi forza. Andai da loro per salutarli e dare un’occhiata alla mia bella nipotina, come ero solita fare ogni giorno, dopodiché andai a parlare con il medico che senza esitazioni si impegnò ad aiutarmi. 

 

- gliel’ha mai detto nessuno che lei è una mamma eccezionale? - disse il medico rivolto ad Emma la quale non gli rispose minimamente. Lo fece Killian per lei

- Glielo dico tutti i giorni ma lei stenta a crederlo. 

- Non avevo mai visto nessuno ravvivare una stanza della terapia intensiva in questo modo - in effetti Emma in quei ventidue giorni aveva stravolto l’intera stanza di Chloe abbellendola con mille giocattoli. libri e orsacchiotti di peluche di ogni genere. Aveva fatto addirittura cambiare le coperte del lettino sostituendole con le copertine preferite di sua figlia - I suoi figli sono fortunati ad averla! - neanche questa volta rispose ma se la si guardava bene si poteva notare un movimento sussultorio delle spalle che stava a significare che stava piangendo. 

- Mi scusi se sono troppo diretto ma è venuto qui per dirci qualcosa in particolare? - disse killian sperando che il medico smettesse di parlare ad Emma in quel modo visto che la faceva stare solamente peggio.

- Si, in realtà sono venuto per informarvi di una cosa: tranquilli non riguarda la vostra bambina.

- E allora di cosa si tratta? 

- Per questa sera i reparti della terapia intensiva resteranno chiusi al pubblico e purtroppo devo mandare via anche il genitore incaricato di restare. Mi dispiace ma non posso fare altrimenti. Potrebbe essere una buona occasione per farla riposare su un vero letto. - aggiunse poi indicando Emma 

- Grazie per averci avvisato. - rispose Killian e solo allora si sentì la voce di Emma.

- Non mi muoverò da qui! - alzò lo sguardo verso il dottore. 

- Mi dispiace signora ma non faccio io le regole.

- Non mi interessa chi le fa, io resteró qui:  SONO STATA ABBASTANZA CHIARA? - le si avvicinò in maniera minacciosa e se non fossi stata sicura che la magia non avrebbe funzionato molto probabilmente sarei stata preoccupare che lo avrebbe ucciso. - PIUTTOSTO CHE DIRE STRONZATE  COLOSSALI COME QUESTA , PERCHE NON SI RIMBOCCA LE MANICHE E PROVA A SALVARE MIA FIGLIA???? - le ultime parole le aveva gridare prima di ricominciare a piangere disperata.

- Signora davvero non posso farla restare ma per compensare a tutto questo posso concederle di vedere sua figlia per due ore e non una. Potrà passare più tempo diretto con lei piuttosto che restare qui impassibile. Può restare anche suo marito. 

- Forse non ci siamo capiti: IO ME NE FREGO DI QUELLO CHE DICE LEI! Sono sua madre e non lascerò una bambina di soli 3 anni con gente di cui non mi fido minimamente! Fatevene una ragione! - si allontanò a gran velocità e raggiunse il bagno, credevo volesse stare da sola ma quando sentimmo dei strani rumori provenire da quella stanza corremmo tutti da lei: nel giro di trenta secondi aveva praticamente rotto tutto ciò che era possibile rompere: i dosatori dei saponi, il porta asciugamani, aveva buttato a terra parte dei mobiletti situati lì e cosa ancor più grave aveva rotto gli specchi con le sue stesse mani che ora, ricoperte di sangue erano impegnate a picchiare un muro. 

- Emma amore! Per l’amore del cielo fermati!!! - disse killian provandola a trattenere tra le sue braccia

- LASCIAMI KILLIAN! LASCIAMIIIIIII!!!!

- Ei, guardami! Guardami un secondo! 

- NOOOOOOOO! Io resto qui stanotte... CHIAROOOOOOO?

- Shhhhhh Andiamo da Chloe ok? Andiamo dalla nostra bambina adesso ok? - l’abbracciava e l’accarezzava allo stesso tempo cercando di calmarla un pochino ma ormai era arrivata a limite e niente sembrava riuscirla a calmare.

- Voglio restare con leiiiiiiiiii! - continuó a dire e Killian ebbe un momento di lucidità e astuzia;  guardò il medico e senza acomunicare verbalmente capirono il da farsi. 

- Ok amore! Resterai qui! Ma ora calmati, andiamo a farti medicare dopodiché andremo da nostra figlia.

- Andiamoci ora! Io sto bene.. - la rabbia passó ma era evidente che non stava bene; tremava come una foglia e cammina a per forza d’inerzia. 

- Ok come vuoi... anche questa volta Killian acconsentì alle sue richieste. Non capii il perché  e aspettai che agissero per poter capirci qualcosa. In pratica Killian e il medico portarono Emma da Chloe e una volta fatta sedere accanto alla sua bambina aspettarono che fosse distratta per ignettarle un calmante che la fece addormentare all’istante. 

- Ma siete impazziti? - dissi io entrando nella stanza senza il permesso di nessuno - Emma ti ammazzerà quando se ne accorgerà Killian!

- Può anche minacciarmi di divorzio! Se serve a farla stare un po’ più riposata che ben venga. L’hai vista in che condizioni era fino a cinque minuti fa? Ha distrutto un’intera stanza in tre secondi. Altri cinque minuti e avrebbe buttato all’aria l’intero ospedale. Deve calmarsi o le verrà un infarto. - non aveva poi tutti i torti - Ora la faremo medicare dopodiché la porteremo alla villetta sperando si distragga un po’ vedendo Liam. 

Dopo giorni riuscimmo finalmente a portarla a casa, dormì per ben sette ore, era sfinita poverina, Killian le si mise accanto e aspettó che si svegliasse. Era il primo giorno che ancora non aveva toccato un goccio d’alcol. Quando Emma apri gli occhi si ritrovò lo sguardo di Killian davanti.

- Kill...

- Shhh... ascoltami solo per cinque minuti ok? Non distogliere lo sguardo da me. - aveva paura che accorgendosi di non essere in ospedale avrebbe ridato i numeri. - inizio con il dirti che Chloe è stabile e sta riposando quindi non devi preoccuparti... ti sei agitata parecchio prima e siamo stati costretti a sedarti onde evitare che ti prendesse un’accidenti. Abbiamo medicato le ferite che ti sei fatta. Sei stata fortunata: sono tutte superficiali tranne una... ti sei beccata sei punti alla mano sinistra. Sei a casa ora, nella villetta dei tuoi. So che non volevi venirci ma hai bisogno di riposare e anche Liam a bisogno di te. - eccola che in un nano secondo si rimise in piedi.

- Sono riposata, devo andare! - fece per uscire dalla stanza ma Killian la trattenne. 

- Ferma e ragiona: cosa ti costa stare una notte qui? Una sola misera notte. Dormi un po’, stai un po’ con Liam che non ti vede e non ha un contatto con te da 22 giorni... è stato quasi un mese senza la sua mamma a solo un mese d’età... due mesi d’età ormai. Non credi meriti almeno di stare una notte con te?

- Mi stai dipingendo come un mostro...  non è che non voglio stare con lui... io amo Liam, ma Chloe... Killian la sai benissimo la situazione qual’è. Io non voglio lasciarla sola in un momento così difficile... non mi sembra una cosa così grave. - i suoi occhi iniziarono ad inumidirsi. - ogni giorno che passiamo con lei potrebbe essere l’ultimo lo capisci vero? Ogni secondo con lei è prezioso adesso. Non sappiamo se sta soffrendo, non merita di essere lasciata sola.  Io non mi perdonerei mai se le succedesse qualcosa mentre non siamo lì. Voglio accompagnarla in questo cammino Killian anche se sto morendo dentro. Voglio essere lì nel caso riaprisse i suoi occhi, voglio essere lì se ci sarà qualche problema  da affrontare dopo il suo risveglio. Voglio essere lì a dirle di non avere paura perché è questo che succederà se svegliandosi non ci troverà li. Tutto questo mi fa una cattiva madre verso gli altri nostri figli? Forse è  così. Forse no... ma non riesco a fare altro in questo momento, sono paralizzata dalla paura. 

- Non sei una madre orribile, ma credo che una notte, una sola, passata lontano da lei non faccia la differenza. Io ora devo tornare da Leila perché tuo padre ha il turno in stazione ma ti prometto che domani mattina all’alba sarò qui per portarti personalmente da lei. - l’abbracció

- Dov’è Liam? - chiese  dopo essere stata minuti interminabili in silenzio. 

- È un si quindi? Resterai qui? - le sorrise 

- Si... - sussurró -  ma solo per questa notte e tu domani mi porterai da lei il prima possibile.

- Hai la mia parola. Vieni dai ti porto da Liam. 

Fu una scena bella ma triste allo stesso tempo. Bella perchè Liam non appena vide Emma la riconobbe all’istante cercando, come di consueto, il suo seno. Non provó a farlo con nessuna di noi in quei giorni quindi era evidente che l’avesse riconosciuta. Fu comunque una scena triste perché Emma si rese conto prendendolo in braccio che effettivamente era stata lontana da lui troppo tempo. A detta della ragazza il piccolino aveva già fatto molti cambiamenti e questo le causó un’altra crisi di pianto colpevole di aver perso quei momenti.

Arrivó alla sera, Killian era andato via da un pezzo e Liam che stava dormendo da un’oretta prese a piangere misteriosamente, neanche mamma Emma riuscì a calmarlo nei suoi soliti tempi da record, era come se si fosse stranito e molto probabilmente il sentire la sua mamma agitata non lo aiutava di certo. Tornó a dormire solamente un paio d’ore dopo sfinito dal pianto ma comunque il suo sonno rimase disturbato. 

- C’è qualcosa che non va! - furono le parole di Emma la quale da quando Killian era andato via non  aveva più proferito parola.

- Emma tesoro, ti stai condizionando troppo. Cerca di star tranquilla ok? - suggerì sua madre - ti faccio una camomilla, ti preparo qualcosa da mangiare...

- No!

- Non tocchi cibo da non so quali giorni, sei diventata uno scheletro!

- Non dire scemenze sarei già morta non credi? Ora scusami ma ho da fare con mio figlio. - lo prese in braccio e sparì in una delle camere da letto, quelle delle sue bambine per la precisione. Passó parte della notte lì fino a quando il mio cellulare squilló. Erano le tre e quarantacinque del mattino e quel suonare incessante che mi spaventó fece saltare giù dal letto, o dovunque si  trovasse, anche lei.

- Pronto?

- Regina ciao, Killian...

- Killian che succede? - potevo sentire un pianto disperato in sottofondo - c’è qualche problema? - chiesi allarmata 

- Ho un problema nello gestire Leila. - Era la prima volta in sette anni che chiedeva aiuto di questo genere. - Sta facendo il diavolo a quattro che dobbiamo raggiungervi, dice Chloe la sta chiamando... le sta chiedendo aiuto. 

- Oh Killian... tranquillo credo sia solo un brutto sogno.

- Lo penso anche io ma è diversa:  è spaventata a morte, si è tolta il pigiama e si è già vestita. 

- Che succede? - chiese Emma sentendomi parlare a quell’ora della notte. Vedevo dalla sua faccia che era spaventata.

- Niente, è Killian: dice che Leila ha fatto un brutto sogno e non riesce a calmarla. Ci penso io tu va a riposare un po’.

- Passamelo! - il tono era categorico e fu impossibile farle cambiare idea. chiacchierarono per buoni dieci minuti e quando riagganció mi disse che Leila e Killian erano in viaggio per raggiungerci.

- Perché lo vuoi far viaggiare di notte?

- Perché c’è qualcosa che non va! Liam è stranito e non dorme, lei ha gli incubi e dice che sua sorella la sta chiamando.... sta succedendo qualcosa me lo sento. Devo raggiungere Chloe! - la vidi prendere la direzione della porta. 

- Aspetta aspetta aspetta! Dove vai da sola è? Va tutto bene Emma tranquilla! Non sta succedendo nulla.

- Devo andare Regina, tu non puoi capire.... 

- ferma qui! Ascolta, non so quello che stai passando è vero ma  ti sono vicina devi credermi. Non mi va che tu adesso vada lì da sola sapendo per giunta ch non ti faranno entrare. Se proprio vuoi avvicinarti nei pressi dell’ospedale almeno aspetta Killian. Ti chiedo sono questo.

- Ma Chloe...

- Se ci fosse qualche problema avrebbero già chiamato. Dai vieni con me ci prendiamo qualcosa per rilassarci. 

Non so per quale assurdo motivo riuscii a convincerla ad aspettare suo marito il quale arrivo in tempi da record. Leila piangeva disperata e inutili i tentativi di tutti noi per Calmarla.

- Chloe mi sta chiamando.... sta male! Dobbiamo aiutarla vi pregoooooooo! - aveva gli occhi rosso fuoco tanto che aveva pianto ma io Killian e Snow eravamo restii a portarla in ospedale a farle vedere sua sorella. Per quanto potesse sembrare che stesse dormendo tutti quei tubi non erano di certo un buon bigliettino da visita. Lasciammo quindi che piangesse mentre Killian, Emma e io raggiungemmo l’ospedale.

Entrammo nei locali della terapia intensiva con una facilità inaudita ma quello che ci ritrovammo davanti ci paralizzó tutti e tre: nella stanza di Chloe c’erano come minimo dieci persone tra dottori e infermieri che cercavano freneticamente di lavorare sul suo corpicino. 

Emma dopo un attimo di esitazione corse in direzione della stanza seguito a sua volta da Killian. Come facilmente intuibile li mandarono fuori e dovemmo aspettare buoni quaranta minuti prima che qualcuno uscisse fuori. Le parole dette quel giorno non le dimenticherò mai più in vita mia.

- non so come dirvelo... la bambina purtroppo  ha avuto un ulteriore peggioramento ed è entrata in coma. Mi dispiace ma non credo ci sia più nulla da fare. 

 

Note dell’autore: mi odierete ancora di più ma non ho potuto fare altrimenti: questa piccola storiella sta diventando sempre più lunga e sono costretta a divederla in più capitoli. Buona lettura e alla prossima che vi anticipo che sarà molto presto. Baci baciiii

  
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