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Autore: Fiamma Erin Gaunt    04/09/2018    1 recensioni
[I Parte: Prequel de “Il Cavaliere dei Sette Regni"]
[Valarr Targaryen/OC/Aerion Targaryen; Baelor “Lancia Spezzata Targaryen; Grandi Bastardi; Aelora Targaryen/Aelor Targaryen; Daenora Targaryen/Ricarys Martell; Dunk; Egg]
*
Dal testo:
- Qualcuno dovrebbe insegnarti a mostrare il giusto … riguardo, verso un principe Targaryen. –
Le afferrò il mento, tenendolo stretto tra le dita sottili e costringendola a guardarlo negli occhi mentre la osservava con un interesse che aveva del morboso.
- Forse potrei essere io a insegnarti … sei sufficientemente bella per essere in parte una cagna Blackfyre. –
*
- Sto cercando Aegon. –
Flamaerys aggrottò la fronte, fissando Aerion e le Cappe con sconcerto.
- E lo cerchi qui? –
- Lo sto cercando per tutto il castello, nulla di personale. –
- Si nasconde dietro alla tenda... Cosa aspetti? Vai a controllare. Sono certa che tuo padre adorerà sapere che hai passato la giornata a cercare tuo fratello fuggiasco nelle mie stanze. –
- Vuoi che vada così da farmi fare la figura dell’idiota? –
- Per quanto riguarda la mia esperienza so che non ti serve aiuto nel sembrare un idiota. –
Aerion parve trattenere un’imprecazione particolarmente colorita.
- Perché non torni a … spazzolarti i capelli o qualsiasi cosa tu faccia durante il tuo tempo libero? –
Genere: Erotico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bloodraven, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Incest, Non-con, Violenza
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Capitolo 10

 

 

 

 

 

Il frastuono che proveniva fuori dalle sue stanze riecheggiava in modo chiaro persino durante l’ora di punta poco prima del pranzo, quando tutti i cavalieri avevano lasciato le lizze e si erano radunati nella sala principale per consumare il pasto, spingendola a cercare di attutire il tutto nascondendo il capo sotto ai guanciali.

Erano passati tre giorni dalla fine del torneo e i lord e le lady accorsi per l’evento avevano lentamente lasciato il castello finchè non ne erano rimasti che un’esigua manciata. E lei aveva fatto di tutto per evitare pressoché qualsiasi individuo da quando aveva appreso della futura unione tra Valarr e Kiera adducendo come pretesto un malessere che la costringeva a letto.

Ma in quel momento, a giudicare dalla replica delle Cappe che stazionavano fuori dalle sue stanze, c’era qualcuno di molto determinato a entrare.

Quando la porta venne spalancata, lasciando indietro le rimostranze delle Cappe, si rassegnò a sgusciare fuori dalla protezione dei guanciali per scoprire chi fosse l’intruso.

Ciocche castano scuro leggermente scompigliate e abiti del colore del sole, un vago sentore esotico e l’andatura sinuosa di un predatore a caccia.

Non ebbe bisogno d’intravedere le iridi ambrate per sapere chi fosse.

- Dunque sei ancora viva, cominciavo a temere che le Cappe stessero sorvegliando una lady che si era lasciata morire d’inedia. –

Ignorò il sarcasmo nella voce e si fece di lato per permettergli di sedere sul bordo del letto.

- Sono ancora in veste da notte. –

- Temo che tu debba essere molto più svestita di così per scandalizzarmi, cugina. –

Il cipiglio malizioso di Ricarys la costrinse a sorridere divertita dalla sua impudenza.

- Come mai sei qui? –

- Ti ho lasciata crogiolare nell’umiliazione dei pettegolezzi per fin troppo tempo. So che lo zio Maekar non è affatto contento dell’infatuazione di Aerion e che ne parlano a ogni angolo dei Sette Regni, ma non è una buona scusa per chiuderti qui e fingere di non esistere. Non si dimenticheranno di te solo perché non ti vedono. –

- Non è per quello che sono chiusa nelle stanze, non m’importa di Aerion. –

- Credo che a nessuno, tranne se stesso e suo padre, importi qualcosa di lui perciò questa non è una novità sconvolgente. Qual è quindi il motivo che ti ha spinto a recluderti come un’aspirante Sorella del silenzio? –

- Valarr è promesso. –

Vide il cipiglio di Ricarys farsi più evidente mentre aggrottava la fronte con sincero stupore.

- Lady Caecelia? –

- No, lady Kiera di Tyrosh. –

- Questo è … oserei dire quantomeno inaspettato. Come lo hai saputo? –

- La cosa è trapelata mentre Maekar parlava con me e Aerion. –

- Dubito seriamente che loro ne sappiano alcunché. Valarr era davvero preoccupato in questi giorni; ho creduto che fosse sul punto di fare irruzione nelle tue stanze. –

- Un po’ come hai fatto tu intendi? –

Rise, addolcendo l’atmosfera con la sua risata calda e avvolgente.

- Esattamente come ho fatto io, ma il nostro caro cugino è troppo valente e rigoroso per fare un gesto così avventato. –

Flamaerys sospirò, lasciandosi andare nella stretta di Ricarys.

- Non so come affrontare tutto questo. –

La strinse a sé, baciandole la guancia e la fronte con affetto.

Era un po’ come la sorella che mai aveva avuto, lo percepiva nel modo che aveva di trattarla, e cercava di proteggerla a modo suo.

- Troveremo una soluzione. Ma adesso mettiti qualcosa di carino e renditi presentabile, è ora che tu esca dallo stato di malata immaginaria e torni ad affrontare un pranzo reale. –

Emise un gemito, guardandolo con aria supplichevole.

Incontrare Valarr è la cosa che più mi preoccupa. Come farò ad affrontarlo?

- Devo proprio? –

- Certo. Sei una Blackfyre, siete duri da relegare nell’ombra. –

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

Sedette al suo posto in modo rigido, sforzandosi di concentrarsi su quello che le riempiva il piatto e non sull’espressione preoccupata e interrogativa che Valarr continuava a rivolgerle.

Non mi sta affatto facilitando il compito d’ignorarlo. Né lo facilita il fatto che Aerion sembri trovare tremendamente divertente la nostra presunta storia d’amore e non faccia altro che sfruttare il pretesto per starmi accanto.

- Dell’altro vino, mia signora? –

Alzò lo sguardo sul servitore, rivolgendogli un’occhiata grata per essere giunto a salvarla da quel silenzio forzato in cui si era chiusa.

- Volentieri, grazie. –

Aerion sfruttò l’occasione per posarle una mano sul braccio, in una lenta carezza studiata mentre le iridi violacee andavano da lei a Valarr, atteggiando il volto a un’espressione totalmente presa.

- Ti senti meglio, mia cara? –

- Abbastanza bene da presenziare alla cena -, replicò lentamente, - ma non so se sia del tutto guarita. –

- Le tue stanze sono sufficientemente riscaldate? –

Come se non sapessi dove voglia andare a parare.

Pestò il piede del cugino, trattenendo un sorriso quando lo vide stringere gli occhi pur di non tradire la minima sofferenza.

- Posso ritenermi soddisfatta, mio caro, ma ti sono grata per la solerzia a cui ti porta il tuo affetto nei miei confronti. –

- Lieto che tale solerzia sia notata e apprezzata. –

Malgrado tutto dovette trattenere l’accenno di un sorriso divertito. Aerion parve intuirlo dal modo in cui tremarono le sue labbra, perché sorrise sghembo visibilmente compiaciuto.

Il tossicchiare discreto del Corvo di sangue interruppe il loro scambio, costringendo tutti i presenti a volgersi verso di lui.

- Credo che sia giunto il momento di fare un annuncio, non trovi vostra maestà? –

Re Daeron annuì, alzandosi in piedi e puntando le iridi viola su Valarr e Kiera.

- Lord Brynden ha ragione -, convenne, - è giunto il momento di annunciare il fidanzamento al quale abbiamo lavorato alacremente nelle ultime settimane, quello del principe Valarr e di Lady Kiera di Tyrosh. –

Il giovane principe Daeron, il Beone come l’aveva soprannominato una parte del popolino, quasi rischiò di strozzarsi con il vino che stava sorseggiando. Il suo sguardo andò dal nonno a Kiera, con la fronte tanto corrugata da lasciar intendere perfettamente quanto fosse incredulo per la notizia appena giunta.

- Vivissime congratulazioni, amato cugino – sentenziò Aerion, rompendo il silenzio sconcertato della tavolata, - Brindo a te e alla tua giovane futura sposa. –

Uno dopo l’altro i presenti al tavolo alzarono a loro volta i calici, unendosi al brindisi, mentre a Flamaerys non sfuggiva lo sguardo desolato con cui Kiera l’osservava.

Dunque come sospettavo neppure loro erano a conoscenza della cosa. Se non altro non vi è stato un tradimento da parte loro, una seppur magra consolazione.

 

 

 

 

 

*

 

 

 

 

 

- Mia signora ... –

La voce di Valarr la raggiunse mentre percorreva il corridoio alla volta delle sue stanze, decisa a lasciarsi alle spalle quella serata il prima possibile.

Fece finta di non averlo sentito e continuò ad avanzare, ma quando la chiamò nuovamente e questa volta da più vicino non potè continuare a fingere di non averlo sentito.

- Flamaerys, t’imploro, aspetta. –

Arrestò la sua avanzata, voltandosi verso di lui.

Valarr l’osservava con le iridi blu sgranate, la fronte corrugata per la preoccupazione, e appariva più in là con gli anni di quanto non fosse mai sembrato.

Uno specchio di come potrebbe diventare di qui a qualche anno.

- Di cosa desideri parlare, vostra grazia? –

Formale, composta, come se tra noi non ci fosse mai stato altro che educate conversazioni. È doloroso, ma per come si profilano le cose non vi è altra soluzione.

- Ti prego di credermi quando ti dico che né io né lady Kiera eravamo a conoscenza di quello che stavano organizzando. –

- Ti credo … e se non c’è altro gradirei raggiungere le mie stanze. –

Valarr la prese per la mano, trattenendola e impedendole di voltargli le spalle.

- Ti supplico, resta solo per un momento. –

- Solo un momento, principe Valarr, perciò fanne buon uso – cedette.

Lo vide sussultare davanti a quella formalità.

Probabilmente ne è ferito, ma al momento ho i miei di sentimenti con cui fare i conti pertanto non posso preoccuparmi anche dei suoi.

- Ho parlato con Kiera, nutre dei sentimenti per un altro dei miei cugini, non ha alcuna pretesa nei miei confronti … -

Ed ecco spiegato lo sgomento di suo cugino Daeron. Cosa possa vedere Kiera in lui mi è del tutto estraneo, ma suppongo che i sentimenti sappiano essere imperscrutabili talvolta.

- Ciò non cambia le cose, sarete comunque sposati di qui a un mese, e io non desidero attirare più voci di quelle che attiri già normalmente. –

Non sarò la concubina del Giovane Principe, mi basta essere la figlia di un traditore.

Non lo disse in modo diretto, ma il messaggio arrivò dritto e chiaro a Valarr perché il Giovane Principe chinò il capo come se si vergognasse anche solo di aver proposto quella particolare situazione.

- Non intendevo … non so come affrontare la cosa – ammise, strusciando nervosamente la suola dello stivale contro il pavimento in freddo marmo.

- Credo non ci sia altra scelta se non quella di fingere che nulla sia mai accaduto tra di noi. Non c’è futuro per un erede al trono e la figlia di un traditore. –

Districò la mano dalla sua presa senza trovare opposizione di sorta e gli voltò le spalle sforzandosi d’ignorare il dolore impresso sul volto del Giovane Principe.

Allungò il passo ed entrò nelle sue stanze, chiudendosi la porta alle spalle e serrandola bene.

Poi si lasciò scivolare a terra, nascondendo il volto contro le gambe.

 

 

  
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