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Autore: ghoran27    08/09/2018    0 recensioni
Lei Callie Abbie Smith, una ragazza qualunque che ha sofferto tanto, che ormai non crede più nell'amore e quando lo vede per la prima volta non ci fa molto caso, perché il suo cuore è sigillato con cura e ci vuole molto per sciogliere quelle catene.
Lui Louis William Tomlinson, un ragazzo stupendo, nuovo del paese, ma che fa presto amicizia con tutti, quando l'ha vista per la prima volta non se l'era più tolta dalla testa, aveva capito dal primo momento che i loro sguardi si sono incontrati che lui la amava.
Un amore senza fine, che nemmeno il tempo può spezzare, un amore a prima vista, uno di quelli davvero rari da trovare, un amore vero, che se trovato va conservato gelosamente.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L'avevo visto una volta sola, per caso, quasi nemmeno avevo fatto caso a lui, i nostri occhi si erano incontrati per pochi secondi e poi non l'avevo più rivisto. Nonostante ciò però il suo viso tormentava la mia mente, i miei pensieri, le mie notti, e ben presto la sua presenza iniziò ad occupare anche le mie giornate. 
Era iniziato da poco l'anno scolastico e ci annunciarono che ci sarebbe stato un nuovo compagno, a me l'idea di un'altra persona all'interno di questa stretta e soffocante aula dava la nausea. Insomma non ero quel tipo di ragazze particolarmente socievole e che faceva la gatta morta con tutti i ragazzi e non mi esaltava particolarmente il fatto di dover socializzare con altri sotto costrizione in parole povere, inoltre il ragazzo nuovo si sarebbe dovuto sedere di fianco a me e io stavo già pensando a come evitare tutto ciò. 
Quella mattina ero in ritardo come sempre, spensi quella che forse era la quinta sigaretta della mattinata e mi affrettai a oltrepassare il cancello della scuola salutando la donna che con puntualità stava per chiuderlo "stamattina sei in anticipo di due minuti Callie" mi disse mentre le sfrecciavo affianco "sto migliorando, non crede?" Risposi ridacchiando, nel frattempo feci in tempo ad entrare nell'aula nel l'esatto momento in cui il professore di scienze facendo l'appello pronunciava il mio nome "Callie Abbie Smith" e mentre sotto i suoi occhi mi accasciavo a passo lento sulla sedia del mio banco pronunci a bassa voce un "presente". Accanto a me vi era il ragazzo nuovo, aveva un aria familiare e quando incontrai i suoi occhi verdi screziati di azzurro capii dove l'avevo visto precedentemente. Lui si dimostrò molto gentile e si presentò "io sono Louis William Tomlinson e mi dispiace se dovrò importunare le tue ore qui in questo noioso banco chiusa in queste quattro mura" e questo bastò per farmi sorridere "beh il mio nome lo sai e non penso che per te il tempo passato qui sarà di una qualità migliore a quella delle lezioni" risposi ridacchiando e lui mi seguì a ruota e la sua risata cristallina invase la mi mente e da lì non seppe più uscirne. Passammo molto tempo a parlare e finimmo in punizione molte volte, ma questo né all'uno né all'altro importava. "Ti va di venire stasera alla festa che c'è a casa mia?" Chiese con il suo sorrisetto furbo e puntando gli occhi su di me "perché no? Tanto non ho nulla di meglio da fare" risposi ridendo, che sarebbe stata mai una festa? Una in più, una in meno non cambiava, l'importante era che ci sarebbe stata musica e da bere; Louis mi scrisse su un pezzetto di carta l'indirizzo e disse di farmi trovare lì per le 21, così tornai a casa stillando l'armadio nella mi mente alla ricerca di qualcosa da mettere. A casa nessuno mi aspettava, mio fratello penso sarebbe tornato molto tardi, o addirittura il giorno dopo e i miei genitori? Beh mia madre probabilmente era ubriaca in qualche bar in compagnia di qualche uomo, mentre mio padre alle hawaii. Così saltai il pranzo e mi diressi in camera catapultandomi sul letto, era incredibile come potesse risultare così confortevole e rassicurate un mobile su cui passiamo le nostre ore di sonno. 
Dopo aver controllato i messaggi e aver fatto un po' di compiti decisi di andare a farmi una doccia, l'acqua calda riusciva sempre a calmare i miei nervi e a farmi star meglio, se non che la mia pelle bruciasse a contatto con quel calore. Dopo una buona mezz'ora passata a pensare in quella che era diventata una sauna decido di uscire e pensare a come vestirmi per la festa, sono con solo l'intimo addosso quando sento una porta che sbatte e dei passi che si avvicinano, sorrido sapendo già chi è, infatti la testa di mio fratello ben presto fa capolino dalla porta e io corro ad abbracciarlo, era da due giorni che non si faceva vivo e iniziavo a preoccuparmi. Schiocco un bacio sulla sua guancia e lui mi arruffa i capelli facendomi ridere "bentornato" sussurro sul suo petto "scusa se sono tornato solo oggi" dice poi sciogliendo l'abbraccio "allora, per chi ti stai preparando?" Domanda sorridendo, guardandomi con occhi curiosi "stasera vado ad una festa" rispondo scrollando le spalle e avvicinandomi all'armadio per esaminarne il contenuto "e dove se si può sapere sweetie?" Chiede facendo un sorrisetto malizioso "sinceramente non ho idea di che posto sia, è arrivato un ragazzo nuovo e mi ha invitato dandomi l'indirizzo" dico tranquillamente senza togliere lo sguardo dal mio ammasso di vestiti. Dopodiché gli allungo il biglietto con cui scritta la via, lui dopo averlo esaminato dice che lì ci abita un suo amico che condivide la casa con altri ragazzi e che mi accompagnerà lui stasera, io lo ringrazio e lui mi lasci un bacio sulla testa uscendo dalla mia stanza annunciando che sta andando a farsi una doccia. Io ridacchio e torno a pensare a come vestirmi, alla fine opto per un top nero e una gonna dello stesso colore, mi piace mettere maglie corte così che si noti il piercing all'ombelico, decido anche di mettere i tacchi sempre del medesimo colore, in fondo sono talmente bassa che perfino con questi non sono più alta dei ragazzi. Successivamente tiro fuori la mia trousse per decidere come truccarmi e, dopo aver raggiunto un risultato almeno decente sugli occhi sui toni del Borgogna e aver aperto lo sguardo con mascara metto un rossetto nude, il profumo e dopo aver messo tutto quello che mi serve nella borsa scendo in sala per andare con mio fratello alla festa. 
"Allora, dato che siamo in anticipo di mezz'ora ti porto al bar a bere qualcosa ok?" Domanda mio fratello sorridendo, lui è fatto così, commette errori e con azioni futili pensa di rimediare a tutto e a volte per i troppi sensi di colpa lascia la casa per ritornarci nella migliore delle ipotesi dopo due giorni, anche se alla fine, nonostante tutto io lo perdono sempre perché è l'unica persona che mi rimane. Ci fermiamo in un locale in cui siamo già venuti altre volte e occupiamo un tavolo all'esterno e ben presto una ragazza con una divisa troppo corta, un grembiule appuntato in vita e delle scarpe il cui tacco ticchetta ad ogni passo si avvicina a noi puntando lo sguardo su mio fratello "desiderate ordinare" domanda con le sue labbra dipinte di un rosso intenso senza togliere lo sguardo da lui sbuffai e borbottai un "fai te per me" prima di togliere lo sguardo da loro due, lo ammetto, sono gelosa di lui, non mi piaceva l'idea che qualche ragazza a caso potesse portarmelo via. Ai miei occhi non era un ragazzo così bello, ma le altre non la pensavano al mio stesso modo, fisicamente assomiglia molto a me, ha occhi verdi chiari che ammaliano molti, capelli scuri e pelle olivastra che li fanno risaltare ulteriormente le differenze tra lui e me si notano nella statura perché lui è molto alto e atletico, mentre io sono bassa, magra ed esile; mentre a carattere siamo completamente differenti. 
Nel frattempo la cameriera ci porta due bicchieri di non so cosa e io mi affretto a bere un sorso del mio, sento la gola che va in fiamme vodka penso, lui ovviamente doveva prendere qualcosa di raffinato, un semplice aperitivo non era nel suo stile, ridacchio e lo osservo mentre beve il suo "allora hai già il suo numero?" Chiedo mentre la mia bevanda è ormai dimezzata "naah non mi piace molto, ti piace?" Risponde sorridente "si, molto" dico, in effetti ha un gusto dolce e a me gli alcolici dolciastri fanno impazzire e lui mi conosce molto bene. Dopo aver pagato mi mette giù alla festa e dopo essersi raccomandato di essere prudente se ne va, non accenna nulla al ritorno e ciò mi fa pensare che probabilmente dovrò tornare a piedi, davanti a me si staglia quella che più che una casa sembra una villa, suono il campanello aspettando che qualcuno mi apra e sento già il rimbombo della musica, mi apre un ragazzo biondo dagli occhi color ghiaccio "entra pure, io mi chiamo James, vuoi qualcosa da bere?" Domanda cortese, sembra già ubriaco "si grazie" rispondo sorridendo, come previsto sono praticamente tra le più basse della festa, il soggiorno brulica di ragazzi e pure il giardino sembra pieno e mi è pure sembrato di vedere una piscina mentre seguo il ragazzo verso la cucina. Mi porge un bicchiere contenente un liquido verde che io mi limito a bere senza chiedere cosa fosse "come ti chiami? Ti ha invitato Tomlinson vero?" Chiede trangugiando l'alcolico direttamente dalla bottiglia, rido del suo modo di fare, si è decisamente partito "mi chiamo Callie eh si, mi ha invitato lui, ma tanto mica è qui a farmi compagnia" rispondo scrollando le spalle mentre finisco ciò che era rimasto nel bicchiere versandomene ancora. Lui sorride sentendo la mi risposta e per buona parte della serata rimane con me, ballando e facendomi conoscere la gente che è qui, anche se una parte mi era già nota. 
Non ho idea di quanti bicchieri abbia bevuto, ne di cosa contenessero, ma ora mi sento meglio, felice e sono perfettamente inserita e la cosa non può rendermi più euforica e soddisfatta di me stessa. Poi lo vedo, i suoi occhi azzurri mi penetrano la mente è l'effetto dell'alcool sembra sparire, vedo solo lui è i nostri sguardi incatenati, si sta avvicinando a me "ciao, non ti avevo vista arrivare" dice sorridente abbracciandomi, puzza di vodka e lo conferma il suo stato "nemmeno io ti avevo visto" ammetto facendo spallucce, "ti va di andare fuori a fumare?" Mi chiede e io accetto con piacere, così, mentre usciamo a sederci in giardino lui rimedia altri due bicchieri porgendomene uno. Qui fuori iniziamo a parlare, abbiamo passato molto tempo a giudicare dal mio pacchetto finito, molte persone stanno facendo il bagno nella piscina e gli schizzi arrivano fino a noi "a che ora hai intenzione di lasciarmi?" Chiede appoggiando una mano sulla mia coscia "non ne ho idea, anche perché non ho nemmeno un passaggio per tornare a casa" rispondo avvicinando alle labbra l'ultima sigaretta che mi rimane, a lui si illuminano gli occhi "perfetto, stai qui a dormire allora" dice sicuro avvicinandosi ancora di più a me. Lo ammetto, ci sa fare ed è tremendamente attraente, ma stasera non ho voglia di finire nel suo letto, così scanso la sua mano dalla mia gamba e sorrido come a volerlo sfidare, a lui non sembra essere piaciuto il mio gesto, così, quando vede che mi alzo e mi allontano da lui, si affretta a seguirmi e a tirarmi per il polso sbattendomi contro il muro, il suo corpo mi blocca ogni via d'uscita e posso sentire il suo fiato caldo addosso. Louis non è un ragazzo molto alto e senza tacchi gli arrivo praticamente alla spalla, ma ora sono quasi alta quanto lui, "e ora Tomlinson che vorresti fare?" Domando leccandomi poi il labbro inferiore "non sai quanto ho desiderato levarti questa gonna da quando sei arrivata" soffia sul mio orecchio lasciandomi poi un bacio umido sul collo per poi avvicinarsi sempre di più alla mia bocca. Non riuscendo ad attendere una sua mossa faccio scontrare io le nostre labbra, agganciando le braccia al suo collo, lui si schiaccia sempre di più al mio corpo intensificando il bacio, io giocherello con le ciocche dei suoi capelli e quando ci separiamo di pochi centimetri per riprendere fiato lui sorride contagiando anche me, poi mi prende la mano e mi porta al piano di sopra, salire le scale è stato non poco difficoltoso, infatti perdevamo tempo a scontrarci contro il muro per mantenere il contatto, avevo bisogno della sua bocca premuta contro la mia. Mi portò dentro una stanza sussurrando tra un bacio e l'altro che era la sua, sapevo dove voleva arrivare e iniziai ad avere paura, sentivo lo stomaco contorcersi e mi maledissi per non aver bevuto ancora, non volevo rovinare questo momento ma allo stesso tempo non mi sentivo di voler andare a letto con lui, almeno non per ora. Nonostante ciò però continuavo a baciarlo, a giocare con i suoi capelli, a spingere il mio corpo contro il suo, con una spinta finimmo sul letto e la sua maglietta ci mise poco a finire sul pavimento, come la mia gonna e il top del resto, mi presi una pausa per osservare il suo torso nudo e i tatuaggi che costellavano le sue braccia, accarezzai il suo petto e poi iniziai a baciargli il collo succhiando e mordendo la sua pelle, sentito il suo respiro pesante e lentamente scesi anche sui suoi pettorali, ben presto però lui sentendosi impotente decise di ribaltare la situazione e continuò il mio gioco sul mio collo. Quando si considerò soddisfatto si staccò e si mise ad ammirare la sua opera sorridendo guardandomi negli occhi per poi fiondarsi nuovamente sulle mie labbra, avrei voluto che non finisse mai. Continuammo così per un tempo che ad entrambi parve infinito, stanchi e sudati mi accoccolai sul suo petto e lui con le sue braccia forti mi stringeva, sapevo che lui voleva andare oltre e che lo desiderava con tutte le sue forze, ma il fatto che si fosse fermato, che avesse deciso di aspettare mi aveva sorpreso e reso incredibilmente felice e quando gli chiesi il motivo lui rispose "voglio ricordare ogni cosa e farti passare la serata più bella della tua vita" scoccandomi un bacio fra i capelli. Così noi due ci addormentammo e abbiamo passato tutta la notte stretti l'uno nelle braccia dell'altra, e la mattina quando i dolori lancinanti alla testa si facevano sentire noi li ignorammo felici del fatto di essere ancora insieme abbracciati. Louis fu molto gentile perché oltre a prestarmi una sua felpa che mi faceva praticamente da vestito mi aveva preparato anche la colazione e presentato i suoi amici, eravamo in circa una decina e io ero l'unica femmina tra i presenti, ma ho sempre preferito le amicizie maschili perché li trovo più schietti e sinceri, per cui non ci misi molto ad andare d'accordo con tutti. Lui più volte geloso delle attenzioni che ricevevo dagli altri mi abbracciava da dietro o mi lasciava dei dolci baci a stampo a sorpresa lasciandomi ogni volta senza respiro, certo ieri sera ero ubriaca, ma ora avrei voluto rifare tutto d'accapo anche da sobria e alla mia pancia non smetteva di fare le capriole a ogni bacio, ogni abbraccio, ogni sorriso e ogni sguardo. Passai tutto il giorno da loro e prima di cena lui fu così gentile da accompagnarmi a casa ripromettendoci di vederci il giorno dopo a scuola, a casa tutto faceva e sapevo che avrei passato una lunga settimana da sola e il biglietto sul tavolo confermava le mie sensazioni: mio fratello era andato via, come sempre, non definitivamente, certo, ma era comunque andato via in un momento in cui avevo bisogno di lui, sospirai e andai in camera, il profumo di lui che aveva impregnato la sua felpa mi fece rilassare, forse non sarei stata tanto sola.
Louis ed io ci siamo avvicinati sempre di più, abbiamo finito le scuole che eravamo fidanzati e dopo poco ci siamo anche sposati, lui mi è stato accanto quando mio fratello e nessun altro c'era, sono cresciuta è diventata forte con lui e gli devo molto, ho passato i giorni più belli della mi vita insieme a lui, giorni pieni di spensieratezza e felicità, che non dimenticherò mai e saranno sempre racchiusi nel mio cuore. Vedo i nostri due figli scorrazzare per casa inseguiti dal padre e ridacchio guardandoli, non vorrei lasciarli mai, tutti e tre, sono la mia ragione di vita; il maggiore, Edward, ha preso gli occhi dal padre, mentre la minore, Emily, i miei, lui la protegge sempre, si comporta proprio da fratello maggiore e Louis ed io ne siamo profondamente fieri, almeno siamo certi che non sarà mai sola. Il padre sembra proprio un bambino mentre gioca con loro, è davvero bello osservarli, sono davvero uno spettacolo per gli occhi, si può benissimo vedere l'amore di un genitore verso i propri figli, e nonostante lui stia dedicando tutto il suo tempo a loro trova sempre il tempo di lanciare uno sguardo a me, per vedere se sto bene, è davvero premuroso ed è l'uomo che amo da morire. Purtroppo però sappiamo tutti che la vita non è tutta rose e fiori, che la vita è strana, ti stravolge tutto in qualsiasi momento, che la vita fa schifo e ti mette sempre a dura prova, che la vita è ingiusta e mai ti dà soddisfazioni durature, infatti prima o poi tutte le cose belle finiscono e io spero solo che i miei bambini diventino forti e belli come il padre, ma dolci e gentili come me, ed è dalla mia carrozzina che esprimo questi desideri prima di andarmene in camera. Non mi piace che mi vedano debole, fragile e vulnerabile, purtroppo è vero che il cancro distrugge è quello che mi chiedo ogni volta è perché a me? Perché? Ma tanto le mie domande non avranno risposta. Lo so benissimo il motivo per cui mi hanno rimandata a casa dall'ospedale, lo sanno che questi saranno gli ultimi minuti che vivrò, che potrò vedere la felicità dipinta sul volto di chi amo e lacrime calde bagnano il mio viso a questo pensiero, non li rivedrò più, prendo così una penna e un foglio di carta in cui scrivo semplicemente "I love you" perché si, li amo tanto, troppo. Stringo al petto la nostra foto, quando ancora ero viva e non malata, prima che questa malattia mi distruggesse e mi logorasse dentro, mi accoccolo sul letto, ripensando alla prima volta che l'ho fatto sul petto di mio marito e chiudo gli occhi abbandonandomi alla stanchezza che li appesantisce e che non lo farà più riaprire.
 
   
 
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