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Autore: Nao Yoshikawa    16/09/2018    4 recensioni
Questo è quello che succede quando un ragazzo si innamora di un cosplayer...
DAL TESTO:
"Wow! Mi sono piaciuti proprio, hai visto che bei costumi, Soma? Soma...?".
Quest'ultimo però non rispondeva. Aveva lo sguardo completamente perso nel vuoto, lì dove quel ragazzo era scomparso, senza lasciare alcuna traccia.
"Soma?", Kuga gli poggiò una mano su una spalla. "Tutto bene?". L'amico batté un paio di volte le palpebre, poi si voltò a guardarlo con fare stralunato.
"Quello sarà il ragazzo che io sposerò".
Silenzio.
"Emh... Tsukassan! Prendi dell'acqua! E dello zucchero!".
C'era voluto un po', ma alla fine Soma era riuscito a convincere i sue due amici che non stava affatto delirando. Non aveva mai provato nulla del genere, quello doveva essere il famoso colpo di fulmine di cui aveva tanto sentito parlare. Era rimasto praticamente folgorato dalla bellezza di quel ragazzo e soprattutto dai suoi bellissimi occhi. Non riusciva proprio a levarsi quell'imagine dalla mente.
"Su, Soma. Non devi preoccuparti", lo tranquillizzò Terunori. "Sai quanto volte mi è capitato di prendermi una cotta per un cosplayer?"
"Aspetta, cosa?!", esclamò Tsukasa.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kuga Terunori, Souma Yukihira, Takumi Aldini, Tsukasa Eishi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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   La mia Elsa

Soma si domandava come facesse Kuga ad essere ancora pieno di energie e vitalità. Nonostante avesse passato tutta la mattina a girare, correre e camminare, era assolutamente tranquillo e beato. Lui invece aveva sentito il bisogno di sedersi un attimo e riprendersi.
"Soma, guarda qui!", esclamò il ragazzo mostrando orgoglioso il suo bottino, fra action figures, poster e peluches. "Avrò bisogno di una camera più grande"
"Oh, Kuga", sorrise il rosso. "Sei davvero incorreggibile"
"Perché? Le passioni sono cose che vanno coltivate! E il prossimo anno vieni travestito anche tu!", chiarì il ragazzo, il quale  indossava fieramente  il costume di Goku da Dragon Ball.
"Ah, non lo so, non mi ci vedo molto", confessò. Poi  si era avvicinato anche una terza persona, vestita in bianco.
"Kuga, non mi dire che hai speso di nuovo tutti i miei soldi", affermò Eishi serio. Quest'ultimo era travestito da Globulo Bianco di Harataku saibu. L'altro, per tutta risposta sorrise, nervosamente.
"No. Piuttosto, ci sono delle ragazze che vogliono fare delle foto con te. Ma che non ti stiano appiccicate!", puntualizzò, mostrando anche abbastanza chiaramente la sua gelosia.
Tsukasa era fidanzato con Kuga, che a sua volta era il migliore amico di Soma. Tutti e tre erano appassionati di anime e manga, ed insieme non perdevano occasione per andare alle fiere dedicate alle loro passioni. Anche se Soma si rendeva conto che essere il terzo in comodo non era proprio simpatica come cosa. Certo, Kuga faceva sempre di tutto per non farglielo pesare, però alle volte era difficile anche per lui.
Chissà se un giorno avrebbe trovato qualcuno con le sue stesse passioni.
"No, non posso crederci!", esclamò ad un tratto Kuga. "Soma, vieni subito! Dobbiamo fare una foto, assolutamente!"
"Ma mi ero appena seduto!", si lamentò. Avevano passato la giornata intera a scattare foto, ma Kuga non ne aveva mai abbastanza. Senza troppi problemi trascinò sia lui che il fidanzato per un braccio, raggiungendo ciò che tanto aveva attirato la sua attenzione.
"Scusa!", esclamò agitando una mano. "Puoi avvicinarti un attimo?"
"Kuga, piano, sei molesto", sospirò Tsukasa. Soma rise, scuotendo il capo. Poi sollevò lo sguardo. Davanti a lui c'era la creatura più bella che avesse mai visto. Due occhi di ghiaccio, capelli biondi perfettamente pettinati. Sembrava un principe vestito d'azzurro per com'era e con il mantello trasparente e leggero che portava. Ed in effetti non aveva sbagliato.
"Ma tu sei Elsa di Frozen! Cioè, sei lei, però in versione maschile! Forte! Mentre tu invece devi essere Anna!".
Accanto al ragazzo biondo infatti c'era un altro tipo dai capelli però scuri, vestito di verde.
"Proprio io. Visto, nii-san? Te l'avevo detto che sarebbero piaciuti!"
"Oh, io adoro troppo tutto ciò! Tsukasa, scattami una foto, ti prego, ti prego!"
"Certo, tanto è solo tutto il giorno che lo faccio.", sospirò prendendo il telefono. "Va bene. Soma, anche tu?". Il ragazzo non rispose subito. Era rimasta completamente ammaliato dalla bellezza di quei occhi di ghiaccio, dalla serietà di quell'espressione, dal suo portamento. Sicuramente stava interpretando bene il personaggio, doveva rendersene conto.
"Soma!"
"Eh? Ah, sì", esclamò, avvicinandosi al ragazzo dai capelli biondi e portando una mano dietro la sua schiena. L'altro lo guardò per qualche istante, senza cambiare in verità espressione. Se solo avesse potuto, Soma non gli avrebbe staccato gli occhi di dosso, ma onde evitare di apparire strano o ancor peggio un maniaco, guardò dritto Eishi, sfoggiando un bel sorriso. Uno scatto, un flash e poco dopo tutto finito. Kuga si complimentò ancora con i due fratelli, probabilmente gemelli, vista la somiglianza, e poco dopo Elsa e Anna si allontanarono.
"Wow! Mi sono piaciuti proprio, hai visto che bei costumi, Soma? Soma...?".
Quest'ultimo però non rispondeva. Aveva lo sguardo completamente perso nel vuoto, lì dove quel ragazzo era scomparso, senza lasciare alcuna traccia.
"Soma?", Kuga gli poggiò una mano su una spalla. "Tutto bene?". L'amico batté un paio di volte le palpebre, poi si voltò a guardarlo con fare stralunato.
"Quello sarà il ragazzo che io sposerò".
Silenzio.
"Emh... Tsukassan! Prendi dell'acqua! E dello zucchero!".
C'era voluto un po', ma alla fine Soma era riuscito a convincere i sue due amici che non stava affatto delirando. Non aveva mai provato nulla del genere, quello doveva essere il famoso colpo di fulmine di cui aveva tanto sentito parlare. Era rimasto praticamente folgorato dalla bellezza di quel ragazzo e soprattutto dai suoi bellissimi occhi. Non riusciva proprio a levarsi quell'immagine dalla mente.
"Su, Soma. Non devi preoccuparti", lo tranquillizzò Terunori. "Sai quanto volte mi è capitato di prendermi una cotta per un cosplayer?"
"Aspetta, cosa?!", esclamò Tsukasa.
"Ma non è la stessa cosa!", spiegò esasperato il diretto interessato. "Mi ha stregato! Vorrei almeno sapere come si chiama, cosa fa, dove vive!". Per Kuga era piuttosto strano vedere il suo migliore amico in quello stato. Soma non era tipo da affermare certe cose con leggerezza, quindi doveva necessariamente trattarsi di qualcosa di speciale.
Batté un pugno su una mano.
"Va bene, allora. Andiamo a cercarlo!"
"Cercalo?", chiese Tsukasa scettico. "Sicuro? Il posto qui è grande, ci sono centinaia di persone!"
"Smettila di lamentarti e seguici!", proferì Terunori con un tono che non permetteva repliche. Soma a quel punto si dimenticò di tutto, della stanchezza, del dolore alla schiena e dell'inquietante energia infinita di Kuga. Tutto ciò che voleva era ritrovare la sua Elsa. Che detto così suonava piuttosto buffo, ma era l'unico modo in cui poteva rivolgersi a lui. Girarono intorno ai vari stand, sotto i tendoni e fuori alla ricerca del ragazzo, chiedendo anche in giro se l'avessero visto da qualche parte. Purtroppo, questo li portò a fare almeno quattro volte lo stesso giro.
"Sono esausto", sospirò Tsukasa. "Anche perché sono io che devo portare tutti i tuoi gadget nel mio zaino"
"Accidenti, non può essere sparito!", lo ignorò bellamente Kuga. "Come ha fatto a scomparire? Non ce lo siamo immaginati, vero?".
Con le mani poggiate sui fianchi, si voltò a guardare Soma, il quale si era accasciato per sedersi. Effettivamente, ciò che aveva visto era abbastanza bello da potersi definire un sogno ad occhi aperti. Tuttavia lo aveva toccato e sentito il suo calore, quindi doveva essere necessariamente reale. Prese il telefono e osservò la foto che Tsukasa gli aveva inviato poco prima, dopo averlo assillato. Accarezzò il vetro e istintivamente gli venne da sorridere. Doveva ammettere che forse era un po' strana l'idea di avere una foto insieme ad una persona che praticamente non conosceva. Di lui non gli rimaneva niente, solo quel ricordo.
Ma non poteva arrendersi così.
"Io lo troverò", sussurrò alzando lo sguardo. "Non so come, ma lo troverò".

Erano ormai le undici di sera quando i tre ragazzi tornarono a casa di Soma. Fortunatamente suo padre, Joichiro, non era in casa, così almeno avrebbero potuto fare le loro ricerche senza intromissioni. L'obiettivo era scoprire quanto meno il nome e il cognome di quel ragazzo. E Kuga, che per il suo migliore amico avrebbe davvero fatto qualsiasi cosa, si stava impegnando davvero molto.
"Va bene, d'accordo", spiegò Terunori, accasciato sul divano per la stanchezza. "Non potrà essere così difficile. Vedi? Ho postato le nostre foto su instagram con qualche hashtag strategico. Molto probabilmente, quando quel ragazzo vedrà la nostra foto, metterà un like o magari commenterà.Così lo troveremmo"
"Giusto", disse Tsukasa. "Ma come mai sembri così esperto?"
"Anni di stalker nei tuoi confronti mi sono tornati utili alla fine", affermò divertito, mentre Soma teneva la testa poggiata sulla sua spalla.
"La mia Elsa. Il mio bel principe. Secondo te è davvero freddo come sembra?", domandò. "Non ha fatto uno straccio di sorriso"
"Perché era calato nel personaggio, ma cosa vuoi saperne tu! Adesso dobbiamo solo attendere!"
"Voi due siete pazzi", sospirò Tsukasa, lasciato in disparte in un angolino.
Soma era certo che quella notte non avrebbe chiuso occhio. Si poteva perdere la testa per una persona che non si conosceva neanche? Non riusciva a stare due minuti di fila senza guardare la fotografia che ora custodiva gelosamente neanche fosse stato un tesoro prezioso.
"Ciao...", sussurrò. "Io sono Soma, e tu sei il ragazzo più bello che io abbia mai visto. No, troppo sdolcinato, magari è un tipo più freddo. Allora... ciao! Non so se ti ti ricordi me, ma abbiamo scattato una foto insieme. Ho pensato che sei... carino. Ah, no! Non ho dodici anni! Maledizione, perché deve essere tutto così difficile!".
Peccato che avesse dimenticato di trovarsi in piena notte. Joichiro, aprì la porta di scatto.
"Soma? Ma con chi stai parlando?"
"Eh?! C-con nessuno! Dai, vai fuori", lo cacciò malamente.
"Questi giovani, ma che roba fumano?".
Il ragazzo sospirò, alzando gli occhi al cielo. Stava diventando un maniaco! Ma cosa poteva farci? Lui gli era entrato nel cuore sin dal primo sguardo, quelle cose accadevano solo una volta nella vita.
Alla fine la stanchezza vinse, e Soma si addormentò sognando la sua Elsa.
Quando si risvegliò, la prima cosa che fece fu lamentarsi. Non poteva credere di averlo sognato, c'era rimasto davvero male. La prima cosa che fece fu cercare Kuga per chiedergli se aveva ricevuto qualche like o commento sospetto. La risposta era stata negativa. Quello era un problema. Come poter risalire ad una persona do cui si conosceva solo il viso?
Anzi, no, effettivamente era sbagliato. Non conosceva solo il viso. Di lui, Soma sapeva che molto probabilmente aveva una passione per i film Disney, per Frozen, probabilmente anche per i manga. E questa era già una grande scoperta! Probabilmente doveva avere la sua età, e sicuramente non era giapponese, non del tutto almeno. I suoi occhi infatti avevano una forma diversa e i tratti del viso erano uno strano misto tra occidentale e orientale. E aveva memorizzato tutto ciò soltanto vedendolo una volta. Tuttavia non gli bastava, voleva sapere di più, o altrimenti non si sarebbe dato pace.
Passarono due giorni, ne passarono tre e infine sette. Kuga si sentiva esasperato, Soma non parlava d'altro, sembrava essere stato completamente ipnotizzato. Lui, dal canto suo, non sapeva proprio come aiutarlo.
Il ragazzo era consapevole del fatto che alle volte si incontravano persone per caso, persone che per un attimo entravano nella tua vita e poi uscivano per sempre. Ma non poteva essere quello il loro caso!
Quindi era così che finiva? Senza neanche cominciare? Era da stupidi sentirsi così male?
Magari sì. Magari la sua cotta sarebbe passata, questo diceva la parte più razionale di lui. Ma un'altra parte non voleva che passasse.

Era venerdì.  E come ogni venerdì Soma andava dalla sua fumetteria di fiducia per comprare nuovi volumi dei manga che seguiva. Subito era entrato e aveva sentito un buon odore, tipico dei libri nuovi. Si era messo a cercare tra  i vari scaffali, alla ricerca del quindicesimo volume di uno dei suoi manga preferiti. Con grande sorpresa lo trovò e  allungò una mano. Quest'ultima però sfiorò quella di un'altra persona. Non occorse neanche alzare lo sguardo, perché Soma se ne rese conto immediatamente. Quel calore, che aveva assaporato per qualche attimo, lo avrebbe riconosciuto fra mille.
Due occhi azzurri, l'espressione seria, quasi crucciata. Indietreggiò, tremando appena. E poi lo indicò, dimenticandosi di essere in un luogo pubblico.
"Oh mio Dio! Elsa!".
L'altro spalancò gli occhi, arrossendo.
"Eh?"
"Sei Elsa!", esclamò poggiandogli le mani sulle spalle. "Il ragazzo vestito da Elsa nella sua versione al maschile! Abbiamo fatto una foto insieme! Cioè, forse non sono l'unico...". Stava perdendo la capacità di parlare. Lui era lì! Era davvero lui, non stava sognando.
"Sì, mi ricordo di te. Comunque ho un nome. Sono Takumi"
"Takumi", ripeté. "Un bellissimo nome. Io sono Soma. Non puoi capire, ti ho cercato ovunque, da quel giorno in poi. Sembravi scomparso"
"No, è che sono dovuto andare via perché... aspetta, mi hai cercato ovunque? Perché?"
"Perché... , guardò il manga ancora poggiato sullo scaffale "Ti piace Owari no Seraph?"
"Eh? Io... sì! Anche a te?"
"È uno dei miei preferiti! Qual è il tuo personaggio preferito?"
"Mika"
"Il mio è Yuu. Ma pensa, non immaginavo. Allora ti prego, prendilo tu"
"Io? Ma ne sei certo?"
"Sì, ne sono assolutamente certo". E poi gli sorrise. Takumi si ritrovò ad arrossire di fronte quel sorriso così splendido e quegli occhi che tanto brillavano.
"G-grazie. Allora, perché mi cercavi?"
"Umh... se devo essere sincero, tu mi piaci e sono abbastanza certo che sei l'uomo che un giorno sposerò. Troppo diretto?".
A giudicare dall'espressione di Takumi, probabilmente sì. Probabilmente adesso sarebbe scappato a gambe levate.
"Nessuno mi ha mai detto una cosa del genere. Non mi conosci, ho un brutto carattere"
"Credimi, con Kuga come migliore amico non ho paura di niente", disse sorridendo. "Scusa, non volevo metterti a disagio ma... ti va di vederci, qualche volta?"
"Io...", Takumi sentiva il cuore battere forte. "Sì. Ti lascio il mio numero".
Soma gli porse con impazienza il cellulare, mentre allo stesso tempo lo tempestava di domande.
"Era la prima volta che facevi un cospay?"
"No, io e mio fratello Isami oramai siamo degli esperti"
"Capisco. Io non ne ho mai fatto uno, però ammetto che adesso mi è venuta voglia".
Takumi gli resituì il telefono con il suo numero.
"Beh... magari potremmo farlo insieme...", Takumi si rese conto troppo tardi di quanto male suonasse quella frase. "Il cosplay, intendo!"
"Sì... certo!".
"E grazie per avermi ceduto il volume che mi mancava, davvero!", lo ringraziò il biondo. A Soma allora venne un'idea.
"Takumi!", lo chiamò. "Facciamo Yuu e Mika, d'accordo?".
L'altro batté le palpebre. Quel ragazzo gli piaceva già un sacco.
"D'accordo!"


NDA
Niente, io non ho parole. Con questa storia volevo esprimere il disagio che ogni volta mi sovviene, quando puntualmente mi innamoro di un cosplayer però poi  lo perdo di vita e tanti cari saluti. Soma è sttao fortunato, ma ceh, questo era ovvio. Perché Takumi è Elsa? Non lo so, ho avuto una sorta di illuminazione. Soma adesso si appassionerà al mondo dei cosplay, sapete, una cpsa tira l'altra.
Perché Owari no Seraph? Perchè mi ispirava e perché vedo bene Soma e Takumi che lo leggono e fanno un po' i fanboy fudanshi. Io mi sono divertita, spero abbiate apprezzato :)  
   
 
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