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Autore: Xandalphon    20/09/2018    2 recensioni
Dopo molti tentennamenti, ho deciso di rieditare e revisionare 'A new Generation' e ripubblicarla da capo.
Per chi si approcciasse ora alla storia, si tratta di una 'what if?' che prende il largo dalla trama del manga dal capitolo 689.
In questa versione della storia, un Naruto ancor giovane si metterà nei panni del sensei per addestrare tre scanzonate ragazzine... Cambiando completamente il mondo ninja (Niente Boruto e Sarada. E più avanti si scoprirà anche perché)
Genere: Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie 'A new generation'
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2)Master and disciple

NewGen2

Ovviamente Naruto non poteva non pensare a Kakashi e a quel giorno, ormai molti anni fa, in cui lui, Sas'ke e Sakura avevano affrontato la 'prova dei campanelli'.

A dirla tutta, aveva un certo timore: sarebbe stato in grado di insegnare a degli adolescenti cosa voleva dire essere dei veri ninja? Lui, refrattario com'era a regolamenti, e codici? Lui, che da studente era stato la dannazione dei suoi maestri, con quella sua anima anarchica e la sua bassissima capacità di mantenere la concentrazione per più di un minuto sul medesimo concetto? A ripensarci, sembrava davvero la persona meno credibile di Konoha, per rivestire il ruolo di sensei. Spinto quasi inconsciamente da tali pensieri, si recò in visita al suo vecchio maestro.

“Kakashi-sensei, ci sei?”

Il padrone di casa aprì la porta. Manco a dirlo, lo accolse con in mano il suo libro preferito, 'Icha Icha Paradise'.

“Ah, Naruto, entra pure. Sei stato fortunato, hai scelto uno dei rari giorni in cui sono relativamente libero. Qual buon vento?”

Naruto si fece esitante. Di solito era in grado di trasformare la sua debolezza, l'arte della retorica, in forza, con la sua solita franchezza ed energia. Ma quel giorno di franchezza e di energia proprio non ne trovava. Sapeva che non 'era da lui', ma l'idea di non essere all'altezza del compito che gli era stato affidato lo terrorizzava. Di colpo, si sentiva nuovamente catapultato al tempo in era un ragazzino che mascherava la sua insicurezza con un velo di arrogante sbruffonaggine... Al tempo in cui sentiva di dover dimostrare a tutti i costi di 'valere'.

“Mah, niente, volevo parlarti di alcune cose... Ma... Ancora con quel libro? Non l'avevi già letto e riletto, ormai?”

Kakashi lo guardò in tralice con l'occhio scoperto, apparentemente quasi infastidito da quell'intrusione in uno dei suoi rari momenti di pace. Almeno stando all'impressione di Naruto.

Dannazione, perché sono venuto qui se non so nemmeno da che parte iniziare il discorso?!? E poi è palese che non ha voglia di buttare quelle poche ore di riposo che ha per rimettermi a posto la testa incasinata che mi ritrovo adesso...

Kakashi, senza che ovviamente il suo pupillo se ne avvedesse, lo guardava con un misto di simpatia e divertimento. Era giunto (la notizia aveva fatto presto a diffondersi fino ad arrivare alle sue orecchie) finalmente il turno anche per Naruto di trovarsi di fronte ad un compito che richiedeva qualcosa di più che essere un guerriero. Per certi aspetti nella sua palese angoscia di fronte al compito che lo aspettava si vedeva riflesso, anche se lui aveva riversato la sua convinzione di essere inadeguato in una maschera di gelida freddezza.

Riscuotendosi dai suoi pensieri, rispose con fare canzonatorio alla provocazione di Naruto su quel libro che rileggeva ossessivamente più per nostalgia, che per altro:

“Mmmh...vero. Ma anche se lo so a memoria resta il mio libro preferito, che ci devo fare? A dirla tutta, ti confesserò che ultimamente mi stava salendo la tentazione di andare a recuperare Orochimaru, dovunque diavolo sia finito, per imparare l'Edo Tensei no Jutsu. Sai, per riportare in vita Jiraya e costringerlo a scrivere altro.”

Naruto rise della battuta, poi, ricomponendosi a fatica, aggiunse: “Beh, spiacente di interrompere le tue profonde riflessioni in merito. E' che domani Tsunade mi darà i report dei tre genin freschi d'accademia che mi ha assegnato. E... In verità, sensei, stavo ragionando sul fatto di non essere proprio tagliato a fare da insegnante. Non potevo non ripensare a quel giorno in cui tre mocciosi idioti si sono dannati inutilmente per cercare di prenderle due stramaledetti campanelli legati alla tua cintura”, concluse con un sorriso.

Kakashi sospirò e, tra sé, pensò:

Imparerai, ragazzo, vedrai che anche tu, come me, imparerai... Sbagliando mille volte, chiedendoti qualche volta se non hai rovinato tutto, eppure andando avanti...

Eppure esternare questo pensiero così semplice, all'uomo dai capelli argentei riuscì inaspettatamente difficile; preferì punzecchiare il suo allievo con il suo solito, pacato, sarcasmo:

“Naruto, non è da te non ritenerti all'altezza del compito senza neanche averci provato... Comunque, fossi in te non mi preoccuperei. Io con voi sono sempre stato me stesso: non ho certo tentato di farmi piacere. Ah, e per la cronaca, vi avrei davvero sbattuto fuori se non aveste superato la prova. Sai, in verità non me ne fregava niente di scoprire il vostro potenziale. Poi però è andata come è andata...”

“Rassicurante...”, rispose sarcastico Naruto.

“Ma dai, non prendertela. Riconoscerai anche tu che all'inizio eravate dei mocciosi insopportabili. Ad ogni modo tu avrai meno problemi, rispetto a me, suppongo.”

“In che senso Kakashi-sensei?”

“Beh, perché primo, sei una specie di eroe, per cui i ragazzini ti adoreranno; secondo perché con tutti i disastri della guerra gli esami di addestramento saranno diventati meno selettivi, no?”

“In realtà no, maestro. Tsunade ha insistito con gli anziani perché si tenesse il rapporto di tre team su nove.”

Alla notizia, Kakashi rimase leggermente sorpreso: “Ah. Questa non me l'aspettavo. Ad ogni modo, qualche idea per la loro prova?”

Naruto fece uno dei suoi soliti larghi sorrisi, poi disse, divertito: “Se non ti dispiace, vorrei seguire il tuo esempio, la sfida dei due campanelli. Oppure è troppo poco originale?”

Ah, la storia sta proprio giocando a ripetersi, con noi... Fu il pensiero di Kakashi, che, sorpreso da quel pensiero, non riuscì a trattenersi dal ridere di gusto e replicare:

“No, no, anzi, è lusinghiero pensare che sotto questo aspetto tu voglia seguire le mie orme. Che poi, per la verità, sono anche quelle di tuo padre...”

L'eroe di Konoha rimase interdetto: “Cosa?!? Quell'addestramento è stato inventato da mio papà?”

“In realtà no, è ben più antico. E' una prova di iniziazione inventata dai sacerdoti del tempio dei tre volti. Essi veneravano tre dei, che però erano riuniti in una sola persona dai molti volti. Ogni volto rappresentava una virtù: Kannon, la compassione, Monjushiri, la saggezza e Shukonogoshin, l'energia e la potenza. I discepoli, a gruppi di tre, venivano sfidati dal proprio sensei, per dimostrare di essere degni di entrare nella setta e dimostrando di possedere tutte queste doti. Fu il secondo hokage che introdusse questo sistema di promozione con i suoi allievi... Anche se questo sistema non trovò grande diffusione, visto che era giudicato troppo contorto e difficile... Ad ogni modo, a sua volta Hiruzen lo utilizzò con Jiraya, Tsunade e Orochimaru. E Minato, da buon allievo dell'eremita dei rospi, fece lo stesso con me, Obito e Rin. Inutile dire che ci comportammo in modo fin troppo simile a te, Sakura e Sasuke. O meglio, io e Obito. Almeno Rin fece una figura un po' meno meschina rispetto all'allieva dell'Hokage. Ma tu non dirglielo, altrimenti potrebbe spaccarmi la faccia con uno di quei suoi pugni.”

Naruto scoppiò a ridere di nuovo. Dopo quella chiacchierata si sentiva decisamente più sollevato. Nonostante si fosse perso qualche pezzo della spiegazione complicata di Kakashi, una cosa l'aveva ben capita: compassione, saggezza ed energia. Quello doveva insegnare. E quello doveva imparare, sempre di più, giorno dopo giorno, un passo alla volta. Il giorno in cui si sarebbe convinto di essere buono 'abbastanza', saggio 'abbastanza', forte 'abbastanza'... Ecco, quel giorno stesso avrebbe smesso di essere davvero vivo.

“Bene – disse – domani ci divertiremo un po'.”

Nel frattempo, all'ospedale, Ino sentì un boato improvviso e disse : “Che starnuto niente male, Sakura-chan!”

  
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