Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Ricorda la storia  |       
Autore: WhiteLight Girl    20/09/2018    4 recensioni
Marinette strinse la presa sulla camicetta che aveva tra le mani e sospirò, mentre la sagoma di Chat Noir svaniva nell’oscurità. Aveva Tikki al suo fianco, ben nascosta tra le spolette colorate della sua scatola di cucito, ma la sua presenza non la tranquillizzava come avrebbe sperato.
«Si prenderà di certo un raffreddore, questa volta.» borbottò.
---
Praticamente una semplice Marichat. Un po' un esperimento; niente programmazione ossessiva di quel che deve accadere nei vari capitoli (potrebbero saltarsi addosso nel terzo, tipo).
Quel che è certo è che di sicuro è una fic fatta per vedere Marinette e Chat Noir che si rivalutano a vicenda, mentre si innamorano dell'altro anche dall'altra parte della maschera.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

QUANDO LA PIOGGIA OSSERVA

La storia di Cenerentola insegna che gli incantesimi più belli si infrangono a mezzanotte, forse era questa la ragione che spingeva Adrien Agreste a restare fuori fino a tardi, quando il tempo lo permetteva.
L’odore della notte lo faceva sentire vivo, il freddo gli pizzicava le narici e le punte delle dita fino a intirizzirle, ma lui non avrebbe rinunciato a quei momenti per nessuna ragione al mondo. Amava la Parigi che poteva vedere di notte, con le sue luci e le sue ombre. Amava i colori di ogni stagione, i profumi che distinguevano ogni strada e che gli avrebbero permesso di riconoscere ogni zona anche ad occhi chiusi.
Per Chat Noir quello era il paradiso, la libertà, la realizzazione di ogni suo desiderio e sogno proibito, e non avrebbe mai voluto rinunciarvi, neanche se questo gli fosse costato la vita.
Stese le braccia contro il cielo plumbeo, la sensazione della pioggia contro il volto l’aveva sempre aiutato a rilassarsi, anche quando essa diventava fitta come una cascata e lo costringeva a chiudere le palpebre. il vento portava alle sue narici l’odore della terra bagnata, nella gola avvertì il retrogusto dei gas di scarico delle automobili, il suono di loro clacson risuonava tutto attorno a lui, come le luci dei fari e dei lampioni si rispecchiavano nelle pozzanghere giù in strada.
Da quando era diventato Chat Noir per la prima volta ed aveva scoperto quella vita, per Adrien era diventato l’odore della libertà.
Si rilassò, sorridendo tra sé e inspirando ancora.
C’era qualcosa di magico, nell’essere da solo su quei tetti. Certo, era bello anche passarvi il tempo con Ladybug, ma da solo gli pareva di essere immerso in un sogno dove qualunque cosa sarebbe potuta diventare reale.
Era il suo porto sicuro, dove la solitudine era una scelta e non una costrizione imposta da altri, dove poteva fingere che una volta tornato a casa avrebbe trovato qualcuno di amorevole ad aspettarlo.
Saltò sul tetto inferiore e scivolò sulle tegole fino a che raggiunse il bordo, allora guardò giù un istante e balzò fino all’edificio di fronte. Atterrò a quattro zampe sul terrazzino vuoto, la pioggia scrosciava nella Senna al suo fianco, gli inzuppava i capelli spingendoglieli negli occhi e contro i bordi della maschera. Il mondo era in una bolla di acqua e luci sotto lo scintillio imponente della Torre Eiffel; tutto era ovattato, distante come la sua vita vera. Era come un foglio di carta bianca su cui avrebbe potuto scrivere decine di destini possibili a seconda della direzione che avrebbe intrapreso. I tragitti possibili, lassù, erano un numero infinito, senza strade e svincoli che lo intrappolassero in percorsi prestabiliti.
Scrutò attraverso le finestre degli appartamenti che aveva tutti attorno, intravide le famiglie, le coppie, momenti di vita quotidiana che aveva desiderato per tanto tempo e tra loro trovò Marinette.
Lei era china sulla scrivania, un lembo di stoffa tra le mani e gli occhi bassi, l’espressione concentrata.
Si domandò cosa stesse facendo, si sporse verso di lei per vedere meglio e sobbalzò, quando lei sollevò il capo ed intrecciò lo sguardo con il suo.
Adrien ebbe un sobbalzo, sorrise della confusione riflessa nel suo sguardo e le fece l’occhiolino. Corse via nella notte, lasciandosi indietro l’amica e perdendosi ancora una volta nella pioggia.

Marinette strinse la presa sulla camicetta che aveva tra le mani e sospirò, mentre la sagoma di Chat Noir svaniva nell’oscurità. Aveva Tikki al suo fianco, ben nascosta tra le spolette colorate della sua scatola di cucito, ma la sua presenza non la tranquillizzava come avrebbe sperato.
«Si prenderà di certo un raffreddore, questa volta.» borbottò.
Le sarebbe piaciuto poterlo sgridare, rispedirlo a casa a dormire ogni volta che nel suo bighellonare finiva nel suo quartiere, ma non avrebbe osato esporsi come Marinette e Ladybug non avrebbe dovuto sapere nulla delle sue scappatelle.
Il bruciore al polpastrello la fece sussultare, il pizzico della puntura dell’ago pulsò ripetutamente anche quando portò il dito in bocca.
Tikki la guardava con un sorriso mesto. «Probabilmente ora che ha iniziato a piovere sta andando a casa.» disse.
Marinette annuì. «Spero che non viva troppo lontano da qui.»
Tornò ad infilare l’ago nella stoffa per concludere ciò che restava dell’imbastitura, realizzando che ormai era diventato troppo tardi per poter passare alla cucitura ufficiale.
Tikki le sorrise. «Dovresti andare a dormire, sai?»
Le spense la musica di sottofondo, un invito ad obbedire che non avrebbe ammesso repliche. Marinette mise l’ultimo punto e si alzò. Abbandonò quel che restava della torta al cioccolato nel piattino accanto al computer e sperò che Chat Noir potesse assaggiarne una altrettanto buona, una volta che fosse arrivato a casa.
   
 
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: WhiteLight Girl