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Autore: sonia1977    24/09/2018    1 recensioni
La notte dopo il salvataggio del Cancelliere, Obi-Wan ha perso la speranza e Anakin lo aiuta a ritrovarla
"Sempre stato qui. Ti ho sempre cercato e ora che ti ho ritrovato, non ti lascerò andare, sei tu nel mio scudo. Hai perso Maestro Kenobi"
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti, questo frammento di storia è nata quasi dal nulla, stavo ascoltando un pezzo delle soundtrack di Star Wars e mi è venuta in mente.
Pur avendola letta e riletta, sono sicura che ha degli errori al suo interno, se li trovate segnalatemeli e se volete potete lasciare un pensiero sulla storia.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di quel genio di Lucas e della Disney; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
Ci vediamo sotto con le NdA.

Buona lettura, Sonia.


Cucire insieme le stelle
 
La notte era calata su Coruscant, e dal piccolo terrazzino in pietre, Obi-Wan poteva guardare uno spicchio limitato dello spazio, stelle piccole come aghi punteggiavano il nero del cielo, tra quelle stelle lui aveva sempre volato, prima con il suo Maestro, ora con Anakin, il suo allievo, amico e fratello.
Il Jedi era seduto sulla sedia, inconsapevole di essere osservato a sua volta da un paio di occhi grigi, che avevano una luce preoccupata che brillava al loro interno. Anakin conosceva bene quello sguardo triste e solitario del suo Maestro, amico e fratello, lo aveva sempre visto da quanto aveva nove anni, all’inizio imputava lo sguardo perso nello spazio al dolore per la perdita del Maestro Qui-Gon, ma col passare del tempo aveva capito che non era solo quello, anche perché trovava sciocca l’idea che Obi-Wan dovesse lasciar andare Qui-Gon, certo fisicamente non poteva trattenerlo, ma perché doveva cancellare i ricordi, le risate e persino i rimproveri che li avevano legati? No, lo trovava sciocco, se Obi-Wan fosse morto, niente e nessuno avrebbe mai potuto cancellare dalla sua memoria l’espressione di Obi-Wan, sia quella che vedeva adesso, sia quella del ’facciamo scattare la trappola, mio troppo giovane apprendista’, sia quella del suo sorriso, quando lui sorrideva e accadeva sempre più di rado, era come i soli di Tatooine capace di riscaldare la persona davanti a lui, Anakin lo sapeva bene, lui era spesso riscaldato da quel sorriso, ma quel giorno nonostante la vittoria e l’aver salvato il Cancelliere, Obi-Wan non aveva sorriso neanche una volta, certo il sorriso di circostanza era sempre presente, ma Anakin conosceva quello vero e non lo aveva visto, sul Jedi era scesa una cappa di tristezza che ancora non era riuscito né a sollevare né a scalfire.
Obi-Wan si mosse sulla sedia, tirando su le gambe per far appoggiare la fronte alle ginocchia, chiudendosi a riccio, cercando di proteggersi da quella sensazione di freddo che si portava dietro dall’inizio della guerra dei Cloni, e che oggi era aumentata all’improvviso, non riusciva a capire da cosa fosse alimentata, la sua paura la conosceva bene, la sua angoscia più grande era perdere Anakin, vederlo sparire nell’oscurità senza poter fare nulla, vederlo morire senza potersi muovere, non sarebbe vissuto senza Anakin, il ragazzo era più importante di quanto il Maestro Jedi avesse mai pensato, chiuse gli occhi e lo rivide, piccolo che correva verso la nave della Regina, affannato che diceva che Qui-Gon era nei guai,
 
“Ciao, sei un Jedi anche tu? Piacere di conoscerti”
 
Il sorriso innocente che gli aveva fatto subito dopo aver scoperto, che sì, Obi-Wan Kenobi era un Jedi, che lui stesso sarebbe diventato un Jedi e Obi-Wan gli avrebbe insegnato come lo si diventata, nella semplicità e, il rispetto delle regole, che non gli erano mai piaciute, trovava sempre un modo per infrangerle in maniera strepitosa o girarsele a proprio vantaggio, era una cosa che all’inizio lo irritava molto, lui non lo voleva Anakin come apprendista, non lo voleva tra i piedi, ma il bimbo era così contento che fosse proprio lui il suo maestro, che aveva ammorbidito la corazza di Kenobi.
Il Jedi sospirò tornando a guardare il cielo, si ricordava ancora quando appena diciassettenne aveva fatto esplodere delle navette, facendo scoppiare un caos diplomatico durato tre mesi, tutto per poterlo tirare fuori dalla cella dove alcuni separatisti lo avevano chiuso,
 
“Anakin hai fatto esplodere tu le navette nell’hangar?”
“No, assolutamente, Maestro. Sono esplose perché della benzina era fuoriuscita da un serbatoio e ci ho immerso la spada laser, ma non era mia intenzione farne esplodere dieci”
“Devo crederti Anakin?”
Il giovane si era girato verso di lui, con lo sguardo limpido di un perfetto bugiardo e stava per farglielo notare
“Dieci caccia per salvare te, sempre Maestro”
 
Sorrise alle stelle il Jedi, al Consiglio disse che le navette erano esplose per del carburante fuoriuscito da un caccia che voleva inseguirli, che Anakin era passato per i corridoi di ventilazione del settore prigioni, che non era responsabile di quanto era successo.
Quella fu la prima volta che aveva mentito al Consiglio per proteggerlo, e dopo negli anni delle piccole bugie le aveva sempre dette, soprattutto perché il Consiglio, era molto critico nei confronti di Anakin, da lui si aspettavano sempre il top, ma era solo un ragazzo, e lui doveva proteggerlo, ma aveva anche la brutta sensazione di non farlo totalmente bene.
 
Anakin lo vide chiudersi a riccio ed ebbe paura, il Maestro non si chiudeva mai, e quando era successo, non era mai stato perché provava dolore, ma perché aveva paura di qualcosa che non riusciva a definire, così con l’aiuto della Forza gli si avvicinò per vedere a cosa stava pensando e ciò che percepì lo stupì moltissimo, all’inizio era sorpreso di non essersi mai accorto che Obi-Wan temeva la guerra, sapeva che rispetto a lui era un pacifista nato, cercava sempre la risposta diplomatica al contrasto, ma non esitava a combattere se era necessario, ma non avrebbe mai capito che la sua paura più grande era proprio lui, vederlo morire senza poterlo aiutare, poteva avvertire l’affetto profondo nei suoi confronti che l’altro celava sempre, certo ogni tanto glielo faceva capire, ma mai tanto chiaramente, ma vedere le immagini del suo vissuto riflesse nella mente del Jedi lo aveva fatto sentire bene, come mai gli era successo, si ricordava di lui da bambino quando era arrivato trafelato per dirgli che il Maestro Jinn era nei guai, che si ricordasse le prime parole che gli aveva rivolto, entusiasta che quel giovane era un Jedi dall’aria amichevole, ricordava il suo sorriso, perché sapeva che Obi-Wan lo avrebbe addestrato nonostante non fosse entusiasta della cosa, poiché all’epoca prendeva letteralmente in considerazione le parole del Consiglio, lui era pericoloso da addestrare, ma Anakin sapeva anche che aveva abbattuto pezzo per pezzo tutte le convinzioni del Consiglio sul suo pericolo, era stato difficile addestrarlo perché non ascoltava mai, perché non seguiva le regole, ma la cosa piano piano aveva ammorbidito gli scudi di Kenobi e sono diventati prima Maestro e Apprendista poi amici e fratelli.
Sorrise Anakin nel vedersi con quell’aria strafottente che affermava che le navette sono esplose da sole, che lui erroneamente ha toccato con il laser il carburante e quello ha preso fuoco, certo che ne aveva di faccia tosta, si ritrovò a pensare verso il se stesso diciassettenne, ma lui ricordò anche l’espressione che il Maestro fece quando aveva dichiarato candidamente e sinceramente che far saltare delle navette in cambio della sua vita, era una cosa che avrebbe sempre fatto, per un attimo gli occhi di Obi-Wan brillarono di felicità e gioia, erano così rari quei momenti tra loro, momenti di sincerità pura e semplice.
Non si aspettava, che quella mancanza di fiducia nei suoi confronti da parte del Consiglio di cui era membro gli pesasse tanto, che alle volte lo irritasse, sorrise Anakin, capendo finalmente perché aveva deciso di sedersi in mezzo ai Grandi Jedi del Tempio, lui che si considerava un Jedi medio, scosse la testa Anakin, quando l’ultimo pensiero gli si affacciò nella mente, il desiderio di Kenobi di proteggerlo da qualsiasi cosa, dalle critiche del Tempio, dai Senatori opportunisti, dal Cancelliere che lo stava usando per chissà cosa, e anche da quel freddo che lui percepiva nella galassia da quando era scoppiata la guerra e che sembrava arrivare dal Cancelliere o da qualcuno molto vicino a lui, e quando la sensazione di sconfitta che provò il Jedi perché non era riuscito proteggerlo come voleva lo stava di nuovo sopraffacendo, Anakin si staccò dalla parete su cui era appoggiato e si avvicinò chiedendo all’amico
“Sei triste?” si fermò sulla soglia del piccolo terrazzino che condividevano da tredici anni, aspettando due possibili reazioni, la prima era un sorriso di circostanza, la negazione e la scusa per uscire, la seconda era solo una negazione, nel primo caso avrebbe dovuto soprassedere come faceva sempre, nel secondo poteva provare ad avvicinarsi un po’, ma il suo Maestro adottava spesso la fuga quando si trattava di sentimenti, ma oggi Anakin aveva deciso che quello che aveva sentito come sensazioni, sentimenti e pensieri doveva uscire in qualche modo.
Obi-Wan si girò senza cambiare posizione,
“Chi io?” chiese, una terza reazione, Anakin prese la palla al balzo e si sedette accanto al Jedi, Obi-Wan lo osservò un attimo, e poi tornò a guardare il traffico di Coruscant, in un atteggiamento così poco Kenobi che si sarebbero accesi allarmi anche nella mente di chi meno lo conosce, figurarsi cosa poteva essersi acceso nella mente di Anakin che lo conosceva benissimo
“Sì, Obi-Wan, sei triste.  Cosa ti rende così triste? A cosa stai pensando?” chiese osservando il Jedi guardare altro, rimanendo in silenzio, Anakin avrebbe aspettato lì, per tutto il tempo che fosse servito all’altro, che il mondo e la galassia andassero avanti, il suo compito era davanti a lui e fosse condannato a diventare un Sith se non lo avesse risolto e portato a termine.
Obi-Wan rimase in silenzio per quello che parve un secolo poi sospirando si girò a guardare Anakin, vide l’espressione risoluta del ragazzo e capì che senza una risposta non lo avrebbe fatto muovere
“La guerra, Anakin, sta durando troppo tempo. Troppo male si sta diffondendo nella galassia, senza che riusciamo a porre un freno a tanta crudeltà. Un sistema che riconquistiamo e due ne perdiamo, stiamo perdendo e nessuno lo vede, e più noi combattiamo più l’oscurità cresce e si fortifica, proprio qui a due passi dal Tempio, nel cuore della Repubblica. Anakin vedo il futuro ed è nero, mai l’ho visto così nero, come oggi, ho sempre visto chiaramente un filo di speranza che spezzava le tenebre, ma oggi dopo quello che è successo, speravo che la speranza si fosse rafforzata, dopo che Dooku è stato sconfitto, invece non vedo speranza, solo oscurità, dolore e morte, senza fine, senza freni. Temo che la fine dei Jedi sia vicina. Per oltre mille anni abbiamo protetto la Repubblica e la galassia1, ma ora stiamo perdendo e non scomparirà solo la democrazia o la libertà, stiamo scomparendo anche noi” Obi-Wan spiegò parte di quello che provava senza guardarlo, osservando le stelle immerse nel cielo nero, Anakin era sgomentato, mai aveva sentito quel tono di voce da Obi-Wan, mai aveva avvertito chiaramente la sconfitta in lui, invece quella sera tutto in Obi-Wan comunicava sconfitta, certo era convinto che il giorno dopo avrebbe combattuto ancora per la Repubblica morente, ma se lo faceva con quel chiodo nella mente, con quella sconfitta nel cuore, le cose sarebbe andate sempre peggio, Anakin alzò lo sguardo nel cielo e lo osservò cercando una risposta tra quelle stelle, prima che il Maestro si alzasse e se ne andasse,
“Obi-Wan nello spazio è sempre tutto nero. Tutto sembra scuro, buio e senza speranza, ma la speranza può essere sottile come la luce di quelle stelle. Tu vedevi una linea luminosa che oggi non c’è più, hai provato a cercare se quella linea non è diventata una stella piccola? Forse si è spezzata per qualche motivo, forse l’oscurità l’ha tagliata, forse ha bisogno di qualcuno che creda in lei, un filo che possa ricucirla e dare speranza alla speranza stessa” osservò Anakin guardando uno Star Destroyer decollare e sparire con un lampo di luce azzurra nello spazio nero
“Dove lo trovi tu un filo di speranza, Anakin? La guerra non finisce, non riusciamo a farla chiudere. Come trovi un filo di speranza per ricucire la speranza stessa?” chiese il Jedi osservando il volto dell’amico che guardava ancora il punto in cui il Destroyer aveva fatto il salto nell’iperspazio.
“In te” la risposta lo sorprese talmente tanto che apri il guscio in cui si era chiuso per quella notte, lo guardò come se fosse pazzo, Anakin sorrise osservando il volto del Jedi
“Sì, tu sei un ottimo filo di speranza, tu porti equilibrio, in me ad esempio, sai benissimo che parte del mio cuore, del mio essere è oscuro, perché sono stato uno schiavo, perché ho visto morire mia madre e perché ho distrutto i Tuskan, lo so che lo sai, Padmè deve avertelo detto. Tu riesci sempre a tenermi in equilibrio, e a spingermi sempre a percorrere una strada un po’ più difficile, ma che porterà alla tranquillità e alla pace, mentre con un cammino reso semplice, come una linea retta, faccio prima a raggiungere l’obbiettivo, senza imparare nulla, senza pace, ma in un eterno guardarsi le spalle dagli attacchi, con te alle mie spalle non devo guardare se non davanti a me, a dove metto i piedi e anche quando ruzzolo, ci sei tu accanto a me. Cerca e ricuci le stelle della tua via Obi-Wan, io sono con te, sempre. Se vuoi, le cuciamo insieme” Anakin durante il suo discorso aveva spostato di nuovo lo sguardo, dal Maestro, al pianeta, alle sue mille luci, cercando una spiegazione, quando tornò a osservare il volto del Maestro lo trovò commosso, aveva gli occhi lucidi
“Anakin...”
“Sono qui, Obi-Wan e non ti mollo” Anakin sorrise esattamente come aveva fatto anni prima su di un caccia scampato da una massiccia esplosione di combustibile
“Lo so”
Anakin usò la Forza per avvicinarsi ancora di più di quanto fisicamente erano vicini e trovò gli scudi di Obi-Wan alzati e allora spinse
“No, Anakin, non puoi entrare” mormorò, Anakin si ritrasse
“Non restare solo, io sono qui, te l’ho detto! Quando ero bambino c’eri sempre, poi un giorno sei sparito, ha fatto tanto freddo quel giorno” la frase gli era sfuggita di bocca, almeno l’ultimo pezzo, quello non voleva dirglielo
“Ci sono cose che si possono fare fino ad un certo punto, anche Qui-Gon è sparito” e si ricordò come fece freddo quel giorno
“Chi lo decide? Tu? Io? L’Ordine? Il Consiglio?” chiese Anakin senza capire, perché mai un Maestro di punto in bianco scompare dallo spettro attivo dell’apprendista, lasciandolo solo, per un giorno al freddo e al buio, prima di capire che il Maestro c’è comunque, anche se non lo percepirà più chiaramente come faceva prima
“Non lo so chi l’ha deciso, è sempre stato così. I Maestri si allontanano”
“Allora vieni tu da me, gli apprendisti non lo fanno, non ti allontanerò Obi-Wan” il Jedi era sicuro delle sue parole, mai avrebbe chiuso la comunicazione con l’amico, lo guardò facendogli cenno di avvicinarsi e sentì sui propri scudi la presenza dell’altro e li aprì avvolgendo il Jedi, non era come quando lui era avvolto dallo scudo del Maestro, ma andava bene lo stesso, c’era di nuovo quel calore, meno intenso, ma era lì e Anakin sorrise specchiandosi degli occhi chiari di Obi-Wan così vicini che poteva essere certo che il Jedi si specchiasse nei suoi
“Anakin… tu…”
“Sempre stato qui. Ti ho sempre cercato e ora che ti ho ritrovato, non ti lascerò andare, sei tu nel mio scudo. Hai perso Maestro Kenobi” il tono di arrogante vittoria fece ridere il Jedi intrappolato nello scudo dell’allievo,
“Il Cancelliere?” il freddo s’impossessò di Obi-Wan e il suo scudo tremò, quello di Anakin rispose da solo tranquillizzando il Jedi, senza che Anakin avesse pensato di farlo, aveva agito per mero istinto di protezione
“Il Cancelliere starà al suo posto come ha sempre fatto; andrò da lui se avrà bisogno di me, è stato buono con me e se il Sith si nasconde tra i suoi uomini, lo salverò, ma se come temi è lui il Sith, allora cercherà di far del male al mio migliore amico, ai miei piccoli e grandi fratelli e tenterà di distruggere la mia casa, e allora lo fermerò, perché so che tu starai accanto a me, evitandomi la strada semplice per quella piena di ruzzoloni dove però so che avrò le spalle coperte e sconfiggerlo non sarà più difficile che distruggere qualsiasi altro Sith” affermò con sincerità pura e semplice Anakin, era certo di quelle parole, di quella visione del futuro, se fossero restati l’uno accanto all’altro, nulla poteva scalfire la loro superficie e dividerli
“Sì, Anakin, non ti lascerò andare un’altra volta” rispose il Jedi aprendo lo scuro e cercando di avvolgere Anakin che lo guardò sorridendo come mai aveva fatto prima d’ora, ma i due scudi invece di sovrapporsi si fusero creando uno scudo unico in perfetta duplicità lo scudo era Anakin com’era Obi-Wan, dividerlo sarebbe stato un compito molto arduo per chiunque, e probabilmente impossibile per un Sith, anche se era certo che l’Ombra ci avrebbe provato con tutte le sue forse a rompere quella risonanza di amicizia e qualcosa che non era stato ben definito dai due uomini e che poco a poco avrebbero compreso, rendendo il loro scudo sempre più forte e il loro capirsi con uno sguardo sarebbe stato ancora più semplice poiché si parlavano usando lo scudo senza accorgersene per semplice istinto.
“Bene, Maestro e ora cerchiamo queste stelle di speranza e leghiamole insieme per il bene della galassia” affermò Anakin sedendosi meglio e appoggiando le gambe alla balaustra, il cipiglio di rimprovero apparve e scomparve in un battito d’occhio, sospirando il Jedi più anziano si rilassò e si appoggiò alla balaustra e si ritrovò a sorridere, quando Anakin gli fece appoggiare la testa sulla sua spalla e il ragazzo appoggiò il viso sulla sua tempia
“Così le stelle si vedono bene” spiegò Anakin con tono innocente, voleva quella specie di abbraccio per una sera, per il tempo che gli era concesso grazio proprio all’oscurità della notte, che come tutte le cose alla fine terminano, ma per ora stanno bene così, il buio che caratterizzava la zona dove risiedevano gli regalava spesso la visione di quel piccolo frammento di spazio più chiaro degli altri e osservando le stelle iniziarono a cucirle insieme una stella per volta, ma già quella sera molte di loro era state legate insieme e se il Maestro avesse guardato il futuro, avrebbe visto una lama di luce brillare chiara in lontananza. L’oscurità avrebbe combattuto, ma contro ogni aspettativa quella sera aveva subito uno scacco importante. Alcuni destini erano stati appena cambiati, e Anakin era contento di aver dato buca a Padmè, la sua migliore amica avrebbe fatto i salti di gioia l’indomani quando le avrebbe raccontato come aveva passato la notte a parlare con Obi-Wan, finalmente vicini come una volta, contro l’oscurità e contro la guerra.

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Note dell'Autore

 

1- la frase è tratta dal discorso iniziale di Obi-Wan Kenobi a Luke nel VI film "Una nuova speranza" l'ho leggermente modificata quella originale dice "Per oltre mille generazioni i Cavalieri Jedi sono stati i guardiani di pace e giustizia della Vecchia Repubblica. Prima dell'oscurantismo, prima dell'Impero"

  
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