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Autore: inzaghina    29/09/2018    2 recensioni
Raquel è arrivata a Palawan, pronta a dare una possibilità alla sua storia con Sergio, che l’ha attesa per un anno, ma ha un nuovo segreto da confessarle.
Riusciranno i due a superare anche questo ostacolo? O sarà troppo difficile per l’ex ispettore riuscire a dargli fiducia?
[Storia partecipante al Kiss Flash Contest di Freeshane sul forum efp.]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il professore, Raquel Murillo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al Kiss Flash Contest indetto da Freeshane sul forum efp.

Ritrovarsi
 
 
 
“Se incontrarsi resta una magia,
è non perdersi la vera favola.”
 
 
Lo sciabordio delle onde, unito al battito galoppante del suo cuore, erano il sottofondo perfetto per quell’incontro tanto agognato, sognato, bramato. Sergio aveva cominciato a disperare di rivederla, ma lei era lì, davanti ai suoi occhi, e non era mai stata più bella. Il sorriso le illuminava il viso finalmente rilassato, i capelli si muovevano nella brezza leggera e tra le mani stringeva quel telefono che sembrava scaricarsi nei momenti più opportuni.
 
Quando la prese tra le braccia, fu come se il mondo intero si fosse fermato. La sensazione del corpo di Raquel, premuto contro il suo, era come la luce in fondo al tunnel, come la boccata d’aria che si prendeva una volta riemersi in superficie, come i regali sotto l’albero la mattina di Natale.
“Non ho mai smesso di aspettarti” le sussurrò all’orecchio, inconsapevole che il suono della sua voce le stesse provocando i brividi.
“Dubitavo che ti avrei rivisto” ribatté lei, sollevando lo sguardo su di lui, lasciando che la gioia prendesse il posto della delusione e della rabbia provate nell’ultimo anno. Sarebbe arrivato il momento del confronto, ma adesso contava solo l’uomo che la stava abbracciando. Quel sorriso gentile che le aveva rivolto alla caffetteria, offrendole il suo telefono, la posizione rigida che assumeva quando affrontava situazioni inaspettate, lo sguardo serio che le aveva rivolto, confessandole di amarla. Inizialmente non gli aveva creduto, nonostante il poligrafo, ma aveva cambiato idea, mentre le spiegava le ragioni che lo avevano spinto ad attuare il piano. Quel bacio nell’hangar era diventato un sogno ricorrente, che la accompagnava ogni volta che chiudeva gli occhi. Percepiva le labbra di lui schiudersi esigenti sulle sue, la sua lingua che l’accarezzava, le mani premute sulla schiena per trarla più vicina ed i gemiti che entrambi si erano lasciati sfuggire.
 
La voleva baciare Sergio, perché era passato un anno dall’ultima volta e aveva quasi dimenticato il sapore delle sue labbra; voleva scusarsi per tutte le sofferenze che le aveva provocato, vestendo i panni del Professore, ma non poteva farlo lì.
 
“Pensavi che fossi una preda facile perché ero una donna abusata?”
 
La condusse sulla spiaggia, in direzione di casa sua, prendendola per mano, scambiandosi sguardi incerti e sorrisi felici. Le chiese come stessero sua madre e sua figlia, ascoltando con gioia l’epilogo felice della battaglia per la custodia di Paula con l’ex marito. L’idiota aveva finito con l’aggredire anche la sorella, dimostrando che Raquel aveva detto la verità sui maltrattamenti subiti ed era stato condannato a quattro anni di carcere.
“Sono davvero felice per te” le disse ed il sorriso timido del loro primo incontro fece capolino sul suo viso, facendo accelerare il battito del cuore di Raquel.
 
Quando raggiunsero il giardino tropicale della villa affacciata su una piccola baia, lei spalancò la bocca, sbalordita “vivi qui?”
“Per il momento si, almeno finché non avrò trovato il luogo adatto per costruire la casa dei miei sogni”
“E come sarà questa casa?” 
“Di questo volevo parlarne con te…” le disse lui, prendendo entrambe le mani della donna tra le proprie “non ho dimenticato i nostri discorsi e non potrebbe mai essere la casa dei miei sogni, se non ci fossi tu… so che ti ho fatto male, Raquel e so che ci vorrà del tempo prima che tu possa perdonarmi, ma spero davvero che vorrai darmi una chance”
 
“Non vuoi scappare?”
 
Una serie di pensieri s’affollò nella mente dell’ex ispettore, mentre lo sguardo speranzoso rimaneva fisso su di lei, che dubitava di trovare le parole adatte per rispondergli. 
Decise quindi di agire, annullando la distanza che li separava e posando le proprie labbra sulle sue, smaniosa di assaporarle nuovamente. Lo sfiorarsi appena accennato fu sufficiente per riaccendere la passione mai sopita tra loro, Sergio insinuò la lingua nella bocca di Raquel, dando inizio ad una danza ipnotica e ad una lotta per il predominio del bacio. Le mani di lui si posarono sul suo viso, accarezzandola con urgenza, mentre quelle di lei s’infilarono tra i suoi capelli, facendo cadere il cappello. La sollevò, imprigionandola tra il proprio corpo e la porta, liberando le sue labbra solo per lasciarle una scia di baci lungo il collo. I sospiri della donna si fecero sempre più frenetici, spingendo Sergio a tastarsi le tasche alla ricerca delle chiavi.
Una volta entrati, Sergio tracciò il contorno delle labbra della donna con l’indice, prima che le labbra si ricongiungessero nuovamente, le lingue riprendessero a stuzzicarsi e le mani ad esplorare i corpi rimasti separati troppo a lungo. Raquel insinuò le mani al di sotto della giacca di lui, spingendola giù dalle sue spalle, prima che Sergio allentasse la cravatta ed aprisse i primi bottoni della camicia. Il tocco delle dita di lei stava scatenando reazioni mai provate con nessun’altra donna, Raquel era passionale ed impulsiva, mentre le sue mani risalivano l’addome di lui, Sergio perse il controllo delle proprie reazioni. Aveva avuto altre relazioni, rivelatesi brevi e prive di significato, e mai avrebbe pensato che si sarebbe innamorato della donna che avrebbe potuto distruggere il suo piano perfetto. La prese tra le braccia, mentre lei lasciava cadere la borsa, conducendola fino al divano, posando nuovamente le sue labbra su quelle di lei, esplorando con lentezza la sua bocca, insaziabile.
“Fai l’amore con me, Sergio” gli ordinò in un sussurro.
E lui, che ancora non si era abituato a sentire il suo vero nome uscire dalle labbra della donna, ubbidì. La liberò dal suo abito candido, mentre lei gli toglieva la camicia, baciandogli il collo, le spalle e la pelle al di sopra del cuore, che gli martellava nel petto.
“Ti amo” le sussurrò, mentre il resto dei vestiti, e delle parole, diventavano inutili.
 
Più tardi, sdraiati pelle contro pelle, con i battiti cardiaci che andavano all’unisono e gli sguardi incatenati, Raquel ritornò con il pensiero alla loro prima volta. Era passata una vita, eppure la sensazione che lui fosse, davvero, come Superman e Clark Kent, la colpì con la stessa intensità di un pugno nello stomaco.
“A che pensi?” le chiese, baciandola sulla tempia.
“Mi sembra di essere tornata indietro, alla nostra prima volta…”
Lui sorrise “al fatto che mi preferisci con gli occhiali?”
Gli angoli della bocca di Raquel si piegarono in un sorriso “è solo che sei diverso, senza”
“Dammi la possibilità di dimostrarti che sono anche diverso dall’uomo che ti ha causato tutte le sofferenze patite lo scorso ottobre” le sussurrò, con gli occhi lucidi.
“Non sarei venuta qui se non avessi voluto darti una possibilità”
Lui la baciò con lentezza, stringendola a sé.
“Però devi farmi una promessa”
Sergio annuì “qualsiasi cosa”
“Niente più segreti”
“Mi sembra giusto” le disse, prima di prendere un respiro “c’è una cosa che devi sapere”
“Cosa?”
“Andres De Fonollosa è mio fratello” enunciò, osservando la sua reazione.
Raquel spalancò gli occhi, prima di rispondere “mi dispiace per la sua morte”
“C’è dell’altro…” ricominciò lui, tracciando dei cerchi concentrici sulla sua schiena nuda “due mesi fa ho ricevuto una chiamata che mi avvertiva che non era morto, come la polizia voleva farci credere, era ricoverato in un ospedale militare e si era da poco risvegliato dal coma”
“Che cosa?”
“Rimasi sbalordito anche io, Raquel... ma non potevo non fare nulla”
“Che stai cercando di dirmi, Sergio?”
“Io e gli altri lo abbiamo liberato da lì... gli restano pochi mesi di vita e non voglio che li passi in un letto d’ospedale. So che dicendoti questo rischio che tu te ne vada e, probabilmente, lo meriterei, ma è mio fratello e glielo dovevo”
Raquel si accorse che non riusciva a sostenere il suo sguardo, convinto di averla delusa “guardami, Sergio” gli sussurrò.
Quando sollevò gli occhi addolorati su di lei, Raquel capì che la sua era stata l’unica scelta possibile. Sergio era un idealista, che aveva messo in atto il piano del padre e che non avrebbe mai abbandonato il fratello che si era sacrificato per lui.
“Non sei arrabbiata?”
Lei scosse la testa “non avresti mai potuto compiere una scelta diversa”


Più tardi, con i raggi del sole al tramonto che illuminavano di riflessi aranciati, rosati e viola la cucina, Raquel, con indosso la camicia di Sergio, beveva un calice di vino, osservando l’uomo cucinare.
Nessuno dei due sentì la porta aprirsi ed i passi lungo il corridoio.
“Tutto a posto, fratellino?” 
I due amanti si voltarono verso la porta d’ingresso, trovandosi faccia a faccia con Berlino e Nairobi.
“Ispettore Murillo” ghignò l’uomo, osservandone la mise.
“Direi che non hai rispettato le regole neppure tu, Professore!” mormorò Nairobi, sorridendo deliziata.
“È una lunga storia” s’affrettò a dire Sergio.
“E noi saremo lieti di ascoltarla” ribattè Andres, strizzandogli l’occhio.




Nota dell’autrice:
Ho scritto questo pezzo per la Kiss Flash contest di Freeshane sul forum.
Nella mia testa questo è il prologo di una storia che sarà lunga, ma che pubblicherò a partire dall'autunno inoltrato. 
Ho amato infinitamente la “Casa di carta” e non vedo l’ora che ci sia la terza serie per rivedere i miei amati Professor&Raquel, oltre che tutto il resto dei personaggi che mi hanno colpito in maniera estrema. 


A presto!
Francy 
   
 
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