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Autore: pikychan    30/09/2018    1 recensioni
Volevo pubblicare questa fanfiction il 28 per festeggiare l’anniversario di Pokémon Diamante e Pearl, ma non ce l’ho fatta.
Questa mia fanfiction è ambientata nell’universo del film “Pokémon: Scelgo Te!”. Chiunque abbia visto quel film sa bene che narra le avventure di Ash all’inizio del suo viaggio. Le narra in chiave rivisitata, perché sono ambientate in un universo parallelo. Bene, in questa fanfiction ho voluto fare un po’ la stessa cosa. Ho rivisitato alcuni episodi della saga di Pokémon Diamante e Perla. La storia segue le prime avventure di Lucinda a cominciare dal suo debutto. Vado fiera di questa fanfiction perché ci ho messo davvero molto a riguardare gli episodi e a modificare la trama.
“Pokémon: Sono Qui!” è anche un gran tributo che voglio lasciare alla Pearlshipping. Nella storia infatti non mancano i riferimenti alla coppia (senza contare che Brock questa volta è completamente assente).
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Lucinda, Pikachu, Piplup, Team Galassia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Pokémon: Sono Qui!

 
 

 

«E ora il nostro prossimo coordinatore, ecco il suo debutto Lucinda, dalla città di Duefoglie!»

«Ok, Chimchar vai!»

«Chimchaar!»

«Bene! Usa Ruotafuoco!»

«Uno straordinario Ruotafuoco da Chimchar!»

Lucinda si inchina.

 

La sveglia suona.

Lucinda la spegne per poi sdraiarsi di nuovo e rimettere i piedi sotto le coperte per via del freddo. Anche se non è più inverno non è nemmeno estate e comincia a fare un po’ freddino. Oggi non è un giorno normale, bensì il suo compleanno. Il giorno del suo decimo compleanno.

Dopo un po’ si alza e apre la finestra con aria entusiasta.

Chiude gli occhi e inspira profondamente l’aria a pieni polmoni.

Duefoglie, 21 marzo 2006. Da oggi inizia ufficialmente il suo viaggio. Non sta più nella pelle. Aspettava questo giorno da settimane.

Va verso lo specchio per sistemarsi i capelli e proprio quando si sta mettendo una delle mollette sua madre entra.

«Buongiorno cara.» la saluta.

«Anche a te mammina.» ricambia il saluto voltandosi a guardarla.

«Lo sapevo che ti saresti alzata presto oggi.»

«Beh, ormai ho già dieci anni.»

«Buongiorno Glameow.» saluta il Pokémon abbassandosi alla sua altezza per accarezzarlo.

Il Pokémon le rivolge uno sguardo disinteressato per poi andare verso il suo letto. Spicca un salto e si raggomitola. In poco tempo chiude gli occhi, segno che si è addormentato.

 

In cucina Olga passa una tazza a Lucinda che la prende subito.

«Hai finito di fare i bagagli?» chiede alla figlia.

Lei fa cenno di sì con la testa.

«È già tutto pronto da ieri.» dice.

«Nel caso lo avessi dimenticato, hai preso la cartolina che ti ha mandato il Professor. Rowan?» dice buttando lo sguardo sulla macchinetta del caffé affianco a lei. «Senza quella non potrai avere il tuo Pokémon.»

Lucinda finisce di bere per poi rimettere la tazza sul tavolo.

«Lo so, mamma.» cerca la cartolina in tasca. «Vedi? Non potrei mai dimenticarla.»

«Bene.» dice la madre. «E sentiamo, hai già scelto quale di quei Pokémon ti piacerebbe avere?»

«Non ancora.» risponde per poi abbassare lo sguardo sulla cartolina. «Sono tutti così carini, sono certa che ognuno di loro potrebbe essere un compagno straordinario.» aggiunge per poi voltarsi verso i trofei della madre. «Ma devo scegliere bene, voglio diventare una coordinatrice di primo livello come te.»

Olga si siede di fronte alla figlia.

«Beh, prima di tutto dovrai diventare una brava allenatrice di Pokèmon.» dice guardando a sua volta i trofei e le foto. «E anche un’allevatrice, devi tenere sempre a mente che tutti i grandi coordinatori hanno cominciato come allenatori.»

«Hai ragione mamma.» dice tornando a guardare la cartolina. «È proprio quello che farò.»

 

Olga esce dalla porta principale per poi arrivare sul bancone di legno.

«Che bella giornata, è perfetta per mettersi in viaggio.» commenta per poi voltarsi verso la porta. «Ehi Lucinda?! Pronta o no?»

«Sono pronta!» esclama lei trascinando la valigia.

La madre sgrana gli occhi.

«Cos’è questa?»

«Ci ho messo tutta la mia roba e credimi sono tutte cose che mi serviranno.»

Tornano in casa e Olga apre la valigia.

«Ti servirà tanta roba...» emette incredula prendendo uno dei tanti vestiti. «Ti ricordi del perché stai partendo?» le chiede tornando a guardarla.

«Per diventare un’allenatrice di Pokémon naturalmente...» risponde non capendo il motivo di quella domanda.

«Proprio così.» approva la risposta prendendo uno zaino e appoggiandolo sulla tavola. «Il che significa che questo ti basterà.»

«Cosa?!» esclama sgranando gli occhi. «Soltanto questo!?»

«Se vuoi diventare una brava allenatrice e una viaggiatrice in gamba, fidati di me.»

«Va bene mamma...» mormora non troppo convinta.

Escono di nuovo.

«Ancora una cosa.» dice la madre porgendole un fiocco.

«Eh?» emette la figlia sgranando gli occhi dalla sorpresa. «E questo che cos’è?»

Lo prende in mano e lo osserva attentamente.

«Il primo fiocco che vinsi ad una gara come coordinatrice, l’ho sempre portato con me come portafortuna e ora se lo vuoi mi piacerebbe tanto che lo tenessi tu.»

«Dici davvero?» domanda impulsivamente tornando a guardare la madre confusa.

«Però stai attenta a non perderlo.» dice sorridendo.

«Grazie mamma! Beh, allora io vado!» esclama correndo giù dalle scale.

Prende la sua bicicletta e sale in sella senza mai smettere di correre.

«Il laboratorio del Professor. Rowan è vicino a Sabbiefine, sai come arrivarci?»

«No, ma lo troverò.» risponde Lucinda fermandosi e voltandosi verso la madre. «Guarda, ho preso anche la mappa.» aggiunge facendole vedere l’oggetto. «Sta tranquilla.» dice mettendo via la mappa e tornando a guardare avanti. «Ok, il viaggio comincia!» conclude partendo.

«Fa del tuo meglio e abbi cura di te cara!» esclama salutando con la mano mentre si allontana. «Siamo d’accordo?»

«Non preoccuparti mamma!» saluta a sua volta, ma prende un sasso e rischia di cadere.

Non riesce a riprendere subito il controllo del manubrio facendo preoccupare la madre, ma poi fortunatamente riesce a tornare in equilibrio.

«Non è successo niente, tranquilla!» esclama alzando il braccio senza voltarsi. «Ciao!»

La madre sospira esasperata.

«Quando mi dice di non preoccuparmi so già che devo preoccuparmi di più.» dice mentre Glameow salta sulla ringhiera e si appisola.

 

«Questa cittadina dev’essere Sabbiefine.» commenta guardandosi intorno.

«Sono arrivata.» dice fermandosi e appoggiando un piede per rimanere in equilibrio. «Questo è senz’altro il laboratorio del Professor. Rowan.»

Scende dalla bici e corre alla porta.

«Buongiorno a tutti, sono qui per il mio Pokémon!» esclama sorridendo a occhi chiusi.

Quando però li riapre si accorge di non essere al laboratorio… bensì in un bar!

«Hai sbagliato posto ragazzina.» dice quello che ha tutta l’aria di essere il barista.

«Eh?» emette inconsapevolmente.

«Beh, se hai fame e vuoi mangiare entra pure.»

Lucinda senza rispondergli chiude la porta e torna alla bici. Una volta di nuovo in sella comincia a pedalare più forte di prima.

«Oh cavoli…» dice demoralizzata dalla figuraccia appena fatta. «Io e il mio senso dell’orientamento!» esclama tra sé e sé.

Guarda la cartolina continuando a pedalare.

«Di qua non è giusto…» mormora imboccando una strada chiusa. «Di qui nemmeno!» esclama prendendo un’altra strada che si rivela quasi subito essere un vicolo cieco. «Voglio la mia mamma!» esclama ancora in pre dalla disperazione.

Decide di scendere dalla bici e di portarla a mano. Guarda di nuovo la cartolina. Ha l’aria confusa… teoricamente sarebbe già dovuta arrivare...

«Girare a destra, poi a sinistra.» legge dubbiosa. «Oppure a sinistra e poi a destra?» si chiede guardandosi intorno. «Chissà, forse al contrario...»

Senza accorgersene sbatte contro qualcuno.

«Mi scusi signore...» dice arretrando all’istante.

Anche se è voltato di spalle si capisce che deve essere piuttosto anziano, perché ha i capelli bianchi.

«Di niente.» dice con tono secco voltandosi. «Scommetto che ti sei persa.»

«Sì...» emette lei imbarazzata. «Ma tanto in un modo o nell’altro me la caverò.»

«Può darsi, però adesso mi sembri un po’ sperduta.»

«Già...» mormora abbassando lo sguardo. «In effetti è così...»

«Devi essere una nuova allenatrice visto che hai in mano quella cartolina, perché non vieni nel mio laboratorio a scegliere il tuo primo Pokémon?»

«Sì, credo sia meglio...» alza lo sguardo sgranando gli occhi. «Ha detto il suo laboratorio?»

Non immaginava minimamente che proprio lui fosse il famoso Professor. Rowan!

«Io sono il Professor. Rowan.» si presenta riprendendo a camminare. «Sempre che ti interessi prendere il tuo primo Pokémon.» dice accorgendosi di non essere seguito.

«Certo che sì!» esclama Lucinda raggiungendolo di corsa.

«Dimmi un po’, sai già quale Pokémon scegliere?» le domanda mentre camminano.

«È la stessa domanda che mi ha fatto mia mamma stamattina.» sorride imbarazzata. «No, per la verità non lo so, sono molto indecisa.»

«Strano.» commenta.

«Come?» emette sgranando gli occhi sorpresa.

«A vederti sembri una ragazza che sa quello che vuole.» dice. «Anche se ti sei persa questo non vuol dire che tu non abbia le idee chiare sul tuo futuro.»

«Io… voglio diventare una coordinatrice di primo livello come mia madre.» spiega. «Sono consapevole che ho molta strada da fare, ma non desidero altro.»

«Se vuoi il mio consiglio concentrati prima sui tuoi allenamenti.» dice. «Per diventare coordinatrice bisogna essere ben consapevoli dei limiti e dei punti di forza dei propri Pokémon.»

«È un consiglio preziosissimo!» esclama entusiasta. «La ringrazio molto, ne farò tesoro.» sorride.

 

Quando Lucinda e il Professor. Rowan entrano vedono che il laboratorio è devastato.

«Accipicchia...» mormora Lucinda incredula. «Professore, cos’è successo?»

«Bob!» chiama il professore non prestandole attenzione.

Quattro assistenti arrivano all’istante con delle facce pallidissime.

«Sono mortificato per il disastro!» esclama terrorizzato Bob. «Tutto è cominciato per un bisticcio tra Chimchar e Piplup...» racconta.

Il professore avanza verso il tavolo su cui sono ancora presenti le tre ciotole del cibo per Pokémon. Nota che solo Turtwig è rimasto a mangiare tranquillo.

«Se me lo permette andrei a cercare gli altri.» dice Lucinda raggiungendo il professore.

«Lo faresti?» chiede lui perplesso.

«Sì.» risponde decisa. «Uno di quei Pokémon potrebbe essere il mio futuro compagno di viaggio.»

«Bene, ricordati che se li troverai devi acucciarti in modo da potergli parlare all’altezza degli occhi e soprattutto dovrai cercare di calmarli.»

«D’accordo, farò come dice lei.»

«Brava ragazza, allora buona fortuna!»

«La ringrazio!»

 

Lucinda esce e una volta entrata nel bosco comincia a correre.

«EHI AMICI?!» chiama guardandosi intorno. «Chimchar!? Piplup?!»

Si ferma continuando a guardarsi intorno senza sapere da che parte cominciare.

«Piplaaa...»

«Sembra il verso di Piplup...» mormora voltandosi verso dove sente provenire il suono.

Comincia a correre in quella direzione e in poco tempo lo trova, assieme ad altri Pokémon selvatici, legato ad una ragnatela.

«Oh no, è proprio lui!» esclama.

Dopo un po’ di esitazione va decisa verso la tela, ma un attacco Fangobomba quasi la colpisce costringendola ad indietreggiare.

Poco meno di un secondo dopo il colpevole di aver lanciato l’attacco si rivela.

«Ariados, lasciali andare subito!» grida al Pokémon Coleottero e Veleno.

Ariados tenta ancora di colpire Lucinda, ma lei fortunatamente riesce a evitare gli attacchi.

«Ora basta...» mormora. «Va bene, forza, vieni con me!» esclama facendosi rincorrere.

Va davanti alla ragnatela.

«Ora sta tranquillo Piplup.» si volta facendogli l’occhiolino.

Appena il Pokémon Coleottero-Veleno lancia nuovamente l’attacco su Lucinda lei balza via. L’impatto produce la rottura della ragnatela e Piplup viene lanciato in aria. Fortunatamente riesce a prenderlo al volo mentre è ancora in corsa.

«Ti ho preso Piplup.» dice entusiasta.

«Pipla piplaa!» lui però non sembra esserle particolarmente riconoscente.

«Mi dispiace che tu ti sia spaventato, ma ora sei salvo.» sorride mortificata.

La ragazzina mette male il piede e scivolano giù dalla collina dentro un cespuglio.

«Accidenti a me e alla mia boccaccia!» esclama quando si rimette in piedi.

«Piplaa...» emette il Pokémon demoralizzato.

Lucinda esce dal cespuglio per tornare sul sentiero.

«Ti prometto che non ti succederà più nulla.» dice fermandosi. «Piacere, il mio nome è Lucinda e sono una nuova allenatrice, come stai?» sorride.

Piplup usa Beccata su di lei con espressione arrabbiata.

«Pipla, pipla!» emette, con le lacrime agli occhi, una volta a terra.

«Ehi!» esclama lei mettendo le braccia sui fianchi. «Ricordati che sei stato tu ad esserti fatto catturare, ingrato che non sei altro!»

Piplup si volta e dopo pochi secondi gli brontola lo stomaco, così Lucinda si abbassa alla sua altezza sospettosa.

«Sai Piplup, forse ho capito perché sei così scontroso.» comincia a dire. «Hai una gran fame, vero?» gli domanda comprensiva.

«Pipla...» emette voltando la testa ancora imbronciato.

La ragazzina inizia a ridere divertita.

«Sìsì, lo so bene.» sorride. «Ti capisco, sei come un libro aperto.»

«Pi...»

Prende dal suo zaino un contenitore con del cibo per Pokémon e lo offre a Piplup.

«Ecco.»

Piplup lo guarda un po’, ma poi distoglie lo sguardo chiudendo gli occhi.

«Piplaa.»

«Come dici?» chiede incredula con l’aria arrabbiata. «Che cosa significa no?!»

«Piiplaa!» gli urla in tutta risposta.

Lucinda si alza demotivata e rimette il contenitore nello zaino.

Proprio in quel momento spunta di nuovo fuori Ariados che usa Velenospina. I due riescono ad evitare l’attacco, ma subito dopo cadono a terra.

Alzano lo sguardo e vedono altri Ariados farsi strada sulla tela.

«Piplup, vieni, scappiamo!» esclama terrorizzata alzandosi istantaneamente in piedi.

I Pokémon utilizzano Millebave costringendo Piplup e Lucinda a cambiare strada.

«Quelli Ariados ce l’hanno con noi, abbiamo distrutto la loro ragnatela!» esclama Lucinda nel panico.

Usano ancora Velenospina e per evitare gli attacchi finisce che dallo zaino di Lucinda esce il contenitore di cibo per Pokémon.

«Ascoltami bene!» esclama rivolta a Piplup. «Useremo il mio cibo per Pokémon in modo da distrarli, poi un tuo attacco Bolleraggio per abbattere la barriera!»

Lucinda lancia un po’ di cibo per Pokémon in aria.

«Ehi voi due! Venite a mangiare!»

Gli Ariados non se lo fanno ripetere due volte e iniziano a mangiare.

«Attacca!» ordina a Piplup.

Il Pokémon pinguino fa come dice Lucinda e usa Bolleraggio sulla tela, generando un sacco di fumo scuro. La ragazza sorride, ma in quel momento un Pokémon le lega una gamba con Millebave e cade a terra.

«Piplup, vattene via!» esclama. «Io ce la faccio!» aggiunge sperando che la ascolti.

«Piplaa piplaa!» scuote le pinne agitato.

«Su, muoviti!» esclama ancora lei.

Gli Ariados stanno nuovamente cercando di colpirla utilizzando Fuocobomba e lei stavolta non può fare altro che coprirsi il volto con le mani.

Piplup le si para davanti utilizzando Pazienza. Quando Lucinda si accorge che il Pokémon d’acqua la sta proteggendo sorride. Sembra che alla fine Piplup non la odi poi così tanto.

Il Pokémon concentra tutta l’energia in una sfera di luce scintillante che spazza via gli Ariados.

Lucinda si alza e guarda Piplup incredula. È decisamente rimasta colpita dalla sua forza…

«Grazie infinite, amico mio.» lo ringrazia inginocchiandosi di fianco a lui.

Piplup cade a terra sfinito e lei lo prende in braccio.

Si alza e prosegue per poi accorgersi di trovarsi nei pressi del Lago Verità.

Lo stomaco di Piplup riprende a brontolare, così decide di metterlo giù per prendere un po’ di cibo per Pokémon dallo zaino.

«Mi dispiace, non è molto.» dice. «Abbiamo usato tutto il resto come esca.»

Piplup, stavolta, prende il cibo e lo mangia senza fare storie.

Lucinda gli sorride felice.

«Staraptor!» emette un Pokémon volante.

La ragazzina si volta sorpresa e scopre che Chimchar è stato ritrovato dallo Staraptor del laboratorio, che lo tiene saldo per non permettergli di fuggire di nuovo, e da Staravia, che lo segue.

«Su, adesso torniamo al laboratorio.» dice Lucinda a Piplup rialzandosi.

Proprio in quel momento però un vento fortissimo si alza scompigliandole i capelli e costringendola a chiudere gli occhi. Da subito le sembra di vedere qualcuno sulla superficie del lago e questo la fa allarmare. Pochi secondi dopo appare una sagoma trasparente simile a un Pokémon.

«Cos’era quello?» si chiede.

«Piplaa...» emette Piplup.

 

«Si narrano molte storie su di un Pokémon leggendario che da molto tempo vivrebbe nel Lago Verità.» dice. «Potrebbe trattarsi di quello che hai visto tu.»

«Wow...» emette Lucinda inconsapevolmente.

«Hai avuto una giornata piena, forse non te l’aspettavi, ma il tuo viaggio è cominciato.» dice il professore.

Un assistente le porge un vassoio con delle PokéBall e un PokéDex.

«Ora non ti resta che scegliere uno di questi tre.» dice voltandosi verso il bancone dei Pokémon. «Il tipo di fuoco: Chimchar; il tipo d’acqua: Piplup; oppure quello d’erba: Turtwig.» poi si volta verso Lucinda. «Hai deciso con quale vorresti cominciare?»

«Sì signore, ho deciso.» dice decisa guardando per un attimo il professore per poi rivoltarsi verso i Pokémon. «Con Piplup!»

«Piplaa!» emette mettendo le braccia sui fianchi con espressione orgogliosa.

«Bene, allora tieni, questa è la PokéBall del tuo Piplup.» dice porgendogliela.

«Grazie.» la prende e va verso il Pokémon pinguino. «Piplup, insieme ne abbiamo già viste di tutti i colori oggi, siamo una vera squadra.»

«Piplaa.» alza la pinna felice.

«D’accordo, su, andiamo.» sorride ritirandolo nella PokéBall.

 

Benvenuti qui in the Pokémon’s world,

siete pronti o no per un Pokémon match

allenati per nuove sfide tra voi,

siete in viaggio qui per un Pokémon tour.

 

Insieme a Pikachu, a Lucinda e Pinlup,

il team Rocket qui vita dura farà,

con la Pokeball acciuffare si può

nuovi Pokémon forti come non mai.

This is the moment,

gotta catch 'em all!

 

Win a Pokémon!

Potenti, travolgenti e unici,

in viaggio tu catturerai

gli amici più fedeli,

amici per sempre.

 

Win a Pokémon!

Vivaci, appariscenti e teneri,

in ogni gara vincerai,

lanciando la tua sfera

campione del mondo sarai.

 

Win, win a Poke, win a Pokémon.

Win, win a Poke, gotta catch 'em all.

 

Straordinario Ash veterano del clan,

il migliore sei, ogni incontro è ok,

col tuo Pikachu che spettacoli dai,

se rimani al top più medaglie otterrai.

Gridiamo insieme

gotta catch 'em all!

 

Win a Pokémon!

Potenti, travolgenti e unici,

in viaggio tu catturerai

gli amici più fedeli,

amici per sempre.

 

Win a Pokémon!

Vivaci, appariscenti e teneri,

in ogni gara vincerai,

lanciando la tua sfera

campione del mondo sarai.

 

AH WIN A POKÉMON

AH WIN A POKÉMON

 

Win a Pokémon!

Vivaci, appariscenti e teneri,

in ogni gara vincerai,

lanciando la tua sfera

campione del mondo sarai.

 

Win, win a Poke, win a Pokémon.

Win, win a Poke, gotta catch 'em all.


«Ehi Piplup, tu sai cos’è una Gara Pokémon?»

Il Pokémon pinguino non dice niente, ma la guarda interessato.

«È davvero emozionante e io vorrei diventare una coordinatrice di primo livello.» dice. «Perciò il primo posto in cui andremmo sarà Giubilopoli, dove fra non molto si terrà una gara e che tra l’altro è anche qui vicino.» continua. «Quindi cerchiamo di catturare più Pokémon che possiamo prima di arrivare, così avremmo più aiuto, dovremmo anche cominciare a elaborare qualche strategia.»

All’improvviso si sente un fruscio di cespugli, così Lucinda si ferma confusa.

«Anche a te sembra che ci sia qualcuno là dietro?» chiede al Pokémon cercando di vedere se realmente c’è qualcuno.

Dal cespuglio sbuca un Pikachu che cadere esausto a terra, così lei smonta dalla bicicletta e l’appoggia a terra.

«Accipicchia!» esclama sorpresa. «Quello è un Pikachu! Piplup, catturiamolo, usa Bolleraggio!»

Piplup esegue l’ordine, ma Pikachu utilizza Fulmine e l’attacco viene spazzato via.

«Va bene Piplup, allora usa Beccata!»

Pikachu però usa di nuovo Fulmine e oltre che colpire Piplup colpisce anche la bici di Lucinda che si abbrustoglisce da capo a piede.

«OH NO!» esclama portandosi una mano alla bocca. «La mia bici!»

Pikachu la guarda preoccupato, consapevole di non aver fatto una bella mossa.

«Bene, dopo questo scherzetto ti devo assolutamente catturare.» dice cercando di controllare la sua rabbia. «Vai PokéBall!» esclama lanciandola.

La PokéBall colpisce Pikachu, eppure non lo lascia entrare.

«Non può essere...» mormora. «Quindi vuol dire che il tuo allenatore è qui nei dintorni?!» aggiunge guardandosi intorno agitata.

«Pika...» emette prima di voltarsi e andarsene.

Viene però bloccato da un Seviper, un Dustox e un Cacnea che lo accerchiano. Si guarda intorno disorientato, poi arriva il Team Rocket.

«Evviva!» dice Jessie.

«Finalmente abbiamo Pikachu sotto tiro!» le fa eco James.

«Ragazzina, lo sai che non dovresti andare in giro a giocare con le Sfere Poké?» domanda Jessie maligna.

«Potresti anche far male a qualcuno per sbaglio.» commenta James.

«In questo bosco non c’è posto per un’altra ladra di Pokémon.» dice ancora Jessie.

Pikachu colpisce il Team Rocket con Fulmine e loro cadono a terra.

Inizia così una lunga battaglia, alla fine della quale Lucinda decide di aiutare Pikachu.

«Piplup, Bolleraggio!» ordina.

L’attacco spazza via gli altri Pokémon, così Lucinda e Piplup corrono da Pikachu parandoglisi davanti.

«È meglio se non ti intrometti!» minaccia James.

«Seviper, Avvolgibotta!» ordina Jessie.

Seviper stringe Piplup con la sua coda.

«Svelto Piplup, usa Bolleraggio!» esclama la padroncina.

Il Pokémon finalmente riesce a liberarsi.

«Bravissimo!» esclama entusiasta.

«Ti faremo vedere perché il Team Rocket è tanto temuto dai bambini della regione di Kanto!» strilla la ragazza del trio.

«Bolleraggio, forza!» ordina Lucinda.

Piplup fa come ordinatogli dall’allenatrice e Pikachu si rende utile utilizzando Fulmine.

Ne segue un’esplosione di fumo scuro e il Team Rocket viene spedito in orbita.

«Evviva!» esclama Lucinda supportata dai due Pokémon.

Pikachu cade a terra sfinito, così lei lo prende in braccio preoccupata.

«È un guaio...» emette senza rendersene conto. «Dove sarà il tuo allenatore?»

Guarda Piplup istintivamente, poi torna a guardare Pikachu.

«Per il momento credo sia meglio se lo portiamo al Centro Pokémon.» dice infine ancora visibilmente preoccupata.

 

«È meraviglioso cara!» esclama la madre dallo schermo. «Hai fatto un’ottima scelta prendendo Piplup, dimmi sei già riuscita a catturare qualche altro Pokémon?»

«Ci ho provato, ma finora non ho avuto fortuna.» risponde abbassando la testa sconfitta.

«Abbi pazienza cara, ci vuole un po’ di tempo per imparare.» dice. «È bellissimo per un allenatore trovare dei nuovi amici.» aggiunge.

Piplup mette le pinne sui fianchi e chiude gli occhi orgoglioso.

«Piplup, non ti vantare.» dice Lucinda sarcastica.

Il Pokémon a quelle parole si arrabbia e la padroncina se la prende a sua volta.

«Ehi! Guarda che è anche colpa tua se non abbiamo ancora catturato neanche un Pokémon!»

«Pi pla, pipla pipla!»

Piplup comincia a prenderla a beccate.

«Non beccarmi!» esclama cercando di farlo smettere. «Altrimenti sarò io a beccare te!»

Piplup però non intende smettere e i due continuano a litigare.

«Credo che quei due siano fatti l’uno per l’altra, non sei d’accordo?» sussurra Olga al suo Glameow.

 

«Cosa combinate voi due?» chiede il professore dallo schermo. «Sembrate cane e gatto.»

«No, stiamo benissimo insieme.» sorride Lucinda.

«Quindi il vostro viaggio prosegue bene?» domanda poco convinto.

«A proposito, prima abbiamo trovato un Pikachu smarrito.» spiega. «Era inseguito da tre brutti ceffi, volevo trovare il suo allenatore, ma aveva bisogno di cure, quindi sono venuta al Centro Pokémon.»

«Tre brutti ceffi?» ripete il professore.

«Mi sembra di aver capito si chiamino Team Rocket, ma non so molto di loro.» risponde.

Il Professor. Rowan si fa pensieroso, ma non dice niente.

«Lei per caso sa chi sono?» chiede Lucinda.

«Non esattamente, ora la cosa importante è ritrovare l’allenatore del Pikachu.»

«Sì.» dice decisa. «Pensavo proprio di fare un giro della zona e chiedere in giro, voglio dire, se ho trovato Pikachu in questo bosco il suo allenatore non deve essere lontano.»

«Ottimo, ti prego di chiamarmi qualora ci fossero delle novità.» dice lui.

«Certo.»

La video-chiamata finisce e il monitor si spegne.

«Bene, mettiamoci all’opera!» dice voltandosi.

Senza accorgersene dall’euforia del momento urta una persona.

«Scusami!» esclama imbarazzata.

«Pi pipla.» emette il Pokémon pinguino con le braccia sui fianchi e gli occhi chiusi.

La padroncina gli rivolge uno sguardo truce per poi voltarsi nuovamente.

Lo guarda meglio e subito si accorge che è un ragazzo che avrà sì e no qualche anno in più di lei. Ha i capelli scuri e gli occhi azzurri. Rimane un po’ sorpresa, ha tutta l’aria di essere un tipo piuttosto cupo.

«Non fa niente.» dice disinteressato riprendendo a camminare.

«Aspetta!» esclama lei.

Si ferma e si volta a guardarla confuso.

«Per caso...» dice titubante. «Sì, tu hai un Pikachu nella tua squadra?»

Il ragazzo non risponde e si gira.

«Ho capito chi sei, non sono interessato a questi stupidi sondaggi.» dice andandosene.

«Che antipatico!» esclama per poi voltarsi verso Piplup. «Piplup, andiamo, non abbiamo tempo da perdere.»

«Piplaa!» emette deciso.

 

«Lucinda, il tuo Pikachu ora sta molto meglio.» le dice l’infermiera Joy.

«La ringrazio infinitamente.» dice prendendolo in braccio.

«Fa attenzione d’ora in poi.»

«Certo e grazie ancora!» esclama correndo fuori dal Centro.

Una volta fuori Lucinda corre da una parte all’altra alla ricerca dell’allenatore del Pikachu, ma non riceve nessuna risposta positiva. Comincia a essere stanca di camminare a destra e a manca.

«Come vorrei che la mia bici non si fosse arrostita...» dice mettendo le braccia sui fianchi esasperata.

«Pika...» emette Pikachu mortificato.

«Pazienza, mi sa che dobbiamo rimetterci in marcia.» dice ancora lei.

In quel momento sul marciapiede passa il ragazzo che prima aveva incontrato al Centro Pokémon.

Lucinda fa finta di non vederlo, ma lui si ferma.

«Quindi il Pikachu sarebbe questo?» chiede sorpreso.

Lucinda non gli risponde e lo guarda stupita, ma poi gli sorride un po’ imbarazzata.

«Sì, sto cercando il suo allenatore!» esclama.

«Immagino tu ti stia dando da fare.»

«Che domande.» dice ovvia chiudendo gli occhi con aria orgogliosa. «Qualunque allenatrice degna di questo numero lo farebbe.»

«Ti aiuto se vuoi.»

«Sul serio?!» chiede incredula.

«Scusami per prima, credevo fossi una addetta ai PokéSondaggi.» spiega. «Mi è già capitato di incontrarne.»

«Capisco...» mormora. «Allora grazie.»

«Mi chiamo Sami e vengo da Rupepoli, a dirla tutta sto tornando a casa.»

«Io sono Lucinda, vengo da Duefoglie e sono da poco diventata un’allenatrice.»

Si stringono la mano.

«Hai già chiesto agli allenatori sul percorso 219?»

«No.» risponde.

«Allora vado a chiedere a loro.» dice prendendo a correre.

Lucinda lo guarda andare via, ma quando viene richiamata da Piplup guarda lui.

«Noi torniamo al Centro!» dice decisa. «Ora che abbiamo chi ci aiuta posso tranquillamente chiamare il professore!»

«Pika pika.»

«Pipla piplaa.»

Lucinda si volta e vede per la prima volta alcune macchinette per le video-chiamate, così decide di approfittarne.

«Professore, ha delle novità?» chiede.

«Lucinda!» esclama. «Per fortuna mi hai chiamato, l’allenatore del Pikachu si chiama Ash ed è venuto qui, se n’è appena andato.» spiega. «Sta cercando di raggiungerti, torna verso il Centro Pokémon!»

«Non c’è problema, su coraggio, andiamo.» dice rivolta ai due Pokémon.

Fa per andare, ma poi si ferma esitante.

«Sì, ma prima dovrei dirlo a Sami, lui è stato così gentile...» dice titubante. «Che faccio? Se non torno subito indietro rischio di non incontrarlo, ma se non lo dico niente a Sami sarò una persona orribile...» si prende la testa con le mani. «Accidenti, cosa faccio!? Non so nemmeno dov’è il percorso 219!»

«Se mi permetti, posso avvertire io il tuo amico.» dice il professore.

Si volta nuovamente verso lo schermo.

«Dice davvero?» emette sorpresa.

«Certo, raggiungi pure Ash.»

«La ringrazio molto.» dice accennando un inchino per poi correre via.

 

Lucinda si addentra di nuovo nel bosco e comincia a correre più velocemente che può, ma un’ombra gigantesca si posa su di lei e i Pokémon costringendoli a fermarsi.

«Non ci credo...» mormora guardando l’enorme robot manovrato dal Team Rocket.

Pikachu usa la sua mossa Locomovolt, ma per qualche strano motivo la macchina non risente per niente dell’attacco.

Quando il macchinario comincia a muovere le tenaglie e Lucinda si allarma ancora di più.

«Piplup, usa Bolleraggio!»

Il robot riesce a prendere Pikachu e lui non riesce nemmeno più a muoversi.

«Pika!»

«Presto Piplup!» esclama la ragazza nel panico. «Usa ancora Bolleraggio!»

Nonostante il Pokémon esegua i comandi l’attacco non sortisce l’effetto sperato.

«Piplaa!» emette per poi correre verso il robot.

«Piplup, aspetta!» dice l’allenatrice seguendolo.

Il Pokémon si lancia sulla tenaglia rimasta libera, ma viene ributtato indietro e Lucinda, preoccupata, corre da lui. Piplup è intenzionato a non mollare, quindi è costretta a dirgli di fermarsi.

Il Team Rocket comanda il robot in modo da colpire i due, così loro terrorizzati fanno di tutto pur di evitare i colpi.

«Aipom, Agilità!» grida qualcuno dietro di loro. «Starly, Turbine!»

Due Pokèmon, ancora, a Lucinda sconosciuti fanno il loro ingresso colpendo il robot.

La ragazzina si volta e vede un ragazzo dagli occhi scuri correrle incontro. Ha un’espressione seria, quasi minacciosa, in un primo momento teme di essere proprio lei il suo bersaglio, ma poi lo vede passarle oltre e saltare su un albero per poi attaccarsi a una delle tenaglie del robot.

«Chi è quel ragazzo?» mormora inconsciamente.

Il ragazzo è riuscito a raggiungere Pikachu, ma proprio in quel momento il robot minaccia di scoppiare a causa del sovraccaricamento.

La macchina scoppia in mille pezzi e si alza un minaccioso fumo scuro.

Lucinda e Piplup fissano il macchinario distrutto con chiara preoccupazione negli occhi.

Fortunatamente però, dopo pochissimi secondi, Ash e Pikachu riemergono dalle macerie e si abbracciano.

«Pikachu… meno male...» emette Lucinda sollevata.

Ash si accorge per la prima volta di lei e immagina sia proprio la ragazza della quale parlava il professore. Rimane a guardarla per un paio di secondi attirando anche il suo sguardo sorpreso. Quando si rende conto di quello che sta facendo scuote la testa e si alza.

«Grazie davvero per aver salvato il mio Pikachu.» dice. «Il mio nome è Ash Ketchum, della città di Biancavilla.» si presenta.

«Ciao, io mi chiamo Lucinda e questo è il mio amico Piplup.» dice guardando il Pokémon.

Ash tira fuori il PokéDex dalla tasca e lo punta su Piplup.

«Spero che quello scoppio non gli abbia fatto male.» commenta preoccupato.

«Ti ringrazio, ma sta benissimo.» dice. «Vero Piplup?» chiede conferma guardando il Pokémon pinguino.

«Sei un Pokémon molto forte, eh?» gli chiede retoricamente Ash.

Lui mette le mani sui fianchi con aria orgogliosa, ma poi esegue un paio di giravolte su se stesso e cade a terra.

«Piplup!» lo soccorre subito la padroncina.

«Credo sia esausto dopo tutte queste emozioni.» dice Ash altrettanto preoccupato. «Portiamolo al Centro Pokémon.»

«Sì.» annuisce lei prendendolo tra le braccia e alzandosi.

 

«Devo chiamare il Professor. Rowan.» dice Lucinda una volta arrivati al Centro e portato Piplup dall’infermiera Joy.

«Adesso?» chiede perplesso.

«Sì, voglio dirgli che ti ho trovato.» sorride prima di allontanarsi.

Però non fa in tempo a fare più di un paio di passi che vede Sami seduto su una sedia della sala d’aspetto. È intento a lucidare qualcosa con uno straccio.

La ragazza si fa forza e va da lui.

«Ciao Sami… ehm.» dice incerta. «Scusami per essere sparita dopo che ti sei offerto di aiutarmi.»

Sami la guarda con aria di sufficienza.

«Non preoccuparti, il Professor. Rowan mi ha avvertito.» dice. «Sei riuscita a trovare l’allenatore del Pikachu?»

Lucinda sorride come un ebete, si sente terribilmente in colpa per ciò che ha fatto.

«Ciao, io sono Ash Ketchum, piacere.» dice una volta vicino a loro tendendo la mano a Sami.

«Piacere, sono Sami di Rupepoli.» gliela stringe.

«Non sono mai stato a Rupepoli, ma ne ho sentito parlare molto bene.» commenta. «Tu e Lucinda vi conoscete?»

«Ci siamo incontrati prima.» spiega. «Ho aiutato Lucinda in una commissione.»

La ragazza si allarma quando vede che Ash diventa perplesso.

«Intendeva che mi ha aiutato a cercarti!»

«Quindi sei tu l’allenatore del Pikachu?» chiede squadrandolo dalla testa ai piedi. «Fai attenzione ai tuoi Pokémon.» dice per poi tornare a lucidare l’oggetto.

- Penso che ce l’abbia a morte con me… - pensa Lucinda.

«Guarda che non è come credi!» esclama Ash. «Senti, ma non è che io e te ci siamo già visti da qualche parte?»

«Non ho tempo per discutere con voi.» conclude alzandosi e andandosene.

«Che tipo.» commenta Ash serrando i pugni.

Lucinda non ha il coraggio di dire niente e sorride ancora come un ebete.

 

«Mi fa piacere che vi siate trovati.» dice il Professor. Rowan. «Immagino che ora viaggerete insieme.»

Lucinda guarda Ash leggermente agitata e lui guarda lei più confuso che altro.

«No, si sbaglia.» sorride. «Ho solo fatto il mio dovere da allenatrice, ora andrò a Giubilopoli per partecipare alla mia prima Gara Pokèmon.»

- Non vorrei mai tornare ad incontrare quei tizi strani… -

Il professore non dice niente, ma è chiaramente contrariato.

«Ci vediamo professore! A presto Ash!» esclama per poi correre via.

«Quella ragazza...» sospira esasperato il professore.

«Qualcosa non va?» chiede Ash confuso.

«Ho avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con lei.» spiega. «Devi sapere che l’ho trovata mentre girava a vuoto in cerca del mio laboratorio.»

«Caspita, si era persa?»

«Sì, ma il bello è che nonostante non sapesse dove andare continuava a dirmi che se la sarebbe cavata in qualche modo.»

«È stata una fortuna che abbia incontrato lei.» dice.

«Lei è stata fortunata ad incontrare te.» dice. «O viceversa, insomma, quello che voglio dire è che potreste aiutarvi a vicenda.»

«Capisco cosa intende, ma non credo di poterci fare niente se Lucinda preferisce viaggiare da sola.»

«Sono certo che cambierà idea, Lucinda è testarda, ma non rifiuta mai un po’ di aiuto.»

«Mi ha convinto.» dice ridendo debolmente. «Sono proprio curioso di scoprire qual’è il vero carattere di Lucinda.»

 

«Bene Piplup!» esclama Lucinda una volta uscita. «Ora ci rimettiamo in viaggio, dici che c’è una città dove possiamo acquistare una bicicletta?» chiede al Pokémon mentre si allontanano.

«EHI LUCINDA?!» urla con le mani a megafono Ash uscendo dal Centro Pokémon.

«È ancora lui!» esclama Lucinda incredula. «Presto Piplup, seminiamolo!» dice complice rivolta al Pokémon pinguino.

I due cominciano a correre, così Ash fa lo stesso.

Quando si addentrano nel bosco Piplup inciampa, così Lucinda lo prende in braccio lasciando ad Ash alcuni secondi di vantaggio.

«Fermati!» le grida Ash, chiaramente affaticato, senza, però, mai, smettere di correre.

Una buona decina di minuti dopo tutti e due si accasciano a terra con il fiatone, tuttavia sono a parecchi metri di distanza l’uno dall’altra.

«Non ti sembra maleducato scappare così?!» chiede Ash quando riesce a riprendere un po’ di fiato.

«Perché mi stai seguendo?!» domanda alterata. «Ti ho detto che non voglio viaggiare con te!»

«Sei proprio testarda, ha ragione il Professor. Rowan.»

«Cosa?» emette sorpresa. «Il professore ti ha parlato di me?!» aggiunge agitata.

«Sì e indovina cosa mi ha detto?» chiede retorico. «Che una certa ragazzina si dà tante arie, ma rischiava di perdersi ancora prima di arrivare al laboratorio!»

«Non sono affari tuoi!» esclama. «Non sei tenuto a farmi da balia!»

«Se continui con questo atteggiamento non arriverai da nessuna parte!»

«Fatti gli affari tuoi!»

Un Buneary sbuca da un cespuglio e Lucinda si alza subito in piedi. Entusiasta tira fuori una PokéBall. È un Pokémon davvero carino! Ha intenzione di catturarlo subito!

«Caspita che emozione, cominciamo!» esclama caricando la PokéBall dietro alle spalle.

«Ehi!» esclama Ash. «Guarda che devi ingrandire la Sfera Poké!»

Lucinda la guarda perdendo la concentrazione al punto tale da non riuscire più a tenerla saldamente in mano.

«Sbrigati, altrimenti se ne andrà!» esclama Ash.

«Ci sono!» dice riacquistando il controllo. «Ora la lancio!» dice decisa premendo il pulsante.

La PokéBall finisce in testa ad Ash mettendolo al tappeto.

«Ops...» mormora mortificata.

«Io non sono un Pokémon da catturare!» esclama lui sedendosi.

«È stato un incidente!» dice. «Se tu non avessi gridato non mi sarebbe sfuggita di mano!»

«Sei tu che hai sbagliato a lanciarla!» dice. «Anche se non capisco come accidenti hai fatto, sono in tutt’altra direzione rispetto a Buneary!»

«Stai forse insinuando che l’ho fatto apposta!?»

«Questo lo hai detto tu!»

Lucinda raccoglie il suo zaino da terra e si volta per poi andarsene.

«Dove vai?!» le grida Ash senza muoversi.

«A Giubilopoli.» dice senza fermarsi.

«Quella è la direzione sbagliata!»

La ragazza si volta sorpresa.

«Lo vedi? La gente fa bene a preoccuparsi!»

«Guarda che io lo sapevo.» dice. «Stavo solo… prendendo tempo affinché tu te ne andassi e smettessi di seguirmi!»

«Certo.» incrocia le braccia. «Inventatene una migliore.»

«Guarda che è la verità!»

«Hai un bel coraggio per parlare di verità!»

 

«Lucinda, chi è quel ragazzo laggiù?» chiede Olga riferendosi ad Ash seduto su una sedia della sala d’aspetto.

Lucinda si è fermata al Centro Pokèmon a video-chiamare sua madre e Ash non intende smettere di seguirla. Dopotutto gliel’ha chiesto il Professor. Rowan… e poi ora è proprio curioso di vedere fino a che punto quella ragazzina ha intenzione di spingersi...

«Chi lui?» domanda in ansia. «Nessuno, un allenatore come tanti presumo...»

«Salve signora, io sono Ash Ketchum.» si presenta arrivando di soppiatto.

«Ciao, piacere di conoscerti, sono la mamma di Lucinda.» sorride. «Quindi vi conoscete?» guarda con aria critica la figlia per averle nascosto la verità.

«Ci siamo incontrati per caso.» sorride Lucinda imbarazzata.

«Mi ha aiutato a ritrovare il mio Pikachu.» dice Ash. «Un vero segno del destino.»

Lucinda diventa rossa da capo a piede per le parole dette dal ragazzo.

«Ora devo andare mamma!» esclama tagliando corto. «Ti chiamo appena posso!» aggiunge premendo il pulsante per spegnere il monitor. «Si può sapere cosa ti è saltato in mente di dirle!?» esclama dopo aver tirato un sospiro di sollievo.

«Perché? Che ho detto di male?» chiede con aria ingenua.

«Non ci provare!» esclama. «Non dire a mia madre delle bugie!»

«Cosa?! Sono io quello che dice bugie adesso!?»

Lucinda tira un altro sospiro esasperata.

«Senti, abbiamo iniziato con il piede sbagliato.» dice più calma Lucinda. «Che ne dici di cominciare da capo? Ciao, sono Lucinda.» dice tendendogli la mano.

«No.» dice guardando la sua mano per poi tornare a guardare lei. «L’inizio era ok, è tutto il resto che è andato a rotoli.»

La ragazza abbassa la mano demotivata.

«Davvero ti sto così antipatico?»

«No!» si sbriga a dire. «Voglio dire, non ho niente contro di te è solo che ho paura di incontrare di nuovo quei tre!»

«Chi? Il Team Rocket?» chiede. «Mi sembra che tu gli abbia tenuto testa anche troppo bene quando hai protetto Pikachu.»

«È vero che i bambini di Kanto sono terrorizzati dal Team Rocket?» chiede con lo sguardo basso.

«Te l’hanno detto loro?» ridacchia. «Non esiste! Tutti sanno che il Team Rocket è temibile quando un Magikarp.»

«Che Pokémon è Magikarp?» chiede curiosa alzando lo sguardo.

«Ragazza mia, hai tantissime cose da imparare sul mondo Pokémon.» dice mettendo le mani sui fianchi. «Ma sei fortunata, hai la possibilità di avere un tutor personale al tuo servizio ventiquattr’ore su ventiquattro.»

«Inclusa la notte quando normalmente gli allenatori dormono?» scherza lei.

«Allora?» chiede sciogliendo le braccia. «Che ne dici?»

«Uhm...» finge di pensarci. «Dico di no.» sorride.

Ash casca quasi dalla sorpresa.

«Ma dai!» esclama. «Tu da sola non sai arrivare alla fine del percorso!»

«Mi avevi quasi convinta, ma penso che sarebbe un continuo tirarsi frecciatine a vicenda, quindi dico di no.» spiega sorridendo tranquilla. «Però non è detto che abbia ragione, quindi ci vediamo alla mia gara a Giubilopoli se ti interessa vedere una bella esibizione.» conclude correndo via.

 

POKÉMON!

 

Un altro giorno, un'altra sfida!

Sempre lontano, sotto la tua guida!

 

POKÉMON!

 

Abbiam la forza, e sai che,

Vinceremo ancora, io e te!

 

Saremo eroi, POKÉMON!

cambieremo il mondo se lo vuoi!

Andrò dovunque andrai! POKÉMON!

Per sempre amici, io e te!

Saremo eroi

POKÉMON!

 

Restiamo uniti, è questa l'ora!

Lottiamo insieme, come una cosa sola!

 

Dammi la mano e vieni con me!

Vinceremo insieme io e te!

 

Saremo eroi, POKÉMON!

cambieremo il mondo se lo vuoi!

Andrò dovunque andrai! POKÉMON!

Per sempre amici, io e te!

Saremo eroi

POKÉMON!

 

Saremo eroi, POKÉMON!

cambieremo il mondo se lo vuoi!

Andrò dovunque andrai! POKÉMON!

Per sempre amici, io e te!

 

Saremo eroi! POKÉMON!

Saremo eroi! POKÉMON!

Saremo eroi! POKÉMON!

 

SAREMO EROI!

POKÉMON!

 

«Mamma, ti ringrazio tanto, questo vestitino è favoloso!» esclama facendo una piroetta.

Lucinda si è preparata per la Gara Pokémon e ha video-chiamato di nuovo sua madre.

«Sono contenta che ti piaccia.» dice. «Ma hai guardato bene? Ci dovrebbe essere anche una collana.»

«Una collana...» ripete perplessa.

Si avvicina un Glameow, però ha qualcosa di strano attorcigliato alla coda… sembra un nastro nero con un piccolo fiocchettino rosso.

«Meow!» emette il Pokémon per attirare l’attenzione di Lucinda.

«Ma guarda che bel collare...» lo osserva lei.

«Ecco chi ha preso la collana!» esclama Olga sorridente.

«Eh?»

Una ragazza si avvicina a Lucinda, così lei si rialza.

«Sei tu che hai trovato la mia collana?»  

«Sì, era sul pavimento dei corridoi.» risponde la nuova arrivata. «Ho immaginato che fosse di una ragazza elegante come te.»

«Visto?» chiede retorica alla madre voltandosi di nuovo verso di lei. «L’ho trovata, ora non hai proprio più niente di cui preoccuparti.»

«Sai bene che più mi dici di non preoccuparmi più lo faccio!» esclama la madre severa.

All’improvviso Lucinda si ricorda di ringraziare la ragazza alle sue spalle, così si volta, ma non la vede più. Immagina quindi se ne sia già andata.

«Tesoro?» la chiama Olga per attirare nuovamente la sua attenzione. «Non devi essere così distratta, ricordati che è il tuo primo vero torneo.»

«Non ti preoccupare!» esclama guardandola di nuovo.

«Di nuovo?» domanda esasperata. «Cosa faccio io quando mi dici di non preoccuparmi?»

Lucinda abbassa la testa demoralizzata.

«Stia tranquilla signora, ci sono qua io con lei.» dice qualcuno avvicinandosi a Lucinda.

«Ciao Ash, non ti avevo visto, sei appena arrivato?»

«Già, ho avuto un contrattempo.» dice mortificato. «Ma ora sono qua e resto fino la fine.»

«Ehi, aspetta un attimo.» dice Lucinda rialzando la testa. «Quante volte ti ho detto di non irrompere nelle mie video-chiamate in questo modo?!»

«La scusi, è chiaramente nervosa.» dice sorridendo a Olga.

«Non giustificare il mio comportamento con mia madre!»

La donna sorride cordialmente ad Ash.

«Allora vi lascio.» dice. «Tesoro, ti seguirò in TV, ti auguro buona fortuna.»

«Grazie mamma.»

Una volta spento il monitor si volta verso Ash.

«Ehi!» esclama solo.

«Cosa c’è?» chiede. «Mi hai detto tu che dovevo venire alla gara di Giubilopoli, non provare a negarlo!»

«Tu non hai proprio niente di meglio da fare, vero?» chiede retorica portandosi una mano alla fronte.

«Certo che ce l’ho!» esclama leggermente offeso. «Vincere tutte le medaglie e diventare il Campione di Sinnoh!»

«Allora perché non lo fai anziché seguire me?»

«La prima palestra si trova a Mineropoli, Giubilopoli non ha deviato per niente la mia rotta, dovevo passarci per forza.» spiega. «Come mai quel vestito?»

Lucinda arrossisce davanti allo sguardo stupito del ragazzo che sembra essersi accorto solo ora di cosa indossa.

«M-me l’ha inviato mia mamma.»

«Sì…? No, intendevo perché lo indossi.»

«P-per la gara, ovviamente!» esclama distogliendo lo sguardo rossa in volto.

 

«Ecco a voi Zoey!» dice al microfono la conduttrice.

- Così si chiama Zoey… - pensa Lucinda.

«Misdreavus, scelgo te!»

Al termine dell’esibizione Lucinda è ancora più nervosa. Dopo che ha visto Zoey e il suo Pokémon come potrebbe non esserlo? Sono stati davvero bravi… si chiede se lei riuscirà a fare lo stesso.

«Sei la prossima.» le dice qualcuno entrando.

Lucinda comincia ad andare, ma a metà strada viene fermata da Zoey.

«Auguri.» dice la ragazza a braccia incrociate.

«Grazie.» dice Lucinda per poi ricominciare ad andare.

Mentre sta percorrendo il corridoio vede Ash che ha tutta l’aria di non essere lì per caso.

«Vedrai, sarai bravissima.» le dice quando lei lo raggiunge sorpresa.

Minaccia di prendere ancora colore, quindi decide di non dire niente.

Ash alza una mano e Lucinda capisce subito cosa vuole fare, così alza anche la a sua e si scambiano il cinque.

 

«E ora un’altra allenatrice dall’immenso talento.» presenta la conduttrice. «Date il benvenuto a Lucinda!»

Quando il sipario si alza e tutte le persone applaudono lei deve portarsi una mano al cuore per calmarsi.

- Stai calma, stai calma… - pensa.

«Bene, tocca a me.» sorride alzando il capo. «Ok Piplup, scelgo te!»

Al termine dell’esibizione torna dietro alle quinte e crolla per la troppa tensione accumulata.

Zoey le porge la mano e lei la prende.

«Grazie.» la ringrazia alzandosi.

«Ricordati che la gara è solamente all’inizio.» dice Zoey. «Abbiamo un appuntamento alle finali.»

«Certo, non mancherò.»

«È giunto il momento del verdetto.» dice la presentatrice dallo schermo dietro alle quinte. «Ecco i nomi degli allenatori che hanno superato la prima sfida e continuano la gara!»

Appaiono le fotografie degli allenatori sullo schermo.

«Evviva!» esclama Lucinda. «Sì, ce l’ho fatta!» aggiunge entusiasta.

«Devo chiamare subito mia mamma!»

 

«Mamma!» esclama. «Mi hai guardata, vero?!»

«Certo, complimenti, hai fatto un ottimo incontro.»

«Grazie mamma.»

«Ricordati di rimanere ben concentrata.» dice. «Mi raccomando, cerca di mostrare il meglio dei tuoi Pokémon.» aggiunge.

«Sì, mamma.» dice. «Lo so, non preoccuparti.»

«Di nuovo quella frase...» mormora esasperata. «Su, è meglio che tu vada, ormai non manca molto al secondo round.»

«Ci sentiamo dopo allora.» dice Lucinda. «Ciao mamma.» saluta con la mano.

«Grande Lucinda!» esclama qualcuno alle sue spalle.

Lei spegne lo schermo e si volta confusa.

«Ash?»

«Hai fatto un figurone, complimenti!» esclama sorridendo entusiasta.

«Non ho fatto nulla di speciale.» dice sorridendo imbarazzata. «La maggior parte del merito è di Piplup.»

«Tu e Piplup siete incredibili!»

«Attenzione, sta per cominciare il secondo round.» si sente dall’auto-parlante. «Tutti i coordinatori sono pregati di tornare dietro le quinte.»

«Ora devo andare.» dice facendo per andarsene.

«Aspetta!» esclama Ash.

Lei si ferma confusa a guardarlo, ma lui non dice niente e scuote la testa con enfasi.

«Niente.» dice quasi come se volesse auto-convincersi. «In bocca al lupo!»

«Crepi!» esclama lei prima di voltarsi ed andare via.

Quando se ne va al ragazzo cade la testa in avanti.

«Pika...» emette Pikachu.

 

«Mamma, scusami se ti ho delusa.» dice Lucinda con le lacrime agli occhi.

Purtroppo ha perso al primo incontro, così si è precipitata a chiamare subito la madre per ricevere un po’ di conforto.

«Non devi chiedere scusa a me.» dice. «Piuttosto dovresti scusarti con il tuo Pokémon.»

«Sì… lo farò...» mormora sfregandosi gli occhi.

«Smetti subito di piangere!» esclama. «Hai ben altro a cui pensare, dovresti riflettere su che cosa hai sbagliato, solo così potrai capire come comportarti nella prossima gara.»

Lucinda fa cenno di sì.

«Un’ultima cosa.» dice. «Puoi anche evitare di chiamarmi ogni volta che vinci o perdi.»

La ragazza sgrana gli occhi incredula.

«Parla con i tuoi amici d’ora in poi, non hai bisogno di me.»

Abbassa lo sguardo sconfitta.

«Lo sai che guarderò ogni tua competizione, non è vero?»

«Sì.» mormora tornando a guardarla ancora un po’ intimidita.

«Ora va e sta tranquilla, va tutto bene.»

«Grazie mamma, ciao.»

Il monitor si spegne e Lucinda si volta per tornare dentro.

«Lucinda...» mormora Ash.

«Ciao Ash.»

«Mi dispiace per quello che è successo...»

«Non fa niente.» sorride. «Ho appena parlato con mia madre, va tutto bene.»

«Sono contento!» esclama entusiasta. «Ti va di andare a prendere un gelato per festeggiare?»

«La mia sconfitta?» chiede cercando di capire le sue vere intenzioni.

«Il fatto che hai passato il primo round della gara! Sei talmente megalomane che per te tutto è o bianco o nero.» scherza. «Comunque se preferisci festeggiamo l’amicizia che ci lega.»

«Grazie Ash, davvero.» mormora con le lacrime agli occhi dalla commozione.

«Ho detto qualcosa di strano?! Scusami, non volevo!» dice terrorizzato all’idea di averla fatta piangere.

«No.» dice. «Non piango perché hai detto qualcosa di sbagliato… né perché ho perso al secondo round...» continua. «Queste sono lacrime di gioia.» sorride.

Ash prende leggermente colore, anche se non sa esattamente perché.

«Ora avrei bisogno di un abbraccio.» allarga le braccia sempre più commossa.

Ash non se lo fa ripetere due volte e l’abbraccia forte forte.

 

A volte è dura sai,

scegliere dove andare,

ma dentro te, lo scoprirai,

se segui il cuor non puoi sbagliar!

 

A volte non saprai,

quale destino avrai,

ma se la strada dove sei,

È quella giusta lo vedrai!

 

Con me, CON ME!

combatterai,

perché, PERCHÉ!

la giustizia vuoi!

Io e te, IO E TE!

sempre amici noi!

 

Insieme è, più facile sai,

e troverai, ciò che vuoi!

Uniti vinceremo,

POKÉMON!

 

WOO-HOO!

 

Ora il momento è,

se vuoi combattere,

e se starai insieme a me,

il mondo tu migliorerai!

 

Con me, CON ME!

combatterai,

perché, PERCHÉ!

la giustizia vuoi!

Io e te, IO E TE!

sempre amici noi!

 

Insieme è, più facile sai,

e troverai, ciò che vuoi!

Uniti vinceremo,

POKÉMON!

 

Quando ti sentirai perduto, e solo tu,

troverai coraggio, forza e non ti fermerai!

Se lungo la via cadrai,

credici e ripartirai!

Sempre amici avrai con te,

pronti a darti aiuto se…

 

Con me, CON ME!

combatterai,

perché, PERCHÉ!

la giustizia vuoi!

Io e te, IO E TE!

sempre amici noi!

 

Insieme è, più facile sai,

e troverai, ciò che vuoi!

Uniti vinceremo,

POKÉMON!

 

«Per la Gara Pokémon di quest’anno è previsto un programma completamente nuovo.» dice la presentatrice dallo schermo TV del Centro Pokémon. «A est del Monte Corona si trova Auroropoli, dove si svolge un’entusiasmante gara! Quest’anno per la prima volta si tratterà di un’esibizione doppia!»

«Sentito? Un’esibizione doppia...» mormora Lucinda non staccando gli occhi dallo schermo.

«Pi pipla!» esclama entusiasta il Pokémon tra le sue braccia.

«Cosa vorresti fare Lucinda?» le chiede Ash.

«Ma che domande!» esclama con aria entusiasta. «Vorrei partecipare alla gara di Auroropoli naturalmente!»

«Paaa!» le fa eco Piplup felicissimo per la notizia.

«Sicura di voler partecipare a una gara del genere?»

«Certo, anzi, sinceramente muoio dalla voglia di provare di nuovo un’esibizione doppia.» dice. «È importante, perché non l’ho mai vinta prima… capisci cosa intendo?»

«Ti capisco perfettamente!»

«Pikachu!» emette il Pokémon dalla spalla dell’allenatore.

«Ti ringrazio.» dice lei per poi sorridere.

 

Una volta usciti dal Centro Pokémon si ritrovano ad attraversare un sentiero fiancheggiato da un’aiuola di fiori. Ash e Lucinda camminano fianco a fianco, mentre Piplup e Pikachu sono qualche passo davanti a loro. Stanno marciando e canticchiando allegramente, quando a un certo punto si fermano stupiti.

«Che succede?» chiede Ash dopo che lui e Lucinda si sono avvicinati.

I due Pokémon intravedono un altro Pokémon ferito tra le rose e corrono a soccorrerlo.

«Aspettate!» esclama Lucinda iniziando a seguirli.

«Pikachu!?» le fa eco Ash correndo a sua volta.

Quando Piplup e Pikachu si fermano i due allenatori li hanno praticamente raggiunti.

«È un Riolu...» mormora Ash sorpreso.

«Pika-chu...» emette Pikachu scuotendolo.

«Piipla!»

«Poverino, è messo male...» commenta Lucinda preoccupata.

«Pika pika!» emette ancora Pikachu scuotendolo.

Riolu a quel punto si rialza e appena vede i suoi soccorritori inizia a tremare di paura.

«Tranquillo, non vogliamo farti del male...» mormora Lucinda avvicinandosi al Pokémon cautamente. «È ferito, dovremmo portarlo al Centro Pokémon.»

«Hai ragione.» concorda Ash.

Il ragazzo allunga le mani per prendere il Pokémon, ma lui arretra per poi sferrare un attacco facendolo cadere a terra.

«Ash!» esclama la coordinatrice preoccupata.

«Sto bene...» mormora lui. «Riolu, non preoccuparti, va tutto bene…!»

«Riolu!?» esclama qualcuno in lontananza.

La voce suona così familiare a Lucinda che guarda istantaneamente di chi si tratta. Incrocia gli occhi di Sami e quasi non ci può credere. Si è fermato e la guarda altrettanto stupito, impossibile dire come mai si trovi lì.

 

«È passato un sacco di tempo dall’ultima volta.» dice Ash con la sua solita aria amichevole. «Come stai? Anche tu sei in viaggio?»

Sami non risponde e spruzza un po’ di pozione sul pelo del suo Riolu facendo accrescere la confusione dell’allenatore.

Lucinda guarda Ash per poi tornare a guardare Sami inebetita.

«Quindi… Riolu e tu siete amici da parecchio?» chiede nella speranza di ricevere una risposta.

«Sì.» risponde rialzando gli occhi su di lei. «Abbiamo sempre viaggiato insieme.»

«Fantastico!» esclama Ash. «Come me e Pikachu!»

Sami lo guarda perplesso per poi distogliere lo sguardo e alzarsi.

«Ora me ne vado.» dice.

«Come? Di già?» domanda Ash deluso.

«Sì, parto tra poco.» spiega. «E ho promesso a un’amica di passare a farle un saluto prima di andarmene.»

Prima che Ash o Lucinda possano dire qualcos’altro vedono un enorme polverone alzarsi. Non ci vuole molto perché si accorgano che si tratta di qualcuno che sta correndo verso di loro. Quando il polverone si dirada accanto a Piplup è apparso un altro suo simile.

«Piplup...?» mormora Lucinda confusa.

«Pipla?» emette uno.

«Plaa?» emette l’altro.

I due Pokémon si guardano stupiti e dopo una frazione di secondi iniziano a litigare. Fortuna che Pikachu si mette in mezzo a loro riuscendo a farli smettere.

«Sami! Sei arrivato!» esclama una ragazza. «Ho riconosciuto Riolu da lontano!» aggiunge per poi accorgersi di Lucinda. «Ciao… tu chi sei?»

«Sono… Lucinda...» si presenta ancora confusa.

«Tu hai un’aria familiare...» commenta Ash squadrando la nuova venuta a braccia incrociate.

«Ash!» esclama lei. «Tu sei Ash Ketchum di Biancavilla! Da quanto tempo!»

«Allora non mi sbagliavo!» esclama lui entusiasta. «Ehm… scusami, ma credo di essermi scordato il tuo nome...» aggiunge mortificato.

«Non importa, almeno sei sincero.» dice. «Mi chiamo Amina e vengo da Duefoglie.»

«Duefoglie? Davvero?!» emette Lucinda sorpresa.

«Sì, anche tu?» chiede Amina tornando a guardarla. «È tuo questo Piplup? Che coincidenza, anch’io ho scelto Piplup come primo Pokémon.» aggiunge sorridendo al Pokémon.

«Piiplaaa!» emette entusiasta.

 

«Come hai fatto a scordarti di loro?» chiede Lucinda ad Ash mentre tornano al Centro Pokémon.

«Il fatto è che è passato tanto tempo.» risponde. «Li ho incontrati all’inizio inizio del mio viaggio per diventare maestro Pokémon, in quel periodo ero ancora a Kanto.»

«Wow.» si lascia sfuggire lei. «Viaggiare deve averti permesso di conoscere persone da tutto il mondo.»

«Già, ma sono una frana con i nomi.» dice sorridendo imbarazzato.

Arrivano davanti alla porta automatica del Centro ed essa si spalanca permettendo loro di entrare.

«Dovresti fare uno sforzo.» dice Lucinda fermandosi una volta arrivata dentro. «Non è molto carino non ricordarsi di aver conosciuto qualcuno...»

- Ora capisco il motivo del comportamento di Sami nei suoi confronti… -

«Non faccio mica apposta, sai?» dice fermandosi a sua volta.

Lucinda sta per rispondere, ma proprio in quel momento si sente uno strano rumore.

«Eh?» emette lei inconsapevolmente. «Cos’è stato?»

«Ops...» mormora Ash imbarazzato.

«Non capisco… è stato il tuo stomaco?» chiede istintivamente. «Ash, davvero hai così fame?!»

«Credo proprio di sì...»

«Beh...» mormora confusa. «Allora andiamo a mangiare, ok?»

 

Lucinda si trova in un posto molto strano. È tutto grigio, rosa e scintillante. Non riesce a ricordarsi neanche come abbia fatto ad arrivare lì. Perché si trova in un posto del genere?

«Mesprit...» mormora confusa voltandosi di scatto.

La ragazza guarda il Pokémon del lago rapita, ma proprio in quel momento una nuvola rossa inizia ad allargarsi su tutta la zona.

«Che succede?!» esclama terrorizzata.

Un’ombra comincia ad avanzare verso di lei e il Pokémon scappa immediatamente.

«Aspetta!» esclama tendendo la mano istintivamente. «Dove vai?!» aggiunge seguendolo con gli occhi. Vorrebbe seguirlo, ma non ci riesce. È come se fosse inchiodata al terreno… perché non riesce a muoversi?!

 

«Non riesco a crederci...» commenta meravigliato il Professor. Rowan dallo schermo del Centro Pokémon.

«Professore, non le sto mentendo!» esclama Lucinda. «È stato stranissimo! Mi sono svegliata poco fa e la prima cosa a cui ho pensato è stata chiamarla!»

«Ehi Lucinda!» esclama Ash facendole un cenno di saluto mentre viene verso di lei.

«Ash!» esclama lei appena si ferma. «Non sai che sogno strano ho fatto!»

Lui sgrana gli occhi, poi si accorge del professore sullo schermo.

«Professore?» mormora confuso. «Non capisco… che sta succedendo?!» esclama preoccupato.

«Ash, calmati per favore.» dice lui. «Non è una situazione semplice, il Team Galassia e la cacciatrice di Pokémon Jey sono arrivati al Lago Valore.» spiega. «Gary è laggiù e sta cercando di respingerli.»

«GARY!?» esclama Ash sorpreso. «Gary Oak?! Proprio QUEL Gary?!»

«Lo conosci?» gli domanda Lucinda guardandolo sorpresa.

«Sì Ash.» risponde il professore. «Gary Oak, il nipote del Professor. Oak.»

 

Una volta finita la video-chiamata con il Professor. Rowan Lucinda si siede su una delle sedie in sala d’aspetto e Ash si siede accanto a lei. La ragazza sta guardando un punto impreciso sul pavimento.

«Dai Lucinda, non fare così...» mormora lui cercando di guardarla negli occhi.

«Ash, non posso starmene con le mani in mano… devo andare al Lago Valore… sento che Mesprit mi sta chiedendo questo...»

«Capisco come ti senti Lucinda, ma l’hai sentito il professore.» dice mortificato. «Potrebbe essere molto pericoloso e poi...»

Lucinda si alza di scatto senza lasciarlo neanche finire la frase.

«Io ci vado lo stesso!» esclama correndo fuori.

«Aspettami Lucinda!» esclama lui a sua volta seguendola.

Appena mettono piede fuori dal Centro una macchina passa veloce davanti a loro e si ferma. Al volante c’è una donna bionda dall’aria vagamente familiare ai due.

«EHI!» esclama Amina alzando un braccio per farsi notare.

«AMINA!» esclamano Ash e Lucinda in contemporanea correndo verso il veicolo.

 

«Fortuna che ci sono io!» esclama Amina guardandoli dal sedile davanti. «Non posso lasciarvi soli neanche un momento.»

«Come facevate a sapere che ci serviva un passaggio?» le chiede Lucinda.

«Questo non ha importanza.» dice la donna precedendo Amina. «Piuttosto, come ti senti? Riesci a stabilire un contatto telepatico con Mesprit?»

«Sento una fitta enorme alla testa!» esclama trattenendosela.

«Lucinda, tutto bene!?» chiede Ash preoccupato posandole una mano sulla spalla. «Cosa le sta succedendo, lei lo sa?» aggiunge tornando a guardare la donna.

«Lucinda in questo momento è in contatto telepatico con Mesprit.» spiega. «E se sente male… beh, è un campanello di allarme per segnalare un pericolo.»

«PERICOLO!?»

«Pericolo!?» gli fa eco Amina guadagnandosi un’occhiata sorpresa da parte del ragazzo. «Che c’è? Io mica lo so cosa sta succedendo!» aggiunge incrociando le braccia e tornando a guardare in avanti.

«Non vi voglio mentire, la situazione è critica.» dice ancora la donna. «So che il Professor. Rowan vi ha detto di non andare al Lago Valore, ma io vi accompagno lo stesso, forse solo la presenza di Lucinda potrebbe cambiare le cose.»

«Mamma, ora mi stai spaventando… è davvero così grave?» le chiede Amina.

«Ora l’ho riconosciuta!» esclama Ash all’improvviso. «Lei è Camilla! La campionessa della lega! Amina non mi avevi detto che era tua madre!»

«Davvero ci conosciamo?» chiede Camilla. «Comunque sì, sono io, e tu chi sei?»

«Lui è Ash mamma.» dice Amina prima di lui. «Dovresti fare più attenzione quando conosci qualcuno, rischi di ferirlo con questo atteggiamento.»

Ash sorride imbarazzato, ma poi torna a guardare Lucinda che si trattiene ancora la testa con le mani.

«Ehi… Lucinda…?»

Lei non risponde facendo accrescere la sua preoccupazione.

«Lucinda!?» esclama preoccupato. «Che ti prende?!»

Lucinda viene avvolta da un’aura scintillante e poi viene trasportata via velocemente.

«LUCINDA!» esclama Ash alzandosi in piedi per cercare di afferrarla.

Camilla frena improvvisamente e Ash smonta correndo nella speranza di raggiungere la sagoma fluttuante di Lucinda.

«Mesprit l’ha… chiamata...» mormora incredula Camilla smontando e guardando l’orizzonte.

Amina non scende, ma siccome l’auto è priva di capotta si affaccia tenendo le mani sul finestrino.

 

Lucinda è stata spedita nel laboratorio del Team Galassia ed è caduta a terra facendo una rovinosissima caduta.

«D-dove sono…?» mormora confusa.

Quando vede alcune reclute del team spalanca gli occhi e si alza immediatamente in piedi.

«Come ci sono arrivata qui?! Che significa!?»

«Bene bene, vedo che abbiamo una visitatrice.» dice uno scienziato piuttosto anziano davanti a un enorme macchinario. «Purtroppo i visitatori non sono molto graditi in questo laboratorio.» continua. «Reclute, da brave, mostrare alla nostra gentile ospite l’uscita.»

Le reclute, già intorno a Lucinda, si stringono sempre di più fino a bloccarla.

«No!» esclama. «Mesprit!» aggiunge vedendo il Pokémon imprigionato in una gabbia di vetro.

«Un momento.» dice qualcuno dalle scale di fronte a loro.

Le reclute lasciano andare Lucinda e lei nota che chi ha parlato non è altri che Cyrus.

«Cyrus?» mormora stupita tra sé e sé.

Lui inizia a scendere le scale.

«Lo sapete che sono contrario a qualsiasi forma di violenza.»

«Ma capo…!» cerca di dire lo scienziato anziano.

Cyrus gli rivolge un’occhiata gelida e lui distoglie lo sguardo.

Lucinda continua a guardarlo sorpresa. Come è possibile che lui sia lì? Questo significa che…

«Sei il capo del Team Galassia...» mormora Lucinda incredula. «Non ci posso credere… ci hai ingannato per tutto questo tempo!»

«Che seccatura.» sussurra tornando a guardarla. «Immagino che tu sia stata scelta da Mesprit.» aggiunge facendo qualche altro passo verso di lei. «E sei qui per fermarmi, non è così?»

«Certo! Non ti permetterò di completare il tuo diabolico piano!» esclama. «Anche se veramente non so bene in cosa consista...» sussurra quasi impercettibilmente per non farsi sentire.

Sul viso di Cyrus si allarga un sorriso, ma è solo un attimo.

«Lo fai sembrare davvero subdolo.» commenta. «E va bene, vorrà dire che te lo dirò.»

Lucinda non risponde e continua a guardarlo con aria truce.

«Ascoltami bene ragazzina.» dice tornando completamente serio. «La mente umana possiede tutte le capacità per raggiungere delle vette inaudite, ma se ci lasciamo dominare dalle emozioni non faremo che lottare e l’umanità non avrà possibilità di progredire.» inizia a spiegare. «Io invece mi sto prodigando perché ciò avvenga!» continua alzando la voce. «Ci troviamo all’alba di un nuovo ordine mondiale in cui le vecchie discordie e i vecchi conflitti verranno cancellati per lasciar spazio a degli ideali più alti.»

«Così sei stato tu a rubare la Splendisfera dalle rovine di Memoride!» esclama ritrovando un po’ di coraggio. «Hai mentito a tutti quanti!»

«Ti consiglio di moderare la tua rabbia.» dice lui. «Forse ora capisco perché Mesprit ha scelto te, sei una ragazzina davvero appassionata.» commenta. «Credi negli ideali della verità e hai un alto senso di giustizia, peccato che tu ti sia schierata dalla parte sbagliata.»

«Lascia immediatamente liberi Mesprit e gli altri Pokémon!»

«No, non è possibile, sono necessari affinché il nuovo mondo possa nascere.»

Lucinda trema dalla rabbia, ma come è possibile che esista un tizio del genere? È troppo spietato!

Un paio di reclute la immobilizzano da dietro alle spalle e lei non fa in tempo ad accorgersene che si trova completamente bloccata.

«Ora che sai quali sono i miei piani sarà meglio assicurarsi che tu non te ne vada finché non avremmo terminato.» dice. «Ad essere sincero non ho capito perché Mesprit abbia scelto un alleato in una lotta che non può chiaramente vincere.»

«Ti fermerò!» esclama Lucinda cercando in tutti i modi di liberarsi dalla presa delle reclute senza però avere successo.

«Questo lo vedremo.» dice lui accennando un sorriso.

 

«Tutto bene Ash?» domanda Amina preoccupata.

«No, non direi.» risponde. «Dobbiamo trovare Lucinda! Potrebbe essere in pericolo! Camilla, non puoi andare più veloce?»

«Ash, sta calmo.» tenta di rassicurarlo Amina. «Troveremo Lucinda.»

In quel momento passa un elicottero del Team Galassia in cielo e Ash lo nota.

«Un elicottero del Team Galassia!» esclama. «Forse hanno portato Lucinda a bordo!» aggiunge cercando di alzarsi in piedi, ma a causa della velocità della macchina ricade a sedere.

«Ash, sta seduto.» dice Camilla con tono neutro.

«Perché credi che Lucinda sia su quel elicottero?» gli chiede Amina preoccupata.

«Escludo che sia lì.» dice la donna. «Abbi fiducia, so dove sto andando.»

 

Lucinda apre gli occhi e si accorge di essere in una cella. Le hanno legato le mani dietro alla schiena. A stento riesce a muoversi.

«Maledizione, devo uscire di qui!» esclama cercando inutilmente di liberarsi. «È inutile...» mormora demotivata guardando basso.

Si guarda intorno, poi torna a guardare un punto impreciso sul pavimento.

- Ash… Camilla, Amina… dove siete? Vi prego, ho bisogno del vostro aiuto… -

Un altro pensiero però si fa largo nella sua testa… più che un pensiero è un verso… seguito da una fitta dolorosissima alla testa.

- Mesprit! -

«Devo trovare il modo di uscire!» esclama quando finalmente riesce a riaprire gli occhi.

Vede che la PokéBall di Piplup le è scivolata dalla tasca ed è rotolata a terra.

«Perfetto!» esclama per poi alzarsi.

Ci impiega un po’ a prenderla e quando finalmente crede di avercela fatta le sfugge di mano. Alla fine cade a terra.

«Uffa… perché la PokéBall non sono ad attivamento vocale?»

 

Camilla frena all’improvviso alzando un bel polverone scuro. L’ha fatto di proposito per cogliere di sorpresa la recluta che ora si trova di fronte a lei. Scende dal veicolo con un salto olimpionico e una volta a terra le rivolge uno sguardo truce.

La recluta tira fuori una PokéBall, ma non fa in tempo a lanciarla che il fedele Garchomp di Camilla gli è alle spalle.

«Dimmi dove si trova Lucinda.»

Ash e Amina guardano la scena a bordo della macchina. L’allenatore è molto sorpreso di vedere Camilla comportarsi in quel modo.

«Visto Ash? Mia madre è proprio forte!» esclama Anima orgogliosamente.

«Già...» annuisce lui.

 

La recluta li porta dove è rinchiusa Lucinda e Camilla apre la porta.

«Lucinda!» esclama Ash correndo dentro.

«Ash!» esclama lei a sua volta. «Che bello vederti!»

Ash corre a slegarla senza pensarci due volte.

«Lucinda, stai bene?» chiede Amina entrando a passo più lento.

«Sì, sto bene.» risponde per poi sorridere.

«Lucinda, dobbiamo andare.» dice Camilla seria. «Abbiamo lasciato al Team Galassia anche troppo vantaggio.»

 

Una volta arrivati al Monte Corona lasciano l’auto per iniziare a correre.

Cominciano a sentire rumori e strani versi, ma cercano di non darci troppo peso. È chiaro che si sta scatenando il finimondo.

Lucinda a un certo punto è costretta a fermasi e chiudere gli occhi per colpa di un’altra fitta alla testa.

«Lucinda, tutto bene?!» esclama Ash preoccupato fermandosi a sua volta.

Lei scuote velocemente la testa e riapre gli occhi.

«Andiamo avanti!» esclama ricominciando a correre.

Ash ricomincia a sua volta a correre e presto arrivano in una stanza strana. È buio pesto, eppure si intravedono dei pilastri di pietra ai lati.

Si fermano e guardano la scena. Cyrus e altre reclute del team distano da loro di qualche metro. Hanno evocato i due Pokémon leggendari servendosi dei protettori dei tre laghi.

«Oh no, siamo arrivati tardi!» esclama Camilla. «Dialga, Palkia e i tre Pokémon protettori dei laghi! Non è possibile!»

«MESPRIT!» esclama Lucinda correndo come una furia verso il Pokémon.

«Lucinda! Cosa vuoi fare!?» esclama Ash rincorrendola.

«Non fateli avvicinare.» dice Cyrus a denti stretti.

«Ricevuto.» dice una delle reclute.

Ordina al suo Pokémon di usare Introforza, ma proprio in quel momento Camilla ordina al suo Garchomp una mossa per bloccare l’attacco.

Lucinda si ferma e Mesprit le vola tra le braccia.

«Ti piccolo sono qui!»

«Mesprrr...» emette debolmente.

«LUCINDA!» esclama Ash raggiungendola di corsa e trascinandola a terra appena in tempo.

Un altro attacco di Garchomp a contatto con l’attacco del Pokémon rivale finisce con il produrre parecchio fumo.

«Stai bene?!» le chiede Ash quando il fumo si dirada.

«S-sì...» risponde ancora sotto shock per quello che è successo. «Grazie Ash...»

Dialga e Palkia scompaiono.

«Non hai più il controllo di Dialga e Palkia.» dice Camilla. «Rassegnati, i tuoi piani sono andati in fumo.»

«Non ne sarei così sicuro.»

Camilla sgrana gli occhi. Questa proprio non se l’aspettava.

Cyrus tende la mano in avanti e si sprigiona una luce rossa che fa apparire nuovamente i due Pokémon.

«Dialga padrone del tempo! Palkia padrone dello spazio! Rilasciate i vostri poteri e create un nuovo universo davanti a me!»

Dialga e Palkia cominciano a scaldarsi per poi combinare i propri attacchi. Creano una sfera verde fluttuante che in poco tempo si rivela essere un portale verso un’altra dimensione.

«Eccolo!» esclama Cyrus aprendo le braccia. «Il nuovo mondo sta finalmente venendo alla luce!» continua. «Libererò il mondo dalla confusione e porterò ordine e giustizia!»

«Mamma...» mormora Amina tremante come una foglia.

«Garchomp, usa Dragobolide!» ordina Camilla al suo Pokémon.

L’attacco colpisce le gabbie dove sono intrappolati i due Pokémon leggendari, ma non è sufficiente a liberarli.

«Ho capito!» esclama Lucinda. «Ash presto! Aiutiamo Camilla a liberare Dialga e Palkia!»

«Certo che sì!» esclama Ash. «Pikachu, usa Fulmine!»

«Piplup, usa Bolleraggio!»

«Dialga, usa Fragortempo! Palkia, usa Fendispazio!» ordina Cyrus.

Gli attacchi stanno per colpire Ash e Lucinda, ma Mesprit innalza una barriera protettiva.

«Grazie mille Mesprit!» lo ringrazia.

«Mesprii!» emette sorridendole.

Dopo un altro paio di attacchi finalmente riescono a liberarli, così la sfera inizia a ritirarsi.

«Ho visto nascere un mondo perfetto.» inizia a dire Cyrus con le braccia aperte. «Governato da un mondo che non richiede né cuore né coscienza.» continua avvicinandosi. «È mio… soltanto mio!» esclama infine lanciandosi nel portale.

Il varco si allontana sempre di più fino a scompare del tutto.

«È finita...» mormora Lucinda non riuscendo a distogliere lo guardo.

«Sì Lucinda.» risponde Ash sorridendole. «Ci siamo riusciti.»

Lei lo guarda per un momento, poi torna a guardare in avanti.

- Dialga e Palkia…! - pensa allarmata, ma nota che sono spariti.

«Allora è davvero finita...» sussurra sollevata mettendosi una mano sul cuore.

«Mesprr!» emette Mesprit volando di fronte a lei.

Lo guarda confusa.

«Penso che Mesprit ti voglia ringraziare.» sorride Ash.

«Oh Mesprit...» mormora facendogli una carezza. «Grazie a te, non ce l’avremo mai fatta senza il tuo aiuto.»

«Mesprr!» esclama ancora sorridente prima di sparire.

«Oh!» si lascia scappare Lucinda sorpresa. «È sparito...»

«Penso non potesse più restare.» dice Ash attirando il suo sguardo. «Dopotutto è il Pokémon protettore del Lago Verità.»

«Hai ragione.» dice lei facendo un segno di approvazione con la testa. «Grazie anche a te Ash, il tuo aiuto è stato prezioso.»

«Figurati, neanch’io ci tenevo a morire per mano di un pazzo come Cyrus.» scherza. «A proposito, come pensi se la stia passando nel suo nuovo mondo?»

Lucinda decide su due piedi. Decide di fare una cosa che avrebbe voluto fare da tempo, ma che non aveva mai trovato il coraggio di fare. Riesce a trovare il coraggio solo perché ha un buon pretesto. Se salvare il mondo non è un pretesto sufficiente…

Lo bacia sulla guancia prima ancora che lui possa connettersi con la realtà e si allontana tutta rossa in viso. Ma non distoglie lo sguardo. Lo guarda rivolgendogli un timido sorriso.

Lui la guarda confuso… o sorpreso… sta di fatto che anche le sue guance si sono lievemente tinte, ma torna quasi subito del suo colore naturale e sorride.

Anche Lucinda sorride. Sa che forse dovrebbe dire qualcosa, ma non c’è fretta. Sente che le cose vanno bene anche così. Per ora.

«EHI VOI DUE!» esclama Amina alzando un braccio per attirare la loro attenzione. «Venite con noi o vi lasciamo qui!»














 

 



 

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