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Autore: BluAvis    07/10/2018    3 recensioni
Leggerissimo spoiler circa il breve arco narrativo del festival culturale, attualmente trattato solo nel manga. Il concerto della Classe 1A è stato un vero successo, ma qualcosa rischia di minare il rapporto tra Kyoka Jiro e Denki Kaminari. La ragazza è rimasta sinceramente colpita dal talento musicale di Bakugou. Ciò smuoverà pericolosi sentimenti nel cuore di Kaminari. Gelosia? Il ragazzo non riesce più a trascorrere normalmente il suo tempo con l’amica. Come si evolverà la faccenda?
N.B. Per chi magari non si intendesse di musica, la sigla “Em” del titolo indica la tonalità di Mi Minore.
-BluAvis
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaminari Denki, Katsuki Bakugou, Kyoka Jiro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Gelosia in Em
My Hero Academia

Nella sala comune del dormitorio, gli studenti della 1°A erano troppo su di giri per andare a dormire. L’euforia del festival avrebbe rimandato i postumi della fatica all’indomani. Ashido si scatenava nel ballo, offrendo il bis della sua meravigliosa performance tenuta sul palco della palestra, quello stesso pomeriggio; Uraraka ed Asui battevano le mani a tempo con la musica, inclinando la testa a destra e a sinistra, in sincronia perfetta; Iida continuava imperterrito a muoversi come un robot, tralasciando la sua abituale compostezza, ma senza abbandonarla del tutto; Momo, in un audace momento di intraprendenza, tentava di trascinare un rigido Todoroki fino al centro della festa, sorridendogli invitante. Il tutto si risolveva in una bolgia incessante, in cui la spensieratezza regnava sovrana.

Ashido smise per un istante di ballare e balzò sul tavolino di vetro, innalzando un comune bicchiere di plastica, traboccante di succo.
- Siamo minorenni e non possiamo ubriacarci, ma facciamo comunque un bel brindisi al nostro successo! Salute!!!
- Salute!!!
Gridarono i compagni, levando i propri “calici”. La ragazza dalla pelle color pesca continuò ad inneggiare la propria felicità, incitando la classe a fare altrettanto.
- Ed un brindisi alla nostra superstar!!!
Stese il braccio in direzione di Jiro, la quale non tardò ad andare nel panico. Non era quel tipo di persona alla quale piacessero le attenzioni altrui. Era già stato difficile convincerla a cantare davanti tutto l’istituto. Ashido le afferrò con prepotenza l’avambraccio e la costrinse a salire sul tavolo, in modo che tutti la vedessero.
- Allora, Jiro-chan! Come è stato incantare la U. A. con la tua voce d’angelo?
Le chiese. Aveva chiuso la mano a pugno e l’aveva protesa appena sotto il mento dell’intervistata, come a simulare un microfono immaginario.
Kyoka fece per declinare l’offerta e scendere dal piedistallo, ma la presa dell’amica si fece più serrata e lo sguardo di quest’ultima diventò più deciso. Tentò di liquidare la faccenda alla svelta, in modo da non morire d’imbarazzo.
- Ci s-siamo divertiti, è questo l’importante…
- Molto bene!!! E dimmi, dimmi, chi dei tuoi compagni musicisti ha soddisfatto appieno le tue aspettative? Chi si è rivelato il migliore?
Inaspettatamente, dopo la domanda di Ashido scese il silenzio. Jiro si guardò intorno, sconcertata. Tutti la stavano fissando, stranamente seri. Avrebbe dovuto veramente rispondere? Il resto della band era stato costituito da chi di loro avesse almeno un minimo di dimestichezza con degli strumenti musicali. Momo si era rivelata un’ottima tastierista, anche se di stampo fin troppo classico; Tokoyami si era destreggiato bene con la chitarra, ma i suoi riff erano molto più accostabili al blues che al rock; Kamirari era sempre stato un idiota incapace, ma si era talmente impegnato da imparare quei quattro accordi in croce; infine, c’era lui, la vera sorpresa dell’evento.

Gli occhi di Kyoka sondarono uno per uno i volti dei coetanei. Stava cercando l’unico il quale avrebbe potuto salvarla da quella situazione. Dopo pochi istanti, incrociò finalmente le stupide iridi del suo stupido amico, l’unica ancora di salvezza. Una delle sue solite battute da avrebbe sicuramente attirato l’attenzione dei presenti, così da esentarla dal rispondere alla domanda di Ashido. Kaminari, però, non si rivelò d’aiuto. Anzi, probabilmente era quello più serio di tutti. Non vi era traccia del suo tipico sorriso da deficiente. Attendeva il verdetto dell’esperta. Dal pubblico cominciarono a levarsi le prime esortazioni.
- Avanti, Jiro! Rispondi!
- Vogliamo sapere, Kyoka-chan!
- Sputa il rospo, chi è stato il migliore?!
Non aveva altra scelta. Sospirò, sconfitta. In fondo, non c’era niente di male, si trattava di una sua opinione, ma era anche un dato piuttosto obbiettivo. La risposta era facile, nessuno le sarebbe andato contro.
- Ovviamente… il migliore è stato Bakugou, alla batteria.
Disse, infine.
- E non parlo di livello amatoriale. Ha lo stesso stile di un professionista, sono rimasta colpita dal suo talento. È stato un grande.
Anche se con un po’ di ritardo, partì un applauso generale in onore del ragazzo.
Jiro si sentì sollevata, forse quella tortura era finita. Qualcosa in lei, però, la spinse a continuare.
- Tra l’altro… Bakugou non era inizialmente d’accordo a suonare insieme a noi, però poi ha acconsentito. Beh… come dire… mi ha reso felice.
Questa volta non seguì alcun battito di mani. Anzi, erano rimasti tutti abbastanza spiazzati da quell’ultima parte del discorso. Bakugou, comunque, reagì in linea con il suo personaggio, superbo ed arrogante.
- Ah! Ve l’avevo detto che li avrei stesi con il mio sound! Fate bene a ringraziarmi, comparse!
Nel mugugno generale, Kyoka riuscì finalmente a liberarsi dalla morsa di Ashido. Ritornò in mezzo al gruppo, anonima, proprio come piaceva a lei. La festa continuò fino a tarda notte, almeno fino a quando un terrificante Aizawa non irruppe nella sala comune, palesemente incollerito, spedendo tutti gli studenti nelle proprie camere a suon di minacce. Jiro si buttò sul letto, esausta. Era in preda ad una strana sensazione, qualcosa non le tornava. Complice la stanchezza, la ragazza non si era resa conto che, ben prima dell’arrivo di Aizawa, un ciuffo di capelli biondi era già sparito dalla sala comune.

*
 
Era stata dura tornare all’eroica normalità di tutti i giorni, l’indomani del festival. Gran parte degli studenti sonnecchiavano sui banchi. La lezione di inglese di prima mattina era stata un colpo di grazia fin troppo crudele per le pesanti palpebre degli adolescenti festaioli. Il suono della campana fu come una sveglia.
Jiro raccolse le sue cose e si portò stancamente lo zaino sulle spalle. Si avvicinò al banco di Kaminari e gli mollò un pugno sul costato.
- Andiamo, idiota, prendiamoci qualcosa da mangiare.
Il ragazzo non la degnò né di una risposta, né di uno sguardo. Anche lui imbracciò la propria borsa e si diresse spedito verso l’uscita della classe, senza attendere il seguito della compagna. Kyoka rimase lì impalata per qualche secondo.
- Ma che diavolo…

*
 
Aveva così preso l’abitudine di pranzare insieme a Kaminari, che mangiare in quel tavolo le sembrò quasi bizzarro. In assenza del compagno biondo, si era unita a Midoriya, Uraraka, Iida, Kirishima e Bakugou. Quest’ultimo, più che concentrarsi sullo spazzolare il contenuto del suo vassoio, era intento a giocare con le posate, fissando distrattamente fuori dalla finestra. Picchiettava con apparente casualità sul bicchiere di vetro con il cucchiaio. Kyoka, il quale orecchio fosse ben più che allenato, riconobbe il ritmo di quel tintinnio.
- Hai ancora in testa la partitura del pezzo di ieri, vero?
Bakugou non si mosse, si limitò ad indirizzare le iridi scarlatte verso di lei.
- Ce l’hai con me, orecchie a spinotto?!
Disse, rabbioso.
- Orecchie a spinot…? Sì, comunque, ce l’ho con te.
Non aveva mai dato peso al suo atteggiamento da superiore. Era una ragazza così indiscreta e distaccata, che certi comportamenti non la scalfivano minimamente. Non le era mai capitata l’occasione di confrontarsi direttamente con Bakugou, ma di certo era capace di tenergli testa. Anche lei, a modo suo, era cocciuta.
- Fai tanto il duro, ma ieri pomeriggio ti sei divertito come tutti, se non di più.
- Ehh?! Per chi mi hai preso, per un nerd del cazzo, come questo qui?!
Sbraitò, indicando il povero Midoriya, dall’altra parte del tavolo.
- Ti ho preso per un tipo spocchioso e montato… nonché per un ragazzo con un vero talento per la musica. Ricordi cosa ho detto ieri? Sei stato fantastico.
In quel momento, Kyoka sentì qualcosa urtarle violentemente il braccio che sporgesse dal tavolo.
- Ehi! Chiedi almeno scu…
Le parole le morirono in gola, perché il colpevole era già lontano, ma non abbastanza per non essere riconoscibile. Se un singolo fatto fosse una coincidenza, due cominciavano ad essere una prova. Kaminari non era più lo stesso.

*
 
Kirishima e Kaminari erano seduti, da soli, sul divano della sala comune. Lei li aveva adocchiati già dall’ingresso, così ne approfittò per appiattirsi contro il muro, al fine di non essere notata. Non aveva molta confidenza con il ragazzo dai capelli a punta, ma fortunatamente aveva memorizzato il suo numero di telefono. Vergognandosi non poco per ciò che stesse facendo, scrisse velocemente il messaggio da mandare a Kirishima, pregando per la sua discrezione.
 
“Non far capire niente a Kaminari. Inventati una scusa e piantalo in asso. Se vuoi ti spiegherò tutto dopo. Ti prego, fammi questo favore”

Non un granché, in effetti. Non importava in che forma si rivestisse il dialogo, quando si trattava di parlare alle persone era davvero una frana. Concludendo di non esser capace di correggerlo oltre, inviò lo scorbutico messaggio al compagno.
Seguirono attimi di tensione. Era troppo lontana per udire le loro voci. Vide Kirishima interrompere il suo discorso, lanciar un’occhiata al cellulare e trattenere un’espressione confusa. Successivamente, lo studente si alzò dal divano, sorrise imbarazzato all’amico, grattandosi il capo con fare agitato, poi se ne andò. Il piano era riuscito.

Jiro prese un profondo respiro e si lanciò all’attacco. Camminò velocemente, cercando di annullare la distanza tra lei e Kaminari, una distanza che sembrava essere infinita. Gli si piantò di fronte. Lui la squadrò per un attimo, poi fece per andarsene. Kyoka si era preparata a quell’evenienza. Calciò lo schienale del divano, così da tagliargli la via di fuga con la gamba destra. Sollevò i suoi lobo-jack, facendoli saettare a pochi centimetri dal naso di Kaminari.
- Fai un altro passo e ti acceco.
Sibilò, minacciosa. Il ragazzo si arrese a quella sottomissione, sbottando irrequieto.
- Che cosa vuoi?
Quell’atteggiamento sprezzante la fece imbestialire.
- Che cosa voglio? Mi dici che ti è preso? Ti stai comportando come un moccioso al quale è stato levato il giocattolino. Che ti ho fatto?
- Tu? Niente, perché me lo chiedi?
- Ma sei scemo? Si vede lontano un miglio che sei arrabbiato con me!
- Beh, scusa tanto se ti ho dato da pensare! Vai tranquilla, non c’è bisogno che ti preoccupi per me! Torna pure da Bakugou, avrai sicuramente qualche altro squallido complimento da fargli, no? Che aspetti, non perdere tempo!
Kyoka non fu capace di ribattere a bruciapelo. Nonostante non fosse esperta in quelle cose, cercò di ricollegare i pezzi del puzzle. Kaminari si comportava in modo strano fin dalla mattina, quindi era sicuramente successo qualcosa il giorno prima, magari la sera stessa. Le venne in mente solo una cosa.
- Ma sei serio? Ti girano per le cose che ho detto di Bakugou? Stai incazzato solo perché mi sono complimentata con lui per la sua bravura?
- Trovo ingiusto che tu abbia deciso un “migliore” della band!
- Ma è stata Ashido a chiedermelo! Lei e tutti gli altri, in coro!
- Potevi rispondere diversamente!!!
- E cosa avrei dovuto dire? Che fossi tu, il migliore?! C’hai messo una vita per imparare due accordi, sei un incapace con la chitarra!
Il ragazzo ammutolì, la stessa Jiro si rese conto di essersi spinta troppo oltre.
- Non volevo… non so cosa mi sia preso…
Il suo tentativo di rimediare all’errore, purtroppo, fu un buco nell’acqua. Kaminari le afferrò la caviglia della gamba che gli stesse bloccando il passaggio e la spostò senza troppi fronzoli.
- È chiaro cosa ti sia preso, tranquilla.
Le ultime parole furono cariche di veleno, Kyoka non ne fu immune.

*

Era notte fonda. Kyoka si era addormentata a fatica, quella sera. Continuava a vedere davanti a sé lo sguardo pieno d’odio di Kaminari, le sue parole le rimbombavano nelle orecchie, ad un volume così assordante da non poter essere sovrastato da nessuna canzone del suo mp3.

Toc Toc
- Mmhh…
Toc Toc Toc
- Mh.. eh…?
TOC TOC TOC!!!
- Ehi, calma, lì fuori!!! Chi c’è?!

Spalancò la porta della camera, assonnata e furibonda. Era stata la volta buona che fosse riuscita a scivolare in un sonno misericordioso, che leniva il suo senso di colpa, eppure qualcuno si era preso la briga di martellare al suo legno. Quel qualcuno, era Kaminari.
- Cosa ci fai qui?
- Fammi entrare, siediti sul letto.
Il ragazzo non aspettò gli onori di casa. Precedette la compagna ed entrò di gran carriera. Solo allora Jiro notò cosa stesse portando con sé. Era un grande fodero nera. Kaminari posò quest’ultimo ai piedi del letto e ne tirò fuori una chitarra acustica. Si sedette sul materasso ed imbracciò lo strumento, invitando la ragazza ad accomodarsi dall’altra parte del letto.
- Che hai in mente?
- Connetti i tuoi jack alla chitarra.
- Ascolta, Kaminari. Mi dispiace per questo pomeriggio, non devi dimostrarmi niente. Sono io in torto.
- Connetti i tuoi jack alla chitarra.
Lei obbedì e lui iniziò a suonare. Era un semplice giro di Mi Minore, quattro quarti, piuttosto malinconico. L’armonia entrò dentro il corpo di Kyoka, tramite gli spinotti. Risuonava all’interno del torace, faceva vibrare lo stomaco, stringeva il cuore. Ogni tanto saltava fuori una nota stonata, probabilmente dovuta ad un errore di posizione delle dita; tra il secondo ed il terzo accordo del giro vi era un piccola pausa d’incertezza, causata dal passaggio troppo ostico; la pennellata era troppo brusca, non adatta alla ritmo lento della canzone. Era stato pessimo, al di sotto della media di un neofita. Kaminari, una volta conclusa quella litania, lanciò un’occhiata al suo pubblico. Kyoka sorrideva, le lacrime impossibili da trattenere, le mani strette al petto.
Il ragazzo la anticipò.
- Ho chiesto a Yaoyorozu di creare la chitarra, Tokoyami mi ha insegnato i nuovi accordi. Non sono bravo a scrivere, quindi non c’è un testo. Che te ne pare?
- È stata la peggior performance della storia.
Non esitò a rispondere lei, senza smettere di sorridere. Kaminari rise di rimando, consapevole del proprio operato. Kyoka si alzò dal letto, prese la sua chitarra e ritornò in postazione.
- Quando passi da Sol Maggiore a Re Maggiore, aiutati con il mignolo, in questo modo.
- Oh… così?
- Più o meno. Tra l’altro, se vuoi rendere la melodia più malinconica, in modo da rispettare di più la tonalità, ti conviene aggiungere anche il La Minore… così.
- Wow, non mi aspettavo c’entrasse qualcosa con il giro di Mi.
- Sposta di più l’indice, altrimenti il passaggio si complica.
- Ok…
- E non metterti in testa di usare il barré a mano libera, sei ancora all’inizio. Ti presterò il mio capo-tasto, puoi usare quello.
- O-ok… ti ringrazio…
- Vuoi continuare?
- Sì! Per favore…
- Ah ah ah d’accordo… diamo un senso alla tua canzone…

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Grazie per aver letto fino alla fine! Come direbbe un siciliano che finge di parlare il dialetto romano… “e che vve devo dì”, sono tornato con un’altra KamiJiro. Sempre con il lieto fine, perché sì. Devo ammettere che, una volta terminata la terza stagione dell’anime, non sono riuscito a resistere alla tentazione di leggere il manga, spoilerandomi tutto lo spoilerabile. Sono rimasto soddisfatto dell’arco narrativo del festival, perché ha messo in luce la bella Kyoka e la sua musica. Sentitevi liberi di recensire/commentare/criticare la storia, fate come se foste a casa vostra, lettori e lettrici. Detto questo, vi auguro un buon proseguimento. E ricordate tutti: PLUS ULTRA!
                                                                                                                                                                                - BluAvis
   
 
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