TI VA UN MASSAGGIO?

"Ta-Takaya... Sicuro che puoi farlo?" il biondo provò ad alzarsi dal lettino, ammonito dal più grande che stava aprendo una boccetta dalla quale uscí un liquido olioso "Non sei costretto" mormorò prima di essere buttato di nuovo giù sopra le coperte profumate di vaniglia.

"Quante cavolate hai sparato da quando ti ho detto che ti avrei aiutato in tutti i modi? Cento o forse mille" senza preavviso poggiò la mano intinta nell'olio sulla schiena del compagno, facendola arcuare dal piacere: Mihashi quando diceva una cosa non si smentiva quasi mai.
I giorni prima di ogni partita erano sempre un supplizio per lui, dove si mangiava le unghie per l'ansia e camminava nervosamente avanti e indietro sul tatami anche per ore. Da quando aveva iniziato a mostrare i primi segni di questa apprensione, Abe prese in considerazione l'idea che se non avesse fatto qualcosa per calmarlo alla svelta, un giorno, gli sarebbe venuto un infarto, ne era certo!

"T-Takaya, per favore..." strinse a sé un cuscino, preso a caso in mezzo alle lenzuola rigorosamente decorate con petali di ciliegio raccolti con premura dal compagno.
Era pazzesco come, nonostante il suo carattere burbero, fosse così accorto e dolce con lui: e quei momenti, nonostante non passasse proprio i minuti più belli della sua vita, li aspettava come un bambino prima del Natale.
Tutta la passione e il fervore che ci metteva il moro per scacciare via la sua ansia, con carezze alla schiena, baci rubati e, quando erano entrambi dell'umore, bruciavano il loro amore su quel letto morbido.

"Mh? Cosa c'è Ren?" le mani spinsero più verso il basso, comprimendo il fiato del biondo per fargli prendere la corretta respirazione. Sollevò le mani e Mihashi buttò fuori tutta l'aria compressa, sollevando alcuni petali chiari che si andarono a posare sul pavimento.

"Vuoi forse che ti tocchi in quel punto?" si abbassò su di lui, soffiando volontariamente nell'orecchio del più piccolo. Con le dita iniziò un lungo umido percorso dal basso ventre verso la nuca: vertebra dopo vertebra, sospiro dopo sospiro...
Fino a che, le sue mani, voraci, andarono a massaggiare la nuca esposta con grande dedizione e impegno: sapeva che quello era un punto debole per Ren, era in grado di eccitarlo scacciando via ogni paura. Gli svuotava la mente, in pratica, e faceva molto più effetto di quando lo toccava nella zona del basso ventre, anche se, questo il biondo non glie l'aveva mai detto, bramava quel momento di quando le sue dita andavano a soddisfare la sua virilità come se fosse un regalo di compleanno.

"Ta...ka...ya..." con le braccia riuscì a prendere i polsi del compagno dietro di lui per guidarlo verso il suo punto preferito: la zona dell'attaccatura dei capelli.
Sembrava quasi una magia, quanto lo rilassasse essere toccato in quel punto. Gemette piano, soffocandolo tra le lenzuola.

"Hm..." assentò la testa sopra le sue mani e quelle di Mihashi "Adesso stai meglio?" bacio la radice dei capelli chiari, mandando a monte tutto il suo piano di seduzione quando Ren si permise di girare le posizioni e prendere lui il controllo.
Si girò di scatto, prendendo la testa del compagno e baciando piano piano il contorno delle labbra, prima di premiarlo con un bacio ben più umido del normale.
"Di-di più. Fammi tuo, Takaya..."

Il moro si leccò le labbra: "Ai suoi ordini, pitcher..."