Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Aru_chan98    15/10/2018    0 recensioni
Matthew è sempre stato innamorato di Arthur, senza poter far niente che osservarlo struggersi per suo fratello. Sa che il suo caro amico merita molto di più e sarebbe disposto a tutto per lui, ma Arthur sarà abbastanza coraggioso da riuscire a capire che Alfred non fa per lui? E riuscirà ad accettare i sentimenti di Matthew?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
I won’t lie to you (Non ti mentirò)
I know he’s just not right for you (So che lui non va bene per te)

 
And you can tell me if I’m off (E puoi dirmi se sbaglio)
But I see it on your face (Ma te lo vedo scritto in faccia)
When you say that he’s the one that you want (Quando dici che lui è quello che vuoi)
And you’re spending all your time (E stai spendendo tutto il tuo tempo)
In this wrong situation (In questa situazione sbagliata)
And anytime you wanted to stop (E ogni volta che vuoi smettere)
 



Le lezioni oggi sono finite piuttosto tardi, chissà se Francis è rimasto ad aspettarmi: è vero che è stata colpa del prof che non la finiva più di darci compiti, ma sono stato io che gli ho chiesto una mano nello studio, visto che lui è all’ultimo anno mentre io sono solo al secondo. Il minimo che posso fare è scusarmi come si deve: è stato un gesto gentile da parte sua aiutarmi, nonostante abbia da studiare molto per gli esami.
Mentre finisco di salire le scale, sento le voci di due persone che stanno litigando. Non mi va di essere coinvolto, così mi fermo sul pianerottolo, nascosto dietro l’angolo.“La cosa sembra andare per le lunghe a quanto pare”, è la conclusione a cui arrivo dopo aver letto l’orario diverse volte dal mio orologio. Vorrei tanto sapere cosa sta succedendo, soprattutto perché le due voci mi sono davvero familiari. Questa mia curiosità è così forte che mi sporgo un po’ oltre l’angolo, attento a non farmi vedere. Mi si stringe il cuore: a quanto pare mio fratello sta litigando un’altra volta con Arthur. È davvero snervante quando lo fa. Non ho mai sopportato vederli litigare; anche quando eravamo piccoli cercavo di chiamare la mamma così che li separasse e rimproverasse Alfred. Non sono stupido e li sto ascoltando litigare da almeno 10 minuti buoni, posso benissimo immaginare perché lo stanno facendo. E perché l’hanno fatto per tutti questi anni. La colpa è sempre di quel cretino di Alfred, che per un motivo o per un altro non fa che ferirlo. Eppure è così evidente che Arthur è innamorato di lui… Io l’ho capito tanto tempo fa ma Al mai. Mi diede persino dell’idiota a pensarlo quando provai a dirglielo, tuttavia quello senza cervello è lui. La cosa che più mi domando però, è se Arthur se n’è reso conto, che per Alfred lui non è niente più che un amico d’infanzia come un altro. Dovrebbe saperlo, no? In fondo ogni volta che litigano è sempre, sempre perché mio fratello non ha mai capito quel sentimento che Arthur prova nei suoi confronti e lo ha sempre calpestato. A volte mi chiedo cosa ci trovi in mio fratello, Al è la persona più sbagliata al mondo per lui, potrebbe avere decisamente di meglio. Mi ha sempre dato fastidio pensarci. Istintivamente stringo più forte i libri che ho tra le braccia non appena vedo Arthur cominciare a piangere. Maledizione, di nuovo. Questa è la parte che odio di più, quando Arthur piange per colpa di quel cretino. È una cosa che fa stare male anche me. Vorrei così tanto uscire da questo angolo, irrompere tra loro e rimproverare per bene Al, che solo il pensiero che mio fratello è molto più forte di me mi trattiene. Se solo mi stesse ad ascoltare sarebbe una persona migliore e invece ha sempre adorato trattarmi male, fin da bambini. Ho provato anche a parlarne con Arthur, spiegandogli che Al non è la persona giusta per lui, che lo avrebbe solo fatto soffrire, anche se sono sempre stato io quello ferito, perché non solo non ha mai voluto ascoltarmi ma ogni volta non fa altro che lodarlo, cercando di convincermi che mi sbaglio, nonostante ce l’abbia praticamente scritto in faccia che sta male per colpa sua. Sento un peso enorme sullo stomaco a vederlo in quello stato e non poter fare nulla, perché Arthur è la persona più preziosa per me e mi si spezza il cuore a vederlo piangere o soffrire. È ironico che tra noi due gemelli, quello che è finito per innamorarsi di lui sia io. Se solo fossi un po’ più coraggioso non avrei problemi a dirglielo in faccia, prenderlo per mano e dare una bella lezione a mio fratello, ma le parole mi si bloccano sempre in gola ogni volta e tutto quello che posso fare è comportarmi come un amico, vegliando in silenzio su di lui.

 
 



Cause I know I can treat you better than he can (Perchè so di poterti trattare meglio di come fa lui)
And any girl like you deserves a gentleman (E ogni ragazza come te merita un gentiluomo)
Tell me why are we wasting time (Dimmi perchè stiamo perdendo tempo)
On all your wasted crime (Su questo tuo errore)
When you should be with me instead (Quando dovresti stare con me invece)
 
Cause I know I can treat you better (Perchè so di poterti trattare meglio)
Better than he can (Meglio di come fa lui)
 



Sono certo di poter trattare Arthur meglio di come fa Alfred. Se solo si decidesse a scegliere me, non lo farei mai soffrire come fa lui. Mentre rischio di perdermi nei miei pensieri, sento il litigio finalmente terminare. Mi sporgo ancora e vedo Alfred andarsene senza girarsi minimamente, lasciando Arthur ancora in lacrime dietro di sé. Che stronzo! Arthur sta piangendo e lui se ne va come se nulla fosse. Quanto vorrei tirargli un pugno in questo momento. Sono furioso per la sua reazione e in parte anche con la vita: perché Arthur ama proprio mio fratello? Al non se lo merita né ora né se lo meriterà mai. Arthur è una persona gentile, sensibile e comprensiva, non si merita uno sconsiderato come mio fratello ma qualcuno in grado di trattarlo bene e con dolcezza. Qualcuno come me. Alla fine esco dal mio nascondiglio e gli vado incontro. “Arthur, è successo qualcosa?” gli chiedo, provando ad ignorare il dispiacere che mi provocano le sue lacrime. “Hai litigato di nuovo con quello scemo di Al?” gli chiedo di nuovo e mi ferisce ancora di più quando lo vedo offrirmi un sorriso forzato e dirmi “Si, ma non è stata colpa sua. L’ho fatto arrabbiare io”. È uno scherzo, vero? Sentirgli dire una cosa simile mi fa arrabbiare, anche se non ho alcuna intenzione di farglielo notare. Anche se non lo sa, ho sentito praticamente tutto di quel litigio e posso affermare con assoluta certezza che la colpa sia stata di mio fratello. È stato Alfred a dimenticarsi di incontrarsi con lui dopo la scuola ma nonostante tutto, pur di non metterlo in cattiva luce Arthur non fa che dirmi bugie. “Hai mai pensato alla possibilità che lui sia sbagliato per te?”. Le parole mi sfuggono di bocca ma velocemente faccio finta di non aver detto nulla: non ho proprio voglia di litigare con lui. Non avrei voluto farmelo scappare, ma vedere Arthur buttare via tutto questo tempo dietro a mio fratello mi fa davvero innervosire, al punto da non sopportarlo più. “Entriamo, dai. Sono sicuro che se ti siedi e bevi un bel the, ti sentirai un po’ meglio” gli dico, rassegnato, mentre apro la porta. “Se Francis ci chiede qualcosa, troveremo una scusa, ok?” cerco di rassicurarlo, aggiungendo un sorriso timido. Spero basti a farlo smettere di piangere.
Entriamo nella stanza del dormitorio che Francis divide con Arthur, ma sembra che lui non ci sia. Appoggio i miei libri sul tavolo, sentendo ancora il peso sul mio stomaco. Mi siedo alla scrivania di Francis, aprendo un paio di quaderni per fare i compiti mentre lo aspetto. Non riesco a smettere di alzare ogni tanto lo sguardo e guardare Arthur, che gira per la stanza e fissa spesso la finestra che da sul giardino. Dopo averlo osservato un paio di volte, lo vedo allontanarsi dalla finestra, salutarmi ed uscire, chiudendosi la porta alle spalle. Dovrei concentrarmi sui miei compiti, ma non riesco a non pensare alla sua aria da cucciolo smarrito e a tutti quei sospiri che ha fatto. Vorrei che Alfred si rendesse conto di quanto l’ha distrutto in tutti questi anni… Probabilmente negherebbe tutto lo stesso, parandosi dietro alla sua patetica scusa che “gli eroi non fanno queste cose” e cavolate simili. Se solo avesse un po’ più di considerazione per gli altri… “Ah! Non pensavo saresti venuto più, Mathieu” sento dire ad una voce alle mie spalle. Mi giro e noto che Francis è tornato.
“Il professore ha deciso di trattenerci un po’ più a lungo del previsto. Scusami tanto per il ritardo” mi scuso, mettendo giù la matita con cui stavo facendo matematica, lasciandomi scappare uno sguardo oltre le sue spalle, fuori dalla finestra, nel tentativo di vedere se Arthur sia uscito di fretta per correre dietro a mio fratello. “Qualcosa non va?” mi chiede, sedendosi vicino a me e cominciando a tirare fuori i suoi appunti ed io annuisco. “Ha a che fare con la persona coinvolta in una relazione disastrosa di cui mi hai parlato?” mi chiede con tono paziente: probabilmente sarebbe più felice di sentirmi parlare d’altro ma purtroppo non ho che da offrirgli i miei problemi. “Si… Stavolta l’ho beccato a litigare con la persona che gli piace. Ho provato a parlare con il mio amico ma non solo non mi ha voluto dire nulla, mi ha anche mentito su chi avesse realmente la colpa. Ormai non so più che fare” confesso e mi sento male al solo pensarci. “Purtroppo le relazioni abusive sono un fattore molto comune. Se il tuo amico nega l’evidenza, vuol dire che tenta di ingannare se stesso e convincere te che andrà tutto bene alla fine. Però… perché non provi a metterlo al corrente dei tuoi sentimenti?”. Non riesco a non arrossire nel sentirlo propormi una cosa simile: non esiste che io mi dichiari ad Arthur! “Non mi sembra una buona idea. Potrei perderlo per sempre o peggio” gli dico, abbassando gli occhi, ma li rialzo verso di lui quando lo sento dire “Non puoi saperlo, no? E poi, il romanticismo vince sempre alla fine. Basta solo trovare il coraggio di combattere”. “Già, forse hai ragione” ammetto. Forse sarebbe il caso di fare un ultimo tentativo, il più tenace di tutti. Francis ha ragione, nessuno sa con certezza cosa potrebbe succedere, anche se a me basterebbe che Arthur apra gli occhi.

 
 
 
 


I’ll stop time for you (Fermerei il tempo per te)
The second you say you’d like me too (Il secondo in cui dirai che ti piaccio anch’io)
I just wanna give you the loving that you’re missing (Voglio solo darti l’amore che ti manca)
Baby just to wake up with you (Tesoro solo svegliarmi con te)
We’ll be everything I need and this could be so different (Saremmo tutto ciò di cui ho bisogno e questo potrebbe essere così diverso)
Tell me what you want to do (Dimmi cosa vuoi fare)
 
 
 
 


Finalmente la campanella suona e segna la fine delle lezioni.
È stata una vera impresa concentrarsi oggi, specie perché sono giorni che ripenso a quello che mi ha detto Francis. Forse dovrei seriamente fare come dice, anche se continuo ad avere la sensazione che le cose peggioreranno. Tuttavia il solo pensiero che qualcosa possa cambiare per il meglio, che Arthur possa riconoscere i miei sentimenti, mi spinge a sperare in questa soluzione. Sarebbe la cosa più bella del mondo se un giorno arrivasse a sentirsi stufo del carattere egocentrico di Al e cominciasse a vedermi con occhi diversi. Mentre continuo a pensare a cosa fare, arrivo agli armadietti e m’imbatto in Arthur. Ha l’aria triste: che ci sia di nuovo lo zampino di Alfred? “Ciao Arthur” lo saluto, avvicinandomi. Arthur sobbalza e si gira di scatto, confondendomi per un breve attimo con Al. Odio da morire quando ci confondono: va bene che siamo gemelli ma vorrei che le persone si accorgessero chi è chi. Soprattutto Arthur. “Scusami Matt, pensavo fosse Al” mi dice, con una certa delusione nello sguardo. “È successo qualcosa? Ti vedo un po’ giù” gli chiedo, sperando che questa volta mi dica la verità. Quando c’è di mezzo Alfred, non sono mai sicuro che sia veramente sincero con me e se stesso. Arthur sospira per poi dirmi “Dovevo vedermi con Al oggi. Aveva detto che gli avevano regalato due biglietti per il luna park e mi aveva promesso che ci saremmo andati insieme. Solo che mi ha mandato un messaggio dieci minuti fa, in cui diceva che si era ricordato di avere già un impegno con un suo amico”. Vorrei poter essere più sorpreso ma questo mi sembra proprio un comportamento da mio fratello: è proprio da lui dare precedenza a chi è più interessante. Dopo avermelo detto, sembra ancora più abbattuto. Credo si stia chiedendo cosa sia quell’amico per Alfred e dalla sua faccia, ho l’impressione che la risposta non gli piaccia nemmeno un po’. “Se ti va di sfogarti, io sono qui” dico e alla sua espressione si aggiunge un pizzico di sorpresa. Appoggia la testa contro la mia spalla e lo abbraccio, cercando di offrirgli tutta la consolazione che posso. Grazie al cielo non piange ma posso percepire chiaramente il suo bisogno di affetto in questo momento, di qualcuno che possa consolarlo. Vorrei potergli dare tutto l’amore che lui ha dato ad Alfred in questi anni, perché a forza di dare senza ricevere nemmeno un segno, mi sembra quasi normale che Arthur ci stia così male. Solo che a me si spezza il cuore a non poter intervenire. Tutto quello che posso fare è stare qui e stringerlo tra le mie braccia e sto ancora peggio a sentirlo dire “Thanks, Matt…” con quella voce così triste. Se solo avesse scelto me anni fa… Questo attimo viene spezzato dal cellulare di Arthur che suona e lui si affretta a rispondere. Chi sarà dall’altro capo del telefono? Francis? Alfred? Uno dei suoi fratelli? Lo sento litigare con questa persona ma capisco chi è non appena chiude la chiamata, dopo essersi lasciato scappare un sospiro. “Era Alfred vero?” gli chiedo, anche se il tono della mia voce mi suona fin troppo duro. È solo che mi dà fastidio come lui scodinzoli dietro a mio fratello al punto da arrendersi ad ogni litigio. “Si… Mi ha chiesto se domani pomeriggio possiamo vederci per fare i compiti insieme” mi risponde, mentre prende alcune cose dal suo armadietto. Non so cosa mi faccia più innervosire, se il comportamento di Al o il fatto che Arthur sembri comportarsi come se la situazione in cui era poco fa non fosse mai accaduta. “Per fare i compiti insieme? Oppure sei tu che devi farglieli mentre lui gioca ai suoi stupidi videogiochi o sta al telefono?” mi lascio scappare, ma ormai non ce la faccio più a sopportare questa situazione. Quasi piangeva nemmeno qualche minuto fa e di colpo eccolo di nuovo risollevato, quasi contento che mio fratello gli abbia concesso una seconda occasione. Dio, quanto detesto tutto questo. “Non gli faccio i compiti, lo aiuto nei passaggi più difficili. Se è popolare e il cellulare gli suona di continuo, io cosa ci posso fare?” mi risponde e so che tutto questo porterà all’ennesima discussione, ma sono troppo arrabbiato per fregarmene. “Si può sapere cosa ne vuoi fare del tuo cuore? Arthur, sono anni che mio fratello ti tratta male, che ti ignora e se ne va a spasso con altri. Vuoi seriamente andare avanti in questo modo?” dico, afferrandolo per le spalle, ma lui mi spinge via. “Alfred non è così! Mi ha sempre voluto bene, è sempre stato buono con me. Mi ha persino difeso dai bulli alle medie. Come puoi dire certe cose di tuo fratello? Cosa voglio farne del mio cuore? Non sono affari tuoi!” mi dice, arrabbiato. Lo guardo mentre prende le sue cose e se ne va in fretta e furia, lasciando dietro di sé un vuoto nel mio di cuore. “Si invece” rispondo con un fil di voce e sento una lacrima scendermi lungo il viso. Non avevo mai pensato che l’amore potesse fare così male…

 
 
 


Cause I know I can treat you better than he can (Perchè so di poterti trattare meglio di come fa lui)
And any girl like you deserves a gentleman (E ogni ragazza come te merita un gentiluomo)
Tell me why are we wasting time (Dimmi perchè stiamo perdendo tempo)
On all your wasted crime (Su questo tuo errore)
When you should be with me instead (Quando dovresti stare con me invece)
 
Cause I know I can treat you better (Perchè so di poterti trattare meglio)
Better than he can (Meglio di come fa lui)
 
 



“E questo è il metodo con cui possiamo trovare… Ehy, Matt, mi stai ascoltando?”. Sobbalzo leggermente quando sento Francis posare una mano sulla mia spalla: ero totalmente perso nel ricordo di quel litigio con Arthur. “Scusami Francis. Puoi rispiegarmelo? Ero un po’ distratto…” dico, sentendomi un po’ in colpa per il tempo che gli sto facendo perdere. “Non credo che in queste condizioni tu sia in grado di concentrarti a sufficienza. È da un po’ che ti vedo giù di morale. È successo qualcosa, Matt?” mi chiede, chiudendo il libro di matematica. Non mi va molto di parlarne, specie dopo gli infiniti tentativi di mio fratello di ficcare il naso solo per farsi gli affari miei, ma soprattutto perché mi dispiace davvero tanto che Francis sia costretto a sorbirsi tutti i miei stupidi problemi. “Mi dispiace di essere così incasinato. Davvero, mi spiace farti perdere tutto questo tempo” mi scuso e mi sorprendo quando lo sento rispondere “Vieni qui tre volte a settimana da più di sei mesi, ormai possiamo considerarci amici, no? E gli amici si sostengono a vicenda” con un sorriso comprensivo. Ci manca poco che mi vengano gli occhi lucidi: ormai sono abituato a portarmi questo peso dentro senza parlarne ad altri, per paura di dar loro fastidio. “Centra la persona di cui ti ho parlato. Abbiamo discusso qualche giorno fa. Credo di averlo fatto davvero arrabbiare questa volta, perché sono giorni che non mi parla più. Ultimamente ha anche preso ad evitarmi quando viene a casa mia per uscire con mio fratello. Ho l’impressione che questa volta sia inutile scusarsi” confesso, abbassando lo sguardo sul mio quaderno di matematica. Fa ancora più male mettere in parole questo mio presentimento, ma sono grato a Francis per essere così paziente con me da starmi a sentire. Resta in silenzio per un po’ e alla fine mi dice “Certo che questa persona ha davvero un bel caratterino per trattarti così. Va bene essere arrabbiati, ma così è davvero troppo”. Mi giro di scatto verso di lui, sorpreso da quella frase. “Si, ma sono stato io a dirgli che avrebbe dovuto aprire gli occhi e rendersi conto che il ragazzo che gli piace lo tratta come una vecchia scarpa. Era così abbattuto che pensavo mi avrebbe dato ascolto e invece ora non mi rivolge nemmeno uno sguardo” ribatto. “E se invece che scusarti, tu gli dicessi come stanno le cose? Sii chiaro o non capirà perché ti preoccupi così tanto per lui” mi suggerisce, con un’espressione incredibilmente seria. Mi sembra un’idea davvero assurda: non sono riuscito a smuovere i sentimenti di Arthur in tutti questi anni, perché ora dovrebbe essere diverso? Gli espongo i miei dubbi e la sua risposta mi spiazza: “Provaci lo stesso. Ora non hai più niente da perdere, no? Le cose potrebbero cambiare, abbi un po’ più di fiducia in te stesso”. È molto simile al primo consiglio che mi ha dato ma stavolta ha ragione: probabilmente Arthur mi odia, quindi peggio di così non può andare. Forse non servirà a conquistarlo, ma se sacrificare il mio cuore è l’unico modo per fargli capire che Alfred è un caso perso, allora non ho altra scelta. “Matthew, in qualunque modo vadano a finire le cose, cerca di non avere rimpianti” aggiunge, incoraggiandomi a seguire il suo consiglio. “Hai ragione. Forse è meglio che vada, ora” dico, rimettendo le mie cose nello zaino e uscendo dalla porta. Mentre varcavo la porta, ho avuto l’impressione di sentir Francis mormorare “Sei proprio uno stupido, Arthur”, ma credo di aver sentito male. Poco importa però, non voglio sprecare un minuto di più.
 
 
 


Give me a sign (Dammi un segno)
Take my hand, we’ll be fine (Prendi la mia mano, staremo bene)
Promise I won’t let you down (Ti prometto che non ti deluderò)
Just know that you don’t have to do this alone (Sappi solo che non devi fare tutto questo da sola)
Promise I’ll never let you down (Ti prometto che non ti deluderò mai)
 
 


È da un po’ che sto girando per la scuola alla ricerca di Arthur e alla fine lo trovo. Sta parlando con mio fratello, mentre camminano per il giardino scolastico. Per un attimo la mia risoluzione vacilla: se ora andassi da loro e provassi a dire ad Arthur quello che ho in mente, sono sicuro che Alfred non mi permetterebbe di finire nemmeno una frase. Che dovrei fare? Sto per tornare indietro e aspettare un po’ prima di riprovare, quando sento mio fratello salutare ad alta voce una persona che non conosco. Lo vedo lasciare subito il fianco di Arthur per raggiungere un ragazzo dai capelli neri e l’aria molto placida, che lo saluta con una mano alzata. Arthur sembra innervosito dalla cosa ma resta fermo dove Alfred lo ha lasciato, ad osservarli mentre si salutano. Mi avvicino quel tanto che basta per non farmi vedere ma per riuscire a sentire quel che dicono e vedo i due tornare da Arthur. “Art, devo dirti una cosa! Ti presento Kiku, il mio ragazzo. Volevo fossi il primo a saperlo” gli sento dire e vedo Arthur irrigidirsi sul posto. Il suo ragazzo?! Da quando Alfred esce con qualcuno?! Ma soprattutto, voleva che il primo a saperlo fosse Arthur?! Va bene essere stupidi, ma questa è davvero una cattiveria… Vedo il ragazzo dai capelli scuri tendere la mano ad Arthur, presentandosi, e mi sorprende vedere che non solo gliela stringe, ma gli dice anche che ha fatto proprio una buona decisione a scegliere Al. Quel cretino di mio fratello sta pure andando avanti col suo fare allegro, felice di averglielo detto. Quanto vorrei picchiarlo in questo momento. “Vieni con noi al cinema allora?” gli chiede quel disgraziato di mio Alfred e per la prima volta, Arthur rifiuta il suo invito. In genere accetta sempre gli inviti di Al, ma deve essere abbastanza sconvolto da non essersi accorto di aver detto di no. Che si sia finalmente reso conto che Alfred non ricambierà mai i suoi sentimenti? Alla fine mio fratello mette un braccio intorno alle spalle del suo ragazzo e se ne va, lasciando solo Arthur. È solo a quel punto che mi avvicino a lui e spero di non spaventarlo per essere sbucato fuori all’improvviso. “Arthur…” comincio a dire e lui si volta di scatto, con gli occhi pieni di lacrime. Sgrana gli occhi nel vedermi e fa per andarsene, ma lo blocco afferrandolo per un braccio. “Ora basta scappare, Arthur! Cerca di affrontare quello che succede” la mia sembra più una supplica che un rimprovero, mentre lui tenta di divincolarsi, dicendo che io non capisco. “No invece, io capisco perfettamente. Ma ti prego, ascolta quello che ho da dire. Almeno questa volta prestami attenzione!” gli dico e a questo punto non saprei come trattenerlo ulteriormente. Per mia fortuna smette di dimenarsi, però non si gira verso di me, continuando a singhiozzare. “Ho visto quello che è successo. Arthur, è una vita che te lo dico: Alfred non è la persona giusta per te. Voleva che tu fossi il primo a sapere del suo primissimo ragazzo, il che è semplicemente crudele. So bene che tu lo ami, ma Arthur, tu meriti di meglio! Meriti qualcuno che ti ami con ogni battito del suo cuore, qualcuno che sia sempre al tuo fianco e che ami ogni parte di te. Che noti i tuoi sentimenti ogni giorno, che non ti faccia piangere, che ti dia tutto l’amore che Alfred non è stato capace di darti in tutti questi anni. Non ti dico di smettere di provare questi sentimenti nei suoi confronti di punto in bianco, ma almeno apri gli occhi. Ti prego, cerca almeno di essere sincero con te stesso e ammetti che lui non è la persona giusta per te!”. Ho il cuore che mi batte talmente forte che temo possa sentirlo e ho il volto in fiamme. Credo sia arrivato il momento di mettere in pratica il consiglio di Francis, qualsiasi sia la conseguenza. “Tu cosa ne sai di cosa merito? Io volevo solo che Alfred potesse amarmi, ma a quanto pare non sono buono nemmeno per questo” mi risponde, liberandosi con uno strattone dalla mia presa. “Lo so che è dura, ma io sarò al tuo fianco se me lo permetterai. Io non sono come Alfred, non ti deluderei mai, né ti farei soffrire come ha fatto lui. Perché sei la persona più gentile che conosca e meriti di essere trattato meglio di così. Alfred non potrà mai farti felice, ma ti prego, permetti a me di provarci, non ti deluderò come lui, vedrai!” dico, facendolo girare verso di me. “E come fai ad esserne così sicuro? Se persino qualcuno come Alfred riesce a calpestare i miei sentimenti così facilmente, chi mi dice che anche tu non lo farai un giorno?” mi chiede, continuando a piangere, senza alzare lo sguardo. Prendo un respiro e con il cuore che batte all’impazzata, sono finalmente pronto ad essere sincero.
 
 
 

Cause I know I can treat you better than he can (Perchè so che potrei trattarti meglio di come fa lui)
And any girl like you deserves a gentleman (E ogni ragazza come te merita un gentiluomo)
Tell me why are we wasting time (Dimmi perchè stiamo sprecando tempo)
On all your wasted crime (Su questo tuo errore)
When you should be with me instead (Quando dovresti stare con me invece)
 
 


“Sono certo di poterti trattare meglio di lui perchè ti amo!” ammetto, concentrando tutta la mia determinazione in quella frase. Arthur alza subito gli occhi e posso leggergli in faccia tutto il suo stupore. Possibile che non mi creda? Ma ormai è troppo tardi per tornare indietro. “Forse sono stato il primo a rendermi conto dei tuoi sentimenti per mio fratello, ma questo non mi ha fermato dall’innamorarmi di te. È per questo che so che tu meriti molto di più di lui. Meriti un vero e proprio gentiluomo, che non ti faccia mai del male. Capisci che mio fratello non vuole esserlo per te? Ti vede come un compagno di giochi, come quando eravamo bambini. Ma io no. Lui ti vede come un fratello, ma io no, non ci sono mai riuscito. Per questo so di poter essere migliore di lui. Perché conosco le tue qualità e i tuoi difetti e li amo. Sei la persona più importante della mia vita, per questo non voglio che ti distrugga rincorrendo Alfred. Perché lui non si fermerà per prenderti per mano. Io invece voglio sostenerti, prendere la tua mano e non lasciarla andare mai più”. Il tempo mi sembra fermarsi e mi sento più teso che mai. Ho paura di come potrebbe reagire Arthur, anche perché è come se avessi infierito ancora di più su questa situazione e soprattutto perché queste discussioni vanno sempre a finire con lui che si arrabbia con me perché insulto mio fratello. Eppure questa volta lo vedo in difficoltà, non reagisce al volo come sempre. Sembra quasi che qualsiasi cosa abbia da dirmi gli stia costando una dolorosa riflessione. “Però… però, io lo amo… Come fai a dire queste cose sapendolo? Non ti fa stare male? Io non ho nemmeno detto una parola, ma sento il mio cuore spezzarsi. Come hai fatto a starci a guardare per tutto questo tempo?” mi chiede, piangendo ma tentando di asciugarsi un occhio sfregandoselo con una manica. Penso sia una domanda davvero stupida, visto che io ci ho provato chissà quante volte ad avvertirlo, ma credo che al momento sia troppo sconvolto per arrivarci. “Secondo te perché da bambini la mamma accorreva così spesso? Perché ho provato così tante volte a dirti che Alfred non ti vedeva come un ragazzo, bensì come un fratello? Perché la cosa che più mi spezza il cuore è vederti piangere. Ho pensato così tante volte a come avrei voluto picchiare mio fratello quando ti faceva stare male, ma come potevo, sapendo che poi mi avresti odiato? So che lo ami tuttora e so che è normale. Per questo non ti dico di voltargli le spalle all’improvviso, ma ti prego, scegli me invece che lui. Per favore, non ce la faccio più a vederti soffrire per lui…” confesso alla fine, con una sincerità che sorprende persino me stesso. Abbasso lo sguardo e mi rendo conto di aver cominciato a versare qualche lacrima, ma non posso farci nulla, il cuore mi fa troppo male per non piangerne. Mi sento il volto in fiamme e non riesco a smettere di piangere, come a rilasciare in un colpo solo tutta la pressione che mi sono sempre tenuto dentro. E si, anche perché ho paura. Ad un tratto, sento qualcosa di freddo accarezzarmi una guancia, asciugando una delle mie lacrime e mi rendo conto che è la mano di Arthur, che mi sorride tristemente. “Non piangere, Matt… Non potrei mai odiarti”. A quelle parole mi sento come se mi avessero tolto un peso dal petto e sento le lacrime aumentare. Arthur mi abbraccia, continuando ad avere la sua aria triste, accarezzandomi i capelli. “I’m sorry per tutto il dolore che ti ho causato. Hai sempre cercato di aiutarmi e io non ho fatto altro che respingerti. I’m so sorry, Matt. Però…  ho bisogno di tempo per pensare. Ho una tale confusione nella mia testa…”. Tiro su col naso e di colpo mi sembra di essere tornato ad avere 5 anni, quando Arthur mi abbracciava per farmi smettere di piangere ogni volta che mio fratello mi picchiava. Anche se uscire allo scoperto potrebbe allontanarlo per sempre da me, sento una strana dolcezza venire da questo ricordo che la situazione mi ha riportato alla mente. E spero che anche Arthur se ne ricordi, perché sono i ricordi che amo di più della mia infanzia. Del periodo in cui Arthur non aveva occhi che per me…
 
 
 

Cause I know I can treat you better (Perchè so che potrei trattarti meglio)
Better than he can (Meglio di come fa lui)
Better than he can (Meglio di come fa lui)
 
 


“Per concludere, ti consiglio di fare un po’ di esercizi, altrimenti i concetti di fisica non ti rimarranno mai in mente” finisce Francis, terminando la nostra lezione privata. Sono riuscito a concentrarmi per bene questa volta e credo di aver capito tutto. “Grazie per avermi rispiegato questi concetti. Il prof non la fa tanto facile” dico, mettendo via le mie cose: sono giorni che mi sento teso, ma mi sentirei ancora più in colpa se sprecassi ancora il tempo di Francis per colpa dei miei problemi personali. “Mancano ancora 5 minuti alla fine della nostra ripetizione” mi informa, guardando il suo orologio, “Se ti va, possiamo prenderci un caffè”. Accetto, sia perché è stato così gentile da offrirmelo sia perché non me la sento di tornare a casa: ho cercato di evitare mio fratello meglio che ho potuto, visto che non me la sento di parlargli. Dopo tutto quello che è successo, non riesco proprio a mantenere la calma davanti a lui. Un paio di minuti dopo, Francis appoggia una tazza piena di caffè davanti a me e lo ringrazio. Non appena si siede mi chiede “Allora, alla fine com’è andata a finire con quella persona di cui mi hai parlato?”. Mi mordo l’interno di una guancia e abbasso lo sguardo sulla tazza di caffè non appena formula la domanda. Anche se sono passati diversi giorni da allora, continuo a sentirmi irrequieto. “Non saprei. Ho fatto come mi hai detto, per una volta ho parlato apertamente, ma temo di aver scelto il momento peggiore: il ragazzo che gli piace lo aveva appena informato che si era trovato un fidanzato. Nonostante questo, mi ha detto che gli occorre del tempo per pensare alla mia confessione e ad elaborare cosa è successo” “È una buona cosa, no?” mi fa notare, prendendo un sorso di caffè. “Credo di si” rispondo timidamente, ma non ne sono molto sicuro. Mi chiedo a che conclusione sia giunto Arthur… Nemmeno a farlo apposta, non appena esco dalla stanza del mio amico, diretto a casa, trovo Arthur appoggiato al muro del corridoio. Sembra aspettare qualcuno, forse Francis, ma appena mi vede si stacca dal muro e mi viene incontro. “Listen Matt, ho pensato a tutto quello che mi hai detto e ho capito un po’ di cose. Mi sono messo anche a confrontarmi con Al per avere la sua versione dei fatti e alla fine avevi ragione” mi dice, con l’aria colpevole. “Avevi ragione su di me, non stavo facendo nient’altro che illudermi. Avevi ragione anche su Alfred, per lui sono solo un fratello maggiore. E questo mi ha fatto pensare e arrivare non solo alle domande giuste, ma anche a risposte non facili da accettare…”. Non riesco ad aprir bocca, nemmeno ora che lo vedo esitare: che in queste due settimane si sia veramente reso conto dei suoi sbagli? “Mi dispiace di essermi sempre arrabbiato con te ad ogni tuo tentativo di mettermi in guardia. E scusa se ci ho messo così tanto a capire i tuoi sentimenti, non facendoti altro che del male. Però, sai… Forse un timido gentleman è davvero quello di cui potrei aver bisogno”. Non credo a quello che ho appena sentito: un timido gentleman? Io? “Quindi significa che hai scelto… me?”. Ho quasi paura a formulare la domanda e la voce mi trema. Arthur distoglie lo sguardo e annuisce. Non riesco a credere come quel gesto possa farmi felice. “Grazie al cielo” mi lascio scappare, ed è tutto quello che riesco a pensare: Arthur sarà ancora innamorato di mio fratello ma ha deciso di avere me al suo fianco. Finalmente ha capito che sono io quello giusto per lui tra noi due gemelli e non riesco a smettere di sorridere. Mi sento quasi commosso e nemmeno sentirgli dire “Ci vorrà del tempo prima che smetta di amare Alfred, però” riesce a fermare questa felicità che sento. “Non importa, perché io sarò comunque al tuo fianco e ti dimostrerò ogni giorno che posso trattarti meglio di lui”.












Piccolo Angolo dell'Autrice:
Ciao a tutti! Ogni tanto ricompaio ahahaha Amo fin troppo la maple tea e questa canzone mi ispirava troppo questo tipo di racconto. La canzone è Treat you Better di Shawn Mendes e personalmente la adoro ^w^
Se la fic è scritta male o un pò OOC, mi spiace ma è il meglio che posso fare al momento. In più, si tratta del mio primissimo lavoro scritto in Tahoma e non in Comics Sans, font che mi ha accompagnata per anni di scrittura, ma mi è stato gentilmente fatto notare che poteva essere fastidioso, così eccolo modificato (adoro quando mi fate notare le cose con gentilezza >w< )  
Detto questo, spero vi sia piaciuta, spero nelle vostre recensioni e alla prossima <3

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Aru_chan98