15/10/2018
1 recensioni“coraggio, lealtà e famiglia”, è il mantra dei Pendragon, quello che ogni cavaliere dal rosso mantello deve onorare.
Suo padre glielo ripete da quando aveva appena due anni. Solo crescendo ha compreso il suo vero significato.
Ed è per tutte le volte che suo padre gli ha ripetuto queste parole, per ogni volta che è stato rimproverato di non essere abbastanza coraggioso o di non essere un buon erede al trono, è per tutto questo che quando Nimuhe sta per uccidere suo padre lui gli si para davanti.
E’ una cosa stupida, lo sa, ma sa anche che è la cosa giusta da fare: non può lasciare il regno senza il suo re.
“Arthur togliti di mezzo” la voce di Uther è ferma.
Nimuhe sorride, crudele.
Poi succede tutto in un attimo: Uther getta il figlio di lato, afferra il pugnale che porta sempre sotto la veste e fa per scagliarlo contro la strega, ma gli occhi di Nimuhe si colorano d’oro e il re vola lontano.
“Bene, bene, bene ….” Arthur sente la voce della donna avvicinarsi.
Non riesce a muoversi, qualcosa lo blocca a terra.
“Coraggio, lealtà, famiglia” ripete nella sua testa.
Chiude gli occhi, è pronto a morire. Conta fino a cinque, ma non succede nulla.
“Non puoi farlo” dice una voce profonda. Arthur riapre gli occhi, c’è una fortissima luce bianca, riesce a distinguere solo la sagoma della strega di fronte a lui. “Non è suo destino morire per mano tua, Nimuhe” .
In un lampo la luce scompare, la donna si volta verso di lui, gli gira intorno.
Arthur non sa cosa fare, improvvisamente però sente un rintocco, poi dure, poi tre.
Il cambio della guardia! La porta della stanza è chiusa, come suo padre ordina ogni volta, Nimuhe ha fatto sparire i corpi dei guardiani precedenti quindi ad Arthur basterebbe urlare abbastanza forte da allertare i nuovi sorveglianti.
Nel frattempo la strega gli si piazza davanti, lo solleva da terra e lo fa sedere su una sedia.
Gli da le spalle e si dirige verso Uther, svenuto qualche metro più avanti.
Arthur stavolta conta fino a tre poi urla più forte che può: “aiuto!”
Nimuhe si volta verso di lui proprio nel momento in cui le guardie entrano nella stanza.
La strega pronuncia qualcosa, uno dei due cade a terra, l’altro invece riesce a fuggire per dare l’allarme.
Arthur sente la campana suonare, scioccamente sorride, ma quando si volta si ritrova il viso della strega davanti al suo.
“Non avresti dovuto farlo” gli sibila, poi pronuncia qualcos’altro che lui non capisce, vede solo i suoi occhi farsi dorati.
Sente i cavalieri correre nella sala, qualcuno lo sta chiamando, ma lui non riesce ancora a muoversi.
“Coraggio, lealtà, famiglia” sono le ultime cose che riesce a pensare, poi tutto diventa buio.
*
Note di B.
Sono solo per dirivi che questa sarà una raccolta, come voluto dal contest, di quattro storie.
Non scrivo da tanto e sopratutto non ho mai scritto una Merthur ambientata nel canone, sono spaventata e non so cosa ne uscirà fuori!
Spero vi piaccia, alla prossima,
with love, B <3