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Autore: JustAMermaid    15/10/2018    1 recensioni
Perché trovare un'elfa ferita davanti al proprio Monastero può significare una nuova amicizia. Forse.
{ Greg&Gillian BROTP | Personaggi presi dalla nostra campagna | Greg è il cinnamon roll di VaultEmblem, Gillian è la mia trash daughter | BUON COMPLEANNO BRO }
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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#1.
La prima volta nella quale Greg cercò di parlarle fu appena dopo la trovarono davanti al Monastero.

Ad Alisia non è che ci fossero grandi avvenimenti ogni giorno, la vita era tranquilla in quella cittadina, e soprattutto tra i seguaci della dea Serenrae. Ovviamente la notizia si sparse velocemente, quella di un’elfa con solo un’armatura leggera a dosso con la faccia nel fango e il resto del corpo martoriato da tagli e lividi, e ancora più veloce fu la decisione della Priora di affidare al mezz’orco Greg la cura della donna. Da una parte era felice del fatto che si fidassero di lui abbastanza per avergli affidato quel compito, ma dall’altra…

- Ho sentito che nasconde un coltello da qualche parte – gli aveva sussurrato Florieth dopo averlo preso in disparte. – Non so dove, ma ce l’ha. Fossi in te mi preparerei.

Per carità, non era solo per un coltello – anche se a pensarci sentiva la pelle d’oca – ma anche il fatto che nessuno sapesse perché fosse lì. Dalle voci che giravano nel Monastero era di tutto e di più: “attaccata dai banditi”, “presa in ostaggio e riuscita a scappare dai suoi aguzzini”, “quasi uccisa in una lotta con un orso”.

Insomma, Greg davvero non ci stava capendo niente di quella situazione, tranne che la loro ospite probabilmente non era una delle persone più oneste, ma questo non importava. Era comunque un essere umano in bisogno di una mano, e Greg l’avrebbe aiutata.

L’avevano portata in una stanza vicino al cortile, una delle poche ancora libere. Greg vide due adepti uscire dalla camera poco prima che potesse avvicinarsi, bende e vestiti sporchi tra le mani, segno che l’avevano fasciata a dovere. Vide lo sguardo che i due si scambiarono, un “questo ci rimette”, prima di andarsene.

Greg aprì lentamente la porta, prima di sporgere la testa dentro la stanza. Come tutte quelle nel Monastero, era spoglia tranne per un letto e un comodino, entrambi di fianco alla finestra che dava sul cielo scuro. Delle candele erano state accese e poggiate sul piccolo mobile, per fare luce. Sulle prime il mezz’orco non notò la figura della donna con il viso affondato nel cuscino, una massa di capelli ricci e neri a circondarle il capo e una vestaglia da notte indosso. Capì che fosse lì solo quando sentì un verso di frustrazione venire appiattito da qualcosa, poi capì.

Greg mise finalmente piede nella stanza, chiudendo la porta dietro di sé, la schiena schiacciata contro di essa. Ingoiò un groppo di saliva che poteva benissimo sentire nella gola e si sporse in avanti. – Mi scusi, tutto bene?

In meno di un attimo, la donna girò il suo viso verso l’altro. Greg notò subito le orecchie da elfa e l’espressione di chi avrebbe preferito dormire piuttosto che parlare. Aveva un taglio sotto il mento e sulla guancia, e quando vide Greg semplicemente lo osservò dall’alto al basso con un sopracciglio alzato e tornò con la faccia nel cuscino.

Greg non seppe come reagire, semplicemente sospirò per darsi coraggio e con le mani in grembo si avvicinò al letto dell’elfa. Sperò che quella reazione non fosse collegata al suo aspetto, non voleva fare paura a nessuno.


 Io sono Greg Glerg – disse, cercando di non inciampare sulle proprie parole. – Ti hanno affidato me per le tue cure – e cercò di sorridere un pochino seppure l’altra non lo stesse guardando.

Lentamente, l’altra si alzò sulle braccia, sollevando la testa dal letto e spostando una ciocca di capelli dietro l’orecchio. – Senti ragazzo, 
disse subito, la voce bassa e raschiata – non so se tu l’hai notato, ma io ho davvero bisogno di stendermi nel letto, chiudere gli occhi e dormire.

Greg si strinse nelle spalle alla reazione dell’altra. Il suo tono non era esattamente aggressivo, ma capì comunque che forse sarebbe stato meglio controllare subito come si sentiva e poi lasciarla da sola. E, sicuramente, chiederle il vero motivo del perché si fosse ritrovata in quella situazione in questo momento non era la migliore delle idee.


 Lo so, ma volevo comunque sapere come stavi. Sai, per controllare. – Abbassò lo sguardo sulla sua tunica, prima di offrire a l’elfa una mano da stringere. – Come ti chiami?

L’altra osservò prima la mano, poi Greg. Lui giurò di vederla sorridere a stento per un millisecondo – forse per scherno, forse perché non era abituata a modi del genere – prima di afferrare la sua mano con un movimento abbastanza veloce per chi era ridotto in condizioni simili, stringendola fin troppo forte. Greg strinse i denti per il leggero dolore e l’agitò lievemente.


Gillian – rispose l’elfa. – Chiamami Gillian. Puoi lasciarmi riposare, ora?
 
***

#2.
La seconda volta fu quando ormai erano passati un po’ di giorni dall’arrivo di Gillian al Monastero.

Greg aveva cercato di parlarle per farla sentire un po’ più a suo agio dopo quello che le era successo, ma sembrava quasi impossibile iniziare una conversazione con lei. L’unico motivo apparente per il quale gli rispondeva era probabilmente perché non voleva dare nell’occhio, ma le loro chiacchere non andavano oltre il “va tutto bene?” e cose simili, e Greg ogni volta si faceva sempre più curioso. Non poteva farci niente, Gillian aveva l’aria di una persona che le aveva viste tutte e Greg, con la sua vita ristretta solamente alle mura del Monastero, voleva saperne molto di più.

Non si sorprese quando la trovò nella sua camera, seduta sul largo bordo della finestra con una gamba a penzoloni. La prima volta che l’aveva trovata così gli era salito il cuore in gola a pensare che potesse cadere, ma dopo un po’ di volte ormai si era abituato – anche se la paura rimaneva sempre, ma non voleva farle una predica o cose simili. Ormai le sue ferite erano quasi guarite, ed era tornata ad indossare la sua armatura di cuoio verde.


– Ehilà ragazzo – disse Gillian sentendo Greg entrare. Non si girò nemmeno a guardarlo. – Serve qualcosa?

Niente di importante in realtà.

Allora perché mi stavi cercando?

Greg si gelò nel mezzo della stanza. Ecco, l’aveva fatta grossa. Sapeva che se ne sarebbe dovuto restare per le sue.


Beh, no, aspetta! Avrei una cosa da chiederti in realtà! – disse mettendo le mani in avanti. Gillian si girò leggermente per guardarlo. – Volevo farti una domanda, ma se non la vuoi rispondere non è un problema.

Sentì Gillian sospirare, prima di vederla spostarsi e sedersi meglio, ora entrambe le gambe a penzoloni, la schiena curva. Picchiettò con una mano il posto vicino a lei, ora libero, come ad invitare Greg a sedersi. Il mezz’orco ci pensò su due secondi prima di accettare l’invito e sedersi a gambe incrociate sul bordo della finestra. Provò con tutto se stesso di non guardare giù, cosa che invece Gillian stava facendo.


Allora? – incalzò lei dopo un po’. – Su’, chiedi, non ho tutto il giorno.

Quindi… Perché sei qui?

Greg decise che a quel punto guardare giù era la cosa migliore da fare. Sicuramente avrebbe preferito farsi venire le vertigini che guardare l’espressione di Gillian in quel momento.


Lo chiedo per sicurezza – aggiunse subito dopo. – Come ho detto, se vuoi puoi non rispondermi.

Quando finalmente raccolse coraggio e alzò la testa, vide Gillian guardarlo con le braccia incrociate sotto il petto, per poi sbuffare ed alzare gli occhi al cielo. Fortunatamente non sembrava arrabbiata… forse.


Davvero mi stai chiedendo questo tra tutte le domande che potevi farmi? – Il suo tono era definitivamente più sorpreso, forse persino divertito, che arrabbiato.

…Come?

So che non sei mai uscito di qui, eh. Si nota.

Davvero?

Già. Avresti potuto chiedermi, che ne so, da dove vengo o cosa faccio per vivere, ma mi hai chiesto perché mi sono ritrovata ferita davanti al vostro Monastero.

Greg si sporse in avanti leggermente verso l’elfa. – Allora potresti dirmi la verità? Per favore, scommetto che non sono l’unico che te lo ha chiesto.

Lui e Gillian si guardarono negli occhi un attimo prima che Greg potesse distogliere lo sguardo – anche dopo un bel po’ di giorni, continua a mettergli la pelle d’oca – e l’altra si sporse in avanti a sua volta.


Lo vuoi davvero sapere?

Greg annuì. – Uh, quindi me lo dirai?


No.

Quella risposta veloce e pronta beccò Greg nella pancia come un sasso, e rimase a guardare Gillian tornare con i piedi nella stanza e camminare verso la porta.


Alla prossima! – rispose con una finta allegria prima di uscire e chiudere la porta dietro di sé.

Greg non poté combattere contro il fatto che questo aumentò ancora più a dismisura la sua curiosità.

Magari avrebbe preso un approccio diverso.
 
***

#3.
…E approccio diverso prese.

La terza volta la trovò in procinto a lucidare un pugnale nel bel mezzo dell’ala ovest del Monastero. Nessuno stava passando per di lì, ma Greg poté solo immaginare come qualcuno avrebbe reagito a vederla armata tra i seguaci di Serenrae.

Aveva da un po’ confermato la teoria che Gillian avesse molte armi nascoste addosso – fortunatamente non gliene aveva mai puntata nessuna contro. Lo aveva scoperto quando, per la prima e rara volta, si erano ritrovati a parlare senza la pretesa di farlo a tutti i costi. Florieth aveva fatto una battutina prima di girare sui tacchi e allontanarsi da Greg, ed era partita una discussione così naturale che per un attimo il mezz’orco si ritrovò a valutare la natura dell’elfa che aveva davanti. Avevano parlato di cose basilari, come il fatto che tutto ciò che Greg aveva visto nella sua vita fosse stato il Monastero, ma Gillian aveva lasciato trapelare molte cose nelle sue parole. Quella era stata probabilmente la discussione migliore che avevano avuto. Così, per una volta, Greg non si sentì male ad avvicinarsi a Gillian.


Cosa stai facendo? – chiese con un tono di velata preoccupazione nella sua voce.

Gillian, seduta su una panchina in legno e con le gambe sul tavolo, smise di lucidare il pugnale immediatamente per poi spostare il suo sguardo su Greg. Poi sulle sue gambe. – Oh. – E le mise giù dal tavolo. – Scusa.

Greg aprì bocca per dire qualcosa, alzando un dito, ma poi si passò una mano tra i capelli neri, come a prepararsi. – Non intendo quello… Il tuo coltello…


Pugnale.

Quello.

Cosa c’è che non va?

Te l’ho già detto: se ti vedessero con quell’arma in mano passeresti nei guai.

Gillian cercò di reprimere una risata. Abbassò lo sguardo di nuovo e riprese a lucidare la lama del pugnale. – Allora perché non mi dai una mano a pulirla e poi nasconderla, ragazzo?

Greg sgranò gli occhi. Ma come le venivano in mente certe cose? – Scusa ma… Non posso davvero.


Serio? Avanti, tra un paio di giorni mi dovrai accompagnare in una missione, giusto?

L’altro annuì. Era vero: ad entrambi era stato dato il compito di raggiungere la corte di un Re in un paese non molto lontano, con la benedizione della Priora e della dea per assisterlo. Avrebbero saputo della vera impresa solamente una volta lì, ma a Greg la prospettiva emozionava egualmente, seppure poco dettagliata. Finalmente avrebbe iniziato ad allontanarsi dal Monastero. Ma non capiva lo stesso… Perché Gillian gli aveva fatto quella domanda?

Fu come se lo lesse nella mente. – Dovremo combattere, o almeno potrebbe essere una possibilità – incalzò. Estrasse un altro pugnale, questa volta nascosto in un panno di cuoio, nella tasca attaccata alla sua cintura, e lo sbatté sul tavolo. – Se almeno mi fai vedere che ne sai impugnare una sarò meno preoccupata.


Sono un curatore – cercò di giustificarsi Greg. – Io queste cose non le tengo in mano.

Avanti…

No!

Ti sto solo chiedendo di aiutarmi a lucidarli ragazzo, niente di più.

Greg valutò le sue opzioni: la prima, venire sgridato dal Monastero; la seconda, venire ucciso da un coltello in pancia da parte di una tipa un po’ troppo sospetta.

Chiese aiuto alla dea Serenrae internamente per ciò che stava per dire.


Va bene – quasi sussurrò. – Ti aiuterò, ma solo per questa volta.

Gillian sorrise vittoriosa e gli fece cenno con la testa all’altra sedia davanti a lei.

Il pomeriggio passò più velocemente del previsto: le conversazioni sembravano chiaramente andare da qualche parte e anche se a volte Greg si sentiva in imbarazzo – “No! Lo stai tenendo male, raddrizzalo, altrimenti ti infilzi!” – era come se stesse iniziando a vedere l’elfa davanti a lui sciogliersi a poco a poco, come un pezzo di ghiaccio lasciato sotto al sole.

La cosa lo faceva felice.
***
 
#4.
Greg non si sarebbe mai aspettato però che sarebbe stata Gillian a venire da lui a un certo punto… Soprattutto nel cuore della notte.

Il mezz’orco stava cercando di chiudere occhio ma, sapendo cosa lo avrebbe aspettato domani, non è che la sua mente fosse così chiara da poter riposare del tutto. Con la coperta quasi a coprirlo completamente tranne che per il naso e gli occhi, la schiena rivolta verso il materasso, Greg stava almeno provando a liberare la mente da ogni pensiero e dormire. La luna era alta nel cielo, ed illuminava la sua stanza di una luce flebile che contribuiva al suo restare sveglio. Per l’ennesima volta, sospirò e si mosse sotto le coperte, questa volta con la schiena rivolta verso la finestra. Sentiva l’ansia nel petto, ma decise comunque di chiudere gli occhi. Magari questa volta sarebbe riuscito a prendere sonno…


Ehy ragazzo.

Se non fosse stato per la mano che arrivò a bloccargli la bocca mentre si rizzava con la schiena in avanti per scappare da chiunque avesse pronunciato quelle parole, Greg avrebbe sicuramente cacciato un urlo che avrebbe svegliato metà Monastero. Sgranò gli occhi, e li indirizzò sulla mano sopra la sua bocca, poi al braccio e finalmente alla figura che aveva davanti, seduta sul letto con la finestra aperta proprio dietro di lei.


Sono io – disse Gillian, prima di rimuovere la sua mano dalla faccia di Greg. Il mezz’orco prese una boccata d’aria per poi strofinarsi gli occhi con i palmi delle mani. – Cosa… – iniziò, lentamente e quasi sussurrando – cosa ci fai qui? Mi hai spaventato.

Ah, sì. Scusa per quello. Ti cercavo.

Greg si sporse in avanti per vedere ciò dietro a Gillian. – Per questo sei entrata dalla finestra?


Mhm mhm.

Il mezz’orco indicò dietro a sé. – Ma ho una porta…


Senti – Gillian lo bloccò con il tono più infastidito che avesse mai sentito da lei – ho bisogni di parlarti, va bene? Delle logistiche parleremo dopo.

Greg cercò di inquadrare meglio Gillian nella penombra. Sembrava che, esattamente come lui, avesse dormito poco – no, anzi, visti ancora i suoi vestiti da giorno addosso, sembrava che non avesse toccato letto per niente. Non capì il motivo di una cosa simile, avevano una missione domani dopotutto… Per un momento, anche se credette fosse la poca luce a fargli brutti scherzi, sembrò quasi che i suoi occhi fossero arrossati. Voleva chiedere, ma sapeva benissimo che l’elfa ci avrebbe girato intorno per evitare una risposta.

Una domanda, però, la fece: –
Perché?

Seppure il buio, Greg notò benissimo il movimento di Gillian, come abbassò lo sguardo, cosa che non l’aveva mai vista fare. Era sempre così sicura di sé che fu quasi surreale. Greg ne ebbe la conferma: c’era qualcosa sotto.

L’elfa, poi, sembrò riprendersi. Si sedette a gambe incrociate sul letto, e lo guardò negli occhi. – Sei l’unico qua che conosco, quindi ho pensato che venire da te sarebbe stata l’opzione migliore. Mi serviva una faccia familiare.

Gli occhi di Greg si illuminarono. – Davvero? – Era stranito dal fatto, ma anche contento che Gillian avesse cominciato ad aprirsi di più a lui. Sorrise. – Sono felice della cosa, anche se mi hai svegliato nel bel mezzo della notte.


Ho detto scusa.

Lo so, lo so.

Il fatto è che… - Passò un lungo secondo nel quale Gillian gesticolò un po’ – Per qualche strano motivo sembra che tu voglia parlare con me a tutti i costi.

Questo ti ha tenuto sveglia?

– Anche.

È perché ti trovo interessante. Cioè, nel senso… Sembri tosta. Come ho detto, non ho mai visto molte persone al di fuori di qui. Mi dispiace se ho mai chiesto che non dovevo, quindi—

Grazie.

Greg si fermò appena iniziata quella che sarebbe diventata una tangente se Gillian non avesse pronunciato una singola parola. Per un momento, il fruscio del vento fu tutto quello che sentì, poi riprese a parlare.


Grazie…?

Per non esserti spaventato per colpa mia. Anche tu sei tosto, o almeno, più di quanto tu possa credere. Avere a fare con me è difficile.

Stava sognando? Sì, assolutamente, non poteva essere vero che qualcuno come l’elfa davanti a lui avesse mai potuto chiamarlo tosto.

Ma no, non era un sogno. Gillian era davvero davanti a lui e stavano davvero parlando. Era seria.

Avrebbe preferito dire qualcosa invece di arrossire, ma fu inutile. Pregò che fosse abbastanza buio da far ciò che non si notasse. Quando aprì bocca, tutto ciò che uscì fu uno sbadiglio, e la cosa lo imbarazzò ancora di più. Gillian si alzò dal letto e diede a Greg una pacca sulla testa, alla quale lui non ebbe nemmeno tempo di reagire. Voleva dirle qualcosa, qualsiasi cosa, per farle davvero capire che era felice del fatto che per la prima volta lei lo avesse cercato, ma non ebbe tempo nemmeno per quello.


Grazie, mi serviva una distrazione – disse Gillian, appena alzatasi. – Buonanotte, ci vediamo domani ragazzo.

Aspetta…

Cosa?

Greg strinse le coperte a sé. – Usa la porta, ti prego. E… grazie anche a te, per avermi cercato.

Gillian si avvicinò alla porta con una lentezza che non aveva avuto la prima volta che lo aveva lasciato solo e confuso in una stanza, un piccolo sorriso – non strafottente – sulle labbra prima di uscire.

– Notte, Greg.







 
A. N. } MERMAID SPEAKS
Sono 10 mesi che non pubblico niente.
Mi dispiace per gli haterz, ma sono ancora viv*! Il fatto è che, dopo aver rivalutato un po' il mio lavoro, ho deciso di prendere una decisione drastica: non pubblicare più long prima di averle finite completamente. E' dura, ma ho capito che il mio entusiasmo per la condivisione delle mie idee superava di gran lunga la mia voglia di voler, poi, mettere tutto su carta, il ché è stato sempre un problema che ho cercato di affrontare, e ci sto riuscendo! Non ho smesso di scrivere in questi mesi e non smetterò mai, ma ora sto davvero mettendo impegno in tutti i miei progetti e sto cercando di concentrarmi sulle long che adorerei far leggere qui, e sono super fier* della cosa! <3 E poi, magari, potrei tornare di tanto in tanto con qualche one-shot o drabble. Eheh.
Ma bando alle ciance, ecco una piccola one-shot scritta per il compleanno della mia migliore amica Angela, con i nostri personaggi di D&D. ADORO Greg, è un cucciolo e si merita di più dalla vita - Gillian è il mio disastro invece, purtroppo. Mannaggia a lei. La nostra campagna è anche la mia seconda - ho da poco scoperto di D&D e lo amo tbh - e siamo quattro in totale contando anche la DM + qualche guest che spero vedremo più spesso!
EMBEH CHE DIRE, spero di portare più storie su questo fandom... Magari anche la backstory di Gillian una volta rivelata. :^)
See ya!
  
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