Un brindisi
* * *
La
luce abbagliante del sole fece irruzione nella stanza di Keith dove
stava riposando, accecandolo.
Ancora
assonato, si girò dall'altro lato del letto sentendo
qualcosa di
soffice pizzicargli il naso.
Aprì
gli occhi infastidito storcendo il naso per ritrovarsi davanti Kosmo,
ancora addormentato, accanto a sé. Sorrise alla vista,
accarezzandolo piano per non svegliarlo.
Stiracchiandosi,
decise che era tempo di alzarsi.
Quando
passò dall'altro lato della stanza per vestirsi, il suo
sguardo
cadde sul calendario notando che giorno fosse.
Era il
suo compleanno. L'aveva totalmente dimenticato.
Dopo
tutto ciò che era accaduto, non si era reso conto di come il
tempo
fosse passato velocemente.
Non
che fosse la prima volta che lo dimenticava comunque. Non gli era mai
importato del suo compleanno dopo la morte di suo padre.
L'ultimo
passato insieme avevano trascorso la serata a guardare le stelle.
Amava farlo insieme a lui e, spesso, si era ritrovato farlo anche
negli anni successivi, da solo. Ricorda ancora quel giorno
perfettamente. Ricorda di essersi addormentato tra le sue braccia
mentre gli cantava una ninna nanna. Altra passione che suo padre
riuscì a trasmettergli.
Poi
conobbe Shiro e il suo compleanno cambiò significato. Per
una volta
dopo tanto tempo quel giorno non gli sembrava così male ma
il peso
di quella cotta, mai confessata, gli faceva male il petto
distraendolo per tutto il tempo.
Dopo
la missione Kerberos Keith decise di non festeggiare mai più
il suo
compleanno e ai paladini non disse mai nulla. Shiro ci aveva provato
ma, troppo distratto da quali potessero essere le sue vere origini
all'epoca, respinse anche lui.
A
fargli cambiare idea fu Krolia, sua madre. Ormai non era più
così
strano dirlo, anzi era piuttosto piacevole.
Ne
avevano festeggiati due, nei due anni passati soli insieme.
Keith
non ne aveva nemmeno accennato ma Krolia gli spiegò che ogni
anno,
anche se non erano insieme, pensava a lui quel giorno senza mai
dimenticarlo, e che non voleva sprecare quell'opportunità.
Aveva
reso Keith felice.
Eppure
sentiva che mancava qualcosa quel giorno.
Sentiva
un senso di malinconia allo stomaco ma non riusciva bene a capirne il
motivo.
Decise
di ignorare il fastidio e, una volta vestito, uscì dalla
camera
trovando Krolia sorridente ad aspettarlo.
La
giornata passò in fretta tra gli auguri dei suoi amici e di
persone
che non aveva mai visto prima di allora.
In
quel solo giorno, Keith aveva ricevuto più auguri e regali
di quanti
ne avesse ricevuti in tutta la sua vita. Era strano, non ci era
abituato e, imbarazzato, spesso si ritrovava senza parole incerto su
come rispondere.
Gli
avevano anche organizzato una festa, i paladini, ed aveva persino
partecipato Kolivan. La sua famiglia, la più strana che
avesse mai
visto.
Keith
sorrise al ricordo mentre percorreva il corridoio un po' barcollante.
Shiro
non si era fatto vedere alla festa.
Allura
gli aveva spiegato che era occupato in una riunione, ma questo non
era riuscito a consolarlo. L'alcool ci era riuscito un po' di
più.
Quella
sensazione allo stomaco era aumentata con l'assenza del capitano, o
forse era solo colpa dell'alcool.
Quando
Keith si ritrovò davanti alla porta di camera sua,
però, si fermò.
Non
voleva più passare un altro compleanno senza Shiro. Voleva
vederlo.
Keith
fece dietrofront e si diresse verso l'uscita ripercorrendo il lungo
corridoio.
Non
appena si ritrovò fuori, l'aria gelida della notte lo
colpì in
pieno viso facendogli venire i brividi lungo la schiena ma, quando lo
vide lì in piedi mentre gli sorrideva, sentì il
cuore scaldarsi.
Bello
come sempre, mentre la luna lo illuminava, teneva una bottiglia di
champagne in una mano e nell'altra due bicchieri.
Keith
allargò il sorriso che si era già formato sulle
sue labbra, non
appena Shiro era entrato nel suo campo visivo, e si avvicinò
a lui.
<<
Sapevo di trovarti qui. >> Disse Keith dando una rapida
occhiata alle stelle.
<<
Bene, perché ti stavo aspettando. >>
Keith
lo guardò confuso. << Credevo stessi
lavorando. >>
<<
Infatti, ma non sarei mai riuscito a perdonarmi se non fossi riuscito
a festeggiare questo giorno con te. >> Spiegò
sorridendogli
mentre gli porgeva un bicchiere.
Keith
lo prese ma non riuscì a distogliere lo sguardo da Shiro che
nel
frattempo versava lo champagne nei due rispettivi bicchieri.
Il
cuore di Keith accelerò improvvisamente. Era felice di poter
passare
gli ultimi istanti del suo compleanno con Shiro, certo adesso di
avere uno stupido sorriso sul volto.
<<
A te. >> Esclamò Shiro una volta aver posato
la bottiglia per
terra accanto a sé e alzato il bicchiere in alto.
<<
Originale. >> Lo prese in giro Keith, con un sorrisetto
sornione, dopo aver fatto toccare i bicchieri quel tanto che bastava
per far risuonare il rumore del vetro.
Abbassò
lo sguardo mordendosi il labbro inferiore pensieroso, non passando
inosservato a Shiro che gli chiese se c'era qualcosa che non andava.
<<
Niente, è solo che, sai dopo la missione Kerberos,
è da tanto che
non festeggio il mio compleanno insieme a te. >>
Spiegò con
gli occhi lucidi e le guance un po' arrossate. << Non mi
fraintendere, sono felice di aver passato gli ultimi due con mia
madre ma non era lo stesso senza di te. >>
Shiro
gli sorrise guardandolo dolcemente. Gli alzò il viso,
sollevandogli
delicatamente il mento con due dita in modo da guardarlo negli occhi.
<< Sono qui adesso e non ho intenzione di andare da
nessuna
parte. >>
<<
Shiro. >> Lo chiamò Keith come per accertarsi
che lui fosse
davvero lì.
Non
riuscì più a trattenere le lacrime che
cominciarono a rigargli il
viso e si gettò tra le sue braccia, cercando come meglio
poté di
nascondere il viso su di lui.
Shiro
non disse nulla, lasciando che si sfogasse, mentre gli accarezzava i
capelli piano. Erano cresciuti dall'ultima volta che l'aveva fatto.
Quando
Keith si distaccò, ancora a pochi centimetri da lui, lo
guardò con
gli occhi e le guance leggermente arrossati. Shiro non seppe dire se
per lo sforzo del pianto o per l'imbarazzo. Gli scostò una
ciocca di
capelli dietro l'orecchio, accarezzandogli una guancia con il pollice
mentre Keith si lasciò cullare da quel tenero gesto
chiudendo gli
occhi.
<<
Mi dispiace di non essere riuscito a comprarti un regalo in tempo.
>>
Si scusò Shiro.
<<
Non importa. >>
Mi
basti tu, sei tu il mio regalo.
Keith
aprì gli occhi quando sentì il pollice di Shiro
fermarsi.
Shiro
si chinò su di lui lasciandogli un bacio a fior di labbra,
sentendo
la guancia di Keith riscaldarsi sotto la sua mano.
<<
Buon compleanno, Keith. >>
E per
una volta lo era davvero.
NdA:
Buon
compleanno Keith!!!
Spero
vi sia piaciuta questa storia tanto quanto a me è piaciuta
scriverla.
Sono
molto felice di essere riuscita a scrivere qualcosa per il suo
compleanno.
Fatemi
sapere che ne pensate!
Alla
prossima.
Dove
trovarmi: