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Autore: shilyss    30/10/2018    15 recensioni
La prigione dove Odino ha rinchiuso Loki è una cella asfissiante priva di finestre. Costretto in una forzata inattività ma niente affatto piegato, il dio degli inganni affida i suoi pensieri più oscuri a delle lettere. Il destinatario? Thor, l’avversario di una vita, il compagno d’avventura prediletto, il fratello con cui ha condiviso ogni cosa. Carteggio estorto dal tonante cui Loki accetta di piegarsi solo per raggranellare qualche beneficio in più. Perché gli obiettivi del dio degli inganni potrebbero incrociarsi ancora con il destino di Asgard, e nessuna cosa è per sempre, neanche nelle prigioni sotterranee degli Aesir.
Dal cap. 1: Dimmi, Thor, dov’erano mentre il ferro nemico ti lacerava la cotta di maglia, penetrava nella tua carne, tagliava i tuoi muscoli? Dov’erano i tuoi fratelli di sangue, così nobili e valorosi, che siedono ai banchetti accanto a Odino, che chiamano le loro armi mai macchiate di sangue nemico con nomi inutili e altisonanti? Quante volte saresti morto, figlio di Odino, se non ci fossi stato io a gridare, parare, pensare?
Genere: Avventura, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Odino, Sigyn, Thor, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 11 – Concessioni

 

Lettera 77

 

Alla Suprema Maestà di Padre Tutto Odino figlio di Bor, dio delle Forche e della Poesia, Signore di Asheimer, servo dei servi di Asgard, protettore dei Nove Regni, Custode della Sapienza di Mimir, Capo e Generale degli Asi tutti, io, Loki Laufeyson, dio degli inganni e del caos, principe di Asgard e legittimo erede di Jotunheim, conte dei confini nord di Asheimer (1), maestro delle rune e del seiðr, avvocato del Thing in veste di accusatore.

Chiedo ufficialmente

Che la mia assistente, Sigyn Iwaldottir, sia ammessa in mia vece in veste di uditore presso il Thing durante il processo al presunto Cacciatore. I motivi che mi spingono a inoltrare questa richiesta sono molteplici. I miei titoli mi danno libero accesso al Thing poiché, nonostante sia stato condannato a una pena a vita, non sono stato destituito ufficialmente da nessuna delle mie cariche. Anche se ciò dovesse avvenire oggi stesso, del resto, per il processo a carico dell’uomo conosciuto come il Cacciatore rimarrei nell’ambito delle mie funzioni perché la destituzione, com’è noto, non è retroattiva. Ai tempi di Bor era uso e consuetudine che un membro del Thing potesse, in casi eccezionali, delegare una persona degna di fides. A questa antica norma io mi appello augurandomi che venga rispettata così come è sempre stato. Dama Sigyn figlia di Iwaldi potrà fare domande e interrogare il prigioniero secondo la prassi stabilita.

Rimanendo in attesa delle decisioni che vorrà prendere la Corona, pregherò le Norne affinché possano tessere un destino luminoso e fortunato per Asgard e i suoi domini tutti. Con la presente porgo i miei rispettosi omaggi,

Loki Laufeyson, principe di Asgard, conte del Nord, maestro delle rune.

 

Lettera 78

 

Certo che l’ho fatto, idiota. Gli ho scritto una lettera inappuntabile, perfetta sotto tutti i punti di vista. Mi ha fatto aspettare tre giorni e mi ha risposto con un biglietto che gli avrei ficcato volentieri in gola, se solo me lo fossi trovato davanti. Si è degnato di rispondermi con una cazzo di mezza riga. “Scrivimelo come se fossi mio figlio,” ironizza. Può andarsene affanculo, Thor, e tu con lui. Non mi piegherò a recitare nel suo fottuto teatrino la bella favoletta della famiglia felice. Lo fa per umiliarmi, lo stronzo, e se credi che questo sia alto tradimento ti prego: esponi questo tuo dubbio ad alta voce e liberami da questa penosa condizione.

 

Lettera 79*

 

Thor dentro il Thing a fare domande? Cos’è l’inizio di una storiella demenziale? Tipo ci sono un elfo, un nano e un gigante su una barca? Per piacere, Sigyn, non ti ci mettere anche tu.

 

Lettera 80**

 

Mi chiedo perché tu voglia questa lettera. Mancano poche ore all’inizio del processo e dovrebbe essere tua cura far sì che ad Asgard regni la giustizia. La runa che indica questo concetto, non ha lo stesso significato di “prendi il primo sfortunato che ti si para davanti e impiccalo solo perché la folla vuole vedere il mostro penzolare.” La colpevolezza deve essere oltre ogni ragionevole dubbio, com’è stata a suo tempo per me. Balder sente già l’Hlidskjalf sotto le chiappe ed è spinto da Fanfaral a cercare una rapida soluzione al processo, ma questo è un errore, e tu lo sai. Ecco cosa non ti perdono.

Scrivimelo come se fossi mio figlio,” dici. Attento a quello che desideri, recita un antico adagio: potresti ottenerlo. Il sonno che spesso ti coglie e getta Asgard tutta nel caos che io rappresento, potrebbe non salvarti da una verità scomoda uscita dalla bocca del dio dell’inganno, il fabbricante di bugie, il figlio che hai raccolto su un picco di ghiaccio e che hai permesso cadesse, si perdesse.

Padre, perché mi hai torturato? Cominciamo dagli ultimi torti, te ne prego. Non ero forse tuo figlio, quando hai permesso che, per interrogarmi, fossero usati sistemi decisamente poco ortodossi? I miei carcerieri mi hanno chiesto perdono mentre riprendevo fiato e hanno cercato di essere rapidi; in taluni casi, hanno fatto del tutto perché non vedessi gli strumenti. Lascia che ti dica che hanno avuto più pietà di quanta non ne abbia dimostrata tu.

Padre, perché ti ostini a farmi trascorrere del tempo con quella ragazza? La tua sagacia è venuta meno, ignori quello che a chiunque altro appare evidente o è un modo particolarmente subdolo per continuare a torturarmi? Vuoi dei nipoti nati da un genitore in cattività o ti sollazzi nel mostrarmi ciò che ho perso e a cui tu non hai rinunciato?

Padre, perché non sei sceso nei sotterranei per vedere la mia cella e hai impedito a tua moglie di fare altrettanto? Ti ho visto assistere decine di volte a pene atroci come l’aquila di sangue (2) senza muovere un solo muscolo e non ti nego che, qualche volta, ho temuto che avresti condannato anche me a un supplizio così crudele. Un vero Ase, per essere tale e morire con onore, non dovrebbe emettere un solo sospiro durante tutta la pena, ma non temere quell’orrore è follia. Cosa ha trattenuto l’impassibile Padre Tutto dal posare il suo occhio fin qua sotto? Ricordo che visitavi il lupo tutte le sere. Al termine di una riunione o di un banchetto incrociavi le mani dietro la schiena e raggiungevi la sua cella – gabbia, perdono – e lo osservavi ringhiare e sfidarti. Io e Thor ti spiavamo.

Padre, perché mi hai condannato? C’è stata forse una mia parola davvero sbagliata, nell’arringa che ti ho fatto quando le guardie mi hanno trascinato al tuo cospetto legato come un animale? (3) In quanto figlio di re non mi spetta forse un trono? E Asgard sulle ceneri di cosa è stata costruita, Padre? Dalle miniere di quale paese viene l’oro che ricopre persino le pareti del tuo palazzo? Ho cercato di prendermi con la forza ciò che tu mi hai negato perché non sono degno, ricordi? Me lo hai detto mentre oscillavo nella vastità dell’abisso, oltre il Bifrost. Non ero abbastanza. (4)

Padre, perché mi hai ingannato? Hai passato una vita lunga secoli a farmi allungare le dita verso il trono, spingendo me e Thor a fare ogni cosa in nostro potere per poter meritare la corona ai tuoi occhi – perdono, al tuo unico, crudele occhio – e poi, d’improvviso, non eravamo abbastanza. Mio fratello era troppo presuntuoso, violento, rozzo, io eccessivamente bugiardo, falso, malvagio, debole, intrigante e chissà cos’altro. Allora lo ripeto: perché ci hai ingannato? Hai cambiato idea? Il tuo cuore di vecchio è diventato fiacco e lo spirito del guerriero in te si è placato?

Padre, perché non mi hai cercato? Hai allestito un funerale pomposo, mi dicono, hai fatto cantare lai in mio nome, ma la speranza nel tuo petto grinzoso si è affievolita. Il potere per cui sei famoso non ha lasciato che la mia presenza fosse avvertita oppure, semplicemente, ti è convenuto non cercarmi?

Padre, se il mio destino era crepare su un picco di ghiaccio, lasciato a morire di freddo, stenti o divorato dalle bestie, perché mi hai salvato? Qual era il tuo scopo? Aggiungere una reliquia alla tua collezione ignobilmente vasta, sfruttarmi come una marionetta per soggiogare Jotunheim, un giorno, estorcere favori a Laufey? Il piano iniziale non era dare un fratello al figlio maschio appena arrivato, ma accrescere il tuo potere e quello degli Asi. Nient’altro. Risponderai pietà, a questa domanda. Chiamerai in causa l’innocenza di un neonato, la stanchezza della guerra, l’affetto che sopraggiunge inevitabile quando si raccoglie il cucciolo di qualsiasi cosa. Sono fatti per ispirare tenerezza, i piccoli delle varie specie. Hanno un aspetto gradevole e paffuto e grandi occhi per far nascere nell’adulto che li trova un istinto di protezione. Mi sono salvato per questo, padre, perché alla fine ti sei affezionato?

Padre, stai commettendo una sciocchezza con quel processo: macchierà il tuo nome. Lascia che la ragazza che non sarà mai mia assista e possa riferirmi quanto accadrà.

 

Lettera 81

 

Non c’è niente di peggio che rimanere qui ad aspettare, ovviamente. Siamo uomini d’azione, guerrieri abituati a prenderci la responsabilità della nostra vita e di quella degli altri. Oh Thor, non farlo, non dirlo. Non ripetere quello che hai osato dire ieri sera. Avevo intere ali dell’esercito di Odino al mio comando. (5) Guidavo negli assalti truppe fatte di veterani come di ragazzi appena usciti dall’Accademia e mi sono sempre preoccupato di farne tornare a casa il più possibile. Midgard annulla tutto ai tuoi occhi, certo. Lei e il mio lungo periodo con Thanos. Abbiamo combattuto spalla contro spalla per secoli, ho iniziato a difendere i Nove Regni quando ancora avevo le guance lisce come una ragazza, eppure quello che mi definisce, oggi, è la manciata di anni passati ad abbassare lo sguardo quando il Titano mi si avvicinava.

Vorresti il racconto di un fiero eroe che non si è mai piegato, non è vero? Ti piacerebbe, in fondo al tuo cuore, che ti dicessi come la gemma che splendeva sulla sommità del mio scettro mi abbia reso un burattino inerme nelle mani del mostro che insegui senza successo. Sarebbe consolante, suppongo. Ma non è il momento di parlare di quel pazzo, adesso. Lo abbiamo già fatto ieri sera, ricordi? Quando mi sono messo a spiegarti, come se avessi cinque anni, cosa ti succederebbe nel dettaglio se ti avvicinassi troppo a lui. Non gettare alle ortiche i miei preziosi suggerimenti, fratello. Ti hanno salvato la vita più volte, in passato, tienilo sempre a mente – o dovrei dire, piuttosto, in quella zucca vuota che le Norne ti hanno concesso.

 

Lettera 82*

 

Piccola Sigyn, non capisci? Avevano già deciso tutto. Serviva una vittima da immolare, uno spauracchio che esorcizzasse l’orrore. Odino, lo spietato dio delle forche, doveva mostrare quanto sia ancora efficiente e celere la giustizia di Asgard e anche promuovere le gesta del figlio minore. Thor è un irresponsabile che si è messo a cacciare chimere, io sono rinchiuso con una condanna a vita. Il trono di Asgard deve dimostrarsi saldo in qualsiasi frangente. Nessuno è davvero indispensabile, ad Asgard, nemmeno il mio nobile e valoroso fratello. Se si dimostrasse indegno di stringere Mjollnir, Padre Tutto troverebbe immediatamente un altro difensore dei Nove Regni. E quest’ultimo potrebbe essere persino Balder, figurati. Tu hai fatto del tuo meglio, e fidati delle mie parole: se mi fosse stato riferito diversamente, non avrei esitato a rendertelo noto. La clemenza e la gentilezza albergano nel mio spirito, contrariamente a quanto taluni pensano, ma è dispensata con cura e attenzione. Detesto gli incapaci, gli stolti, coloro che agiscono senza riflettere. Hai fatto del tuo meglio, ma Odino aveva già deciso che quell’Erik dovesse penzolare dalla forca. Mi dispiace.

 

Lettera 83

 

Te lo dico io che cazzo è successo: quel vecchio orbo crudele ha messo a morte l’uomo sbagliato e non sono sicuro che sia una tecnica per far sentire più al sicuro il vero Cacciatore. Raramente ho visto eseguire una condanna così rapidamente e questo, lascia che te lo dica, mi ha disgustato. Chi è il mostro, adesso? Sigyn ha raggiunto lo status di puttana pazza del dio degli inganni e ha avuto una crisi di pianto qui, ieri sera. Mi è toccato consolarla come fosse una bimbetta. Siamo proprio una bellissima coppia, noi due: entrambi distrutti – io nel corpo, lei nello spirito – e inascoltati. Bjorn ci ha sorpreso così, mentre ci stringevamo. Sigyn singhiozzava piano sul mio petto, io le accarezzavo i bei capelli biondi.

Che immagine succosa e interessante, non trovi? Quell’idiota ha balbettato qualcosa e lei si è scostata in fretta, ma mi è rimasta accanto. Confusa, rossa in volto, con gli occhi lucidi. Bjorn era venuto a riferirmi il messaggio di Heimdall e no, non ne sono rimasto affatto sorpreso.

 

Lettera 84

 

Gettala. Gettala via, falla sparire, ficcala in fottuto buco nero. Non la cercare, non la inseguire, Thor. Ti troverà e vorrà la sua vendetta. L’arma che sottrassi al Titano in quella bettola senza nome, aveva una gemella. La possiede ancora, credo, sua figlia – un’abile guerriera con cui sarebbe interessante scontrarsi, forse. Thanos non si accorse immediatamente del furto (6). Tornò nel suo accampamento, s’infilò nella sua tenda, e solo allora, quando si tolse le placche dell’armatura, si accorse che il fodero era vuoto. Dicono che s’infuriò tanto che le vene del collo gli si gonfiarono a dismisura. Che sradicò alberi a mani nude e che minacciò di distruggere quell’eremo insignificante di cui nemmeno ricordava il nome. C’è chi racconta che uccise metà dei suoi sottoposti per riportare l’ordine e l’equilibrio, e che fu solo dopo aver compiuto quell’inutile massacro, che gli tornai in mente io.

Mi chiamano il dio degli inganni, fratello, tu lo sai. Dicono di me molte cose, troppe, forse. Alcune voci le ho alimentate io stesso per testare la curiosa morbosità degli uomini di conoscere, sapere, parlare di ciò che li affascina e, allo stesso tempo, li spaventa. Come la storia del cavallo che, su Midgard, è diventata persino una curiosa quanto improbabile leggenda. A volte, come ad Alfheim, mi muovo nell’ombra e colpisco prima che il mio avversario se ne accorga, cogliendolo alle spalle. Altre, invece, faccio sfoggio delle mie abilità alla luce del sole, armato solamente del mio acume e di un occhio attento. Non ho atteso che fosse il Titano a venirmi a cercare. Fui io ad andare da lui. Mi fermai ai margini del suo accampamento sontuoso e decadente e osservai le astronavi scintillanti, le tende montate con accurata perizia, i cadaveri ammucchiati gli uni sugli altri. Non è stato lo stupore e il terrore che la morte aveva congelato sui loro volti, a farmi rabbrividire, ma il capriccio privo di senso e scopo che si nascondeva dietro quel massacro osceno. Ho attraversato mille e mille campi di battaglia, al tuo fianco. Ho visto la morte negli occhi di un soldato già esanime, ho assistito a fini gloriose e ad altre miserande, ho camminato nel fango e nel sangue facendomi largo tra i cadaveri, ho posato il mio sguardo su di loro. Alcuni avevano sacrificato la loro esistenza in nome di un fine ritenuto alto e nobile, meritevole. Altri, avevano lottato fino allo stremo spinti dalla fame e dalla leva obbligatoria, ed erano morti sapendo a malapena il nome del sovrano per cui avevano dato ogni cosa. Anche le guerre più giuste nascondono motivazioni luride e sporche, fratello. Io tutto questo l’ho saputo sempre o l’ho capito troppo presto, non ricordo, eppure nell’accampamento di Thanos, tutti quei cadaveri mi hanno colpito. Il Titano mi parve come un bambino gigantesco e infinitamente stupido che sfogava la sua frustrazione sugli uomini con cui avrebbe dovuto lottare fianco a fianco. Per lui quelli non erano sudditi né tantomeno guerrieri da comandare, ma giocattoli da distruggere all’insorgere del primo disappunto.

 

Lettera 85

 

Il Cacciatore penzola ancora dalla forca, e già Asgard si chiede che ne sarà di me. Potrei perdere i privilegi ottenuti fino a ora e crepare sputando sangue. È una possibilità che ho preso in considerazione, sì. Nascondere la Gemma è stata la cosa più stupida che tu potessi fare, Thor. Davvero. Ti avevo detto di sbarazzartene, di gettarla in qualche buco nero del cazzo, e invece tu che fai? Decidi di tenertela. Pagherai per non avermi ascoltato, pagheremo tutti. Io, forse, prima degli altri. Lei non si è fatta vedere. Sono due giorni che non la vedo – due giorni in cui i corvi di Odino non hanno fatto altro che volare senza sosta sul cielo grigio di Asgard. Spero davvero che abbia abbandonato la città a favore dell’isolata e mite campagna. Lui è ancora in giro e potrebbe decidere di cercarla. Non lo hai ancora capito, Thor? Allora sei più sciocco di quanto credessi. Porta le tue chiappe qui, dobbiamo parlare.

 

Continua…

 

L’angolo di Shilyss

Cari Lettori che siete arrivati fin qua,

Ecco finalmente l’undicesimo capitolo di questa long! Vi ho fatto aspettare un’eternità, ma non temete! Mai più così tanto tempo! Voglio ringraziare tutti coloro che hanno recensito, preferito, ricordato e seguito questa storia. Grazie davvero, ogni riga è per voi ♥: vi invito, anzi, a utilizzare le liste di Efp. Per voi è solo un clic, per noi Autori una grande soddisfazione **

La Fatina dell’Ispirazione necessita sempre delle vostre cure per poter spandere i suoi glitter! Per ulteriori info e un po’ di divertimento… c’è la mia pagina facebook ♥ https://www.facebook.com/Shilyss/

Ricordo che il personaggio di Sigyn, tolto quello che trovate alla voce “Sigyn” su Wikipedia, è una mia personale interpretazione/reinterpretazione/riscrittura. Che Loki si occupi di giustizia e sia conte è un mio headcanon che difenderò nelle sedi opportune con le unghie e con i denti.

1)      Loki conte del Nord e con un ruolo politico è un MIO headcanon.

2)      L’aquila di sangue è un’orrenda punizione vichinga che non vi descriverò per decenza.

3)      Riferimento a TDW.

4)      Riferimento al primo film Thor.

5)      Anche questo è un mio headcanon.

6)      Mi riferisco alla lettera 38/Capitolo 5 di questa long.

Prima di lasciarvi, vi informo che a giorni aggiornerò anche un’altra long! Vorrei inoltre consigliarvi di leggere altre due mie storie: sto parlando dell’AU Tesori, whisky e ossessioni, che non toglie nulla al personaggio di Loki, e alla minilong ispirata al mito “Fino alla fine del tempo.”

Grazie per essere arrivati fin qui,

Shilyss

   
 
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