Capitolo 1:
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La voce stridula di mia sorella echeggia nelle mie orecchie come un martello pneumatico, da quando abbiamo intrapreso il volo dal nostro paese fin qui non ha fatto altro che lamentarsi.
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Amalia mi guarda con disapprovazione e si avvicina a me a braccia conserte.
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Prendo il cellulare dalla tasca e digito rapidamente un numero che ricordo a memoria, e come potrei scordarlo?
Dall'altro lato mi risponde una voce femminile piuttosto roca.
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L'areoporto di Jump City è sempre stato un caos, ricordo che la prima volta che venni qui ebbi bisogno dell'aiuto di alcune hostess per arrivare fino al centro.
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Rachel, la mia migliore amica dei tempi del liceo, visto che mi trasferii a Jump City da sola per frequentare la scuola lei e sua madre mi ospitarono per tutta la durata degli anni scolastici.
Io e mia sorella ci dirigiamo verso l'esterno, ovviamente Amalia non mi aiuta nemmeno con una valigia.
Una ragazza dai capelli viola e dai profondi occhi blu mi osserva attentamente.
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Un ragazzo dai ricci capelli biondi corre nella mia direzione e mi aiuta a trasportare tutto quello che ho fra le mani.
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Gar raccoglie i bagagli e li posiziona sul retro del pick up, lo stesso con cui veniva a prendermi a casa di Rachel per andare a scuola tutti assieme.
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Garfield mi sorride <
Richard...Non appena sento quel nome il mio cuore ha un cedimento.
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Saliamo in auto, presento mia sorella ai miei amici e spiego loro dove siamo dirette.
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Rachel mi sorride e volta la testa nella mia direzione.
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Mi sporgo per osservare meglio la mia amica <
Rachel mi porge la mano sinistra mostrando una fede incisa di un meraviglioso oro bianco.
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Garfield mi sorride dallo specchietto <
Scoppiamo in una risata divertita mentre Amalia sbuffa annoiata.
Oggi piove, non è una novità, a Jump City piove spesso.
Mentre attraversiamo le strade della città riconosco ogni via, ogni piccolo vicolo, ricordo le corse sotto alla pioggia per andare a mangiare la pizza, ricordo le giornate passare a studiare per gli esami all'Arcade mentre sorseggiavamo della Cola.
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La voce di mia sorella mi riporta alla realtà, la pioggia batte furente sul finestrino dell'auto che è ora immobile davanti ad un piccolo appartamento dai colori sbiaditi.
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Prendiamo le nostre valigie con l'aiuto dei miei amici e, quasi correndo per proteggerci dalla pioggia, riusciamo ad entrare nella nuova casa.
L'appartamento non è molto grande, appena entrati ci siamo trovati nel bel mezzo del salotto arredato in modo spartano e subito a sinistra si trova la cucina, un piccolo corridoio conduce al bagno sulla destra e alle camere da letto sulla sinistra, in fondo si trova lo sgabuzzino con lavanderia.
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Sento di nuovo quella fitta fastidiosa al cuore, il pensiero che lui abbia vissuto qui mi rende emozionata e triste allo stesso tempo.
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Osservo Rachel, sicuramente vuole che mi svaghi ma so anche che ci sarà lui a questa festa...
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Amalia sbuffa e, afferrando una valigia, si apparta in una camera scegliendola automaticamente come sua.
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Io e mia sorella non siamo mai andate molto d'accordo ma ultimamente il nostro rapporto è pressoché inesistente.
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Evidentemente, sa già che alla festa ci sarà anche Richard e sa che la presenza di mia sorella non farebbe altro che farmi sentire peggio.
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Alzo gli occhi al cielo.
Roy era il mio ragazzo al liceo, abbiamo mantenuto i contatti ed è addirittura venuto a trovarmi qualche volta.
Ho sempre sofferto per come ci siamo separati all'epoca, non sono mai stata in grado di scusarmi con lui ma forse stasera ci riuscirò...
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Io e Rae alziamo gli occhi al cielo, alcune cose non cambiano mai.
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Sono pronta, ho indossato l'unico vestito che ho portato con me in valigia, un vestitino di pizzo rosso a mezza manica con scarpe open toe abbinate.
Indosso il cappotto e la sciarpa e prendo la borsa mentre mi dirigo fuori.
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Mia sorella nemmeno esce dalla sua stanza, o meglio, quella che lei ha deciso sarà la sua stanza per tre giorni (ovviamente, l'unica con matrimoniale!).
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Non appena arrivo nel vialetto mi rendo conto che una sontuosa macchina nera è parcheggiata fuori da casa mia, ad occhio e croce sembra una Mercedes.
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E' bello esattamente come tre anni fa, capelli rossi e occhi di un penetrante color nocciola, fisico scolpito...Non c'era ragazza che non lo considerasse una splendida creazione di Dio quando eravamo al liceo.
L'ultima volta che l'ho visto è stato un paio di mesi fa, veniva a trovarmi regolarmente nel mio paese da quando vi avevo fatto ritorno.
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Gli sorrido mentre mi apre la portiera dell'auto e mi fa sedere al posto del passeggero.
Sale anche lui e si mette al volante.
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Mi sento così rassicurata che non posso fare a meno di ritare un sospiro di sollievo.
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La casa di Rachel e Garfield è una villetta nella periferia della città, sembra piuttosto moderna e non posso evitare di notare l'immenso giardino con staccionata che la circonda.
Sembra uscita direttamente da uno di quei cataloghi di abitazioni per novelli sposi.
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Ma certo che c'è già stato, lui e Garfield sono amici inseparabili sin dall'asilo...E anche con Rachel si conoscono da tempi immemori...
Sento un'auto accostare dietro di noi, mi volto lentamente e il mio cuore si blocca all'istante, eccolo!
Richard Grayson, occhi di un azzurro quasi glaciale, labbra carnose e pericolose, capelli corvini che contrastano con la sua pelle chiara e un corpo da dio greco, bello più di quanto ricordassi.
Il suo portamento è elegante e distinto, indossa uno di quegli abiti da persone ingessate e alla sua destra la sua splendida e ricca fidanzata:Barbara Gordon.
Sono i William e Kate americani, ogni giornale, ogni rivista e ogni notiziario non fa altro che parlare di loro e del loro imminente matrimonio.
Torno indietro nel tempo a quando frequentavamo il liceo, a quei tempi io e Roy eravamo la coppia più popolare ed ammirata della scuola, mai un passo falso, mai una sbandata, mai niente.
Finché non conobbi Richard, non appena lo vidi capii che mi avrebbe portato solo guai ma ne ero attratta come una falena è attratta dalla luce.
Il professore di economia notò che i miei voti non erano eccezionali in materia così decise di assegnarmi un tutor e chi altri poteva essere se non lui?
Mi ritrovai a passare interi pomeriggi a studiare nella sua immensa villa, con Alfred, il maggiordomo del suo patrigno, a fare da vedetta.
Il suo patrigno era, ed è, Bruce Wayne...Quell'uomo è uno dei più grandi miliardari di Jump City, sfido che Richard fosse così esperto di economia.
Un giorno mentre studiavamo in camera sua Dick si alzò dalla scrivania e chiuse la porta, si avvicinò a me e mi baciò.
Così andavo a casa sua, studiavamo e ci baciavamo lungamente finché non dovevo tornarmene a casa.
Un giorno però Wally, il migliore amico di Roy, ci vide baciarci nel vicolo della pizzeria, quel giorno volevamo studiare fuori perché faceva molto caldo in casa...Richard mi rubò un bacio nel vicolo e mi strinse a sé, fu la prima volta che mi sentii amata e desiderata da lui, pensavo di essere solo un divertente passatempo fra una cheerleader e l'altra ma non ho mai saputo se fosse il contrario.
Inutile dire che Wally andò a raccontare tutto a Roy e in pochi mesi tutta la scuola fu testimone della nostra rottura.
Continuavo a studiare con Richard ma lui non mi toccò più nemmeno una volta, non so ancora perché ma immagino che fosse perché era pentito, in fondo, Roy era anche suo amico.
Poche settimane dopo iniziò una relazione con Barbara e io non andai più nemmeno a casa sua a studiare e decisi invece di farmi aiutare da Victor.
Passai da una A+ a una B+ ma almeno era un voto accettabile al contrario della solita D.
Il mio viaggio nel passato fu bloccato da una mano sulla mia spalla, non avrei mai potuto confondere l'elettricità che quel tocco mi provocava con nessun altra.
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Sento le gambe cedere.
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Richard mi prende fra le braccia e il mio cervello va in tilt, incredibile che riesca ancora a farmi questo effetto dopo tanti anni.
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Gli sorrido appartandomi leggermente <
Barbara mi stampa un bacio sulla guancia <
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Roy mi posa una mano sulla zona lombare della schiena invitandomi a raggiungere il vialetto di ingresso.
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Non posso fare a meno di arrossire.
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Osservo l'abito di Richard ed effettivamente un look così perfetto può solo indicare che lavori in una azienda simile.
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Roy suona il campanello.
Ci apre Rachel, indossa un paio di jeans e un maglione nero che le scopre le spalle pallide, io e Barbara siamo decisamente più eleganti ma quando si è belle come Rachel ciò che si indossa non ha importanza, si risulta sempre meravigliose.
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Entrando nella villetta mi rendo subito conto che è a due piani, a sinistra dell'entrata si trova infatti una bellissima scalinata a chiocciola in legno, a destra invece c'è un delizioso salotto con una grandissima porta finestra arredato in perfetto stile moderno.
Proseguendo lungo il corridoio arriviamo nella sala da pranzo che sembra essere molto ampia e luminosa decorata con una lunga tavolata in legno e delle sedie bianche ed immacolate.
Nella sala da pranzo si trova una porta ad arco in mattoncini bianchi che conduce alla cucina con penisola, laccata di un rosso acceso e quasi stridente.
Rachel ci porta al piano di sopra dove si trova un piccolo bagno che contiene solo un lavandino in ceramica bianca, un bidet, un water e una vasca da bagno con schienale per il collo.
Poi andando a destra ci fa vedere la camera da letto la cui unica mobilia è, appunto, un letto matrimoniale a baldacchino, un armadio a sei ante di un nero opaco e una cassettiera abbinada ai comodini e all'armadio.
In fondo al corridoio del piano di sopra si trova uno studio con delle tele e dei cavalletti, pennelli e barattoli di pittura la fanno da padrone, Rachel ha sempre avuto la passione per l'arte e mi fa piacere che abbia coltivato questo suo interesse.
Torniamo di sotto, appoggiamo i cappotti e ci accomodiamo in sala da pranzo.
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Scoppiamo tutti a ridere e per un attimo mi sembra di essere tornata ai vecchi tempi.
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Dopo pochi istanti di chiacchiere su tutto e niente sentiamo la porta d'ingresso aprirsi in un fragoroso *BUM*.
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Barbara alza gli occhi al cielo e mi posa una mano sulla coscia <
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I due si siedono con dei sorrisi divertiti.
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La serata trascorre piacevolmente fra risate e storie di ogni tipo, il cibo è delizioso ma non c'è da aspettarsi niente di meno quando cucina Garfield, nonostante sia vegetariano riesce ad accontentare sempre i gusti di tutti.
Ricordo che quando Victor ci invitava alle sue famose grigliate i due litigavano per ore su cosa cucinare e alla fine Vic era sempre costretto ad inserire un'opzione vegetariana per Garfield.
Si sono fatte le undici di notte...Inizio ad avvertire la stanchezza che mi porto dietro dal viaggio, ci siamo spostati in salotto ma, non so per quale motivo ora siamo solo io e Richard, seduti vicini mentre gli altri aiutano a sparecchiare e a lavare piatti e bicchieri.
Sento il sonno impadronirsi del mio corpo, lentamente faccio scivolare la mia testa sulla spalla di Richard e all'improvviso mi sento come se volassi.
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Mi alzo, mi guardo attorno, sono a casa mia.
Esco dalla camera e ho la conferma, sono proprio nel mio appartamento.
Come ci sono finita?
L'ultima cosa che ricordo è di essermi appisolata a casa di Rachel, probabilmente mi hanno riaccompagnata a casa e mi hanno messa a letto...
Ho ancora il mio abito rosso addosso, sicuramente è andata così.
Mi sfilo il vestito ed indosso il pigiama, osservo l'orario: le due di notte.
Mi sento stranamente riposata ma, ovviamente, continuerò il mio sonno anche perché dormire poco fa male alla pelle!
Imposto la sveglia per le sette del mattino e mi addormento di nuovo molto velocemente.
Mentre lascio che la mia mente si alleggerisca mi perdo nel mondo dei sogni.