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Autore: The_Storyteller    03/11/2018    0 recensioni
Una vecchia conoscenza ritorna a Skyhold dopo alcuni anni, e scoprirà che qualcosa è cambiato.
Genere: Fantasy, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cullen, Nuovo personaggio, Solas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una notte di fine inverno a Skyhold. Il cielo era leggermente nuvoloso e gli abitanti del castello si stavano godendo un meritato riposo. Sembrava tutto tranquillo.
L’Eluvian si attivò con una luce azzurrognola e una figura incappucciata ne uscì con passo tranquillo. La figura misteriosa attraversò il cortile delle erbe, poi salì le scale che portavano al castello. Rimase ad osservare il salone principale, con il trono dell’Inquisitore che si stagliava in fondo, poi si diresse verso la prima porta a destra vicino al camino. Superò la volta di pietra e si ritrovò nella stanza più bassa della torre circolare.
Solas si tolse il cappuccio e, dopo aver acceso le torce con un gesto della mano, osservò le pareti che aveva dipinto tanti anni prima.
“È rimasto tutto come allora” pensò l’elfo con malinconia. Sfiorò i disegni, seguendo con le dita i contorni dei soggetti, poi si mise in mezzo alla stanza. Era la prima volta che tornava a Skyhold, quel luogo così famigliare e allo stesso tempo così estraneo. Chiuse gli occhi e pensò ai momenti che aveva trascorso lì insieme a quelli che una volta lo consideravano un amico, o comunque un alleato.
Rivide la scena di qualche anno prima, quando aveva fermato i qunari dall’invadere il Thedas meridionale e aveva rivisto Saoirse. Ricordava ancora il suo sguardo sconvolto quando le aveva rivelato la sua identità e il suo piano per riportare alla vita il mondo degli antichi elfi. L’elfo aggrottò la fronte ripensando a ciò che le aveva detto la sua amica: ti farò cambiare idea un’altra volta. Aveva sperato che avesse ragione, che ci fosse un modo per salvare questo mondo, ma…
 
– Tu chi sei?
Solas aprì gli occhi di scatto e si girò verso la porta che conduceva al salone, da dove aveva sentito provenire quella voce. Vide una bambina che si sporgeva dalla porta e che pian piano lo raggiunse. L’elfo la osservò alla luce delle torce: poteva avere circa cinque anni, i capelli biondi e mossi incorniciavano due occhi azzurri e curiosi, per poi cadere sulle spalle della piccola. Indossava una camicia da notte e ai piedi aveva due calzini di lana, mentre in braccio teneva un grosso pupazzo a forma di nug.
La bambina era rimasta in silenzio ad osservarlo, poi disse: – Sei diverso dagli altri elfi che conosco.
Solas rimase sorpreso da quell’incontro improvviso, ma cercò di mantenere la calma: quella bambina avrebbe potuto dare l’allarme, e lui voleva evitare di dover affrontare un intero castello.
– Davvero? In che senso sono diverso?- chiese lui.
La bambina lo osservò di nuovo dall’alto in basso, poi rispose semplicemente: – Sei più alto.
L’elfo sorrise divertito a quella risposta così semplice e innocente, poi provò a cambiare discorso: –Che bel pupazzo che hai.- disse indicando il nug di pezza.
La bambina sorrise: –Ti piace? Si chiama Noodle e me l’ha regalato lo zio Krem per il mio compleanno. Era insieme allo zio Toro e a tutti gli altri delle Furie. Poi c’erano anche zia Cassandra e zia Josie, e lo zio Dorian è arrivato con lo specchio magico, e zia Sera ha portato i biscotti che mi piacciono tanto. Purtroppo zio Thom e zio Varric non sono potuti venire, però mi hanno mandato lo stesso dei regalini. Ah, e poi è venuto anche lo zio Cole, e anche la zia Viv!-
La piccola sembrava un fiume in piena, e Solas la ascoltava con pazienza.
Una domanda cominciò a frullargli per la testa, così chiese alla bambina: –Hai davvero così tanti zii?- Cominciava ad avere dei sospetti su chi potessero essere i suoi genitori, quindi cercava altri indizi.
– Oh no, sono amici della mamma e del papà! Ma io gli voglio tanto bene quindi li chiamo tutti così- gli rispose la piccola.  
Ora Solas non aveva più dubbi: quella bambina era la figlia di Saoirse e Cullen. In effetti la somiglianza era notevole, ma aveva voluto accertarsene.
– Questa è la stanza preferita della mamma, sai? Le piacciono tanto i disegni, e anche a me piacciono. E poi qui mi fa vedere come usare la magia- riprese la bambina, facendo partire alcune scintille dalla mano.
L’elfo rimase sorpreso: la bambina era una maga, e pur essendo così piccola sapeva già padroneggiare i suoi poteri.
– E tuo papà è contento della magia?- chiese Solas.
La bambina rispose: – Oh sì! All’inizio era un po’ sorpreso, ma poi gli è passato. Però dice che se il mio fratellino avrà i poteri si troverà in minoranza!- disse con una risatina.
Solas rimase sovrappensiero: dunque era in arrivo un altro piccolo Rutherford. Non fece in tempo ad assimilare questa informazione che la bambina interruppe i suoi pensieri: –Io mi chiamo Luna. Qual è il tuo nome?- chiese con uno sguardo curioso.
– Sei arrivato con lo specchio magico come fa lo zio Dorian? Quindi sei un mago anche tu?
L’elfo si accovacciò all’altezza della bambina e fece partire dalla mano una piccola fiamma di velfuoco, ma non le rivelò la sua identità: – Sì, sono un mago anch’io. La gente mi chiama con tanti nomi. Tu che nome mi daresti?- chiese.
La bambina ragionò per un paio di minuti, poi disse: – Signor Lupo Triste.
“Questa non me l’aspettavo” pensò Solas. – E perché questo nome?- le chiese.
La bimba rispose: – Lupo per il pellicciotto che indossi- e indicò la pelliccia che partiva dal fianco dell’elfo e raggiungeva la spalla, per poi girargli dietro la schiena.
– E Triste per i tuoi occhi-
Solas rimase colpito, e distolse lo sguardo malinconico dirigendolo verso i disegni alle pareti. La bimba si avvicinò all’elfo e parlò ancora: – Anche la mamma ogni tanto è triste, quando stiamo qui. Mi ha detto che quei disegni li ha fatti un suo amico, ma poi gli ha detto una bugia e se ne è andato.
Solas fissò il pavimento e tirò un sospiro. Un traditore, ecco come veniva considerato. Dopo tutto, Fen’Harel non è il dio degli inganni?
Ma la bambina lo distolse dai suoi pensieri, togliendogli un peso dal cuore: – Ma la mamma ha promesso che lo troverà e lo farà tornare, a costo di dover attraversare tutti gli specchi magici- Luna aveva appena detto queste parole quando si lasciò scappare un grosso sbadiglio.
– Non dovresti tornare a dormire?- chiese Solas con un sorriso.
– Ma io voglio parlare ancora con te.- replicò la bambina stropicciandosi gli occhi. Solas si diresse verso il divano contro la parete, poi invitò Luna a sedersi accanto a lui. La piccola prese posto e Solas le chiese se avesse mai sentito parlare degli antichi elfi e della loro città, Arlathan. Luna scosse la testa.   
–Bene- rispose Solas. – Adesso ti racconto una storia…
 
Il mattino seguente il sole splendeva radioso e Cullen si svegliò di buon umore. Si stropicciò gli occhi e posò lo sguardo su Saoirse, ancora addormentata. Le spostò un ciuffo di capelli dagli occhi, poi osservò la sua pancia che sporgeva da sotto le coperte: Saoirse era ormai al sesto mese e le sue notti erano piuttosto insonni.
Cullen si alzò piano per non svegliarla, le diede un bacio leggero e poi si incamminò verso la stanza di sua figlia, ma quando arrivò trovò la porta aperta. “Che strano” pensò l’uomo, “Di solito accosto la porta prima di andare”.
Cullen entrò e trovò il letto vuoto. La sua inquietudine aumentò quando tastò le lenzuola e si accorse che erano fredde. “Dove è finita Luna?” si chiese con apprensione. Con il cuore a mille Cullen corse verso il salone principale alla ricerca della figlia. Mille pensieri gli assillavano la testa: Luna non andava mai da sola in giro per Skyhold, c’erano troppi pericoli per una bambina: l’armeria, i bastioni, le scuderie con i dracolischi…
Cullen notò che la porta vicino al camino era aperta e si diresse verso la rotonda. Diede un’occhiata in giro e tirò un sospiro di sollievo quando vide Luna addormentata sul divano, avvolta da una coperta. Si avvicinò e le accarezzò la testa, chiamandola dolcemente. La piccola si svegliò e si guardò intorno.
– Che cosa ci fai qui, tesoro?- le chiese Cullen. La bambina aveva uno sguardo confuso, poi mormorò: – Non lo so, non mi ricordo…
Cullen notò che la coperta, in realtà, era un mantello. Si sentiva inquieto e decise che ne avrebbe parlato con gli altri più tardi. Prese in braccio Luna e si diresse verso gli alloggi di Saoirse, e non si accorse del piccolo ciondolo a forma di testa di lupo legato al collo del pupazzo di sua figlia.
   
 
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