Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: XShade_Shinra    19/11/2018    1 recensioni
«Jean…».
Erano sussurri che sapevano di miele, quelle dolci frasi speziate che la notte esaltava con il suo silenzio.
«Armin».

[ Yaoi - Jearmin ]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Armin Arlart, Jean Kirshtein
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Enjoy the Silence
«Jean…».
Erano sussurri che sapevano di miele, quelle dolci frasi speziate che la notte esaltava con il suo silenzio.
«Armin».
[Jearmin]
  Fanfiction partecipante al Pornfest#11 e al COW-T 8 indette da landedifandom
 
- Titolo: Enjoy the Silence
- Autore: XShade-Shinra
- Fandom: Shingeki no Kyojin / L'attacco dei Giganti
- Personaggi: Jean Kirschtein, Armin Arlert
- Pairing: Jearmin (Jean x Armin)
- Genere: Introspettivo, Sentimentale, Malinconico
- Rating: Arancione
- Avvisi: Yaoi, MM/WI, H/C
- Timeline: All'inizio del "The Uprising" Arc
- Capitoli: One Shot
- Prompt: Handjob (PF11), Quiete (COW-T8)
- Wordcount: 551 parole
- Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come d'altronde i fatti in essa narrati. Inoltre questi personaggi non mi appartengono (purtroppo...), ma sono proprietà dei relativi autori; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro ma solo per puro divertimento.
- Note: Come al solito, scrivo le cose e le pubblico su EFP dopo eoni... XD Spero che questa piccola storia possa essere di vostro gradimento!
Il titolo è tratto dall'omonima canzone dei Depeche mode, di cui ho riportato anche le strofe che mi hanno spirata.
Se secondo voi il rating arancione risulta essere troppo basso per questa FF, fatemelo sapere e lo porterò subito a rosso. Ho sempre un po' di difficoltà con storie così borderline...
 

 
Enjoy the Silence
 
All I ever wanted
All I ever needed
Is here in my arms
Words are very unnecessary
They can only do harm

«Jean…».

Erano sussurri che sapevano di miele, quelle dolci frasi speziate che la notte esaltava con il suo silenzio.

«Armin».

I letti della casa di campagna, dove la seconda squadra operazioni speciali di Levi aveva trovato sede da una settimana circa, erano piccoli, stretti e ravvicinati, ma questo non avrebbe fermato nessuno dei due soldati; quegli incontri notturni erano la linfa che permetteva loro di andare avanti, di non pensare prima di addormentarsi e, soprattutto, di avere ancora più forza di lottare l’indomani.

I loro giacigli erano l’uno accanto all’altro, ma il più delle volte uno di essi rimaneva freddo nel cuore della notte: bastava che uno dei due proprietari si sporgesse un po’ di più verso l’altro ed era un attimo scivolare tra le calde braccia dell’amato.

I loro corpi erano i primi a toccarsi e trovarsi, poi un breve sussurro lasciava le loro labbra, prima che esse colmassero il poco spazio che le separava, in un bacio che sapeva di urgenza e bisogno, come se fosse il sedativo a tutte le paure e le angosce che li braccavano.

Eren e Connie non sapevano ciò che succedeva sotto il loro naso, tutte le notti che Armin e Jean non avevano da fare il turno di guardia. Una volta, Armin fu sicuro che Connie si fosse svegliato - Jean continuava a sostenere che, invece, si era solo girato nel sonno -, ma nessuno aveva chiesto nulla, l’indomani, e la cosa era rimasta sospesa nell’oblio. L’importante era che Eren non lo venisse mai a sapere, o si sarebbe trasformato in gigante solo per poter spappolare la faccia di Jean con un pugno.

«Sono felice di poter essere qui con te, anche stasera»,  sospirò piano Armin, passando una mano sul muscoloso torace del ragazzo.

Jean sorrise e gli accarezzò la testa, lasciando che quei fili biondi gli scorressero tra le dita. «Anche io, Armin», sussurrò in risposta, tornando a baciarlo.

Presto, le loro mani scesero ancora, superando la soglia dei pantaloni.

Era l’unico tipo di contatto intimo che osavano scambiarsi. Si prendevano cura l’uno dell’altro, cercando di far stare bene il partner; talvolta era la grande mano di Jean che si occupava di entrambe le loro erezioni, strette insieme, oppure i loro palmi erano così impegnati a saggiarsi vicendevolmente il corpo, che i loro organi rimanevano premuti tra i loro ventri, ricevendo un’eccitante frizione fino a giungere all’apice del piacere. Non avevano mai sperimentato altro, nonostante entrambi sapessero che si poteva fare di più - ma era solo questione di tempo, data la natura tipicamente curiosa di Armin.

«Mi mancavi…», ammise Jean, mentre i loro polsi si muovevano sempre più velocemente, facendo scorrere le mani lungo i loro sessi turgidi, lasciando il proprio piacere alle attenzioni dell’altro, finché -  prima Armin, poi Jean - non si riversarono tra i loro pugni, ovattando rochi lamenti nel loro infinito bacio, cercando di essere più silenziosi del placido respiro di Eren accanto a loro.

Raggiunto l’orgasmo, i due rimasero abbracciati insieme, lottando contro il sonno, come sempre; fronte contro fronte, con il respiro affannato e troppe cose da dire che non riuscivano a superare la prigione delle labbra appena schiuse.

Per il momento, avrebbero continuato in quel modo, finché i loro sussurri non avessero innalzato due parole importanti e caparbie, che facevano più paura dei giganti.



Fine
XShade-Shinra

  
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