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Autore: eleCorti    22/11/2018    6 recensioni
[Quinta classificata al contest: All I want for Christmas is... storie, indetto da Arianna1992 sul forum di efp]
Se rimaneva lì e stava calmo, era solo per Chizuru. Il peggio venne, quando il proprietario annunciò ai suoi dipendenti che ci sarebbe stato uno spettacolo. E quando Hijikata scoprì che si doveva vestire da elfo, la sua calma iniziò a venire meno.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chizuru Yukimura, Toshizou Hijikata
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Di elfi, di porte, e...


Il giorno di Natale si stava avvicinando e Chizuru doveva ancora comprare i regali. Il problema era che non aveva abbastanza soldi, e l'unico modo per guadagnarli in fretta era lavorare al grande outlet, come aiutante di babbo Natale, nel quartiere di Shibuya. Altro grande intoppo, però, era che l'outlet cercava due persone per quel lavoro, e lei non sapeva a chi domandare. O meglio, una persona l'aveva avuta in mente, Heisuke, ma questa si era ammalata. E Chizuru era di nuovo punto e a capo. Heisuke era il suo unico amico disposto ad aiutarla e sopratutto senza nulla da fare nel periodo natalizio. Tutti gli altri o lavoravano o erano partiti con le loro famiglie. Non proprio tutti. L'unico rimasto a Tokyo era Hijikata, ma Chizuru era assai certa che lui non avrebbe mai e poi mai accettato quell'offerta. Ma lei doveva tentare, perché quei soldi le servivano.
Fece il numero dell'amico assai titubante, prese un grande respiro ed aspettò che lui rispondesse. Uno squillo. Due squilli. Al terzo squillo, Hijikata risposte.
“Pronto?” Chizuru ingoiò un po' di saliva. Era rimasta senza parole. Non sapeva come iniziare il discorso.
“Hijikata-san, perdonami se ti disturbo a quest'ora...” s'interruppe per cercare di ponderare le parole. Per cercare di convincerlo, doveva usare le giuste parole.
“Ma, ecco, avrei un piccolo problema.” s'interruppe di nuovo, aspettando un segnale dell'amico.
“E sarebbe?” fu la risposta di Hijikata, che mise in soggezione Chizuru.
“Ecco, quest'anno lavorerò come aiutante di babbo Natale nell'outlet di Shibuya, Heisuke avrebbe dovuto aiutarmi, ma, ecco, lui si è ammalato. E non trovo nessuno che possa sostituirlo, per cui ho pensato a te.” raccontò. Poi aspettò con trepidazione che l'amico dicesse qualcosa, ma la risposta di Hijikata non giungeva.
“Lo so che ti sto chiedendo troppo, probabilmente sarai impegnato, ma non sapevo a chi altro chiedere.” aggiunse.
“E va bene, ti aiuterò io. Ma sappi che mi devi un favore!” tagliò corto. A lui quei lavori ridicoli non piacevano, ma per Chizuru avrebbe fatto qualsiasi cosa.
“Grazie Hijikata-san! Mi hai salvato la vita!” esclamò Chizuru. All'improvviso si sentì leggera come una piuma. Si era tolta di dosso un enorme macigno.
“Non mi ringraziare!” ribatté in maniera scorbutica.
“Ci vediamo domani alle otto, davanti all'outlet.” si ricordò di dirgli, prima che egli riattaccasse.


 
****
 
Il giorno dopo, i due si ritrovarono davanti all'ingresso dell'outlet e, una volta entrati, si presentarono al proprietario che li fece iniziare subito a lavorare. Chizuru si trovava bene in quell'ambiente. Lei era una persona solare e socievole e sapeva intrattenere bene i clienti e sopratutto i bambini. Per Hijikata, invece, era l'opposto. Lui odiava quel lavoro, odiava quel vestito che era costretto ad indossare, un vestito da elfo, ma soprattutto odiava i bambini. Piccoli, rumorosi e irritanti. Se rimaneva lì e stava calmo, era solo per Chizuru. Il peggio venne, quando il proprietario annunciò ai suoi dipendenti che ci sarebbe stato uno spettacolo. E quando Hijikata scoprì che si doveva vestire da elfo, la sua calma iniziò a venire meno.
Quando vide per la prima volta il vestito, dei pantaloni grigi di stoffa, una giacca verde, delle scarpe a punta dello stesso colore e un capello sempre verde, un moto di irritazione si fece largo in lui. Ma fu quando vide le orecchie a punta, tipiche da elfo, che sbottò.
“Io quest'affare non lo metto, manco che si pagassero in oro!” esclamò contro Chizuru sventolando in aria l'intero outfit. Poi lo buttò nella busta dalla quale lo aveva tirato fuori.
“Io... lo so che per te tutta questa storia è irritante. Ma ti chiedo soltanto di fare un ultimo, piccolo sforzo. Poi tutto questo sarà finito.” lo pregò. Poi prese l'outfit e glielo porse, guardandolo in maniera tenera.
“Eh va bene!” glielo strappò dalle mani. Aveva ceduto, di nuovo. Quando si trattava di Chizuru si inteneriva come un bambino di fronte a un giocattolo.


 
****
 
Il giorno dello spettacolo era finalmente giunto. Esso si sarebbe tenuto all'ultimo piano dell'outlet, dove c'era un grande spazio in cui era stato allestito un palchetto. Lì c'era una porta (che era della finta casa di babbo natale) e al di là di essa c'era una sedia in cui si sarebbe seduto babbo Natale. Gli elfi – ossia Hijikata e Chizuru – avevano il compito di accogliere i bambini. Hijikata aveva il compito di dare il benvenuto ai bambini, aprendo loro la porta; Chizuru, invece, di porgere loro i regali che babbo Natale aveva portato per loro.
Lo spettacolo iniziò. Per i primi minuti tutto andò bene. I bambini si divertivano e tutti erano contenti. Ma quando essi iniziarono a fare i dispetti al povero Hijikata e lui rispondeva loro sbuffando, imprecando e guardandoli con uno sguardo da vero assassino, tutto andò in malora. I bambini iniziarono a piangere e addirittura uno di loro chiuse la porta che lo separava da quell'elfo spaventoso e cattivo, come lo aveva definito.
Hijikata si infuriò. Odiava i bambini, odiava quello scomodo vestito da elfo. Odiava quell'outlet. Lui voleva andarsene a casa e dimenticare quelle brutte settimane. Sbuffò. Si avvicinò alla porta e tentò di aprirla, ma essa era stata bloccata da un bastoncino di zucchero gigante che era stato messo tra la maniglia.
“Su da bravo ragazzino, aprì! C'è babbo Natale e il suo folletto!” disse, tentando di mantenere la calma. Evidentemente, non funzionò perché il bambino non aprì.
“Mai! Tu sei cattivo!” fu la replica del bambino. Hijikata sbottò definitivamente.
“Su, da bravo. Aprì!” bussò alla porta così violentemente che essa cadde. Un urlo invase il piano. I bambini corsero via come pecore impaurite. E Hijikata rimase da solo con Chizuru e gli altri membri dello staff. Stavolta l'aveva combinata grossa.


 
***
 
“Sei licenziato!” urlò il proprietario – un uomo sulla cinquantina, basso tarchiato e con i capelli brizzolati – fuori di sé. Il suo bellissimo spettacolo era stato rovinato per colpa di quell'idiota.
“Io... sono tremendamente dispiaciuta signore, ma se il mio amico ha reagito così è perché era arrabbiato. I bambini lo trattavano male!” replicò Chizuru che voleva che Hijikata non fosse licenziato.
“Non ha importanza signorina Yukimura! Il cliente ha sempre ragione!” esclamò, puntando l'indice contro la ragazza.
“Lo so, ma...” fu interrotta dall'uomo, che con un cenno la intimò di tacere.
“Non una parola di più! E adesso sparite tutte e due!” urlò. Poi si voltò e se ne andò.
I due rimasero in silenzio. E vi rimasero anche quando furono fuori dall'oulet. Le strade erano coperte di neve. In quel momento stava nevicando. Una perfetta atmosfera natalizia, se non fosse che tra i due la tensione era alta.
“Chizuru...” Hijikata le afferrò il braccio, facendola voltare verso di lui. Sentiva che almeno a lei doveva delle scuse.
“Hijikata-san... ascolta, io non sono arrabbiata. Davvero. Ammetto, hai un po' esagerato, ma anch'io avrei sbottato dopo avere sopportato tanto. E lo so che ce l'hai messa tutta.” un sorriso si fece largo tra le sue labbra. Non era arrabbiata con il suo amico. Anzi, gli era grato perché aveva dovuto sopportare tutte quelle angherie per lei.
Anche Hijikata sorrise. Non gli importava niente dell'outlet, dello spettacolo rovinato o dei bambini che aveva fatto piangere. A lui interessava solo Chizuru. E se lei diceva che non ce l'aveva con lui, poteva stare tranquillo.
“Grazie. Io, però, voglio offrirti una cena, per sdebitarmi.” sentiva che era suo dovere, perché aveva messo nei guai anche Chizuru. Quello era il suo modo per ringraziarla.
“Va bene.” arrossì. Aveva sempre avuto un debole per Hijikata, ma non aveva mai avuto modo di avvicinarsi così tanto a lui.
La portò in uno dei ristoranti che popolavano il quartiere di Shibuya. Mangiarono, risero, si divertirono. Non era il Natale perfetto – era già la Vigilia – non avevano potuto comprare i regali per i loro amici e famigliari, ma ciò non importava. Quel momento che stavano trascorrendo insieme era più bello di un regalo. Sarebbe rimasto per sempre nei loro ricordi.












Note dell'autrice: salve! Ritorno su questo fandom, su cui ho già attiva una long (tranquilli non l'ho abbandonata) con una storia natalizia. È una modernAU in quanto nella loro epoca non penso si festeggiasse il natale. E niente, spero vi sia piaciuta, e vi auguro buon natale.

 
   
 
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