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Autore: Manto    25/11/2018    2 recensioni
L'intera raccolta partecipa al contest "Un fiume di soulmate!AU" indetto da rhys89 sul forum di EFP.
L'amore, l'umanità e il futuro non guardano all'aspetto, alle dicerie e alla reputazione di nessuno: appena scorgono un cuore capace di provare qualcosa che non sia solo rabbia o solitudine, vi entrano per germogliare e creare qualcosa di nuovo, cambiando così una sorte già decisa.
Una storia di sentimenti e memoria, di lontananza che non è mai veramente tale, di dolce fragilità e forte connessione.
Possibili riferimenti a Infinity War.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: AU, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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NOTA: Questa shot si situa dopo Infinity War, quindi contiene piccoli (o grandi) spoiler sul film.

Lettori avvisati.




3# — La Speranza è Ancora Qui




Ogni vostra notte inizia nello stesso modo: appena le luci delle lampade svaniscono e le voci cadono, come per non turbare la perfezione del buio, le mani si cercano per stringersi più forte e i volti si avvicinano, condividendo il respiro e l’anima molto più di quanto i baci riescano a fare.
«Domani mattina non ti alzare prima di me. Aspettami», sussurri sempre con una preghiera nel tono, rivelando quanto sia importante per te quella richiesta: perché nei tuoi sogni la Paura cavalca senza freni e ti porta immagini di solitudine e silenzio, di una casa vuota e di un nome che chiami e invochi, ma dal quale non giunge mai risposta — nessuno è rimasto a dartela; perché ora sono in tanti a temere il risveglio e ciò che questo svela.

«Non andrò da nessuna parte», risponde Banner con dolcezza, appena prima di accarezzarti la fronte e lenire i tuoi timori, «e di certo non dove tu non puoi raggiungermi.»
C’è sempre qualcuno che piange in quegli attimi, distante e allo stesso tempo vicino a voi; a volte è appena un singhiozzo che ha il sapore del ricordo o un sospiro perduto, un gemito mormorato che tuttavia segna un’altra ombra e si assomma ai tanti perché, ai
se solo avessi potuto, alle già troppe sconfitte. O forse sei solo tu che senti tanta pena, tu che non hai perso tutto e sei rimasta a soffrire e vivere non senza chi ami, ma con lui?
Sai troppo bene cosa si prova a essere spezzati, però; essere distanti dalla metà che completa il proprio mondo, credere di non poter più conoscere pace, separarsi dalla parte migliore di sé.
Hai cercato di non versare lacrime per tutto il tempo che tu e Bruce avete osservato un cielo opposto, con la sola connessione dei vostri oggetti a testimoniare la vita incapace di fermarsi; non hai pianto quando i suoi occhi sono ritornati a incontrare i tuoi, e con essi la luce… ma allora la Morte non aveva raggiunto il Regno di Wakanda, e il mondo ancora non conosceva il dolore.
Lo hai fatto ore dopo, ancor prima di realizzare pienamente il silenzio stridente e la calma assassina: quando nella speranza morente ti sei trovata tra le dita l’ennesimo oggetto
improvvisamente tuo e con esso anche le mani che l’hanno stretto con te, tenendoti forte, insieme, come solo pochi saprebbero fare.
Sai bene come alla sofferenza si possa rispondere con altrettanta perdita, con ulteriore distanza; lì non avrebbe luogo l’amore né la pietà, se così tanta esistenza potesse essere cancellata senza che il coraggio riuscisse a difenderla. Ma hai anche appreso come l’umanità non sia così facile da sconfiggere; può piegarsi ma non spezzarsi, inginocchiarsi ma solo per riprendere le forze, ricominciare nella sua tanto disprezzata, sottovalutata, fragilità.
Tu stessa, prima di Bruce, credevi di non avere alcuna possibilità di riscatto e cambiamento; tuttavia una sorte diversa ti ha trovato, e nel momento più buio te lo ha riportato. E se in tanti anni di prove sei riuscita a non cadere, perché il resto dell’umanità non dovrebbe resistere come te? Se siete ancora qui non può essere un semplice caso, scherzo di un destino indifferente: il futuro si è rifugiato nelle vostre mani, e queste non sono mai lasciate sole.
Notte dopo notte lo pensi e ripensi, convincendoti sempre più; e giorno dopo giorno, il nuovo mattino fa un po’ meno paura.
«A cosa stai pensando?»
Un sospiro, le fronti che s’incontrano di nuovo e
un abbraccio che vale più di qualunque parola. «Che per quanto sia dura la battaglia, noi non siamo nati per arrenderci; che, in qualche modo, ce la faremo, così che la speranza non rimanga solo unillusione.»


   
 
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