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Autore: Una_Ragazza_Qualunque    02/12/2018    1 recensioni
Sheith69min Theme: Scars [ATTENZIONE! Descrizione di un attacco di panico]
"Quando Keith si sentì toccare la cicatrice, si arrestò di colpo e nessun suono uscì più dalle sue labbra.
Il suo corpo si irrigidì quando la mano restò in quella posizione, lasciando intuire che Shiro non se ne fosse reso conto. Tuttavia la rigidità del corpo di Keith allarmò Shiro che adesso lo guardava negli occhi.
Keith cercò di dire qualcosa, qualsiasi cosa ma non ci riuscì. Gli mancava il fiato, come se avesse ricevuto un colpo in pieno petto levandogli il respiro.
Sentire il calore della mano di Shiro sulla sua cicatrice lo aveva riportato a quel giorno, al calore insopportabile della lama che gli aveva procurato quella cicatrice.
[...]
Shiro lo guardò confuso e, seguendo il suo sguardo, si accorse che i suoi occhi erano sulle sue cicatrici.
"Ti capita mai di ripensarci? Fa ancora male?" Chiese Keith con un filo di voce.
Shiro abbassò lo sguardo."
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kogane Keith, Takashi Shirogane
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Al solo ricordo


* * *



Shiro alzò lo sguardo verso il cielo come suo solito fare quando voleva prendersi una pausa, ma questa volta un desiderio diverso si era fatto spazio nel suo cuore guidandolo a ad alzare gli occhi quella sera.
Era, ormai, da svariati giorni che lo faceva. Quanto tempo, però, fosse passato non ne era più sicuro. Giorni, settimane, mesi? Eppure il suo sguardo finiva sempre lì, nella speranza di vederlo arrivare insieme agli altri paladini.
Quella sera, qualcosa di diverso vi era nell'aria. Come una sensazione.
Nonostante fossero passati svariati minuti, Shiro non si mosse e aspettò finché un sorriso nacque spontaneo sulle sue labbra quando vide un luccichio in lontananza avvicinarsi.





Keith era stanco.
Shiro poteva leggerlo chiaramente nei suoi occhi, eppure quando i loro sguardi si incontrarono qualcosa si illuminò in essi.
Keith si avvicinò a lui scusandosi di non essere riuscito a contattarlo durante la missione. Shiro gli rispose che non era importante adesso ma che erano tornati tutti sani e salvi.
Keith ricambiò il sorriso senza aggiungere nient'altro sapendo che quelle parole nascondevano qualcosa in più, più profondo, solo per lui.
Sono felice che tu sia tornato.
Mi sei mancato.

Parole che non servivano essere dette perché chiare nel suo sguardo, dolce e amorevole rivolto solo a lui.
Si avviarono lungo il corridoio fianco a fianco con la mano di Keith che sfiorava quella di Shiro nel tentativo di accorciare la distanza, di mettere fine a quella tortura. Quella recita che erano obbligati a mettere in scena ogni volta che erano in mezzo alla gente. Composti e ordinati, il capitano e il leader di Voltron. Niente di più.
Il cuore di Shiro cominciò a battere forte in petto quando iniziò ad intravedere l'angolo, già cosciente di cosa sarebbe accaduto una volta che entrambi lo avessero svoltato, lontano dagli occhi indiscreti degli altri.
Una volta superato, come aveva previsto Shiro, si ritrovò con le spalle appoggiate al muro spinto da Keith che adesso lo guardava con desiderio.
Shiro non riuscì a proferire alcuna parola, interrotto dalle labbra morbide dell'altro.
Nonostante quel bacio fosse carico di passione e impazienza, Shiro poteva ancora sentire tutto l'amore e la preoccupazione che si nascondeva in esso.
Ricambiò il bacio con la stessa foga sperando che l'altro potesse sentire quanto gli fosse mancato.
Keith si distaccò quando sentì, a fatica, rumore di passi avvicinarsi nella loro direzione.
Abbassò lo sguardo, guardandosi i piedi mentre e guance iniziavano a scaldarsi evitando gli occhi di chiunque fosse passato vicino a loro.
Si schiarì la voce quando rimasero di nuovo soli, come per scrollarsi via l'imbarazzo.
   << Dovrei fare una doccia. >> Disse Keith alludendo al cattivo odore che emanava per via dei giorni trascorsi in missione.
   << Già, dovresti. >> Scherzò Shiro guadagnandosi un pugno scherzoso da Keith che, però, non riuscì a trattenere una risata.
Keith si morse il labbro inferiore seguendo con lo sguardo la propria mano che andò a stringere quella dell'altro.
Shiro guardò le loro dita intrecciarsi mentre ricambiava la presa. Si sentì tirare leggermente, un invito ad alzare lo sguardo.
Quando lo fece, la gola gli si seccò improvvisamente alla vista.
Keith lo guardava con un sorriso malizioso e con mezzo busto già girato in direzione della sua camera.
   << Ti unisci a me? >>
Sapeva che non avrebbe mai potuto dire di no.





L'acqua calda ricadeva lungo la schiena nuda di Shiro mentre la testa china nell'intento di baciare Keith che teneva le mani sul collo di Shiro nel tentativo di sentirlo più vicino. Quelle di Shiro erano strette a pugno, appoggiate al muro incatenando Keith tra esso e il suo corpo.
A differenza dei baci che si erano scambiati in corridoio, questi erano più lenti, senza fretta, come se fosse la loro prima volta, come se stessero scoprendo l'uno il sapore dell'altro.
Una mano di Keith scese lentamente, accarezzando i pettorali di Shiro fino ad arrivare agli addominali scolpiti.
Shiro mordicchiò piano il labbro inferiore di Keith lasciando che la doccia si riempisse dei gemiti di Keith quando spostò la sua attenzione al collo invitante, baciandone la pelle e succhiandola mentre Keith girava leggermente la testa per dargli il libero accesso.
La protesi di Shiro scivolò tra i capezzoli di Keith, stuzzicandone uno provocando un brivido lungo la schiena di Keith al contatto freddo ma piacevole, mentre la mano che era rimasta fino a quel momento al muro andò verso il viso di Keith accarezzandogli la guancia.
Quando Keith si sentì toccare la cicatrice, si arrestò di colpo e nessun suono uscì più dalle sue labbra.
Il suo corpo si irrigidì quando la mano restò in quella posizione, lasciando intuire che Shiro non se ne fosse reso conto. Tuttavia la rigidità del corpo di Keith allarmò Shiro che adesso lo guardava negli occhi.
Keith cercò di dire qualcosa, qualsiasi cosa ma non ci riuscì. Gli mancava il fiato, come se avesse ricevuto un colpo in pieno petto levandogli il respiro.
Sentire il calore della mano di Shiro sulla sua cicatrice lo aveva riportato a quel giorno, al calore insopportabile della lama che gli aveva procurato quella cicatrice.
Quando Shiro, confuso e preoccupato dall'improvvisa reazione, cercò di alzargli il volto per far sì che i loro sguardi si incontrassero, Keith perse il controllo.
D'istinto allungò le braccia verso il petto di Shiro spingendolo via.
   << No! >> Urlò senza fiato, riuscendo ad allontanare Shiro solo di qualche passo per l'improvvisa mancanza di forze.
L'esigenza di allontanarsi ebbe la meglio contro la logica. Cercò di indietreggiare ma il muro glielo impedì sbattendo violentemente la testa contro di esso, cacciando un urlo di dolore.
Si portò le mani alla testa chiudendo gli occhi e lasciandosi scivolare contro il muro, finendo sul pavimento della doccia portandosi le ginocchia al petto e appoggiando la fronte ad esse.
   << Keith! >> Lo chiamò Shiro allarmato, allungando d'istinto una mano ma si fermò quando, sentendo l'affanno di Keith per portare un po' d'aria ai polmoni, finalmente si rese conto cosa stesse accadendo.
Keith stava avendo un attacco di panico.
Shiro si inginocchiò lentamente per raggiungere l'altezza dell'altro, cercando di non far prendere il sopravento alla preoccupazione e all'ansia.
Lo chiamò piano ma Keith continuava ad ignorarlo continuando ad arrancare per un po' d'aria.
Shiro si accigliò. Non era sicuro che la sua presenza aiutasse. In fondo era lui la causa di tutto ciò, era stato lui a ferirlo. Ma Shiro sapeva che non poteva lasciarlo solo in quel momento e così insistette, senza fretta.
   << Keith, posso toccarti? >>
Keith annuì, ancora incapace di formulare una frase completa.
Shiro si avvicinò lentamente, tenendo le mani alzate, in vista nonostante Keith avesse ancora la testa china.
Gli sfiorò le mani, studiando la sua reazione. Quando vide che Keith glielo permise, gli prese le mani allontanandole lentamente dalla testa.
Approfittando della vicinanza, Shiro ne controllo le condizioni. Niente sangue, fortunatamente ma questo non lo avrebbe fermato dal portarlo in infermeria più tardi. Non importa quanto si sarebbe lamentato.
Keith, finalmente, alzò la testa quando sentì entrambe le sue mani sulla mano di Shiro mentre la protesi era intenta a spegnere l'acqua.
   << Non-non andare. >> Lo pregò, continuando a respirare tramite la bocca.
   << Sono qui. >> Lo rassicurò Shiro, sollevato di sentirlo parlare. << Respiriamo insieme, ti va? >> Chiese Shiro, mostrandogli un sorriso incoraggiante quando l'altro annuì.
Fortunatamente Shiro sapeva cosa fare in questi casi. Anche lui ne aveva sofferto svariate volte in passato.
Nella doccia riecheggiava il respiro di Keith che si stava stabilizzando grazie alla guida di Shiro.
   << S-scusa. >>
   << Non ti scusare, stai andando benissimo. >>
   << No. >> Keith scosse la testa.
Shiro lo guardò confuso e, seguendo il suo sguardo, si accorse che i suoi occhi erano sulle sue cicatrici.
   << Ti capita mai di ripensarci? Fa ancora male? >> Chiese Keith con un filo di voce.
Shiro abbassò lo sguardo.
   << Mi dispiace. >>
   << No. >> Rispose Keith con dolore. << Non era quello che intendevo, non è colpa tua. >>
Calò il silenzio.
   << Scusami, non avrei dovuto chiedertelo. >>
   << No, sono felice che tu mi renda partecipe delle tue preoccupazioni. Non voglio che soffri in silenzio. >> Disse Shiro. << È comunque anche colpa mia. Non ne abbiamo mai parlato davvero. >>
   << Va bene così, la Terra aveva bisogno di noi. >>
Keith tirò un sospiro di sollievo quando si accorse di aver ripreso il controllo del suo corpo. << E poi ne stiamo parlando adesso. >>
   << È vero. >>
   << Ti amo, Shiro. >> Gli disse, sentendone all'improvviso bisogno come per ricordarglielo. Qualsiasi prova gli riservava il futuro, niente avrebbe mai potuto cambiare i sentimenti che provava per lui.
   << Lo so, ti amo anche io. >>









NdA: Spero vi sia piaciuta!
E spero che sia venuta bene, ho sempre difficoltà a descrivere scene del genere dato che ci soffro anche io e, per qualche ragione, la descrizione me ne fa venire uno.
Ero molto indecisa a chi far venire l'attacco di panico ma alla fine ho optato per Keith, spero vada bene.
Ditemi cosa ne pensate!

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