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Autore: Cara93    06/12/2018    2 recensioni
Come reagiscono i dipendenti della Zecca, una volta tornati alla normalità? Cosa pensa l'impiegato del mese? Ce lo dice il signor Torres in questa breve One Shot
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'è voluto un po', prima che tutto potesse tornare come prima della rapina, alla Zecca di Stato. Anche se dire tutto come prima, sarebbe un eufemismo. Il signor Romàn è tornato a fare il Direttore. Ed è tornato a fare quello che sa fare meglio: lo stronzo. Ora che tutti noi impiegati sappiamo della sua storia con Monica, ci tratta, se possibile, peggio di prima. Ha paura di essere giudicato, il povero scarafaggio. Come se non avessimo potuto farlo prima, durante il sequestro.

I rapinatori non erano come mi sono sempre immaginato un rapinatore. Non volevano davvero usare quelle pistole contro di noi, ma solo per difesa.
Almeno alcuni. Rio e Denver sicuramente. Sono due bravi ragazzi, un po' impulsivi, ma di certo non cattivi. Mi è persino dispiaciuto, quando il padre del signor Denver, il signor Mosca, è morto. Preferivo avere a che fare con loro, che con la signorina Tokyo o il signor Helsinki, che erano piuttosto sgarbati e con tendenze violente. O con il signor Berlino. Berlino mi faceva paura.

Quando il nostro tentativo di fuga è fallito, quando la signorina Monica ha colpito in testa il signor Direttore perché non potessimo fuggire, un po' ho gioito, dentro di me. E, quando ho visto la signorina Nairobi così delusa, cedere di nuovo il comando al signor Berlino, è stato un colpo al cuore. La signorina Nairobi mi piaceva più di tutti. Perché sa rispettare il lavoro, capisce quanto la qualità e l'impegno siano importanti. Sì, non ho mai avuto un datore di lavoro migliore della signorina Nairobi.

A volte, mi viene l'impulso di confessarlo, al signor Direttore. Che in cinque giorni, la signorina Nairobi ci ha trattato meglio di lui, nonostante le condizioni poco agevoli e felici del sequestro. Perché in quei cinque giorni, mi sono sentito davvero apprezzato.

Torno a casa dall'ennesima giornata di lavoro. La rapina è quasi una parentesi ovattata, un sogno che ha fatto tutta la Spagna. Mia figlia sta guardando il TG, dove stanno celebrando il suo primo anniversario. Marìa mi porge una busta piuttosto appariscente, alzando le spalle quando le chiedo spiegazioni. La apro, neppure troppo curioso.

Marìa si preoccupa, quando mi vede sbiancare e tremare, per poi scoppiare a ridere. Le passo la lettera, così può capire anche lei. Siamo ricchi.

"Al signor Paco Torres,
Come promesso, ecco le coordinate del conto off-shore dove è depositato il suo milione di euro. Se lo è davvero meritato, per lo splendido lavoro da lei svolto con solerzia e impegno. Vorrei tanto che la vita ci avesse fatto incontrare in un altro mondo, uno in cui lavoreremmo fianco a fianco, soddisfatti della nostra arte. Perché stampare soldi è un arte e, come ben sa, solo pochi lo sanno.
Sua, Nairobi"
   
 
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