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Autore: _Crys_    06/12/2018    1 recensioni
Una missione delicata, richiede di essere compiuta da qualcuno altrettanto delicato. E Quando Valkyon sceglie come compagna di avventura la novellina del Q.G., Mirako, tutti credono che la ragazza non sarà in grado di adempiere a tale compito.
Sulla ragazza grava una forte pressione... riuscirà a portare a termine la missione al fianco del suo valoroso Capo?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Valkyon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Silenzio.
Dovevo fare silenzio, muovermi il meno possibile, respirare appena.
Valkyon era stato chiaro. Se mi fossi mossa, o avessi emesso il minimo rumore tutti i nostri sforzi degli ultimi giorni si sarebbero dissolti come cenere nel vento.
Osservai il mio compagno muoversi con una delicatezza di cui ammetto, non lo credevo capace. Non emetteva nessun suono, nessun respiro, mentre si avvicinava lentamente alla creatura.
Già, la creatura… ci avevo messo giorni per imparare a pronunciare il suo nome: “Annaelthor”. Era uno dei famigli più belli che avessi mai visto.
Somigliava molto al Draflayel, ma era dieci volte più grande, più maestoso… e più timido.
Io e Valkyon cercavamo da giorni di guadagnarci la sua fiducia, per ottenere in cambio tre delle sue preziosissime piume. Perché purtroppo ottenere la fiducia di questo famiglio non era un passatempo per noi, si trattava di una missione dall’alto calibro. Miiko l’aveva affidata a Valkyon, Capo della Guardia di cui si fidava ciecamente, e gli aveva ordinato di scegliere qualcuno con cui partire.
Valkyon aveva scelto me.
Non sapevo perché, ma aveva pronunciato proprio il mio nome davanti all’intera Guardia Scintillante, ed io mi sentivo onorata. Finalmente mi sentivo più apprezzata al Q.G. e Valkyon era stato il primo a farmi provare questa sensazione. Quando Miiko gli aveva chiesto come mai avesse scelto proprio me, una “novellina” che ancora non era pronta per una missione di tale portata, lui mi aveva difeso a spada tratta, donandomi tutta la sua fiducia. Gli ero molto grata, e quella missione era per me anche un’occasione d’oro per dimostrare a Miiko che sbagliava a sottovalutarmi in quel modo. Speravo inoltre che il futuro successo di quella missione mi avrebbe regalato un po’ di rispetto e ammirazione anche da parte di tutti gli altri membri della guardia di Eel.
Da chi l’avrei voluto in special modo?
Beh… sicuramente da Ezarel, che non aveva mai perso occasione per burlarsi di me.
Valkyon invece… è sempre stato un gran supporto per me. Mi ha sempre dato man forte, in quel modo silenzioso e speciale che caratterizza ogni cosa lui faccia.
In quel momento si stava avvicinando alla creatura, avvolta su se stessa, chiusa nelle sue ali come un bruco si cela nel suo bozzolo sicuro, in attesa di essere sufficientemente maestoso da poterne uscire.
Una volta sufficientemente vicino, il mio compagno di squadra si sedette di fronte a quella gigantesca crisalide dorata e… iniziò a parlare.
Quando lo aveva fatto il primo giorno della missione la cosa mi aveva spiazzato, eppure il ragionamento che c’era dietro il metodo di Valkyon non era così incredibile… per guadagnarsi la fiducia di quella mistica creatura, era necessario parlare con lei, monologare diverse ore al giorno, o a notte, tutti i giorni. Era necessario non produrre nessun suono brusco, altrimenti l’Annaelthor si sarebbe nuovamente rintanato sotto le sue mastodontiche ali. E la cosa più importante, era che mai, mai bisognava mentirgli.
Inoltre, quanto più velocemente si desiderava conquistare la sua fiducia, tanto più bisognava aprirgli il proprio cuore. Poteva sembrare strano, ma… in fondo è così che funziona per le persone, sia faery che esseri umani. Perché con questa creatura avrebbe dovuto essere diverso?
Così, come avevo fatto tutti i precedenti giorni, mi limitai ad osservare il mio partner a dovuta distanza, ascoltando i dolci sussurri del suo cuore, che, tristemente, non erano rivolti a me. Valkyon parlava di argomenti non troppo delicati per lui, ma delle semplici giornate che trascorreva, di alcuni pensieri che gli passavano per la mente, distrattamente o meno, delle persone con cui aveva buoni rapporti o molto spesso… di Floppy. Il fatto che non si sbilanciasse troppo nel comunicare le sue emozioni era probabilmente il motivo per cui ci stavamo mettendo tanto a conquistare la fiducia dell’Annaelthor.
Come avrei voluto sentire Valkyon sbilanciarsi parlando apertamente delle sue emozioni durante quelle giornate!
Quell’uomo era ancora così misterioso per me
La corazza di muscoli che aveva riusciva a celare perfettamente la sua anima ed il suo cuore, meglio di quanto cento muri avessero potuto fare.
Anche se mi sentivo legata a lui, potevo dire di conoscerlo davvero?
Ed ecco che mi ritrovavo ad approfittare di quei momenti in cui monologava con gli occhi fissi sulla crisalide di ali della creatura, sperando di scoprire qualcosa in più su di lui.
Tuttavia, il gran numero di ore che Valkyon passava a parlare lo sfiancava. Non era un uomo molto loquace di solito... perciò tutte le sere, dopo aver terminato il suo compito giornaliero non spiccicava più parola; cenava in silenzio e spesso sospirava. Io rispettavo la sua stanchezza ed il suo silenzio, cenando senza proferire nemmeno io una sola parola, perché vedere Valkyon in quella strana condizione, m’intimidiva.
Dopo averlo ascoltato tutto il giorno, avevo timore di chiedergli di dire qualcos’altro, per cui l’unica parola che ci scambiavamo, serviva a darci la buona notte. Un gesto che da parte sua trovavo estremamente dolce. Quando me l’aveva sussurrato la prima sera non ero riuscita a reprimere un sussulto sorpreso, prima di ricambiare imbarazzata…
<< Mirako! Guarda! >> La voce tenue di Valkyon mi riscosse dai miei pensieri, e mi ritrovai di fronte ad un maestoso spettacolo.
I monologhi del mio compagno avevano finalmente dato i loro frutti! L’Annaelthor stava lentamente aprendo le sue ali distendendo le membrane, mettendo in mostra il suo petto piumato.
Ora toccava a me; il mio compito era quello di raccogliere tre delle sue piume ed inserirle nel contenitore che Miiko mi aveva consegnato al momento della partenza. La peculiarità di quella che apparentemente sembrava una semplice scatolina di latta, era quella di nascondere l’aura del potere emanata dalle piume dell’animale, “una precauzione per evitare possibili attacchi.” Aveva spiegato la stessa kitsune.
Quel momento era, se possibile, ancora più delicato dei precedenti. Dovevamo continuare a non causare rumori forti e bruschi, agire con cautela, per mantenere il gigantesco famiglio tranquillo, altrimenti avremmo dovuto ricominciare da capo tutto il lavoro.
Valkyon mi fece cenno di avvicinarmi, ed io, pronta come non mai, iniziai a camminare verso di lui, con in mano il contenitore. Misi insieme i passi, ormai ero vicinissima, il mio compagno mi guardava come se fosse fiero di me. Mi voltai per dedicargli un sorriso e nel farlo, inciampai.
Fu tutto troppo rapido per me, caddi lunga distesa a terra, la scatola mi sfuggì dalle mani, finendo per produrre diversi tonfi sordi dopo aver toccato terra. Sperai che la cosa non incidesse sulla missione, ma lo stridio acuto dell’Annaelthor distrusse questo pensiero in meno di un secondo; difatti quando alzai lo sguardo, la creatura si era già richiusa su se stessa, sotto gli occhi disperati e sconvolti di Valkyon.
Mi sbrigai ad alzarmi in piedi, avrei voluto balbettare un qualsiasi tipo di scusa, ero davvero mortificata. Iniziai a pensare che forse Miiko aveva ragione a pensare che non fossi sufficientemente pronta, e ancor più Ezarel, quando avrebbe saputo la cosa mi avrebbe preso in giro come minimo per i seguenti cinque anni.
Non ebbi il coraggio di guardare Valkyon negli occhi; immaginai la sua espressione corrucciata, il suo disprezzo. Le sue parole dure e giuste nei miei confronti. Probabilmente non mi avrebbe mai più scelta come compagna, e magari per un periodo non mi avrebbe nemmeno più rivolto la parola…
Ma in qualche modo dovevo pur trovare il coraggio di guardarlo e chiedere scusa. Così, a schiena ritta, ma a testa bassa, sussurrai un << Mi dispiace… >>
Valkyon non rispose ed il mio timore aumentò, facendomi stringere i pugni ed i denti. << Sono davvero mortificata Valkyon, ti chiedo scusa… >> Dopo aver aggiunto quella frase, alzai lo sguardo su quello del mio Capo, immaginando i suoi occhi ambrati che facevano fuoco e fiamme.
Invece non un emozione traspariva dagli occhi di Valkyon, e quella reazione mi fece ancora più paura. Senza proferire parola, mi poggiò una mano sulla spalla, e mi guidò leggermente più lontano da quella che ora era di nuovo una crisalide di ali. Quando ritenne che la distanza fosse adeguata, tornò a guardarmi negli occhi, e sospirò. << Ora devo ricominciare… da capo, Mirako, lo sai… >> Invece di rispondergli mi limitai a deglutire ed annuire.
Dopo avermi scrutato ancora per qualche istante si lasciò andare ad un altro sospiro, accennando con mia grande sorpresa, un sorriso. << Solo che questa volta… ho capito come impiegare meno tempo. >>
Mentre la mia espressione si faceva interrogativa, Valkyon prese delicatamente le mie mani tra le sue, guidandomi di nuovo con lui di fronte all’enorme bozzolo delle ali dell’Annaelthor. Senza separare le mani dalle mie, si rivolse alla creatura.
<< Avrei dovuto arrabbiarmi con lei per quello che ha fatto; in un attimo ha buttato via il lavoro che ho faticosamente portato avanti per giorni. Però… >>
A quel punto il mio capo fece una pausa, dedicandomi uno sguardo dolcissimo.
<< In tutta onestà mi sono sentito anche… sollevato sotto un certo punto di vista. Stavo già pensando al ritorno a casa e l’idea di… non poter stare altro tempo da solo con Mirako mi da un leggero fastidio. >>
Mentre Valkyon parlava, potevo sentire chiaramente il mio stomaco contorcersi e il cuore battere all’impazzata, come se avesse voluto squarciarmi il petto. Nel frattempo, lui era tornato a guardare la creatura. << Ammetto che… se non si trattasse di un’importante missione io… >> Involontariamente strinse di più le mie mani, sentii il polpastrello del suo pollice aumentare leggermente la pressione sulle mie nocche. << Io cercherei di portarla a termine il più tardi possibile, pur di passare qualche istante di più con lei. Perché ogni momento è per me più prezioso… quando c’è lei. >>
Rimasi ancor più sbalordita da quella dichiarazione, sentivo il cuore traboccare di gioia. Nel frattempo l’Annaelthor ricominciò ad aprire con estrema lentezza le sue ali, segno che ciò che Valkyon diceva non solo era reale, ma veniva direttamente dal suo cuore. Liberai una mano dalla sua dolce stretta per carezzargli il viso, facendolo voltare di nuovo verso di me.
<< Ricordami di rallentarti le missioni più spesso… >> Sussurrai prima di sorridere.




Angolo autrice:
Salve! Questa è la seconda storia a tema Eldarya che mi è stata commissionata. Anche qui, le direttive erano poche: dovevo narrare di una missione della guardiana assieme a Valkyon.
Ho preferito discostarmi dalla trama ufficiale del gioco per evitare spoiler indesiderati, quindi tranquilli! Assolutamente nulla di quello che avete letto è presente nel gioco!
E' tutto di mia invenzione, famiglio compreso. (Se può interessarvi a proposito, il nome è un termine coniato da me, basato però su due parole di origine elfica. Insomma, mi sono mantenuta sul fantasy in tutto e per tutto!)
Spero come sempre che la storia vi piaccia, e che recensirete! ^^

- Crys.
   
 
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