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Autore: Riku_Lucis_Caelum    08/12/2018    1 recensioni
E se ci fosse qualcosa che abbiamo dimenticato?
O meglio, "qualcuno"...
Questa è la storia di una principessa di un regno caduto.
Spero possiate apprezzare questa storia e il personaggio che sono andata a creare, gli intrecci e le sue relazioni. ^^
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gladiolus Amicitia, Ignis Stupeo Scientia, Noctis Lucis Caelum, Prompto Argentum
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Camminava per le strade di Insomnia e non c’era persona che non si voltasse a guardarla. Era così bella da non sembrare possibile.
Era alta con le curve giuste, lunghi capelli neri dai riflessi blu scuro, ondeggiavano ad ogni passo come avessero vita propria. Gli occhi blu cobalto, avevano una dolce espressione.
Vestiva di nero la sola cosa luminosa, a parte i suoi occhi era una collana con un pendente a forma di stella.
Se non fosse stata una donna, sarebbe stata la copia esatta del principe Noctis.
Camminava tranquilla, abituata a quegli sguardi fin troppo.
Era stata spesso sul “palco” ma in platea stava decisamente meglio anche se confondersi con la folla dato il suo aspetto, risultava quasi impossibile.
Passò davanti al palazzo, arrivando il più vicino che poteva ma restando comunque distante.  Non era possibile accedervi come e quando si voleva.
Per quanto lo negasse, quella vita le mancava.
Loro le mancavano.
Sapeva che sarebbero partiti, quale migliore occasione per dare un occhiata a come andavano le cose.
Poi li vide anche se da lontano, scendere le scale seguiti dal re e sul suo volto si affacciò un sorriso nostalgico.
Nemmeno si rese conto di essersi messa in modo che anche loro, volendo potessero vederla.
Vide il re arrancare poggiandosi al bastone.
Era così invecchiato da quando lo aveva visto l’ultima volta.
Si morse il labbro cercando di trattenere le lacrime.
L’istinto era di correre là da lui ma non poteva ed era così frustrante e doloroso.
Il re risalì le scale sorreggendosi ad una guardia, era così sfiancato.
Poi vide il gruppo andare vicino alla regalia, quanti ricordi solo nel vederla seppur da lontano.
Ora era il momento di allontanarsi, era meglio non rischiare.
Se si teneva a distanza non era per la paura di essere riconosciuta ma per altre ragioni ben più rischiose.

 

Qualche anno prima…

 

Se ne stava semistesa sul divano del salotto a leggere i libri, ne aveva presi parecchi e li aveva posati in terra. Suo fratello studiava poco lontano da lei, seduto alla scrivania.
Entrambi sorvegliati dalla loro giovane guardia.
A lei non dispiaceva essere controllata da lui, infondo gli piaceva e lui lo sapeva. Ma di certo una principessa e una guardia non potevano intrattenere chissà quale relazione a parte quella dettata dal ruolo.
O quanto meno, la sua guardia si poneva il problema del “rango sociale”.
Lei aveva compiuto da poco sedici anni, la maggiore età era alle porte ma, quanto poteva contare quando sei una reale?
Hai già sufficienti responsabilità ben prima di diventare abbastanza adulto per comprenderle.
Ma suo fratello aveva un destino diverso dal suo.
Lui sarebbe diventato re, lei sarebbe rimasta principessa o almeno fino a che fosse rimasta a palazzo. Ma non la allettava l’idea di lasciarlo.
Mentre era immersa nei pensieri suo fratello le si era avvicinato con in mano il quaderno.
Era solito farglieli controllare, si sedette sul divano e lei si mise in modo da far vedere anche a lui quello che controllava così da fargli notare errori qualora ce ne fossero stati.
Per la guardia vederli insieme era davvero uno spettacolo dolce, infondo aveva anche lui una sorella più piccola. Però la somiglianza e il legame che avevano loro era davvero particolare.
Sembravano dei gemelli, se non ci fosse stata l’evidente differenza di età.
Mentre li guardava gli scappò un lieve sorriso e la principessa con la coda dell’occhio vedendolo, si voltò verso di lui.
Mentre distraeva il fratellino, dedicò un dolce sguardo alla sua guardia. Ogni volta che lei faceva così, si ritrovava a fissare il pavimento dall’imbarazzo.
Quella ragazza era tremenda.
Noctis si era stancato di studiare e si era steso accanto alla sorella, prendendo sonno. La principessa continuava a leggere mentre di tanto in tanto dedicava una coccola al fratellino.
Anche se era grandicello dormiva spesso con lei. Ne avevano passate di tutti i colori e poteva capire che cercasse le attenzioni da lei. Non le dava fastidio anzi, pur essendo fratelli era raro vederli bisticciare.
Lui era un po’ scontroso ma sapeva anche come farsi perdonare.
Era assorta, lo guardava dormire, ormai il libro era passato in secondo piano poi, una coperta venne appoggiata con dolcezza sui loro corpi e guardando dietro al divano poté scorgere Ignis.
- Grazie…- mugolò la giovane mentre gli sorrideva.
- Si figuri, sua altezza ha finito i compiti?- domandò mentre faceva il giro del divano per raccogliere il quaderno del principe da terra.
- Si e me li ha mostrati…- mugolò mentre si accoccolava stringendo il fratello addormentato in grembo.
Mentre sfogliava il quaderno, con la coda dell’occhio guardava i due principi. Non riusciva a non ammirarla, sapeva che il suo rango era superiore al suo ma al cuore non poteva comandare.
Da quando la loro madre era deceduta, si erano legati ancora di più e la principessa era maturata spaventosamente, ormai era una vera regina.
Quanto meno lo era del suo cuore.

 

Qualche anno dopo, suo fratello aveva preteso di vivere fuori dal palazzo, avere un po’ più di libertà. Fortunatamente un po’ Ignis, un po’ Gladio lo tenevano sotto controllo.
Si era anche trovato un amico , un certo Prompto.
La prima volta che lo incontrò per poco lui non morì per l’imbarazzo, lo trovava adorabile.
Ormai era rimasta sola, suo padre lo incontrava di rado e ogni volta lo vedeva sempre più provato.
Era seduta alla scrivania a scrivere e copiare documenti. Cercava di alleggerire un po’ il carico del padre come poteva.
Sapeva bene quanto era stanco.
Era vestita comoda, e ciò implicava shorts e canottiera.
Capelli sempre rigorosamente sciolti. Probabilmente era poco “regale” ma infondo non le importava di sembrare elegante davanti a dei fogliacci.
Si stiracchiò chiudendo gli occhi solo un attimo quando sentì il suono di stoviglie tintinnare.
- Il thè delle cinque sua altezza…- disse l’elegante ragazzo occhialuto.
Lei sorrise con dolcezza, era solito farlo quando la vedeva particolarmente presa dal lavoro o semplicemente giù di morale.
Sembrava avere leggerle la mente.
- Grazie Ignis… ma devi già occuparti di Noct… non darti pensiero per me…- disse la giovane principessa posando i gomiti sul tavolo e la testa sulle mani assumendo un'espressione quasi da bambina.
- Non deve preoccuparsi, per…  - si bloccò quando la mano della ragazza toccò la sua.
- Non darmi del lei… ti prego… - disse con delicatezza per poi scostare la mano da quella del ragazzo.
Ignis aveva le buone maniere incorporate. Con Noctis riusciva ad essere più sciolto ma con lei, per nulla.
Quasi tutti tendevano a trattarla diversamente, a portarle quell’eccessivo rispetto che lei sentiva di non meritare così tanto.
Era solo una principessa, era solo la sorella di Noctis.
Non voleva dei riguardi speciali.
- Ci proverò… - mugolò l’occhialuto mentre le versava il tè e glielo serviva.
-Non mi basta… devi riuscirci…- aggiunse la principessa mentre prendeva la tazza di tè.
Lei forse non se ne rendeva nemmeno conto di quanto fosse speciale per lui, darle del lei era come metterla su un piedistallo. Era la sua principessa, la sola e l’unica. Da quando erano ragazzini non riusciva a togliersela dalla testa.
Il suo carattere così introverso e taciturno, gli impediva di dirgli apertamente quello che provava ma si faceva bastare questo, starle accanto e poterla vedere per lui era già una gioia.
- Non farmi bere da sola… - mugolò mentre gli aveva prontamente versato una tazza di tè e gliela stava porgendo.
E come poteva dire di no a quella dolce ragazza?

 

A furia di firmare scartoffie e leggere cose altisonanti e complesse si era fatta sera. Si alzò dalla sedia.
-Ho il sedere piatto diamine… - mugolò mentre si stiracchiava facendo scrocchiare la schiena.
Guardò l’orologio e notò l’assenza della sua guardia.  Probabilmente era tornato a palazzo ed era di sotto, ora con suo fratello doveva esserci Ignis.
Con passo svelto uscì dal salone andando di sotto, nella sala delle armi adibita anche a palestra.
In teoria solo suo fratello doveva allenarsi ma, lei lo faceva di nascosto.
Una principessa deve essere quasi come un soprammobile secondo l’idea generale. Ma lei odiava quello stereotipo.
Lei voleva sapersi difendere, voleva essere in grado di proteggere gli altri, non voleva più perdere nessuno.
Una volta davanti alla porta la aprì con cautela e lo vide.
Nonostante gli anni quella cotta non aveva sbiadito e si ritrovava a sospirare guardandolo. Ormai lei era una diciannovenne e anche lui era maggiorenne. Avevano età molto vicine, ma due “ruoli” distanti.
Le portava fin troppo rispetto.
Solo una volta riuscì a farlo cedere, fu solo un bacio rubato e a fior di labbra ma non lo dimenticò mai.
Il ragazzo se ne accorse e fermandosi, si inchinò alla giovane.
-Lo sai che non devi farlo…- disse lei entrando nella sala a braccia incrociate.
Gli arrivò davanti e lui le sfoderò un sorrisone.
- Lo so.. ma so anche che ti infastidisce…- ridacchiò la guardia.
Non c’era nulla da fare, con lui era completamente senza difese. Si chiedeva quando doveva aspettare perché lui la degnasse di un attenzione.
Erano questi i momenti in cui non sopportava il suo rango, avrebbe voluto essere solo una ragazza.
Lo sorpassò andando alla rastrelliera delle armi, prendendone una da allenamento.
Poi si posizionò davanti a lui assumendo una posa da combattimento.
Lui lo sapeva quanto la sua giovane principessa fosse abile con le armi, non era da sottovalutare. Da quando aveva memoria si erano sempre scontrati e lei, gli teneva testa.

 

Le armi si incrociavano, ancora e ancora.
L’eco dei colpi rimbombava in quella sala enorme mentre i loro corpi iniziavano a sentire lo sforzo e la fatica. Sudati ma non sfiniti, stanchi ma con quella voglia di non darla vinta all’altro.
Un altro colpo, poi riuscì a spingerlo a terra.
L’arma alla gola e la ragazza seduta sul suo ventre.
Era spaventosamente bella.
Sudata, ansimante, i muscoli tesi e lo sguardo così simile a quello del fratello eppure tanto diverso.
Così dolce, così intraprendente, così speciale.
La mano si mosse quasi da sola, scivolando in quella cascata di capelli neri, le carezzò la nuca spingendola poi, verso di lui.
Non se ne rese nemmeno conto.
L’arma di lei cadde a terra, le sue mani erano ai lati del viso della guardia mentre, cavalcioni su di lui accettava quel bacio.
Era così diverso da quando se lo diedero ancora adolescenti.
Le mani di lei erano così calde, morbide. Il suo peso su di lui era quasi impercettibile anche se il seno premuto contro il suo torace lo percepiva eccome.
Fu automatico ogni gesto, le lingue che si cercavano e le mani che carezzavano il corpo.
Poi si allontanarono, un filo di saliva ancora univa le loro lingue mentre il respiro era mozzato e affannato.
Pensava si sarebbe sentita in imbarazzo e invece, era tutt’altro quello che provava.
Desiderio,brama e possesso come mai in vita sua.
Dal canto suo la giovane guardia aveva appena fatto l’imperdonabile.
Distolse lo sguardo girando la testa da un lato, si sentiva in colpa, per lui questo non era proteggerla.
La ragazza gli prese il mento tra le dita costringendolo a guardarla.
Era arrossita, aveva gli occhi lucidi ma teneva lo sguardo del ragazzo. Una vera principessa.
- Non lo devi pensare… quanto ancora vuoi farmi aspettare? – disse sorridendo mentre assumeva un espressione più tipica di Noctis che sua.
Non se lo aspettava, non sapeva come reagire a lei, era sempre stata troppo diretta, troppo spudorata, troppo per lui.
Però era innegabile che la desiderava e lei, lo voleva almeno quanto lui se non addirittura di più.
Lui le prese il viso tra le mani, tirandola verso di sé e riprese a baciarla.

 

Ignis era dietro la porta della sala, era tornato presto. La schiena aderiva al legno mentre la testa era sollevata a guardare il soffitto. I pugni stretti mentre riusciva a sentire i respiri della sua principessa.
Chiuse gli occhi ingoiando quel nodo che si era formato in gola.
Era crudele e faceva male saperla tra le braccia di un altro.

 



P.s.
Salve a tutti e ben ritrovati ^^ la mia assenza è stata lunga ma, giustificata da vari eventi personali più o meno gravi e sopratutto... Mi si era rotto il pc. Spero che nell'attesa della conclusione di altre mie storie, questa possa intrattenervi un po'.
Si accettano come sempre ogni tipo di critica, positiva o negativa. 
Grazie per aver letto fino a qui, al prossimo capitolo <3

   
 
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