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Autore: La Matta    16/07/2009    3 recensioni
Prendete Andael, il giovane apprendista di Saruman, imbranato come pochi, pessimista ed ironico, abbastanza intelligente, e mettetelo a capo delle forze del Signore Oscuro. Poi prendete Konstantin, un'anonima moretta con tanta voglia di ridere e che vi riserva parecchie sorprese, e mettetela assieme ai “buoni” della situazione. Vi ritroverete fra le mani un comandante senza il minimo senso tattico, capace solo di combinare casini su casini, e di farci sopra battute idiote, ed una ragazza, innamorata cotta ma restia ad ammetterlo ed una buona dose di idiozia. Mescolate tutto questo alla storia originale ed otterrete una modifica divertente e spumeggiante, dal dubbio valore morale ed educativo. Ma che state aspettando? Leggete e commentate!!
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boromir, Faramir, Nazgul, Nuovo personaggio, Sauron
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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andael29

CAPITOLO VENTINOVESIMO

DIAMOCI ALLA MUSICA

 

Gimli cantò una canzone riguardo le antiche bellezze di Moria. E questo basta a sottolineare quanto ormai le condizioni della Compagnia fossero disperate.

Inoltre Gandalf, così, tanto per peggiorare l’umore generale, si lanciò in un’appassionata spiegazione di cosa fosse il mithril (ma chi gliel’aveva poi chiesto? Ah sì, lo stupido Frodo) e di come i Nani vivessero principalmente di commercio, più che della tanto decantata estrazioni di minerali.

Andael si allontanò, pur di non sentire la parte in cui Gandalf diceva “ma i Nani scavarono troppo avidamente e troppo in profondità, disturbando ciò da cui fuggivano, il Flagello di Durin”, una parte che aveva sentito ripetere centinaia di volte dal Maestro Saruman che, chissà perché, era affettivamente legato al famoso “Flagello di Durin”, che poi era la stessa cosa del Balrog di Morgoth o anche del grosso mostro di fuoco laggiù, nell’abisso.

Incredibile quanti nomi si possano trovare, per una stessa cosa!

Così, mentre il giovane si dirigeva verso una discesina buia e relativamente minacciosa… andò a sbattere contro una roccia. Un roccia stranamente mobile, viscida, sudaticcia, con la pelle e dei grandi occhi gialli

- Il mio tessssssoro.- sibilò la creatura, come presentandosi

- Oh, non ti pare di scendere troppo in confidenza?- chiese Andael, che evidentemente non aveva capito a cosa l’esserino di stesse riferendo – Neppure ci conosciamo! Sono certo che andremo d’accordo, ma chiamarci reciprocamente “tesoro” mi pare davvero una cosa troppo intima!-

La creatura, esasperata, tirò una testata ad una roccia e si allontanò imprecando sottovoce.

- ANDAEL, MUOVITI!- lo richiamò Ikar, dall’altra parte della “stanza” – STIAMO RIPARTENDO SENZA DI TE!-

Poi un grosso e cattivissimo Troll fece irruzione nella conca rocciosa, balzando addosso ai compagni con tutta l’agilità che la sua notevole mole gli permetteva.

Subito i guerrieri misero mano alle armi, gli Hobbit squittirono spaventati, le Aquile (o l’Aquila, per meglio dire) si lanciarono in picchiata, i Maghi (o il Mago e l’Apprendista) si concentrarono per adoperare i propri incantesimi e le ragazze si sedettero su una roccia, annoiate

- Fate in fretta.- si limitò a dire Konstantin – sono stufa di mostri dappertutto.-

Vanamir, non rientrando in nessuna delle categorie sopra citate, mise su il muso, incrociò le braccia e prese ad elaborare, nel proprio cervellino, un metodo per ricordare agli altri la propria esistenza.

Come voi tutti sapete, il Troll colpì molto veementemente Frodo, prima di restarci secco.

E molti si preoccuparono per lui… finché Gandalf non notò che la cotta di mithril, donata a Frodo dall’anziano signor Bilbo, aveva bloccato l’arma del nemico.

E qui nasce un piccolo problema. Voi ricordate per caso una scena in cui Bilbo regala suddetta maglietta a Frodo? Beh, neppure io. Ho dimenticato di scriverla. Cioè, in questa storia… non è mai accaduta. Quindi, per colpa mia, autrice irresponsabile, Frodo ora è categoricamente morto.

- Ehi, ma non si può!- protesta la mia Musa – Non puoi farla finita qui, con Frodo stecchito, la compagnia chiusa a Moria e Sauron libero di agire indisturbato!-

- Dai, non farmi la predica… sono anni che vorrei uccidere Frodo!-

- Non m’interessa! Va bene, non hai scritto una scena. Recupera: fai un flash-back!-

- Oh – ribatto – ma che pigna che sei!-

La Musa inizia a far crocchiare le dita di una mano, in un segno chiaramente minaccioso

- Va bene, va bene.- accetto, improvvisamente ammansita.

 

Flash-back

Non merita neppure un titolo

 

Bilbo regalò a Frodo una maglietta di metallo e una spadina.

 

Fine Flash-back

(è patetico, non merita neppure il nome di flash-back!)

 

Concludendo, Frodo si salvò, grazie al regalo di uno zio mattacchione e alle proteste di una Musa un po’ troppo zelante.

Procedendo a passo veloce, la Compagnia presto raggiunse il Ponte di Khazad-dûm.

- Ehi, questa musica mi piace!- esclamò Andael, per nulla turbato dall’attacco dei mostri feroci.

E quando diceva “musica”, intendeva “cupi suoni di tamburi”

- Ehi, Gimli, non sapevo che il tuo popolo fosse così portato per la musica tribale!-

L’apprendista mago prese a saltellare allegramente per la caverna, ballando, piroettando, rischiando di cadere in svariati baratri.

Quando infine la sua danza s’interruppe, Andael aveva il naso contro il naso di un grosso orchetto

- Maledizione!!- esclamò, prima di formulare un incantamento che doveva distruggere il nemico e che invece creò solo una piacevole musica peruviana, molto adatta ad accompagnarsi coi tamburi e i pesanti passi di altri cento e più orchetti.

- Spiacevole.- borbottò Andael, mentre i compagni, rassegnanti, constatavano che il mago si era cacciato di nuovo in uno dei suoi soliti guai.

Ormai erano tutti pronti per correre in suo aiuto, quando furono gli orchetti, a ritirarsi, terrorizzati dalla musica peruviana e da quella dei tamburi, il cui rumore diventava sempre più forte, sempre più incalzante, terribile, spaventoso.

- E adesso che diavolo succede?- ringhiò Ikar, che era convinta di non aver letto clausole nel proprio contratto di passaggio al nemico che la indicavano come futuro oggetto delle attenzioni di mostri feroci e di bizzarri suonatori di tamburi

- Succede che sta arrivando un Balrog.- disse Gandalf, con un sospiro – è tempo di prendere a calci qualche culo fiammeggiante.- concluse poi, con un gergo che non era decisamente da lui.

- Vengo anch’io?- chiese l’Aquila, che sentiva come una certa simpatia, nei confronti del Mago buono ma molto buono, tutto il contrario dei suoi superiori

- No.- fece Gandalf, scuotendo la testa – né artigli né spade possono nuocere al Balrog. Attraversate il ponte e fuggite. Coraggio!-

- Non è una brutta idea. Posso restare.- riprese la Mezz’aquila. Poi si voltò verso Andael – ehi, pivello di prime piume, vieni qui.-

Nonostante il Balrog avanzasse, è sorprendente come i Compagni trovassero il tempo per conversare lungamente del futuro del mondo.

Quando Andael le fu di fronte, Ikar, in forma umana, gli cinse il collo con un braccio robusto

- Non tradire la nostra missione – gli sussurrò, contro la guancia – Starò via per un po’.-

- Ma…- l’apprendista era senza parole – ma, no, dai, Ikar, resta. Giuro che non farò più incantesimi idioti. Mi metterò perfino a studiare.-

Ikar rise, scompigliandogli i capelli

- Bada tu al resto della Compagnia. Se l’Anello non arriva intero dal Capo Supremo, beh, allora ti faccio passare dei guai.-

- Ma dove vai, si può sapere?-

Ikar volse gli occhi al Balrog, che risaliva dal baratro infuocato

- Giù – disse, con un sorriso sghembo – Nell’Abisso.-

Dopo di che un turbine l’avvolse, e tornò l’Aquila Nera dalle piume violacee.

Diede un cenno a  Gandalf, che aveva appena terminato di dare istruzioni alla Compagnia, e i due andarono incontro alla Creatura.

Gandalf combatté, con la famosissima frase “tu non puoi passare” e molti giochi pirotecnici. Non mi dilungherò nello spiegare una scena che tutti voi avete marchiata a fuoco nel cervello (e se non l’avete, beh, poco male, andate a pagina 426 oppure cercate su google!), dirò solo che Ikar scomparve nel buio assieme a Gandalf, trattenuta per la zampa dagli artigli infuocati del Balrog.

Il resto, è leggenda.

 

- Fuggite, sciocchi.-

 

FINE CAPITOLO VENTINOVESIMO

 

La Coda: salutiamo Andael

 

In realtà, questo è l’ultimo vero capitolo… il prossimo è un intermezzo su Charanna, un personaggio importante ma non troppo del prossimo racconto. Mi piaceva l’idea di chiudere Andael: dietro le quinte di Mordor con qualcosa che lo collegasse al seguito! A proposito del seguito… avrei voluto farvelo penare, ma sono in una fase di grande ispirazione, quindi non so quanto riuscirò a resistere…

Secondariamente, vi sembrerà che la scena finale di Moria sia passata un po’ troppo velocemente… lo so, lo so, ma c’era troppo pathos! Insomma, Gandalf è quasi morto, come si può ridere su una scena del genere?????? (sono orridi, tutti questi punti interrogativi, ma rendono l’idea)

 

Ringraziamenti

Evening_star: affare fatto! (tranquilla, non intendevo farli rimbecillire… abbiamo bisogno di qualcuno che si prenda cura degli altri, altrimenti Sauron se ne accorge e vince la guerra semplicemente lasciandoli fare…). In secondo luogo, mi dispiace che Vanamir ti stia sulle palle… ma è perché si comporta da idiota o per qualche altro motivo? Per quanto riguarda la divisione di Andael, avrei voluto scriverne tre ma non sono sicura di riuscire a far stare tutta la storia in tre racconti… vedrò, e cercherò di non stufare troppo me stessa o voi!! Un bacio!

Calliope: no, tranquilla, ADORO che facciate supposizioni varie (sghignazzo ogni volta, soprattutto quando qualcuno ci va vicino!!)… comunque è vero: le persone “normali” che cercano inutilmente di mantenere la serietà della missione prima o poi finiranno al manicomio!

 

CHARY  

  
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