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Autore: Solsistiziodiinverno    14/12/2018    1 recensioni
Molte sono le leggende che solcano i Sette mari. Molte sono le ballate cantate rigorosamente in rima.
Molte sono le storie sul capitano Emerald e la sua ciurma sanguinaria.
Molte sono le dicerie sulla bellezza di Darcy Jacobson.
Molti cercano le sirene.
Pochi trovano la gloria.
Storia originale scritta interamente in rima baciata.
Genere: Azione, Fantasy, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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I.

Dolci sirene dal canto fatale
possenti tritoni dal ghigno letale.
Impavidi uomini con navi adornate
solcavano le onde dalle creste dorate.
Nel Mar dei Caraibi si svolge la nostra storia
perché è lì che i pirati cercan la gloria.
Poseidone da sempre aveva protetto
chi dalla legge non era ben accetto
Se poi l'oro venisse rubato da un'isola sperduta,
o dall'arrembaggio di una nave sprovveduta,
a Calipso poco le importava:
dei marinai lei ugualmente si innamorava.
Port Royal era la meta più ambita
da chi all'immoralità aveva votato la propria vita.
Osterie e lupanari erano ospitali
e qui gli uomini cercavano di allietare i loro mali.
Proprio nella prostituzione
mr. Jacobson trovò una seconda occasione:
nel suo bordello una bimba venne partorita
Da una meretrice che, nel mentre, dalla morte fu assalita.
Innamoratosi della neonata
come se fosse sua figlia dall'uomo venne allevata.
Cresciuta in un battito di ciglia,
Darcy era divenuta una meraviglia.
Geloso di quel giglio oramai sbocciato,
solo indumenti da uomo il padre le aveva comprato.
Andare al lupanare fin da piccola le era stato proibito,
ma l'osteria era il suo luogo preferito.
Cresciuta fra boccali di rum e storie dei pirati
da sempre quest'ultimi li aveva ammirati.
Vedeva come la vita di mare li minava,
eppure quei fisici la loro esistenza raccontava.
Chi dalle cicatrici era segnato,
chi di qualche arto od altre parti del corpo era stato privato.
Nei loro sorrisi non sempre splendenti,
a volte mancavano diversi dei trentadue denti.
Rari erano i casi di uomini totalmente illesi
da quei combattimenti fin troppo accesi.
Accadde in una calda mattinata estiva,
proprio nella locanda del padre dove Darcy serviva.
Il chiacchiericcio come al solito era rumoroso,
almeno fin quando non entrò un uomo dall'aspetto altezzoso.
Il silenzio che scese fu tombale
e lo sguardo del nuovo arrivato era glaciale.
La ragazza stessa aveva capito
chi fosse quel capitano dal volto scolpito:
Edward Emerald era il nome del condottiero
che terrorizzava i Sette Mari col suo veliero.
Su di lui Darcy molte storie aveva ascoltato
e silenziosamente lo aveva sempre adorato.
Mai avrebbe osato immaginare
che un giorno da quella porta lo avrebbe visto entrare.
Ciò che però non si aspettava
era quanto fosse giovane l'uomo che ora la guardava.
Una strana elettricità si formulò
non appena lo smeraldo il lapislazzulo incontrò.
Nessun pirata osava ancora fiatare
perché la propria vita ci teneva a salvare.
Darcy si chiedeva perchè continuasse a fissarla,
ma non sapeva che lui era venuta a cercarla.
Edward aveva sentito molte voci su una fanciulla
che veniva nascosta con una mascolinità fasulla.
«A Port Royal si trova,
l'osteria dove puoi averne prova.
Nelle vene della donzella, scorre il sangue di una sirena
che per amore di un marinaio assunse la sua forma terrena.
Ahimè, ormai vedova del marito
quella dolce bambina da sola aveva partorito.
Purtroppo per lei la sorte era a suo sfavore
e poco dopo il parto le si fermò il cuore.
Mr. Jacobson, il proprietario di un'osteria ed un bordello
trovò sulla costa quel piccolo fagottello.
La prese sotto la sua ala protettiva,
rendendola in tal modo sua figlia adottiva.
Una volta cresciuta,
mai a nessun uomo l'avrebbe ceduta.
Cerca di nasconderla sotto mentite spoglie,
cosicché non possa diventare una futura moglie.
Ciò che non ha calcolato
è che quel corpo non passa inosservato.
Se nessuno ancora l'ha sfiorata
è a causa della legge non scritta adottata:
neppure un uomo in atti osceni si deve mostrare,
il lupanare è il luogo adibito per consumare.
Al posto degli occhi ha due acque marine
proprio come il calmo mare estivo che si osserva tutte le mattine.
La pelle diafana è un altro particolare dettaglio
in armonia con tale ceruleo abbaglio.
Carnose labbra da assaporare,
celano un sorriso rassicurante da ammirare
Se alla parola di un pirata non credete,
ed alla sua ricerca andrete,
Ricordatevi, oh mio capitano,
Darcy è il nome che le diede quell'uomo villano.»
Ammaliato dalle infinite storie su quella bellezza
Edward alla fine aveva deciso di volerne la certezza.
Conscio delle falsità che spesso i pirati raccontavano,
era sicuro di aver fatto un viaggio invano.
Quella donna era divenuta un'ossessione,
ma come capitano non poteva permettersi alcuna distrazione:
un vascello ed una ciurma doveva comandare
ed i tesori dei Sette Mari ricercare.
Con la scusa del rifornimento era approdato
su quella costa dal colore ambrato.
Nel frattempo che i marinai le loro voglie soddisfacevano,
il cuoco ed il medico cibo ed erbe prendevano.
Alla fine quella locanda aveva trovato
e con un ghigno di soddisfazione vi era entrato.
Orgoglioso del timore che incuteva,
con andamento regale al bancone si dirigeva.
Imperterrito intorno si guardava
alla ricerca della fanciulla che da notti il suo sonno turbava.
Capii di aver trovato il bottino tanto desiderato,
nell'istante in cui dal finto barista venne ammaliato.
Edward si domandava come Mr. Jacobson osava solo pensare
come quel travestimento potesse ingannare.
«Cosa devo fare per far sì che del rum mi venga servito?»
«Basta chiedere ed il vostro bicchiere sarà riempito.»
Darcy non sapeva con quale audacia aveva parlato,
in fin dei conti in quella stanza nessuno aveva più fiatato.
Divertito da quella sfrontatezza,
Emerald decise di prendersi gioco di quella dolcezza.
«E se invece al lupanare vi volessi portare?»
«Non credevo che dagli uomini vi faceste accompagnare.»
Quella risposta impertinente,
fece tramutare il volto del capitano sorridente.
Nessuno mai aveva osato a lui replicare
in quel modo altamente volgare,
ma da quando quel fiore raro era sbocciato,
a rispondere che fosse un maschio le era stato insegnato.
Fiera della risposta con cui lo aveva zittito,
riprese a servire un pirata avvizzito.
Uno sparo riecheggiò nella locanda,
facendo cader dalla mano del marinaio l'appena servita bevanda.
La pallottola, però, non aveva colpito il bicchiere,
bensì la gamba del vecchio pioniere.
«Perchè gli avete sparato?»
Urlò la ragazza al capitano con fare adirato.
«Iniziate a portar rispetto
o la prossima pallottola raggiungerà il vostro petto.»
Darcy sapeva che il capitano non scherzava
e la pistola posata sui suoi seni la minaccia sottolineava.
I clienti più codardi a gambe levate scappavano,
nessun marinaio del ferito si occupavano.
I lapislazzuli al cospetto degli smeraldi non si abbassarono,
ma con fierezza a fissarli continuarono.
La lotta di supremazia oramai era combattuta silenziosamente,
tuttavia il vecchio delle cure mediche aveva bisogno urgentemente.
«Lasciatemi aiutarlo.»
Sussurrò senza smettere di guardalo.
Furono istanti di pura tensione,
eppure il capitano l'arma scostò senza alcuna obiezione.
Scavalcò il bancone con un agile movimento,
peccato che vi fu subito un impedimento
poichè il corpo di Emerald contro il legno la intrappolava
dando ad egli la conferma di ciò che cercava.
Non del semplice sangue umano scorreva nelle sue vene,
ma possedeva l'antico battito delle sirene.
Occhi negli occhi, petto contro petto,
Edward si rese conto che nessun'altra gli avrebbe fatto quell'effetto.
Coi brividi che ancora si rincorrevano vivaci,
i loro respiri pesanti eran più che loquaci.
Un nuovo lamento del ferito pirata,
fece rinsavire la ragazza ammaliata.
Spingendo via con delicatezza il capitano,
si inginocchiò accanto al marinaio africano
il quale si teneva con forza la gamba colpita
dal comandante a cui l'insolenza era poco gradita.
Fin da bambina a medicare le avevano insegnato,
in quel posto non era raro avere un cliente insanguinato.
Per questo la locanda un equipaggiamento medico basilare possedeva,
però stavolta la pallottola troppo nel profondo giaceva.
«Dal dottore lo dovete portare,
cos'altro ancora volete aspettare?»
E forse il tono fin troppo duro della fanciulla,
risvegliò gli animi di quei buoni a nulla.
Subito quest'ultimi dalle sedie si alzarono
e, seppur con timore, al compagno si avvicinarono.
Emerald sapeva che il marinaio sarebbe sopravvissuto,
al cuore avrebbe mirato se ucciderlo avesse voluto.
«È colpa tua, te la farò pagare!»
Inveiva l'uomo contro Darcy che lo voleva solo aiutare.
Fu l'ingratitudine del pirata a far scattare il comandante,
il quale voleva rendere di nuovo la pistola fumante.
La ragazza notò il repentino cambio d'espressione
«Non fatelo, non cedete alla provocazione.»
Sussurrò costei in quanto aveva capito:
un nuovo sparo ed il capitano da mille pallottole sarebbe stato colpito.
Edward stava facendo prevalere il proprio temperamento,
ma era conscio di non riuscire a vincere da solo tale combattimento.
Sebbene riluttante all'idea di lasciare la donzella,
decise che era meglio correre dietro ad un'altra gonnella:
in molti il lupanare di Port Royal gli avevano consigliato
ed era certo che lì la sua ciurma vi avrebbe trovato.
Approfittando del tornato vociare,
dalla locanda se ne andò senza nemmeno salutare.
Chissà cosa Darcy pensava,
visto che ad un "arrivederci" ci sperava.
Scuotendo il capo per lasciar andare via l'idea del capitano,
la situazione dell'osteria riprese sottomano.
Boccali di rum aveva ripreso a servire
fin quando il cielo non prese ad imbrunire.
Stanca e scossa dalla giornata,
non vedeva l'ora di giungere alla casa tanto amata.
Nel mentre che a quest'ultima andava,
qualcuno d'improvviso un pugnale al collo le puntava.
Stretta in una ferrea presa,
la fanciulla era del tutto indifesa.
In occasioni simili già si era ritrovata,
ma fortunatamente se l'era sempre scampata.
Un secondo uomo comparve dall'oscurità
ed un fazzoletto contro la bocca le premette con brutalità.
Provava a scalciare, mordere ed urlare
eppure ciò non l'avrebbe aiutata a scappare.
La consapevolezza di esser stata drogata
alla volontà del malvivente si era abbandonata.
L'ultima cosa che vide prima di svenire,
furono quegli smeraldi i quali l'avevan già fatta rabbrividire.

   
 
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