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Autore: Tessa Scott    17/12/2018    1 recensioni
"Adesso ascoltami perché te lo diro adesso e non lo ripeterò più. Non è stata colpa tua. Queste cose succedono, non avrei mai pensato che sarebbe successo a noi, ma per quanto faccia male, per quanto la sola idea di farlo mi far venir la nausea, dobbiamo farlo, dobbiamo andare avanti, io e te"
Harry Styles cantante trentaduenne, Maria Cole avvocato ventottenne. Harry disperso per il mondo, Maria bloccata a New York. Stanno insieme da più di un anno eppure pochi sono a conoscenza di questo particolare. Riusciranno a portare avanti la loro storia? Riusciranno a continuare ad amarsi nonostante tutto ciò che dovranno affrontare?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E se...

Pov. Harry 

Sarebbe dovuta essere li da almeno dieci minuti, la stavo aspettando in hotel, avevamo deciso cosi, non era propriamente il caso che mi facessi vedere in aeroporto anche se morivo dalla voglia di vederla. L’uscita ufficiale sarebbe stata dopodomani, e doveva ammettere di  essere curioso non poco curioso di cosa si sarebbe inventata la stampa. 

Ieri con Amsterdam si era concluso la prima parte del tour in Europa, ora dopo una pausa di circa una settimana sarebbe stato il turno dell’Asia. Ero emozionato? Da morire. Non era la prima volta che mi sarei esibito in Asia, ma era la prima volta che avrei fatto quasi 24 concerti solo li. Thailandia, Singapore,Malesia, India, Vietnam e un botto di altri posti. Maria adorava l’Asia, erano stati insieme in thailandia, dove avevano passato quasi un mese.

Ero arrivato in hotel da meno di due ore, ed era stanco morto. Erano appena le 9 eppure la stanchezza accumulata iniziava davvero a farsi sentire, stavo cercando di impiegare il tempo in tutti i modi possibili, non era proprio il caso di farsi trovare mezzo addormentato. Email e messaggio, avevano davvero la capacita di svegliare un uomo molto più di una carica di caffè. Non dovette aspettare molto perché neanche dopo due minuti senti la porta della suite aprirsi. 

Una manciata di secondi e se la ritrovo attaccata al collo, aveva lasciato le valige all’ingresso della camera e si era fiondata tra le sue braccia. 

“Mi è mancato il tuo profumo”sussurai  

“A me sei mancato tu” mi rispose staccandosi un po. Mi accomodai su letto della camera, tenendo lei in piedi tra le mie gambe, la osservai e non mi sembrava cambiata, ero quasi sicuro che fosse l’outfit ad ingannarmi, indossava dei jeans a vita alta ed una mia vecchia felpa. 

“Sbaglio o questa è mia?” Le chiesi 

“Potrebbe” rispose “guarda” continuo allontanandosi un po e togliendosi la felpa. Era emozionata e lo si poteva vedere dalle mani tremanti. 

“Signore Styles le presento lenticchia. È ancora piccolo, ma è molto felice di rivederla” disse poggiando la mia mano sul suo ventre pronunciato.  Non era enorme, ma si notava che era un pochino più pronunciato rispetto ad un mese prima.

“Piacere mio, piccoletto” risposi accarezzandola “Sai, tu e la tua mamma mi siete mancati molto”

“Ah si? E io che pensavo che ti fossi dimenticato di me” sussurro ammiccante 

“Come potrei?” Le risposi stando al gioco e avvicinandomela di più “Sai forse dovrei mostrarti quanto mi sei mancata”

“Penso sia un ottima idea Signor Styles” disse baciandomi.

 

“Cosa ne pensi di queste patatine?” le chiese guardandola, era proprio stupenda, con i suoi capelli arruffati che urlavano sesso a gran voce. Ed in realtà era esattamente quello che avevamo fatto, fino a pochi minuti prima, fin quanto la fame non ci aveva colto impreparati. Naturalmente la scelta, più che altro sua, era ricaduta sul più classico dei cliché Mac Donald. Ora non pensate male, amo il Mac Donald, ma quando si può avere il mondo perché accontentarsi di un semplice panino?

“Penso starebbero molto meglio con del gelato” rispose sorridendo. “Ti prego, non dire cosi” le sussurrai dandole un piccolo buffo sulla spalla “posso passare sopra alla pizza con l’anans, ma le patatine con il gelato? No Maria, questo no” 

“Ma dai, sono la cosa più buona del mondo, e un giorno malfidato ti pentirai di quello che hai appena detto, e mi pregerai d’assaggiarle”  mi rispose addentato un altra patatina. Grazie al Dio, non c’era del gelato nella suite; amavo il suo voler sperimentare tutto, ma certe cose era davvero meglio non provarle.

“Allora cosa pensi che sia?” Mi chiese d’improvviso, giocando con una ciocca di capelli, arricciandola tra le dita

“Non saprei, ma non mi importa” le dissi guardandola “l’importante è che stia bene” 

La guardai bene e notai forse per la prima volta una cosa, Maria, la mia dolce e forte Maria, sembrava preoccupata. E cosi non potetti fare a meno di chiederle “cosa c’è che non va?” 

“Nulla” disse, spostando lo sguardo
“Maria” continua esortandola, era li seduta a gambe incrociate sul letto, mentre guardava un punto lontano 

“E se qualcosa va male, se è malato, se non sono una buona madre, se succede qualcosa… Harry io davvero se dovesse succedere qualcosa, una qualunque cosa, ne rimarrei distrutta. Lui, lei è dentro di me, ed ho il terrore che qualcosa possa andare male , che possa perderlo” confido “io sono terrorizzata da tutto ciò” ammise guardandomi, aveva gli occhi lucidi e me ne meraviglia, perché poche l’avevo vista piangere e ancora meno volte l’avevo vista cosi terrorizzata. 

“Andrà tutto bene” le dissi “guardami ed ascoltami bene” continua “andrà tutto bene, e in caso contrario, qualsiasi cosa succeda l’affronteremo insieme, come una squadra. D’accordo?”le chiesi

“D’accordo” 

 

Pov Maria

“Harry dove sono i pacchetti?” Chiesi guardandolo, certo forse avrei dovuto ricordaglielo prima, ma andiamo, meglio tardi che mai.

“che pacchetti?” Mi chiese, senza distogliere gli occhi dalla strada.

“Ti prego dimmi che non l’hai dimenticati” mi sarebbe venuto un infarto. Gia leggevo i titoli di giornale  giovane donna muore per un infarto improvviso, oscure le cause. Quei pacchetti erano la nostra, piu che altro sua, straordinaria idea per annunciare a tutti la lieta novella. Gia immaginavo la faccia di Gemma, diciamo che nonostante tutte le buone intenzioni, noi non eravamo poi diventate cosi tanto amiche. Anzi ero quasi sicura che in parte, la sorella prediletta di Harry mi odiasse. Harry era stato sicuro del contrario per mesi, ma da quanto durante la festa di natale,  mi aveva accidentalmente versato una bottiglia di vino sul vestito bianco, diciamo che aveva iniziato a darmi un po ragione e a ripetermi come un mantra “Deve solo abituarsi all’idea di me che non sono più cosi tanto sigle”. Non era valso a nulla neanche il mio aiutarla, con il divorzio. Ero riuscita a farle ottenere metà del contratto pre-matrimoniale un successo, considerando le circostante, ma non era servito a molto, si era limitata a mandarmi un assegno per il disturbo senza neanche un ringraziamento. Ma si sa non potevo farci molto, era pur sempre sua sorella. 

“Per chi mi hai preso, non sono mica un pivello” disse abbozzando un sorriso e girandosi appena verso di me ma sopratutto discostandomi un po da dai miei pensieri. “Sono sul sedile di dietro”

“Comunque vorrei dire che siamo arrivati quindi anche nel caso sarebbe stato un po troppo tardi per tornare indietro ” disse. Il viaggio era durato davvero poco, sarà che avevamo passato la maggior parte del tempo cantando, o meglio lui cantava, io ammazzavo qualsiasi canzone passasse alla radio. Avevo molti doni,  ma il canto non era proprio uno di questi. Proprio per nulla. 

Anna, la mamma di Harry, abitava in una villetta, poco lontana dal centro città, era una casa modesta, ma abbastanza grande da accogliere tutta la famiglia. Lei al contrario della figlia, mi adorava, penso quasi mi amasse più di Harry. Diciamo che ero una delle poche ragazze, da lei considerate “normali”, ossia ragazze con la testa sulla spalla e con un gran cuore. Ora sulla parte del gran cuore, le potrei anche dare ragione, ma diciamo che anche io mi sono divertita nella vita. 

Avevo impiegato circa venti minuti per scegliere il look perfetto quella mattina, per poi decidere di indossare il più classico dei Jean con una camicia, nonostante ciò ora, ritrovandomi davanti la sua porta di casa, mi sembrava l’oufit più inadatto al mondo. In più l’agitazione iniziava a farsi sentiere, in se non c’era molto di cui essere nervosi, eravamo felici, volevamo questo bambino, Anna mi adorava, ma l’ansia non evaporava comunque. 

“Sei pronta?” Mi chiese Harry, stringendomi una mano 

“Cer..” non riesci neanche a finire la frase che la porta si apri, e Anna  ci accolse con un abbraccio e un “Ragazzi finalmente siete arrivati!Entrate forza!”.

 
Note autrice: 
Ciao ragazze! Non so se c'è ancora qualcuno che legge questa storia, ma questa sera ho ripreso in mano dopo mesi questa fanfiction e devo dire che mi era mancata! Spero di poter aggiornare a breve, nel frattempo spero di leggere vostre opinioni!  
E ricordate non tutto è come sembra!
Un abbraccio Tessa!
  
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