Il Natale di Lucifero
-dialogo di angeli e diavoli sul 25
Dicembre-
Natale. Di nuovo! Ancora! Cosa penso
del Natale? Diciamo che
non è proprio la mia festa… Ok, lo ammetto: a me
fa proprio schifo il Natale!
Del resto, io sono Lucifero. Non Madre Teresa. Non so come gli umani
riescano a
sopportarlo. Ogni anno, come l'anno precedente, eccolo che arriva.
Arriva quel
giorno in cui ti tocca sopportare tutti i parenti, mangiare come
un’oca ripiena
e fingere di apprezzare regali di merda come calzettoni e maglioncini a
rombi.
Ammettiamolo: tutti abbiamo quel parente, o amico/collega di lavoro che
ci sta
sulle palle. A Natale ci tocca pure fargli il regalo, sorridere e
fingere che
non ci stia sul cazzo. Tutti più buoni, almeno a parole, e
tutti felici. Logicamente
a me non dispiace che la gente sperperi denaro in stupidaggini
superflue e si
perda in fiere della vanità. È il concetto che mi
irrita: il fatto che si
festeggi Lui (ed abbiamo capito di chi parlo…).
Ad ogni modo…
Se c'è qualcuno a cui
piace veramente il Natale, oltre ai
bambini (che ne han visti troppo pochi per essersi rotti le balle di
festeggiare) e qualche mentecatto, quelli sono i miei fratelli piumati.
No, non
parlo di qualche strano uccello imparentato con me tramite Spirito
Santo.
Ovviamente mi riferisco agli Angeli. A quelli piace il Natale.
Immaginate:
vivete in Paradiso circondato da canzoncine e, dato che non ti bastano,
ti
rallegri perché in questo periodo dell'anno anche fra i
mortali ne senti
continuamente. Canzoni sulla neve, su un ciccione portaregali, sulla
pace nel
Mondo, sul figlio del Boss e sull'amore. Tanto amore. Da far venire
l'orticaria.
È quel periodo dell'anno
in cui sono felice di stare
all'Inferno. I demoni non si fanno regali di lana (alquanto inutili
negli
Inferi) e, soprattutto, nessuna cena o pranzo fra parenti! Mi sale il
satanismo
al solo pensiero di dover dividere il tavolo con papà (e si
sa di chi parlo…)
che mi fa domande da nonnina attempata stile “E la
fidanzatina?”, “E la
laurea?”, “E quando metti la testa a
posto?” o la classica “Perché non sei
come
tuo fratello?” (ovviamente riferito a qualsiasi fratello
piumato). “Sei il
fratello più grande, devi dare l'esempio" mi ripeteva.
Ovviamente prima
che mi spuntassero le corna.
Mi ci vedo… tutti attorno
al tavolo che ci ingozziamo. In
mezzo ci sarà di certo qualche angelo in dieta, che si
accontenta dell'insalata
e sospira quando arriva il panettone. Poi ci sarà l'angelo
che ha avuto la
promozione e che si esalta, alla facciaccia della modestia. E l'angelo
vestito meglio
degli altri, quello mezzo malaticcio, quello che canta… io
sarei l'invitato che
si rompe le palle e si mette in un angolo a giocare a Candy Crush sul
cellulare. Sarei quello obbligato ad andare alla messa di Natale con la
solita
predica, con il Pastore che chiede “Credi in Dio?”.
Certo che ci credo… ma per
cause di forza maggiore! Cioè… è mio
padre, devo credere che esista per forza!
“Lasciati toccare dalla luce di Dio!”
dirà qualcuno, il che suona alquanto
equivoco, e la mia risposta: “Ho già
dato!”. No, decisamente andare a messa non
fa per me. In compenso i miei fratelli “di bianco vestiti"
adorano
andarci. Per loro non è un problema vestirsi in modo
imbarazzante per ripetere
all'infinito “anche a te e famiglia".
Ma ora voglio raccontare una
cosa…
Camminavo felice, si fa per dire,
lungo le vie di un paesino
perso nel nulla. Uno di quelli con l'atmosfera perfetta. Neve bianca,
luci
ammiccanti, odore di pan di zenzero, nessun Babbo Natale impiccato alla
finestra…
Cosa ci facevo lì? Non lo
so manco io. Io odio la neve, le
luci, il pan di zenzero ed i Babbi Natale. Sarà la
vecchiaia, forse (ho un po'
di genetliaci alle spalle). Sta di fatto che camminavo nella neve,
nella notte,
imbacuccato dalla testa ai piedi e con le mani in tasca. Ed ecco una
figura di
fronte a me, arrotolata nella sciarpa anche più di me. Nel
buio, notai subito
che non affondava nella neve. Mentre io ero immerso fino al ginocchio
(e stavo
iniziando a non sentirmi i piedi) quella creatura sembrava senza peso.
E solo
un tipo di creatura può fare una cosa del genere.
“Pensavo che gli angeli
odiassero la notte" commentai.
“Pensavo che i demoni
odiassero la neve" fu la
risposta.
Touché, fratellino!
Però su… lasciami in pace! Sono in mezzo
al fottuto nulla, chi dovrei tentare? Un pinguino? Che poi mi piacciono
pure i
pinguini, ma questa è un'altra storia…
Siamo rimasti a guardarci per un po'
e poi, lo ammetto, sono
stato io a cedere. Mi si stava congelando la coda (ed il luogo sopra
cui sta
attaccata) perciò decisi di entrare nell'unico locale con le
luci accese.
Ovviamente l'angelo mi seguì. Ordinai della grappa,
perché volevo sentirmi un
po'a casa e, visto che sono un signore, ho offerto della cioccolata
calda
all'angioletto.
Entrato nel bar, il fratellino si
è tolto la sciarpa ed ha
abbassato il cappuccio della giacca. Ed eccoli lì: la
cascata di boccoli
biondi, che levati Candy Candy è dir poco, sono comparsi. Ha
ringraziato la
barista (e non me, che ho offerto la pappa. Stronzo!) dedicandole uno
sguardo
color del cielo. E con quegli occhi azzurri penso possa permettersi di
chiedere
qualsiasi cosa (e probabilmente la barista stava pensando di farci
qualsiasi
cosa. Su un letto a due piazze). Senza rivolgerci la parola, son
rimasto a
fissare l'angioletto che giocava con una toffoletta che galleggiava
sulla
cioccolata fumante. La faceva veleggiare da un lato ad un altro del
bordo della
tazza, in modo quasi ipnotico. Aveva un buon profumo, devo ammetterlo,
ma
l'ulcera da grappa a 90 gradi e un'altra cosa!
“Non vai in vacanza nemmeno
a Natale?” borbottai, scocciato.
L'angelo continuò a
giocare con la cioccolata.
“Non fate festa ai piani
alti?” ho insistito “Panettoni e
Pandori per tutti, no?”.
“Non mi piace il Pandoro"
ammise l'angelo “Lo zucchero
vola e mi sporca il vestito".
Mi sono limitato ad annuire, trovando
il Pandoro poco
gradevole per altri motivi.
“Cosa desideri per Natale,
Lucy?” mi ha chiesto l'angelo.
“Niente. Io non festeggio
il Natale!”.
“Io desideravo una
cioccolata con la toffoletta
galleggiante".
Ecco… questi sono gli
angeli. Mi hanno dato un calcio nel
culo e dico che desideravo un calcio nel culo, sorridendo felice.
Capite perché
sono scappato dal Paradiso? Comunque osservare quel biondo boccoloso
godersi la
cioccolata come fosse la cosa più buona del mondo dava
soddisfazione. Sembrava
un bambino che si gode la caramella che gli concede la nonna quando fa
il
bravo.
“Natale è
apprezzare le piccole cose" mi ha sorriso il
fratellino.
“Se lo dici
tu…”.
“Vuoi un
abbraccio?”.
“Certo che no!”.
E l'angelo mi ha abbracciato lo
stesso. Ed in quel momento
mi sa che la povera barista ha avuto un tuffo al cuore, temendo che al
suo
nuovo colpo di fulmine piacessero i maschietti.
“Tutti hanno bisogno di un
abbraccio!” era l'idea
dell'angelo.
No, io no. Io ho bisogno di alcolici,
buon cibo, donnine
nude e zero contatti umani non richiesti!
“Dovresti festeggiare il
Natale" insiste il fratellino
“Ti fa bene all'anima".
Non ho un'anima, precisiamo. E poi
perché dovrei ricordarmi
di festeggiare il compleanno di Gesù? Lui mica si ricorda il
mio! Mai una volta
che mi abbia mandato gli auguri!
Ad ogni modo… con una
cioccolata calda ho ottenuto un
abbraccio. Non richiesto e piuttosto fastidioso. Ma sempre meglio della
solita
predica sul fatto che sono cattivo e devo pentirmi. “A Natale
bisogna essere
buoni e saper perdonare". Chissà se papà mi
perdonerà mai per quella mela…
Lo avevo
promesso ai
fan di Lucy. Spero lo abbiate gradito ;)
Buone feste
a tutti!!