Naruto non era un tipo che si
tirava indietro quando
si trattava di uscire e passare un po’ di tempo in mezzo a
gente, poco
importava che fossero amici, colleghi, conoscenti o gente appena
incontrata: si
sarebbe sempre trovato bene e, soprattutto dopo un paio di birre,
avrebbe
gridato il suo amore per il mondo intero.
Sapeva perfettamente che invece Itachi non amava
stare in mezzo alla folla, la sua serata ideale era più
bicchiere di vino
davanti al caminetto e un buon libro; in mancanza di caminetto si
accontentava
anche del termosifone. Per quel motivo non lo aveva invitato alla cena
di Natale
coi suoi colleghi, benché gli altri si fossero presentati
coi propri partner.
All’inizio era stato triste nel sentire la sua
assenza, ma dopo un drink e qualche risata la prospettiva di trovarlo a
casa
quando sarebbe tornato gli era sembrata la più bella del
mondo. Sarebbe entrato
in camera in silenzio e avrebbe visto solo la sua testa spuntare dalle
coperte,
si sarebbe messo al suo fianco e lo avrebbe stretto mentre ancora
dormiva, beandosi
della sua allergia per i pigiami, i suoi lunghi capelli scuri sarebbero
stati
sciolti sulla schiena e li avrebbe carezzati, scostandoli
dall’orecchio per
sussurrarvi dentro fantasie e parole appassionate.
“Shono a
caaaaasa!”
Il grido venne accompagnato da rumori molesti che
ricordarono a Itachi un elefante in corsa su un percorso a ostacoli. Si
mise a
sedere sul letto, accendendo la luce sul comodino e poco dopo vide
Naruto sulla
soglia con la sciarpa al posto della cintura, solo una scarpa indosso e
l’aria
di chi aveva fatto troppi brindisi.
“Sei impazzito? Sono le tre di mattina
e…”
Naruto non gli diede modo di continuare perché
caracollò fino al letto per sedersi al suo fianco,
rischiando quasi di
schiacciargli una mano, oltre che di portarsi dietro uno sgabello.
“Perché? – gli domandò con
aria affranta – Dovevi
essere… come si dice? Ah sì, addormentato, ecco,
sì…”
Itachi era abituato alle stramberie del suo
fidanzato e non era nemmeno la prima volta che lo vedeva ubriaco, ma
quella volta
era davvero senza parole, complice la sveglia nel cuore della notte. Si
limitò
a fissarlo e vedere una sua mano avvicinarsi, rischiando di cavargli un
occhio,
ma alla fine le sue dita si limitarono a stringergli una ciocca di
capelli.
Naruto la guardava con intensità, come se dovesse
tirare fuori segreti inconfessabili da dei poveri capelli e poi
alzò di scatto
la testa, anche se così rischiò di cadere
nonostante fosse seduto.
“Saresti meraviglioso coi cosi… i boccoli!
– esclamò
con gli occhi accesi d’euforia – devo chiedere
l’arricciacosi a Hinata, così
saresti… saresti bellissimo!” concluse con un
sorrisone e un singhiozzo.
Itachi non si scompose, si limitò a sfilare la
ciocca dalla mano del fidanzato.
“Alle prossime feste vengo anch’io, va
bene?”
Almeno così si sarebbe assicurato che non si
ubriacasse troppo e non si facesse venire strane idee sui suoi
preziosissimi
capelli.