No one
I know some people search the
world
To find something like what we have
I know people will try try to divide something so real
So till the end of time I'm telling you there ain't no one
No one, no one, no one
Can get in the way of what I'm feeling
No one, no one, no one
Can get in the way of what I feel for you, you, you
Can get in the way of what I feel for you…
(“No one” – Alicia Keys)
Si avvicinava il Natale e Peter era in preda a tanti
sentimenti contrastanti. Da una parte era emozionato e felice, perché quello
sarebbe stato il suo primo Natale con il signor Stark. Si domandava come
sarebbe potuto essere e se finalmente, insieme a lui, avrebbe ritrovato la vera
gioia dell’atmosfera natalizia che mancava nel suo cuore da troppo tempo.
Ricordava poco dei Natali trascorsi con i genitori,
quando era ancora piccolo, qualche flashback isolato che non riusciva a
contestualizzare. Eppure, quando pensava a quei giorni ormai lontani, sentiva
nel cuore un calore e insieme una nostalgia che lo travolgevano. Non aveva più
provato sentimenti tanto intensi, non aveva più vissuto veramente il Natale
fino in fondo, quello che va al di là dei pranzi, dei regali e degli addobbi,
quello che nasce nel cuore quando si è accanto alle persone davvero importanti.
I Natali con zio Ben e zia May erano stati piacevoli,
ma mai veramente pieni di gioia. Su tutti e tre gravava l’ombra di coloro che
non c’erano più e, per quanto zio Ben si sforzasse di rallegrare l’atmosfera,
di proporre giochi e divertimenti per distrarre il nipotino e la moglie, c’era
sempre qualcosa di forzato che non permetteva a Peter di godersi quei momenti
fino in fondo.
Dopo la morte di zio Ben era stato anche peggio: zia
May, poverina, aveva fatto il possibile per cercare di rendere speciale il
Natale di Peter, ma non poteva prendere il posto dei suoi genitori e lei stessa
soffriva per la mancanza del marito. Gli ultimi tre Natali, vedendo che non
serviva a nulla riproporre la formula tradizionale, la zia aveva tentato
qualcosa di diverso, invitando Ned a cena da loro e poi portando i ragazzi al
cinema. Peter si era divertito e aveva apprezzato molto la compagnia dell’amico
e gli sforzi commoventi di zia May… ma la magia del Natale, quella vera, era
ormai troppo lontana e Natale finiva per diventare un giorno festivo come tanti
altri.
Non era così che sarebbe dovuto essere.
Peter, tuttavia, era consapevole che anche zia May non
era felice e quindi si era rassegnato a rinunciare per sempre a quella magia, a
trarre il buono e il bello da ciò che poteva e a mostrarsi sereno e
riconoscente per non preoccupare ancora di più la zia, senza pensare a ciò che
non avrebbe mai più potuto provare dentro di sé.
Ma ora tutto poteva cambiare… forse.
Chissà, magari il suo primo Natale con il signor Stark
sarebbe stato speciale, magico e meraviglioso come quelli che ricordava da
bambino!
Intanto era molto contento perché era dalle vacanze
estive che non aveva più tanto tempo da passare con lui, gli impegni della
scuola erano stati sempre più pressanti, specialmente nell’ultimo mese.
Verifiche scritte, test, interrogazioni e il laboratorio di chimica… a Peter
sembrava di essere più a scuola che all’Avengers Tower e spesso tornava
talmente stanco da non riuscire a godersi completamente nemmeno la compagnia
del signor Stark e la visione delle loro serie TV preferite. Adesso, però,
tutto sarebbe cambiato, almeno per qualche giorno, e lui avrebbe potuto
trascorrere molto più tempo con l’uomo che amava… magari sarebbero anche
ritornati al cinema, o avrebbero fatto un piccolo viaggio… Peter era
emozionatissimo!
Allo stesso tempo, tuttavia, era anche preoccupato:
cosa avrebbe potuto regalare al signor Stark? Avrebbe voluto fargli un dono
speciale, perché era il primo Natale che trascorrevano insieme e perché voleva
ringraziarlo di tutto quello che stava facendo per lui… ma come poteva fare?
Lui aveva ben pochi soldi e il signor Stark, poi, aveva tutto e più di tutto!
Che regalo speciale avrebbe mai potuto fargli?
Sapeva che non era tanto il valore del regalo ad
essere importante, che era il pensiero che contava, ma un dono significativo
avrebbe fatto capire al signor Stark quanto tenesse a lui e quanto fosse felice
di passare quel primo Natale insieme.
Era la Vigilia di Natale e Tony aveva portato Peter in
un grande negozio di abbigliamento per ragazzi, dicendogli di scegliere
liberamente tutto quello che voleva.
“Peter, immagino che tu ormai non creda più da anni a
Babbo Natale, no?” gli disse, in tono scherzoso, mentre entravano nel negozio.
“Non voglio farti un regalo che ti deluda e non ti serva a niente. Sei
abbastanza grande: prendi tutto quello che vuoi, maglioni, jeans, qualsiasi
cosa desideri e non preoccuparti di quanto mi farai spendere. Sto imparando che
i soldi meglio spesi sono quelli per le persone a cui… a cui si vuole bene.”
Peter era commosso e, proprio per questo, si sentiva
ancora più in colpa e inutile: lui non avrebbe mai potuto ricambiare, non aveva
né soldi né idee per far capire a Stark quanto gli volesse infinitamente bene.
Come al solito, era inadeguato, era sbagliato. Cosa avrebbe potuto regalargli?
Un dopobarba da poco prezzo? Una banale cravatta? Che delusione per il signor
Stark… Peter non era uno sciocco e aveva compreso benissimo il messaggio che
l’uomo voleva trasmettergli portandolo in quel negozio e incoraggiandolo a
scegliere lui stesso i regali che avrebbe voluto.
Chiunque altro avrebbe pensato che Tony Stark aveva
scelto la via più facile, tanto era ricco e poteva permettersi di spendere
anche centinaia di dollari per il suo ragazzino. Molti avrebbero visto la sua
apparente generosità come un modo per togliersi il pensiero del regalo senza
doversi arrovellare: una carta di credito e una disponibilità illimitata, come
i genitori che regalano giocattoli costosissimi e di ultima tecnologia ai loro
figli, ma poi non hanno né tempo né voglia di giocare con loro nemmeno per
cinque minuti.
Questo è ciò che avrebbe pensato la maggioranza della
gente, ma non Peter.
Peter sapeva che quello era il modo tutto personale
del signor Stark per dimostrargli quanto gli volesse bene, quanto fosse
prezioso per lui. Sapeva che Tony non era bravo con le parole e che dimostrava
il suo affetto con le azioni: facendogli comprare tutto ciò che desiderava era
come se gli dicesse Puoi spendere quanto
vuoi, Peter, tanto non ci sarà mai niente di abbastanza prezioso per dirti cosa
significhi per me, quanto sia meraviglioso per me vederti sorridere e
illuminare la mia vita.
E proprio questo pensiero si poteva leggere negli
occhi scuri dell’uomo che seguiva ogni passo del suo ragazzino tra le file di
maglioni, jeans e pantaloni eleganti. Il suo sguardo, nascosto dietro gli
occhiali scuri, e il sorriso che aleggiava appena sulle sue labbra,
manifestavano il suo orgoglio e la sua felicità nel vedere Peter incantato
davanti a tanta scelta, proprio come un bambino in un enorme negozio di
giocattoli.
Il sorriso e la luce negli occhi del suo ragnetto
erano per Tony il più bel regalo di Natale, il più delicato e prezioso che
potesse aver mai desiderato.
E fu così che Peter, mentre portava alla cassa i due
maglioni e il paio di pantaloni di velluto che aveva scelto, comprese quale
sarebbe potuto essere il regalo più bello e significativo da fare al suo signor
Stark, quello che gli dicesse tutto ciò che provava per lui e tutta la sua
felicità nell’essere al suo fianco.
“Hai scelto, ragazzo? Molto bene. Signorina, mi faccia
tre bei pacchi regalo, voglio mettere comunque questi doni sotto l’albero del
salone” disse Stark, sorridendo a Peter.
Il cuore del ragazzo sobbalzò e batté più forte.
Adesso anche lui aveva qualcosa da mettere sotto l’albero per il suo signor
Stark e sarebbe stata una sorpresa dolcissima, qualcosa di inaspettato e
perciò, forse, ancora più bello.
O, almeno, era quello che sperava…
Tornati a casa, Tony mise i regali per Peter sotto
l’albero e poi andò a fare una doccia e a cambiarsi per la cena, che quella
sera sarebbe stata specialissima. Lui e Peter da soli, con le luci dell’albero
e le altre lucette disseminate per la stanza a illuminare la loro serata. Solo
loro due…
Il giorno dopo, per Natale, le cose sarebbero state
diverse: Peter e Tony erano stati invitati da zia May per il grande pranzo
natalizio… conoscendo le abilità culinarie della donna, Stark pensò che avrebbe
dovuto mangiare bene a colazione per poi fingere di apprezzare i manicaretti di May… e poi, la sera,
avrebbero organizzato una grande cena con tutti gli Avengers e gli agenti dello
S.H.I.E.L.D. all’Avengers Tower.
Ma, quella sera, sarebbe stata soltanto per Tony e
Peter…
Erano già le sette quando Tony tornò nel salone per la
cena e trovò Peter seduto sotto l’albero con un piccolo pacchetto in mano,
legato da un grande fiocco rosso.
“Ehi, ragazzo, non è ora di cena? Vuoi aprire prima i
tuoi regali?” domandò, con un sorriso intenerito. Peter era proprio un bambino,
certe volte: prima i regali e poi la cena! “E va bene, aprili pure, anche se
non capisco tutta questa fretta, li abbiamo comprati solo poche ore fa e sai
benissimo cosa c’è dentro quei pacchetti.”
Il ragazzino, però, non scartò i suoi regali; si alzò
in piedi con il piccolo pacchetto tra le mani e, con uno sguardo pieno di
imbarazzo e tenerezza, lo mise in mano a Tony.
“Questo è il mio regalo per lei, signor Stark” gli
disse, con la voce che gli tremava per l’emozione.
Tony apparve molto stupito. Non si era aspettato un
dono da parte di Peter e non gli interessava neanche, in fondo per lui il vero
regalo era stato incontrare quel ragazzo speciale, in un momento della sua vita
in cui non credeva più a niente. Non poteva desiderare nient’altro adesso che
aveva Peter…
Tuttavia Stark era anche un uomo molto curioso e così
si sedette in poltrona per esaminare bene il misterioso pacchetto che gli aveva
dato Peter. Sciogliendo il fiocco rosso, vide che non si trattava di un
pacchetto, bensì di un certo numero di lettere ancora nelle loro buste.
“E queste che cosa…?”
“Le apra e le legga, signor Stark” lo invitò Peter,
con un sorriso timido sulle labbra e le guance arrossate.
L’uomo obbedì, prese la prima dal fondo del mucchietto
e iniziò a leggere. Era la scrittura rotonda e infantile di un bambino e
c’erano poche frasi vergate sul foglio:
Natale 2010
Caro Babbo Natale, sono Peter Parker
e quest’anno penso di essere stato buono. Ubbidisco sempre a zio Ben e cerco di
non far preoccupare zia May. Però non voglio giocattoli da te. Vorrei soltanto
una cosa: potresti farmi incontrare ancora Iron Man, il supereroe che mi ha
salvato? Vorrei tanto rivederlo! Grazie Babbo Natale! Peter Parker.
Era mai possibile? Il piccolo Peter era rimasto così
affascinato da lui da volerlo incontrare di nuovo, così tanto da chiederlo come
dono a Babbo Natale invece dei soliti regali? Incredulo e con una strana
sensazione nel cuore, così intensa che sembrava strapparglielo dal petto, Tony
lesse la seconda letterina:
Natale 2011
Caro Babbo Natale, anche quest’anno
ho cercato di fare il bravo bambino e aiuto sempre zia May e zio Ben. Speravo
tanto che tu mi facessi incontrare Iron Man, o anche Tony Stark, perché ormai
sono grande e so che sono la stessa persona, però non mi hai accontentato. Io
non ti chiedo nient’altro, non voglio niente, soltanto poter conoscere Iron Man
o il signor Stark di persona. Mi puoi aiutare? Peter Parker.
Peter sorrideva imbarazzato, guardando Stark che
apriva e leggeva le letterine una dopo l’altra e sentiva crescere il calore nel
suo cuore, lo sentiva risalire fino agli occhi colmandoglieli di lacrime
dolcissime e strazianti allo stesso tempo che per nessun motivo al mondo
avrebbe lasciato cadere.
Natale 2012
Caro Babbo Natale, lo so che ormai
sono grande e non dovrei più credere in te, ma io spero ancora nei sogni e
spero che a Natale si possano realizzare. Per favore, non portarmi niente, ma
fai che possa incontrare il signor Stark. Questo non è un regalo che posso
chiedere ai miei zii. Per favore, questo Natale vorrei che il mio sogno si
realizzasse, io cerco sempre di essere buono anche se non è facile e i miei
compagni mi prendono in giro… ma non mi importerebbe niente se potessi
conoscere il signor Stark, lui mi proteggerebbe. E non voglio dirlo a zia May e
zio Ben per non preoccuparli. Peter Parker.
Tony si sentiva lacerare l’anima e nello stesso tempo
il cuore gli si riempiva di mille sentimenti contrastanti. Quel bambino
solitario e escluso dagli altri, senza più i genitori, con due zii non ricchi,
che poteva chiedere qualche regalo speciale solo a Natale, aveva per anni
atteso, con pazienza e fiducia, solo l’avverarsi di un sogno: incontrare lui,
Tony Stark. Conoscere l’uomo che ammirava, il supereroe che aveva preso a
modello.
Era meraviglioso e allo stesso tempo spaventoso.
Perché lui non lo aveva saputo? Perché non era corso subito da quel ragazzino
così dolce e gentile che aveva bisogno del suo aiuto e della sua protezione
contro i compagni bulli?
“Ecco, signor Stark, questa è l’ultima… poi, a dire il
vero, ho smesso di credere che a Natale i sogni si potessero avverare. Però,
due anni dopo, l’ho incontrata sul serio e allora ho pensato che, forse, alla
fine, le mie lettere avevano ottenuto il loro scopo!” disse Peter, arrossendo
ancora di più e porgendo all’uomo l’ultima lettera, quella che aveva tenuto
stretta contro il petto fino a quel momento.
Natale 2013
Caro Babbo Natale, questa è l’ultima
lettera che ti scrivo, ormai sono troppo grande e non credo più ai sogni. Zio
Ben ci ha lasciati lo scorso settembre e adesso io e zia May siamo soli. Non ho
mai conosciuto il signor Stark e non credo che lo conoscerò mai. Sono state
solo le fantasie di un bambino sciocco. Se per caso esisti, scusami per averti
disturbato. Buon Natale. Peter Parker.
Tony si alzò in piedi di scatto, lasciando cadere le
buste e i fogli di carta ai suoi piedi.
Quanto aveva sperato, pregato e sofferto quel
ragazzino? Quanto lo aveva atteso inutilmente, mentre lui perdeva tempo in
progetti inutili, feste frivole e compagnie femminili superficiali?
Senza una parola lo prese per le braccia e lo attirò a
sé, stringendoselo forte al petto, baciandolo sulla testa, trattenendo a fatica
lacrime di rimorso e tristezza per non averlo potuto accontentare prima, lui,
il suo ragazzino, la luce, la gioia, la stella della sua vita.
“Signor Stark, forse è una sciocchezza, ma io… lei ha
tutto e io non sapevo cosa regalarle e allora ho pensato che forse, così,
avrebbe capito quanto è importante per me…” mormorò Peter, timidamente e mezzo
soffocato dall’abbraccio convulso di Tony.
“Tu non devi regalarmi niente, Peter, non lo capisci?
Sei tu il mio regalo, il dono più bello che la vita potesse farmi e non solo
per questo Natale, ma per sempre” disse Stark, prendendolo in braccio,
portandolo sul divano con sé, stretto al suo petto. Lo baciò una volta, due,
mille, accarezzandogli i morbidi capelli castani, aspirando il suo profumo
fresco di adolescente, sentendo di non meritarlo, di non aver fatto niente per
lui, di averlo deluso per anni.
“Mi dispiace, non lo sapevo, non… se lo avessi saputo,
sarei venuto a trovarti molto prima, mi sarei occupato di te, Peter, io… non so
cosa…”
“Signor Stark, va tutto bene” sussurrò il ragazzo,
adesso veramente felice e sereno tra le braccia del suo eroe. “Non poteva
saperlo, ma adesso siamo insieme e lo saremo per sempre… vero?”
“Certo, ragazzino. Questo è solo il primo di tanti Natali
speciali che passeremo insieme, è solo l’inizio, non ti lascerò solo mai più,
mai più” disse Stark, sempre più sopraffatto dalle emozioni.
Si unì al suo ragazzino per un lungo, dolcissimo,
infinito bacio tra le mille luci natalizie, abbracciandolo, tenendolo stretto e
pensando che quello, veramente, era il Natale più bello di tutta la sua vita.
Il primo di molti, moltissimi Natali con il suo Peter,
il suo angelo, il suo raggio di sole.
FINE