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Autore: _Lightning_    25/12/2018    4 recensioni
«Ti sei tagliata i capelli. Stai bene,» concluse Tony, con una rara dolcezza che trapelò dalle sue parole.
Lei arrossì appena, in quel riflesso automatico che ormai conosceva.
«Non cambiare argomento,» lo rimbrottò bonariamente. Il suo sguardo cadde poi sulla tazza che teneva in mano. «E quello?» indagò con cipiglio d'un tratto severo.
«Elisir di giovinezza,» rispose prontamente, prendendo un lungo sorso con ostentazione. «Ovvero caffè.»
«Decaffeinato?»
«Non ricordo, l'età avanza,» sogghignò furbo lui.

[post-Infinity War // What If? // Allerta fluff // PoV Tony]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pepper Potts, Peter Parker/Spider-Man, Sorpresa, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'As if it never happened'
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Cambiamenti


 

"Risero alcuni di quel mutamento, ma egli li lasciava ridere e non vi badava.
[Canto di Natale, Charles Dickens]




Non era un segreto che Tony non amasse particolarmente il Natale.
Col passare del tempo l'astio si era trasformato in antipatia, e quell'antipatia era poi andata man mano scemando, fino a ridursi a un lieve pizzico di consapevolezza che faceva brevemente capolino nel periodo festivo, per poi rintanarsi in sordina nei meandri della sua mente fino a svanire del tutto. Non poteva dire che fosse il suo giorno preferito, né che smaniasse per festeggiarlo, ma il suo umore era decisamente più sereno.

Quella mattina di Natale se ne stava spaparanzato sulla poltrona in salone, con lo sguardo perso sul Pacifico e una tazza di caffè bollente in mano. Di tanto in tanto, scorreva pigramente un ologramma sospeso accanto a lui, leggendo qualcuno dei messaggi di auguri che avevano intasato la sua casella di posta. Nell'angolo scintillava l'albero pesantemente addobbato, con un tappeto di regali multicolori ai suoi piedi.

Stava giusto per rispondere al lungo, esagerato e melenso messaggio di Rogers – in modo ovviamente molto poco consono – quando fu distolto dai suoi intenti sarcastici dallo scatto della porta d'ingresso che si chiudeva, seguito da un rumore di tacchi. S'illuminò all'istante e scansò da parte la schermata.

«Ehi,» esordì allegro, sorridendo. «Non ti aspettavo così presto,» continuò, facendo per alzarsi.

La donna affrettò il passo nonostante le buste che la ingombravano e lo anticipò, chinandosi agile a schioccargli un bacio sulla guancia che ampliò il suo sorriso.

«Buon Natale,» gli augurò, posando a terra i suoi acquisti. «Come stai?» chiese subito dopo, con apprensione appena camuffata.

«Nulla di nuovo,» alzò le spalle lui, flemmatico, per poi catturare una delle sue ciocche rossicce tra le dita. «Ti sei tagliata i capelli. Stai bene,» concluse, con una rara dolcezza che trapelò dalle sue parole.

Lei arrossì appena, in quel riflesso automatico che ormai conosceva.

«Non cambiare argomento,» lo rimbrottò bonariamente. Il suo sguardo cadde poi sulla tazza che teneva in mano. «E quello?» indagò con cipiglio d'un tratto severo.

«Elisir di giovinezza,» rispose prontamente, prendendo un lungo sorso con ostentazione. «Ovvero caffè.»

«Decaffeinato?»

«Non ricordo, l'età avanza,» sogghignò furbo lui.

«Papà, ti fa male al cuore,» sospirò lei, incrociando le braccia.

Tony sospirò di rimando, alzando in più gli occhi al cielo.

«È solo una tazza, ed è Natale,» protestò, mentre lei scuoteva la testa, per poi recuperare le buste e collocarle sotto l'albero. «Non dirlo a mamma,» aggiunse comunque, e poté intravedere il sorrisetto divertito che le inclinò le labbra.

«Va bene...» concesse con complicità, mentre iniziava a sistemare i regali. «Dov'è?»

Tony si tolse gli occhiali da vista e si alzò un po' rigidamente, avvicinandosi a lei.

«Di sopra,» rispose, mentre si chinava con accortezza sulle ginocchia per aiutarla. «Non riemergerà per minimo altre tre o quattro ore,» aggiunse ironico, iniziando a frugare tra le varie buste.

Lei gli sottrasse svelta il pacchetto che aveva appena preso a rigirarsi curiosamente in mano, per poi sistemarlo lontano da lui con uno sguardo eloquente.

«Hai strafato come al solito,» commentò poi, con un gesto alla mole di regali davanti a loro.

«Sennò che gusto c'è?» Tony alzò le spalle, con un sorriso birichino ad attraversagli le labbra, e la ragazza sospirò rassegnata, per poi rialzarsi e offrirgli la mano per aiutarlo. «Non sono ancora così decrepito,» sbuffò scontroso, poggiando le mani sulle ginocchia e alzandosi per conto suo.

«E questi cosa sono?» lo prese in giro, spettinandogli dispettosa i capelli grigio ferro.

Lui se li lisciò di nuovo in fretta, fingendosi offeso, ma i suoi occhi caldi lo tradirono.

«Ellie?» una voce arrivò in quel momento dalle scale, accompagnata dai suoi passi. «Sei già qui?»

Pepper fece il suo ingresso in salone, con addosso un semplice vestito tartan di lana e i capelli raccolti in uno chignon striato d'argento, facendolo rimanere come sempre un po' inebetito a guardarla. Ellie le andò subito incontro per salutarla, prendendo subito a confabulare con lei sottovoce.

«Sparlate di me?» s'interessò Tony, aggrottando le sopracciglia e recuperando nel frattempo il proprio caffè per far sparire le prove del misfatto.

Pepper gli scoccò comunque un'occhiataccia mentre tracannava la bevanda, suscitando sul suo volto la solita espressione a metà tra il colpevole e il sornione con cui l'aveva rabbonita per decenni.

«Cerchiamo di non farti scoprire cosa ti abbiamo regalato, per una volta,» lo rimbeccò, anche lei tra il serio e il faceto mentre gli si faceva incontro per abbracciarlo brevemente.

«Tsk, buona fortuna, allora,» replicò, alzando il mento con aria di sfida e rivolgendosi poi verso la vetrata affacciata sul mare con un braccio ancora a cingerle la vita. «E poi, anche se lo scoprissi, lo apprezzerei comunque,» ribatté, alzando appena un sopracciglio.

«Vedo,» sorrise Pepper, pizzicando con due dita la stoffa del suo opinabile maglione natalizio rosso-oro. «Non pensavamo che l'avresti mai messo,» aggiunse, divertita.

«Voglio essere di nuovo Iron Man almeno a Natale,» ridacchiò lui, puntandosi il pollice sul dischetto azzurrino cucito sul maglione, per poi lanciare un'occhiata un po' nostalgica in direzione delle scale che portavano al laboratorio.

Pepper riportò il suo sguardo a lei con una carezza delicata che gli solleticò il pizzetto.

«È in buone mani,» gli ricordò semplicemente.

«Lo so,» mormorò, annuendo appena.

«Peter e MJ stanno arrivando e Arno è in ritardo!» annunciò dietro di loro Ellie, mentre già si affaccendava tra la cucina e il salone col telefono all'orecchio.

«Uh-huh,» borbottò Tony, poco convinto. «Forse quest'anno riuscirà ad arrivare addirittura più tardi di Rhodey. Sarebbe un nuovo record.»

«Guarda che ha preso da te,» lo rimbeccò Pepper, puntandogli un indice giocoso sul petto.

«Touché,» rispose lui, con espressione furbetta, e si accostò un po' di più alla vetrata continuando a seguire le onde con lo sguardo.

Aveva un po' voglia di volare, in quel momento, e avvertiva quel ben noto pizzicore in fondo allo stomaco che gli offuscava la vista di ricordi, alcuni dolorosi, altri preziosi, altri ancora ammantati dall'aura del tempo e resi dolceamari. Sul pelo dell'acqua, poteva benissimo immaginare uno scintillio metallico seguito da una scia bruciante che increspava le onde tranquille.

Pepper si accostò a lui, le labbra inclinate verso l'alto e gli occhi chiari appena socchiusi ad accentuare le rughe del sorriso che li incorniciavano. Tony tornò a guardare il salone addobbato a festa sullo sfondo dell'oceano e la strinse di più a sé, lasciandosi sostenere appena e poggiando la tempia sulla sua testa, senza parlare.

In sottofondo sentiva il rumore di stoviglie smosse ed Ellie che canticchiava una qualche aria natalizia a bocca chiusa; la risacca del mare trapelava appena oltre la vetrata, in un costante, familiare mormorio d'accompagnamento.

«Tutto bene?» la voce calda e pacata di Pepper lo riportò alla realtà, intuendo come sempre i pensieri che non esprimeva mai ad alta voce.

Stava per rispondere, quando la porta d'ingresso si aprì di nuovo, lasciando che un vivace chiacchiericcio invadesse il salone.

«Signor Stark! Siamo qui!» la voce squillante di Peter risuonò come una fanfara, subito seguita da risatine, voci infantili ed eccitate e un affrettato scalpiccio di scarpe.

«Nonno! Nonna! Buon Natale!»

«Sì,» rispose infine.
 
Prese l'ultimo sorso di caffè, le posò un rapido bacio sulla guancia e si voltò appena in tempo per fronteggiare la carica dei due bambini.

«È una bella giornata.»


 

 
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Note Dell'Autrice:

Sarà l'atmosfera natalizia, sarà l'eccesso di dolci, o sarà colpa di questa fan-art, ma sono stata contagiata dal fluff. E sono secoli che volevo scrivere qualcosa del genere. E almeno nella mia fantasia, volevo offrire a Tony una parentesi finale di serenità, circondato dai suoi affetti.
Spero che abbiate gradito la lettura nonostante l'alto contenuto di zucchero :')
Buon Natale a tutti <3

-Light-

P.S. Il nome Ellie per la figlia è un omaggio all'omonima co-protagonista di The Last Of Us. La storia è ambientata circa 25 anni dopo Infinity War, che è appunto l'età di Ellie supponendo che Pepper fosse incinta all'epoca. Non ho specificato a chi Tony abbia lasciato il testimone di Iron Man, ma Arno è nel mio headcanon il suo secondogenito (il nome, effettivamente orrendo, è un riferimento ai fumetti, in cui Arno è il primo figlio di Howard e Maria). E ovviamente i "nipotini" sono i figli di Peter&MJ. Ora vado a bere un po' di cicuta per riequilibrare il miele.

   
Disclaimer:
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©_Lightning_

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