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Autore: Spensieratezza    01/01/2019    2 recensioni
L'incantesimo creato da Ruben, ha riportato Sam e Dean nel passato, in un'altra epoca, a quando erano figli degli Dei, non si conoscevano e non erano fratelli. Di nuovo senza memoria, Dean, Sam e i loro amici, ripercorreranno di nuovo tutto da capo.
-Sequel della fanfiction The love of the Gods
Crossover con Harry Potter e Sailor Moon :)
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sam, Dean e gli Dei '
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Avviso: Ringrazio Team che mi ha sistemato il capitolo e poi volevo ringraziarla che mi sostiene tantissimo nelle mie storie e anche in questa. Sento che non potrò mai ricambiare abbastanza allo stesso modo la cura che ha con le mie storie e mi dispiace, a volte mi sento in colpa, ma ti ringrazio tanto.

Ps ho una venerazione che non potete immaginare per Hercules e Iolao, questo dal fantastico telefilm, quindi dal modo in cui scrivo questo capitolo su di loro, credo potete intuirlo xd













L'omino d'argilla

Una landa desolata come quella di un deserto.
Una distesa infinita. Grigia e piena di fango.
E decine e decine di corpi /persone? Che rimanevano sedute in quella distesa infinita.
Come se stessero aspettando tutto, come se non stessero aspettando niente.

Lì i corpi erano come involucri senza vita, senza anima. Si muovevano come robot, senza essere consapevoli di dov’erano.
Erano fatti di argilla e fango, ed erano ciechi, e muti.
Nessuna consapevolezza ma solo una grande immensa fonte di vuoto.

Ma forse anche il vuoto era meglio di provare qualcosa.
O forse no?
 
“Gmmmm…”
Una scivolata.

Una scintilla dove non avrebbe dovuto esserci.
Una crepa, un bug nel meccanismo perfetto.

A volte basta poco per cambiare il corso di un destino.
Un pezzo di stella.
 
CRAMP.
L’essere cadde a terra e fece rumore.

Ma nell’indifferenza generale di tutti gli esseri, nessuno se ne accorse.
E anche se l’avessero per miracolo sentito, sarebbe stato come niente per loro.
 
L’essere fatto d’argilla si alzò, lentamente, il fango copioso gli scivolava fluido lungo il braccio su cui si era puntellato per alzarsi.

La sua faccia vuota, sembrò diradarsi e spuntò fuori il contorno di due grandi occhi cerchiati.
 
 

*

L’aridità faceva male.
Il posto aveva qualcosa che faceva sentire a disagio l’omino.

Qualcosa premeva nella sua bocca, pizzicandogli la gola e rendendogli difficile
Il respiro..
Il movimento..

Vento e calore arrivavano a sbattergli addosso.
L’omino fece un suono stridulo.
Crrrrr

Una specie di tosse.
Un fastidio.
 
L’omino si fermò ad un certo punto sussultando.
Una sensazione nuova gli pervase sotto – i piedi –
Una volta stabilito che non era pericolosa, avanzò.

La cosa era sempre più disagiante, faceva male, ma no, non male.

Era fredda, in netto contrasto con il vento caldo che gli arrivava dritto.
Voleva sapere cosa fosse.
Si chinò senza sapere perché.

Non vedeva niente ma il suo istinto di androide, guidava i suoi movimenti.
La cosa, qualunque cosa fosse, era molto grande.

Le mani, toccarono la cosa e qualcosa cambiò.
Sussultò. La sua mano si stava liquefacendo.
Sussultò, spaventato.
Non voleva morire!!

Morire? Cos’era morire? Aveva qualcosa a che fare con vivere…
Ma non..
Si fermò.
La sua mano non sembrava scomparsa. Sembrava solo..più LEGGERA.

Ora l’omino aveva assunto perfino delle sopracciglia ed erano arcuate come se fosse pensieroso.
Ma era comunque ancora spaventato, mise un piede in fallo e scivolò.
Cadde lungo disteso.
 
Era così LEGGERO e FLUIDO. Diverso da prima e fluidi che non capiva da dove arrivavano, lo avvolsero per poi cadere a terra, facendolo gocciolare.

Era pesante ma era anche diverso.
Era bagnato e pesante, freddo.
Si alzò.

Sentì la faccia appiccicarlo, premere conto di lui.
Se la toccò e con sorpresa vide che veniva VIA.
Sussultò ma continuò a staccarsela.
Non faceva male, ma tutto il contrario.

Si tolse un sacco di

PELLE?

Quando gli sembrò che se la fosse tolta tutta, respirò forte.
Quanto era bello respirare.
Al calore del Sole.
Si sentiva così leggero adesso, così bene.

Ma il resto non era così.
C’era ancora qualcosa che PREMEVA.
Si toccò sui fianchi e scoprì che la pelle veniva via semplicemente toccandola.

La strappò a fiotti e la gettò a terra.
Libero, libero. Come volare.
Voleva volare, voleva scomparire.
Illuminare tutto, splendere.
 
Scoprì di vedere.
Come un sipario che si denota dietro le tende.

Cos’era? Un altro mondo?
Che cos’erano le cose che vedeva?
Scoprì di essere affamato di tutto, di tutte le cose nuove che stava vedendo.

Guardò i pezzi di pelle e fanghiglia che si era tolto e poi la distesa piccola d’acqua come un’oasi, davanti a lui.
Oh, era così bella.
Era stata lei a salvarla.

Guardò la superficie d’acqua, così trasparente, blu, così bella.
Si vide!
Si vide finalmente com’era.

Non sapeva cosa celasse il suo volto, i suoi occhi, ma qualunque cosa fosse prima, ora era un altro, grazie a quella meravigliosa fonte così lucida e bagnata.

Si buttò a pesce nella distesa, lasciandosi avvolgere nell’acqua.
Avrebbe avuto tempo, DOPO, per guardare quello che c’era attorno a lui.

Adesso voleva solo VIVERE.
 
 
 
*

Il suo corpo aveva smesso di tremare leggermente dopo essere uscito dalla distesa.
Adesso si sentiva asciutto, con una punta di freddo, ma tutto sommato stava bene.
Gli piaceva camminare.

E mentre lo faceva, notò un altro essere come lui, camminare a capo chino.
Si fermò.
Era coperto di FANGO vischioso, sembrava non guardare niente, eppure i suoi movimenti erano automatici.
Sembrava così diverso da LUI.

Si trovò attirato magneticamente verso quella strana creatura.
Era PIENO di creature così, ma lui era il primo che aveva calamitato la sua attenzione.

Si mise a guardarlo da lontano in quella specie di deserto, mentre si sedeva.
Decise di vedere cosa faceva.






*




*
“Ciao.” Gli disse il primo omino.
Il secondo omino, seduto sulla distesa di deserto, sembrò guardarlo senza davvero vederlo, poi chinò lo sguardo.
Il primo omino non si lasciò scoraggiare.
Si sedette
“Mi chiamo Sam.
Dean..” Rispose l’altro.
“E questo come lo sai?” chiese Sam.
“Non lo so. E non mi importa. “ si sdraiò. “Vattene.”

Sam lo guardò con sguardo intenso, poi lo sfiorò delicatamente con il braccio.

L’omino di fango tremò visibilmente.
Chi sei??”Gli chiese ancora con la bocca impastata di fango, ritmica.


L’omino non sembrò averlo sentito.
“Vattene.” Disse sdraiandosi ancora.

Sam sembrò prendere una decisione, poi sospirò e gli mollò un ceffone che fece ruzzolare il povero omino.

L’omino in uno scatto d‘ira lo spinse via, ma all’istante si delineò un sottile filo rosso che delimitava il suo braccio e andava a finire nell’altro.

“Che mi sta succedendo?” chiese l’omino.
“Noi..siamo legati da un filo.” Disse Sam interdetto
“Un filo?? Cos’è??”
“Non lo vedi?”

Vedere? Mi prendi in giro? io non vedo MAI niente! Non c’è niente da vedere nel mondo. Solo NULLA. Tu non sei reale.”

Una mano prese la sua gentilmente e l’omino ebbe un brivido. “Cosa mi succede?” chiese l’omino arrancando alla cieca, Sam lo afferrò.
“Piano, rischi di cadere.”
“Cadere? Cos’è cadere? Cosa? Chi sei tu?”
“Non hai mai visto un tuo simile?”

“Simile? Non c’è nessuno, niente, tranne me e il nulla. Dovrei vedere altro? A volte sento dei suoni e adesso questa voce, ma non c’è niente.”

“Non è vero..” sussurrò Sam.
Silenzio.
“Perché dovrei crederti?”

“Perché io posso aiutarti a vedere…”
Altro silenzio.
“Non c’è niente, al di fuori dal nulla.”

“C’è sempre qualcosa per chi ha occhi per vedere.”


*
Sam lo portò davanti all’oasi e lo fece bagnare dentro. All’inizio fu molto difficile.

Dean scalciava e si agitava, era spaventato dall’acqua, poi fu sempre più sollevato, curioso, quasi felice.

“AHHHHHH!” sospirò sollevato, riemergendo dall’acqua.
Sam rimase senza parole.
L’omino di argilla, quasi cioccolato, era un bel ragazzo.

Aveva dei capelli lunghi fino al collo, leggermente gli toccavano le spalle, occhi di un verde intenso ed era muscoloso.

Sì, qualcosa di vagamente simile al ricordo di un corpo umano, gli venne alla mente.

Dean si voltò verso Sam e i suoi occhi si sgranarono nel vedere quei soffici capelli castani ricciolini e gli occhi verde di un verde smeraldo. In poche falcate, gli stava tastando il viso con le mani come se fosse un cerbiatto curioso.
“Ehi, che fai!!” cercò di divincolarsi Sam.

“Che cosa sei??” gli chiese Dean, fremendo di curiosità.
Sam gli tenne ferme le mani e studiò il suo viso con attenzione.

Poi, gli tolse con le mani, residui di fanghiglia e quadratini di argilla dagli occhi, con amorevole attenzione.

“Cosa fai?”
“Ti aiuto..”

“Mi piace questa parola. Aiutami ancora.”
Sam emise un’espressione triste.
“Resterai con me?”
“Sì.” Disse Sam.



*

Erano ancora seduti sulle dune, fianco a fianco. Sembrava scesa la notte.

“Cos’è questa sensazione?” domandò Dean, tremando.
“Senti freddo. Stringiti a me e io..” disse Sam, accarezzandogli il braccio, ma Dean lo spostò e tirandolo a sé lo piazzò con la testa sul suo petto.

“Che..che fai?” chiese Sam sentendo una strana sensazione infiammargli il viso.
“Sento freddo.”

“Ma così stai scaldando me!” protestò Sam.
Dean sorrise.

“Ah…capisco Ma sai…” tentennò. “…Credo che se tu ti scaldi, anche io non sentirò freddo.”

Qualcosa si sciolse nel cuore di Sam. Quell’essere, proteggeva LUI.

“Sam..” disse Dean dopo un po'. “Cosa pensi ci sia successo? Dove siamo? CHI siamo? Perché non..”
“Non ricordiamo niente?” chiese Sam per lui.
Dean annuì.

“C’è solo una spiegazione..” disse Sam dopo un po'. “Forse..siamo morti.” Disse.

Pensava che Dean non sapesse cosa fosse la morte, ma lui restò in silenzio, guardò il corpo di Sam e poi sé stesso, quei corpi nudi, coperti però da una patina di luce che impediva di vedere i loro genitali. Erano come protetti lì. Come anime.

“Ricordo qualcosa a questo proposito… tanto tempo fa… ma non so dove…e non so quando..”
Sam annuì. “Anch’io.”



Un amico come te





Quello che era successo aveva scombussolato enormemente Hercules e Iolao, rispettivamente Dean e Sam.

Sam aveva trovato un minuscolo essere, delle dimensioni di una fatina o uno gnomo, che aveva sembianze umane e sembrava giacere all’interno di una piccolissima teca.

Sembrava così indifesa, ma Dean avrebbe voluto che Sam le stesse lontano, non sapevano cosa poteva nuocere o no, in quel posto così strano.

Ma lui non l’aveva lasciata. L’avevano cullata e curata insieme, era cresciuta e poi se n’era andata.

Erano rimasti loro due, ma quell’esperienza travolgente era come se stesse ancora tra di loro. (questo si racconterà più avanti ) Nel frattempo, il loro rapporto era cresciuto ed era pazzesco e incredibile, come Dean sembrava provare un sentimento tanto forte per quello sconosciuto che diceva di chiamarsi Sam.

Insieme avevano percorso così tante miglia, chilometri. Restavano seduti e Dean lo attirava a sé con un braccio per abbracciarlo.
Camminavano e camminavano vicini, a volte sfiorandosi la mano senza farlo apposta e da esse si sprigionava una scintilla come una presa di corrente che faceva contatto e a volte a Dean sembrava di vedere un sottile filo che cambiava colore sospeso tra di loro come un ponte di collegamento.

Camminavano per chilometri, il paesaggio era sempre uguale ma la loro testa, immaginazione, era senza confini. Volavano solo con l’immaginazione.

Sam...” Disse Dean ad un certo punto. “...Non ho ricordi per immaginarmi con te, eppure, dentro di me, immagino tante cose!” disse Dean, guardando il paesaggio arido che si stendeva sui suoi occhi, sorrideva e sotto quello sguardo, Sam arrossì.

“Come credi sia possibile questo?” riprese Dean.
“E'..lo stesso che provo anch’io.”

Dean fece per fermarlo, Sam guardò il punto in cui l’aveva toccato e poi lui.
“Continuiamo a camminare. Mi piace.”
“Anche a me piace camminare. Con te.”


*

Era di nuovo notte in quello strano posto ed erano seduti sulle dune. “Sam.. stavo pensando.. se è bello stare qui..dove non c’è NIENTE..IMMAGINA..come potrebbe essere..se trovassimo altro...” diceva con voce sognante.
Sam si puntellò sui gomiti.

“Che cosa intendi dire? Non c’è niente oltre a questo”
“Ma tu tempo fa mi dicesti che per chi vuole vedere c’è altro....”
“Abbiamo camminato per tanto e non c’è altro.. Come hai visto tu..eccetto questo posto..e LORO..”

Dean vagò con lo sguardo sugli androidi che non davano retta a loro. “Credi che dovremmo liberarli?”
“No..”
“Ma tu hai liberato me..non siamo egoisti noi a non liberare loro?” “Non so spiegartelo..ma è come se sapessi che non dobbiamo..se si accorgono che li liberiamo..faremo una brutta fine..e torneremo come prima..”

Dean tornò a guardarlo con uno sguardo solenne e Sam si sentì piccolo piccolo. Abbassò lo sguardo mortificato.
“Lo so, sono un vigliacco. Lo sono sempre stato. Lo sarò sempre.”

“Sam..guardami..” disse Dean, tirandogli su il mento.
Sam lo guardò negli occhi.

“Sei il ragazzo più coraggioso che abbia mai conosciuto e un giorno lo scoprirai anche tu.”

Sam lo guardò senza capire. Cosa gli stava dicendo?

Ma Dean non sapeva spiegare perché l’aveva detto, era una cosa strana. Era come una frase che doveva ancora dire, un anticipo di qualcosa. Era molto strano.

Dopo qualche secondo di silenzio, Dean disse guardando l’orizzonte:

“Sam non c’è niente qui, dopo questo, ma se ci fosse...”

Dean si voltò verso Sam a guardarlo e vide che lui ricambiava lo sguardo.
“Verresti con me?”

“Io ti seguirei ovunque, Hercules!” Disse Sam, fiero, con lo sguardo luminoso e ardente.

Qualcosa bruciò nel cuore di Hercules/Dean, fiammeggiante.



*

Proseguivano le ricerche per il nuovo mondo. Qualunque cosa ci fosse, da un’altra parte, Sam e Dean lo stavano cercando.
Spesso trovavano pezzi di stelle tra le rocce o filoni argentati come uno strano e intrigante filo di Arianna.
Seguivano questi strani simboli come cacciatori curiosi.
E il paesaggio sembrava cambiare per lasciare posto a scenari interessanti.
Posti dove tanti soli tramontavano, così tante volte da perdere il conto.

Rocce, tante rocce, come se ci fosse il mare a pochi passi, ma nessun mare li attendeva.
E cieli infiniti.
Avevano perfino trovato una piccola capanna, che sembrava fatta di sole.



“Pensaci, Dean, potremmo restare qui per sempre, in questa capanna, dove il sole splende sempre e riscalda e illumina sempre il posto dove giaciamo.” Diceva Sam fuori dalla capanna.
“Possiamo avere di meglio, Sam.”
“Credi davvero che potrebbe esserci qualcosa di più bello di questo?” chiese Sam, sdraiato sull’erba.
Dean, sdraiandosi a sua volta vicino a lui, disse:
“Mio giovane amico, sì, certo che c’è.”
Ma in quel momento, per la prima volta, Dean credette di no.
“Dean..” disse d’un tratto Sam.
“Sì..?”
Sam tentennò, sembrò farsi cupo.
“Se tu..trovassi ALTRO..qualcos’altro meglio di me, per essere felice..”

“Che cosa dovrei trovare?” chiese Dean scoppiando a ridere.
“Tutto..qualsiasi cosa..” disse il minore.
“Sam..”

“Se tu..metti caso che lo trovi..ti dimenticherai di me? Mi lascerai?
Non ti servirò più?”
Dean ci pensò su per un po' e Sam trattenne il fiato.
Poi Dean disse:

“Sam..io avrò sempre bisogno di te, e non mi dimenticherò mai di te.”
Sam sorrise.
“È una promessa?”
“È una promessa!”

Sam allungò una mano e Dean gliela strinse.
“Dean..” disse Sam con le mani ancora giunte.
“Sì, Sam?”
“Qualunque cosa accadrà, questo sarà sempre uno di quei momenti, che non mi scorderò mai.”
“Neanch’io.” Disse l’altro e sciolse la stretta per abbracciare l’amico.


*
I due amici avevano lasciato da tempo la casetta e scalavano senza sosta la scogliera, si riposarono per un po', fino a quando Sam non vide in un breve ruscello, dei pesciolini molto strani.
Erano bianchi.
Qualcosa dentro di lui tremolò.
Una consapevolezza, quasi un sospetto.
Ne prese uno tra le mani e poi lo lasciò andare, tremando.
“Sam! Che stai facendo? Riprendiamo la nostra camminata? Sento che ci siamo quasi!”
“Loro, sento che sono vicini. Stanno per raggiungerci.” La voce di Sam tremò.
Dean gli fu vicino in un lampo, le mani sulle spalle.

“Non ci prenderanno mai. Le guardie o qualunque cosa siano quegli esseri che hanno cercato di fermarci, non ci riporteranno indietro. Loro vogliono impedirci di fuggire, perché questa è l'aldilà, ma mio giovane amico, insieme ce la faremo a scappare. Ci manca ancora poco, ho bisogno che tu sia al mio fianco.”

“S-sì.” Rispose Sam, tremando.


*

In lontananza, mentre dormivano davanti a un fuoco bianco, Sam aveva visto delle figure avvicinarsi. Le guardava con preoccupazione. “Sam…come va la guardia? Stanno arrivando?”
“No. Dormi, amico.” Disse Sam, accarezzandogli i capelli.
Il suo cuore sprofondò un po' di più.

*
“Sam!! Guarda! Siamo arrivati. È laFINE!!” fu l’urlo di Dean, una volta che arrivarono sull’orlo di un precipizio. “Deans..io non credo che…”
“Finalmente! Dobbiamo solo SALTARE!” disse lui.
Ma appena si avvicinò, un enorme precipizio nero, come una voragine di vuoto, sembrò atterrirlo e confonderlo.

“No! Non è possibile.. Io avevo visto un ponte..segnato da un arcobaleno..le fate che volavano intorno.. un enorme portale..” disse smarrito Dean.
“Era solo un’illusione, Dean..” disse Sam affranto.
“No!! Non è possibile. È questa l’illusione Vogliono ingannarci, confonderci, impedirci di raggiungere l’uscita!!
“Dean…” disse affranto Sam.

“Dobbiamo andare! Dobbiamo saltare, Sam! Ascoltami! è come l’Universo oltre i quasar, un posto dove andare per scoprire cosa c’è!!”

Ma Sam, zittì le sue proteste con un lieve bacio sulle labbra, mentre delle lacrime rigavano il suo volto.
“Non esiste nessuna uscita.” Disse Sam.

“Cosa’? No! Ti stai arrendendo, non devi!! Noi dobbiamo farlo! Dobbiamo andarcene, dobbiamo uscire da questo incubo!!” disse scrollandolo.

In quel momento, guardie armate e fantocci arancioni, arrivarono a interrompere il dibattito tra i due.

“Non esiste via d’uscita dalla VITA, Dean. Nemmeno la morte può arrestarla.” Disse una voce.
I due ragazzi si voltarono.
“Così è stato e sempre sarà.” Disse la guardia.
Dean guardò confuso, la guardia.

“VITA? Credevo stessimo scappando dalla morte.”

Le guardie scoppiarono a ridere, come se il tipo avesse detto una cosa molto divertente.

“Guarda il precipizio, figlio di Un Dio, dimmi cosa vedi.” Disse la guardia, alzandolo a molti metri da terra.
“Ouffff….Cough…Lasciami!”

“Vi prego, non fategli del male!” le urla di Sam erano per Dean più dolorose del quasi soffocamento.

“Dimmi cosa vedi!”
Con grande fatica, Dean guardò il precipizio.
“U-una grande voragine. Nera ed eterna. Come la morte. Come l’Universo.”
“Guarda – meglio.”

Dean si sentiva svenire. Chiuse gli occhi e li riaprì, cercò di concentrarsi.

“A-acqua..” una piccola distesa d’acqua arrivava, dapprima piccola, poi si allargava sempre di più come l’acqua di un pozzo.
La guardia sorrise.

A volte cammino nell’oscurità come un cieco. Faccio un passo davanti all’altro, nella speranza di non cadere in un abisso.

L’oscurità, dove tutte le cose vengono generate, in un ventre femminile o sotto la feconda Terra, quando sono ancora troppo deboli per sopportare la luce del sole.

Non è forse anche la speranza un seme? Cosa sappiamo di quello che ci aspetta nel buio? Finchè la luce non lo svela, è potenzialmente ogni cosa.

La speranza della vita…o il terrore…della Morte…” recitò la guardia.

Dean si voltò verso il ragazzo a pochi passi da lui.

“Sam…”
“Dean…”
La guardia continuò, facendo barcollare il ragazzo a penzoloni nell’abisso.

“Vi prego, risparmiate lui. Almeno lui.”
“Nulla..è ciò che sappiamo del buio. Cosa ci attende tra le sue pagine?

L’orribile terrore della Morte…o la terribile speranza della vita??”

E su quell’ultima frase, Dean sgranò gli occhi, nell’esatto istante in cui la guardia lo fece cadere nell’abisso.

Sam stava guardando il punto in cui Dean era caduto. Era in ginocchio e aveva lo sguardo vitreo, come se fosse morto.
Una mano arrivò ad accarezzargli i capelli.

“Non ti preoccupare, rivedrai il tuo amichetto molto presto. Tra Tra quattro anni."” A quelle parole, Sam aprì la bocca e i suoi occhi s’ingrandirono di stupore. Tremò.
“D-davvero?”
Le altre guardie annuirono.

“Sei stato molto bravo, Sam. Quando vi incontrerete di nuovo, nella vostra nuova vita, Dean sarà fortunato a poter affidarsi ad un amico tanto intelligente… un amico come te.”

“Intelligente..” ripeté Sam inebetito.

“Intelligente, ma certo. “ rispose un’altra guardia. “Non è da tutte le anime, capire prima del tempo, prima della fine del gioco, che questo non è l’aldilà, ma il mondo delle anime non ancora nate, che aspettano di nascere.”

“Avete giocato con noi! Non abbiamo mai avuto nessuna possibilità di scappare da qui… ma ce lo avete fatto credere..”
“Lo facciamo con tutte le anime. Aiuta a prepararle per la Vita, un mondo dove tutti giocheranno con la vostra di vita.”

“Verrai con noi, adesso? Potremmo costringerti, ma per noi è lo stesso. Se cercherai comunque di raggiungerlo, non tornerai comunque alla vita e la voragine ti farà soffrire enormemente per averci provato.”
Sam abbassò lo sguardo.

“Preferisco restare solo…Non cercherò di farmi del male.. Il dolore più grande lo sto già provando adesso”

“Sei sicuro? Quattro anni sono tanto, tanto tempo, anche per un’anima, da aspettare.”

“Sì, sono sicuro.” Disse Sam.
Quando le guardie se ne andarono lasciandolo solo, Sam diceva al vuoto "Un amico come te.." con lo sguardo vitreo.






















Note dell'autrice: Confermo che Sam e Dean, erano nel mondo delle anime ancora non nate. Le guardie si divertono quando qualcuno prova a scappare, pensando che è l'aldilà. Se non si fosse capito, Hercules e Iolao si chiamano così, ma non sono ancora nati, semplicemente hanno come dei flash del futuro e sanno che si chiameranno così :))

voglio anche specificare che mi rendo conto che è sembrato un capitolo frettoloso, non ho spiegato qual era la creaturina che hanno trovato (ma credo lo immaginate ) ne come ha fatto capire Iolao/Sam a capire tutto, ma lo spiegherò con dei missing moment più avanti, non posso rallentare la storia più di quanto sto già facendo, altrimenti non mi sbrigo più.

Vi dico anche che per comodità, nel testo li chiamerò sempre Sam e Dean anche se in realtà in questa storia si chiamano Hercules e Iolao, è una cosa per agevolare il lettore e perchè se no farei davvero prima a mettere questa storia nel fandom di Hercules, non avrebbe senso tenerla in Spn xd
   
 
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