Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |      
Autore: Cecile Balandier    05/01/2019    5 recensioni
Ho immaginato un momento romantico, intimo e indifeso tra la regina Maria Antonietta di Francia e il Conte Hans Axel von Fersen.
"Gocce di acqua piovana... forse i prati lo sanno meglio di me. È un odore buono, familiare, vero.
Ne ho bisogno, ora davvero... come della solitudine, del disordine, dei fiori, della campagna che ride... ride sempre."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rivoluzione francese/Terrore
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Je suis moi 



~ Petit Trianon ~


Gocce di acqua piovana... forse i prati lo sanno meglio di me. È un odore buono, familiare, vero.
Ne ho bisogno, ora davvero... come della solitudine, del disordine, dei fiori, della campagna che ride... ride sempre.
Ho intrecciato nastri rosa e azzurri a un'altalena appesa ad un albero. Ci porto i bambini, nei pomeriggi, in cerca d'ombra, ridono quando ci salgono sopra, ridono quando stanno con me... e a me piace giocare, sentire le loro risate fermarsi tra le fronde odorose degli alberi e ridiscendere ancora più preziose, posarsi nella mente e riecheggiare fino a legarsi ai pensieri e diventare ricordi colorati del passato. 
In quei momenti chiudo gli occhi, mi lascio baciare dal sole e permetto alla pelle di colorarsi di pesca.
Mi piace, così... 
Il vento fa sbattere la portafinestra color avorio della mia stanza, mi volto a guardare le gocce di pioggia che iniziano ad entrare vispe, picchiettando indiscrete il parquet. 
Il cielo è grigio oggi, un temporale estivo è arrivato all'improvviso, rinfrescante, e copre di grigio l'orizzonte, rendendo brune le ombre dei giardini all'inglese. 
Grigio... confuso con l'azzurro più intenso e il viola, come gli occhi di chi amo e che mi stanno fissando, brillanti, proprio in questo istante. 
- A cosa pensi? -
Parli e non t'importa del temporale, tu ami le nuvole, come me. Scuotono il torpore, dici sempre.. 
- Che qui sono felice... che qui non sono più la regina, sono soltanto me stessa... -
Inspiro, solo tu intendi cosa vibra serio nel mio animo... 
- Non fai più quell'incubo? -
Una voce profonda e dolce accompagna le tue parole, e una carezza sul braccio, lieve come un fiore sulla seta.
Scuoto la testa per risponderti subito, senza esitare, e mangio appena le mie labbra, piccole e deliziose, come le chiami tu. 
- Quell'incubo? Oh, no... soltanto per un attimo ho lasciato spazio al dolore e il tormento che quell'immagine mi provoca... -
Quella dei profili d'oro zecchino del mobilio delle stanze di Versailles... che in sogno, a volte, diventano larghi e lucidi sorrisi beffardi. Li vedo prendere forma fino a vederne le gole e li sento canzonare e dileggiare, mentre ci amiamo davanti a loro.
"Sai che ti penso sempre... sempre... quando ho paura... -
Lo dico mentre socchiudo lo sguardo e perdo la rigidità delle membra. Lo soffio soltanto, sulla tua schiena, mentre mi abbracci e tutto ritorna ad essere perfetto... tutto ritorna ad essere come vorrei.
Chiudo gli occhi, non vedo nemmeno più quelle bocche, non sento più nulla, tranne il calore dell'uomo che amo, il più virile... il più leale...
Pelle rosea bollente sul mio collo, sulle labbra, un bacio sereno, o forse no.... un preludio a qualcosa di veramente prezioso. 
Siamo a letto, abbracciati, silenziosi... poi gli occhi di temporale mi cercano di nuovo, diventa esigente il loro sguardo, diventa profondo come ciò che stai per dire.
- C'è una cosa che devo dirti... -
Mi sorridi e io ti sfioro piano il collo, lungo e flessuoso. Oggi siamo soli, ho mandato via tutti... oggi siamo liberi, possiamo fingere ancora di essere due sposi, senza colpe, senza peccato, senza una gogna ad attendere il nostro passaggio.
- Cosa? Sai che sono curiosa... -
Prendo una ciocca bionda tra le mani e ti solletico il petto. Ridi, afferri i miei polsi e li porti sul cuscino, tra i nastri che hai sciolto insieme alle mie trecce. Sprofondi con le labbra tra la mia spalla e l'orecchio, poi scendi sul petto, ti fai pungere una guancia dal mio seno. Il piacere scava profondo, come l'odore di pioggia diventa vero, diventa mio e tuo.
- Il mio bocciolo di rosa... -
Inspiri la mia essenza, sono davvero un fiore per te.
Gemo e mi aggrappo alle tue spalle rotonde... scivoli piano adesso, scivoli tra l'acqua piovana e il vento irruente al passaggio tra le mie gambe.
- Cosa... cosa devi dire? -
Te lo chiedo donandoti ancora tutta me stessa... io sono me stessa... sono libera, nella forza di questo sogno protetto.
Le labbra bagnate sulla mia fronte e sul viso, hai l'alito caldo quando ti freni e mi guardi.
- Se non posso appartenere a te, non sposerò mai nessun'altra donna... mai. -
Una promessa solenne, che scioglie il mio cuore e lo plasma a suo volere.
Rido, adesso... rido di gioia... forse è egoismo, ma le lacrime mi faranno perdonare. 
Sono felice... 
Sono solo una donna... a cui hai sfilato tra i baci un candido vestito di mussola bianca. A cui hai permesso di essere se stessa. 
Finché morte non ci separi ti vorrei rispondere mentre torni ad amarmi, a riempire di te i miei ricordi... 
I più importanti.. 
Li cercherò, insieme a quelle risate, quando diventeranno parte del passato che ho solo sognato.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Cecile Balandier