Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Evali    09/01/2019    0 recensioni
SPIN OFF "The dragon, son of ice".
Tutto ciò che ci rende ciò che siamo è la convinzione ... e quando tutti ci fanno credere che siamo in un modo e ci trattano da tali ... sta a noi riconoscerci, ritrovare la nostra identità e smentirli. Perché noi non siamo né folli draghi, né diffidenti lupi, né delicate rose ... noi siamo noi, siamo chi decidiamo di essere, cosa scegliamo di costruire e nient'altro importa. Non ascoltare le voci ... guarda solo i miei occhi e torna con me. Torniamo a casa."
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Margaery Tyrell, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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La fine del male originario
 
L’immagine di fronte a sé era totalmente sfocata, tanto da non riuscire a distinguerne i contorni.
La donna cercò di aprire di più le palpebre affaticate ma non vi riuscì.
Tuttavia, nonostante i suoi occhi si stessero spegnendo eternamente, insieme al suo corpo, fu in grado di scorgere una figura stagliata sulla sua visuale, intenta ad avvicinarsi lentamente a lei.  Riconobbe subito quei lunghi capelli troppo chiari per essere definiti biondi.
- Hay … - sussurrò non riuscendo a terminare di pronunciare quel nome, le corde vocali ormai definitivamente andate. – Sei … vivo … - aggiunse in un sibilo poco più che impercettibile.
A ciò, vide il ragazzo, oramai con il viso ad un soffio dal suo, annuire calmo.
Lui le posò una mano delicata sulla guancia fredda, accarezzandola.
- Sei … vivo … - ripeté la donna non riuscendo a non provare un moto di felicità provenirle da dentro nell’averlo potuto rivedere vivo ancora una volta, dinnanzi a lei, nonostante le circostanze.
Il ragazzo le fece segno di non parlare e le accennò un lieve sorriso, mentre la sua mano a contatto con la guancia della donna si bagnava di sangue, quasi dello stesso colore delle folte ciocche che le cadevano in avanti, nascondendo la sua pelle innaturalmente pallida.
- Ho desiderato così tante volte – disse il principe non completando la frase, lasciando la morente in attesa del continuo, prima che la morte la trascinasse definitivamente con sé.
- Ho desiderato così tante volte vederti morire, nel peggiore dei modi, con tutto me stesso, tanto ardentemente, da essere disposto a vendermi l’anima in cambio.
Il tono di voce del giovane era spaventosamente calmo mentre continuava a guardarla ad un millimetro dal suo volto, con la mano sempre più zuppa di sangue colato dalla ferita della donna.
- Ma ora … ora, ciò mi resta totalmente indifferente.
Concluse baciandole la fronte mentre ella emetteva il suo ultimo respiro.
 
- QUATTRO ORE PRIMA -
 
- Dunque, siamo totalmente certi che il re non torni prima del previsto? – chiese Pod camminando a fianco alla futura regina nella sala del trono.
- Conosco David, è partito questa mattina e di certo non tornerà prima di domani: quando si tratta dei Fantasmi esce di sé e non vuole sentire ragioni. Questa storia di GreyShade lo sta divorando dall’interno. Si è messo in testa che vuole trovarlo in prima persona per avere l’ebbrezza di vederlo catturato davanti ai suoi occhi, e non cesserà questa opera di ricerca estenuante fin quando non lo avrà trovato. Ha iniziato oggi ad unirsi ai gruppi di ricerca, dagli tempo una settimana massimo, e si renderà conto che non può andare avanti così, facendo stancare le sue truppe a questi ritmi e per nulla – rispose Bridgette.
- Siamo fortunati ad avere tutta la struttura a nostra disposizione. Kylan ha fatto un ottimo lavoro incaricando di rimanere a sorveglianza della Fortezza Rossa appositamente i soldati del Nord sotto le mentite spoglie degli uomini più prodigiosi a suo servizio. Ciò non ha destato alcun sospetto in Sua Maestà, lasciandoci completamente campo libero di agire come vogliamo per mettere a frutto il nostro piano. Abbiamo atteso un’occasione del genere per settimane, e finalmente si è presentata – disse Pod fiducioso.
- Calma, Payne. La Fortezza è quasi a nostra completa disposizione, considerando che Hayden sta dormendo nelle sue stanze e Hoxana è nel suo studio. Inoltre, hai ragione, è quasi trascorso un mese da quando stiamo organizzando il piano e attendendo l’occasione giusta: spero che Eveline Targaryen non sia già sulla strada per Approdo.
- Non pensiamo a questo ora, milady, poiché, se tutto andrà per il meglio oggi, riusciremo a trovare il modo di avvertirla in tempo anche se dovesse aver quasi raggiunto la capitale.
Peccato che Kylan non sia qui con noi per darci man forte oggi, avrebbe potuto darci un aiuto prezioso.
- È il Primo cavaliere, è condannato a rimanere sempre vicino a David – gli rispose la Greyjoy, venendo interrotta da una terza voce.
- Il Crakehall lo tiene incollato a sé come una calamita, non lo molla un secondo, che i numi aiutino il mio povero ragazzo! – si elevò la voce di Xavier, il quale uscì in quel momento dalle sue stanze, raggiungendo i due.
- Gran Maestro, sei con noi oggi? – gli chiese Pod.
- Sì, per mia disgrazia. Ma non credo che potrò esservi molto d’aiuto.
- Dov’è Sam? – chiese Bridgette guardandosi intorno.
- Oggi non sarà dei nostri: dato che i suoi doveri da membro del consiglio non lo obbligano qui e che il suo contributo nel piano non è fondamentale, ha deciso di rimanere a Fondo delle Pulci, per passare del tempo prezioso con sua figlia e con Christine – spiegò Pod.
- Ed ecco la cospirazione delle meraviglie quasi al completo!! – esclamò Bronn a gran voce, annunciando la sua entrata nella Sala del Trono al fianco di alcuni tra soldati del Nord sotto mentite spoglie, facendo già pentire Xavier di aver messo piede fuori dal letto quella mattina.
- Chi manca?? Solo il gagliardo fusto biondo, il neo padre di famiglia con l’identità confusa, e i tre profeti spettri dell’al di là?? – chiese scorgendo ad uno ad uno i presenti, per poi guardarsi intorno, prima di urlare letteralmente. – Mi sentite, tronfi bastardi lassù?!?! Non sono ancora morto per vostra sfortuna, ed ora vi parlo urlando come un animale niente meno che dalla Fortezza Rossa!!! Baciatemi il culo dall’alto dei cieli, carogne!!! – urlò a gran voce, facendo risuonare l’eco potente per tutta la sala, rivolgendosi non poco velatamente a qualche divinità, sotto gli sguardi allibiti di tutti.
- Oh cielo misericordioso … Per tutte le dannate Arpie che popolano gli Inferi nei quali spero di finire piuttosto che udirti ancora una volta urlare come un rapace scuoiato, vedi di cucirti quella maledetta fogna, prima che ti infili un ago in culo! – esclamò il vecchio Maestro togliendosi una scarpa e lanciandola con tutta la violenza possibile dritta in faccia al mercenario.
- Bronn, ma sei ubriaco? – gli chiese sinceramente curiosa Bridgette, oltre che perplessa. – Hayden è quattro piano di sopra, mentre Hoxana è ad un piano sotterraneo. Datti un contegno.
- Onestamente, io, durante il sonno, non sento neanche il sussurro di una donna sdraiata nel mio stesso letto, poi, se il ragazzo ha i sensi amplificati è un'altra storia. E poi, Hoxana è troppo immersa nel suo universo parallelo di Mater, esperimenti e cavie umane, per prestare la minima attenzione a me. Ad ogni modo, mi tratterrò, non temete. Dovevo farlo come liberazione, per provare l’ebbrezza del dominio della Fortezza Rossa. Chissà come si sono sentiti Walter, Oberyn e Varys nel vivere per mesi e mesi rinchiusi in questo posto vuoto, completamente soli.
- Ti ricordo che la riuscita di questo piano determinerà anche la nostra sopravvivenza, Bronn. Cerchiamo di rimanere concentrati, per cortesia – gli impose Pod.
- Sono a vostra completa disposizione, mente, corpo ed anima – lo rassicurò mantenendo il suo tono di lieve sarcasmo. – Ho la sensazione che andrà tutto per il meglio, miei prodi compagni.
- Lady Bridgette, il migliore arciere tra noi è pronto per mettere in atto il vostro piano di debilitazione del drago – disse improvvisamente uno dei soldati vicino a Bronn.
- Esattamente, tu avevi il compito di occuparti della parte che comprendeva la debilitazione di Haylor. Che cosa hai architettato? – chiese Pod, rivolgendosi anch’esso alla Greyjoy.
- Bene, fategli attendere il mio segnale – rispose ella al soldato, per poi tornare a guardare Pod. – Ho escogitato un modo per mandare Haylor in confusione, in modo che uno dei soldati si metta in posizione a distanza nel momento in cui il drago sarà fortemente disorientato e spaesato, per poi colpirlo con la freccia inzuppata nel liquido concentrato estratto dall’alito di estraneo.
- Mia signora, siete sicura di volervi avvicinare tanto al drago per occuparvi della parte più pericolosa? Può farlo uno dei nostri. Siamo soldati esperti – le disse l’uomo cortesemente.
- So quello che faccio, ser. Solo io so come debilitarlo. Ho i miei metodi. Inoltre, serve che Haylor sia calmo e privo di sospetti quando sarà debilitato. Devo potermi avvicinare parecchio alla bestia senza che questa sospetti che io sia un pericolo per Hayden. Ora si trova davanti alle stanze di Hayden, per sorvegliarle, come al solito. Lui mi ha vista altre volte, sa che non ho mai avuto intenzione di nuocere ad Hayden, e questo è già un punto a mio vantaggio. Se riuscirò a farlo restare sereno, potrò avvicinarmi abbastanza e agire.
- Perché non volete che il nostro  arciere lo colpisca fin da subito in una posizione strategicamente nascosta, senza che voi lo disabilitiate prima?
- Perché i sensi di un drago sono molto più sviluppati, specialmente di un drago simile. Non sappiamo quali siano le sue reali caratteristiche e capacità, essendo un totale prodotto artificiale. Se percepisse di essere puntato o preso di mira anche a distanza, il piano sfumerebbe. L’arciere deve posizionarsi solamente dopo che io avrò agito. Intesi?
Il soldato annuì.
- Buona fortuna, Bridgette Greyjoy. Noi tutti ti seguiremo a distanza – esordì Askarx facendo la sua comparsa insieme agli altri Superni nella Sala del trono.
Ella rivolse loro un sorriso incoraggiante, per poi assumere un’aria tranquilla e disinteressata, fingendo egregiamente come era stata abituata a fare da sempre, cominciando a salire le quattro rampe di scale che la separavano da Haylor.
Il coraggio non mancava di certo alla primogenita di Euron Greyjoy, i presenti lo sapevano bene. Ella stava andando a rischiare la vita camminando tranquilla e spavalda come una divinità guerriera, mentre il suo smisurato fascino non faceva altro che aumentare.
Non appena raggiunse il piano nel quale si trovava il drago, avvistandolo sull’attenti dinnanzi alla porta della stanza di Hayden, camminò elegantemente verso la stanza riservata alla scrittura e alla lettura delle epistole, lasciando abilmente la porta aperta, in modo che Haylor potesse udire ogni rumore che emetteva, così da poter controllare le sue azioni.
Si mise seduta comodamente, scrisse qualcosa su una pergamena, la arrotolò con tutta la calma del mondo, poi si rialzò e uscì dalla stanza con la pergamena con sé.
La donna si avvicinò quietamente alla stanza di Hayden, dunque anche ad Haylor che continuava a guardarla apparentemente pacato.
- Hayden, tesoro …? Sono io, ho scritto la lettera che mi avevi chiesto. Vuoi leggerla per controllare che vada bene prima che richiami il corvo per inviarla? – chiese bussando piano alla porta, mantenendo un tono basso.
Ma nel momento in cui la Greyjoy avvicinò la mano alla maniglia, manifestando l’intenzione di aprire la porta nonostante l’assenza di risposta del principe, Haylor abbassò lentamente il muso verso di lei, avvicinandosi per osservarla meglio o per farle capire di andarsene.
A quel punto, agì.
La donna stappò con un rapido e unico gesto la boccettina che teneva nascosta nella tasca interna dell’abito, e la lanciò direttamente nelle iridi d’ebano e d’ametista della creatura, la quale, accecata, cominciò ad emettere versi spaventosi e ad agitarsi come un’ossessa.
Quello era il segnale.
Bridgette sapeva che, nonostante avesse accecato, e quindi gravemente disorientato Haylor, il drago non si sarebbe fermato a ciò, provando comunque ad attaccarla tramite l’uso dell’olfatto per individuarla.
Difatti, la Greyjoy, dopo aver lanciato il liquido, non esitò un solo istante a fiondarsi letteralmente per le scalinate, con il drago alle calcagna, il quale, cieco, infuriato e con la sua imponente massa, precipitò per la rampa facendola crollare completamente per i sottostanti due piani, e la giovane donna con lui.
Haylor si schiantò su uno degli enormi saloni vuoti predisposti per ricevere gli ospiti, e Bridgette poco lontana da lui, fortunatamente viva e vegeta anche se un po’ ammaccata: tramite accorgimenti astuti, ad esempio aggrappandosi alle ringhiere prima che franassero, facendosi scudo da sola e cadendo nei punti giusti, era riuscita ad evitare sia di rimanere incastrata sotto le macerie delle scalinate, sia di piombare a peso morto da due piani di altezza, scampando alla morte.
Cercando di rialzarsi in piedi nonostante le sbucciature ai polsi, alle ginocchia e in altre zone in cui il sui abito si era lacerato, la Greyjoy si voltò verso Haylor, il quale, ancora accecato e delirante nelle sue urla, si era già rialzato in piedi, cercando di individuarla, senza molto successo.
Fu in quel momento che la freccia dalla punta intersa di alito di estraneo concentrato scoccò dall’arco dell’arciere posizionato a distanza, colpendo le squame color titanio della bestia, ma senza riuscire a penetrarle.
In quell’istante, Bridgette e tutti gli altri realizzarono di aver fatto male i calcoli: se l’alito di estraneo era riuscito a perforare le squame di Drogon, ciò non voleva dire che sarebbe accaduto lo stesso con quelle di Haylor. Perché Haylor non era una creatura normale.
A ciò, i soldati e gli altri cospiratori, si mossero per accorrere in aiuto di Bridgette rimasta sola con Haylor, senza un piano preciso, ma prima che mettessero piede nella sala, la furbizia della giovane donna aveva già fatto il suo corso: la Greyjoy individuò una ferita sulla pancia del drago, provocata da un pezzo di legno di una ringhiera conficcato nelle carni, già squarciate e traboccanti di sangue purpureo che si faceva strada tra il bianco bellissimo e opaco delle squame, creando un contrasto unico, solitamente visibile solo nei più maestosi dipinti.
A quel punto, senza esitare un solo secondo, mentre il drago continuava a delirare senza vista, sputando fiamme di tanto in tanto, che andavano dissolvendosi nell’aria, la futura regina raccolse la freccia caduta a terra e corse verso il ventre della creatura, semi schiacciato contro il pavimento.
- Rischierà di rimanere schiacciata!! – esclamò Bronn nervoso, facendo per correre verso di lei, ma venendo fermato da un gesto della mano di Askarx, il quale, non avendo staccato gli occhi nemmeno per un secondo dall’intrepida tempesta dai capelli di sabbia, continuò a guardarla completamente fiducioso. – Ce la può fare – disse risoluto.
Ella corse facendosi scivolare sotto la pancia del drago e infilzò la freccia nella ferita aperta con tutta la forza che possedeva, conficcandola interamente dentro il corpo dell’animale, nonostante non fosse necessario. La spinse tutta dentro stringendo i denti con un’aggressività senza eguali.
Dopo qualche secondo, Haylor cadde lateralmente apparentemente senza vita.
Ora, quella visuale aveva davvero assunto i caratteri di un quadro dipinto da mani divine: la luce del sole entrava placida dalla finestra laterale, illuminando tutta l’imponente sala, ma, soprattutto, puntava sul grande corpo della creatura morente dall’eleganza senza pari anche in quello stato, distesa a terra, con le ali spiegate, e il sangue che contaminava il bianco accecante della sua pelle, mentre la giovane donna era ancora sdraiata di schiena, accanto al drago, con il corpo da ninfa e l’abito lungo di un cobalto scuro strappato in diversi punti, la folta e voluminosa chioma sparsa a terra che assumeva la forma delle onde di un mare mosso.
Xavier, i Superni, Bronn, Pod e i soldati corsero da lei per accertare le sue condizioni e quelle del drago.
Bridgette, dal canto suo, si alzò in posizione seduta, voltando lo sguardo verso Haylor, allungando una mano per toccarlo. Non erano dure come la roccia come le aveva immaginate quelle squame, bensì lisce e gradevoli al tatto. – È bellissimo … - sussurrò continuando a guardarlo e ad accarezzarlo.
- Cos’era quell’intruglio che hai usato per accecarlo? – le chiese improvvisamente Pod porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
A ciò, ella la afferrò e si rimise in piedi, rispondendogli mentre continuava a guardare la creatura. – Un veleno molto potente.
- Come lo hai reperito?
- L’ho usato in passato per uccidere dei bambini – rispose lei voltandosi a guardarlo.
Dopo qualche attimo di silenzio, Pod parlò ancora. – Sei molto abile. Sono rimasto sorpreso.
- Da piccola io facevo parte dei tanti uccellini che solitamente aiutano voi Maestri dei Sussurri per i vostri comodi – altra risposta decisa che spiazzò Pod.
- Quando si uccidono dei bambini bisogna avere molta pazienza – continuò accarezzando ancora il drago. – Sembra più facile togliere la vita a delle creature tanto giovani, ma, in realtà, è più complesso. Loro hanno un’energia dentro che supera milioni di volte la nostra: non si arrendono subito, lottano, il loro corpo e la loro mente lottano fino alla fine. Si muovono continuamente, strillano e piangono sino a che non spirano, per ricordarti che non hai mai fatto cosa più difficile al mondo, di ucciderli. Se non hai la giusta pazienza, forzando la mano, accompagnandoli nella morte istante per istante, con decisione, fino all’ultimo secondo,  loro sopravvivono, e vincono.
Pod giurò di non aver mai visto in vita sua sguardo più doloroso di quello che ora avvolgeva il viso della Greyjoy, facendogli anche comprendere come mai avesse insistito tanto e fino all’ultimo con Haylor, fermandosi solamente quando lo aveva visto disteso e immobile. Sicuramente tutta quella assurda situazione le aveva fatto riaffiorare alla sua memoria quei ricordi che aveva tanto provato a seppellire.
- Ma il passato è passato – intervenne nel discorso Askarx, posando una mano rassicurante sulla spalla di Bridgette.
- Dovremo giustificare tutto questo trambusto al re quando ritornerà - osservò uno dei soldati guardando le due scalinate completamente crollate e distrutte.
- Dovremo anche  giustificare questo – aggiunse Bronn alzando un braccio della futura regina, solo uno degli arti colmi di contusioni.
- A quello ci penso io – intervenne Xavier.
- Tutto ciò non è importante ora – richiamò l’attenzione la Greyjoy. – La prima parte del piano è riuscita, d’accordo, ma manca ancora quella più ardua. Presto, andate! Hoxana avrà sentito il tumulto e a breve sarà qui! – si impose la donna, vedendoli eseguire le sue indicazioni, rimanendo sola in mezzo alla sala, mentre i Superni si presero solo qualche secondo per guardarla concordi sul loro intervento, prima di seguire gli altri.
Dopo alcuni minuti che parvero eterni, si udì il tonfo di una porta sigillata aprirsi.
Hoxana percorse tre rampe di scale di corsa, fino a quando non giunse nella sala in cui si trovavano Bridgette ed Haylor, ed impietrì accanto alla porta.
Davanti ai suoi occhi apparve Bridgette semi sdraiata a terra, con i vestiti strappati, ferita e in lacrime, mentre, esattamente accanto a lei, svettava imponente e in mezzo alla sala, il corpo immobile di una delle sue due migliori creazioni. Accanto a lui una pozza di sangue e le due rampe di scale dei piani superiori crollate.
La qarthiana impiegò un bel po’ per ritrovare la facoltà di muovere i muscoli e, senza aver ancora razionalizzato l’immagine dinnanzi a sé, per cominciare a camminare verso i due. – Che diavolo è successo qui?!? – chiese con gli occhi fissi sul drago.
- Te lo stai chiedendo davvero, dannata iena?! – le urlò contro Bridgette in lacrime, cercando di rialzarsi in piedi.
Hoxana la guardò sconvolta. – Che cosa è successo, Greyjoy? Rispondimi!!! Perché il mio drago è a terra???
- È morto, dannato demonio!! – le rispose alzandosi finalmente in piedi.
- Che diamine stai blaterando?? Lui non può morire – disse Hoxana sorridendo fiduciosa, quasi impietosita dallo stato in cui versava la futura regina, avvicinandosi ad Haylor e appoggiando una mano sotto al muso accasciato, per sentire il suo battito.
Un urlo atroce e inumano invase l’intera sala, rimbombando fino all’esterno, non appena la donna si accorse che la creatura non mostrasse più alcun singolo segno di vita.
- Lui non può morire … lui non può morire!!! – strillò ancora, indietreggiando. – L’unico modo per ucciderlo … è uccidere anche Hayden. Ed Hayden non può morire. L’ho creato immortale appositamente perché niente e nessuno potesse portarmelo via … - disse a scatti, con gli occhi sgranati e stralunati, le iridi chiarissime fisse e vuote, la voce rotta e irriconoscibile.
L’avevano finalmente punta sul vivo.
- Se è davvero così, puoi star sicura che li hai perduti entrambi davvero, maledetta … - disse Bridgette tra un singhiozzo e l’altro, il viso ancora più addolorato e la voce che non voleva uscirle dalla gola, ad indicazione che ciò che stava per dire, la stava facendo soffrire smisuratamente.
Hoxana restò in attesa che parlasse.
- Ero nella stanza dedicata agli scambi epistolari, vicino alla camera di Hayden e … ad un tratto, ho udito un rumore provenire dalla sua stanza … - la voce sempre più spezzata dalle lacrime. – Sono corsa a controllare e … ho trovato i tre ratti tuoi consanguinei radunati intorno al letto di Hayden … l’hanno ucciso nel sonno.
- No …
- … Mi sono fiondata su di lui, e il suo corpo era freddo e duro come il marmo, gli occhi aperti e vitrei … - disse scoppiando di nuovo in lacrime e coprendosi il viso.
- No … nessun essere umano sarebbe mai in grado di ucciderlo … l’ho creato immune. L’ho creato immortale.
- Oh, ma non erano umani … non erano davvero loro … mi hanno guardata e uno di loro ha parlato. Ha detto di essere la fonte di ogni dolore presente a questo mondo. Ha detto di aver preso le sembianze dei Superni insieme alle sue due sorelle. Ha detto che tu le conosci. Le conosci bene. Ha detto che hanno deciso di togliertelo e che, il vostro patto, è sciolto …
La qarthiana gelò completamente.
- Tu hai ucciso quel povero ragazzo … ! Qualsiasi cosa tu abbia fatto a quelle creature ultraterrene, si è rivoltato contro di te, serpe!! Hayden non meritava tutto questo!!
- Devo vederlo – disse in un soffio Hoxana dirigendosi verso le scalinate crollate, che le ostacolavano il cammino.
- Davanti a te c’è Haylor morto, Hoxana!! Se quello che hai detto poco fa è vero, dovrebbe più che bastarti come certezza! Il drago è crollato morto poco dopo che quei mostri hanno ucciso Hayden! Appena sono uscita dalla stanza e mi sono avvicinata, è piombato giù dalle scalinate, distruggendole completamente e trascinando me con lui nella caduta! Ora sei soddisfatta?? Sei soddisfatta di ciò che hai fatto??? – le urlò contro.
- Sta’ zitta!!! – rispose la qarthiana spingendola selvaggiamente a terra e afferrandosi le ciocche rosse con le dita, stringendole e tirandole, mentre respirava ansante.
L’avevano disarmata. Ora, era il momento di attaccarla definitivamente.
Trascorse qualche minuto in cui lo stato di delirio di Hoxana sembrava solamente aumentare.
- Che cosa hanno detto …? – chiese a bassissima voce. – Che cos’altro ti hanno detto, riguardo al patto …?
- Che riguardava un progetto futuro, un’epoca chiamata “Età del Ferro”.
Un altro colpo al cuore colpì Hoxana in pieno, la quale indietreggiò ancora, volgendo gli occhi spaventosi, spalancati e fissi sulla Greyjoy.
- È colpa tua!! – urlò Bridgette rialzandosi in piedi e avvicinandosi ad ella come una predatrice affamata.
La qarthiana si abbassò a terra, con la testa tra le mani e lo sguardo perso.
- Alzati, “sorella” – il tono di scherno e arido come una roccia nel deserto, era ben riconoscibile e capace di far accapponare la pelle alla rossa, nonostante la voce fosse ben diversa, maschile, ed appartenente ad un ometto che conosceva bene.
Askarx, Mhunaer e Niraij fecero il loro ingresso nella sala, camminando decisi come le tre dee che Hoxana credeva avessero preso possesso di quei corpi.
- Perché vi mostrate a me così …? Che torto ti ho causato, sorella??? Perché mi hai portato via ciò che era divenuto lo scopo e il fondamento della mia vita??? Che ne è del nostro patto, Mater Tenebrarum?!? – alzò la voce contro i tre. – Non puoi essere davvero tu! – esclamò contro Askarx.
A ciò, per darle ulteriore conferma, i volti dei tre cominciarono a cambiare consistenza e sembianze continuamente, come in uno spettacolo stregonesco e conturbante, disabilitando sia Hoxana dinnanzi a loro, che Bridgette che li guardava a distanza.
Tutti e tre contemporaneamente, continuavano a cambiare volto rimanendo immobili e sorridendo, esattamente come avrebbero fatto degli Uomini Senza Volto togliendosi continuamente maschere umane su maschere umane, ma loro riuscivano nell’intento senza l’uso delle mani.
Alternavano visi di bambini, vecchi, ragazzi, fanciulle, donne e uomini di ogni provenienza ed ed età, fin quando il terribile sipario non terminò.
- Ora, credi alle mie parole, Hoxana Aemchaar? Noi possiamo essere chi vogliamo e assumere le sembianze di qualsiasi essere umano, lo sai bene – le disse Askarx avvicinandosi.
- Perché continui a farci perdere la pazienza? – gli diede man forte Mhunaer.
Hoxana cadde nuovamente in ginocchio, fissandoli senza più ricordare come respirare.
- Perché me lo hai portato via, Mater Tenebrarum? Perché …? – ebbe solo la forza di chiedere, in un sibilo spezzato. – Io ero la tua promessa … io ero la tua servitrice più fedele …
A ciò, Askarx si avvicinò ancora ad essa, le spostò qualche invadente ciocca di capelli che le copriva l’orecchio e le sussurrò al suo interno. – Sei andata troppo oltre, Hoxana. Hai superato il limite. Quale dea ha bisogno di una servitrice irriverente? Il progresso del mondo avrà luogo anche senza di te e dei tuoi assurdi esperimenti blasfemi. Non vedrai nulla di ciò che ti ho promesso avverrà. Ricordalo. La sofferenza genera sofferenza. Il dolore dolore. Ed io, mia cara, non ho mai desiderato una sola volta, qualcosa di diverso dal vederti sprofondare nell’eterna e cieca disperazione – terminò dandole il colpo di grazia tramite quelle parole, e riallontanandosi.
- Ti offriamo l’unico e solo privilegio che meriti: quello di porre fine alla tua vita autonomamente. Oramai, non ti è rimasto più nulla.
A ciò, con le lacrime che per la prima volta solcavano il suo viso di pietra, Hoxana, con le mani tremanti, afferrò l’arma che i tre le porsero.
Ma non ebbe il tempo di usarla che Bridgette la raggiunse, nuovamente, le si pose davanti e la pugnalò al ventre senza attendere un secondo in più, guardandola negli occhi mentre la sua bocca si spalancava di dolore e sorpresa, incapace di emettere suoni.
- Non merita un simile privilegio – affermò secca la Greyjoy, affondando ancor di più la lama nell’addome della qarthiana, vedendola precipitare a terra e sbattere forte la fronte nel pavimento gelido, provocandosi una ferita sanguinante accanto all’attaccatura dei capelli.
Fu solo in quel momento, che Hayden fece il suo ingresso all’interno della sala, lasciando i presenti sorpresi, spingendoli e fargli largo durante il suo lento cammino verso la causa di tutte le sue disgrazie.
Non appena il ragazzo la raggiunse e questa, con le ultime forze rimastele, riuscì a stento a manifestare la sua ultima gioia nello scoprirlo ancora vivo insieme alla frustrazione nell’essere morta invano e ingannata, lui le andò tanto vicino da far sfiorare i loro due volti, pronunciandole delle parole che Bridgette e i Superni non dimenticarono mai.
Hoxana non le avrebbe dimenticate neanche dopo la morte.
- Ho desiderato così tante volte vederti morire, nel peggiore dei modi, con tutto me stesso, tanto ardentemente, da essere disposto a vendermi l’anima in cambio.
Ma ora … ora, ciò mi resta totalmente indifferente.
Dopo di che, le diede un bacio sulla fronte e si rialzò in piedi, distogliendo l’attenzione da lei, mentre ella spirava.
Calò il silenzio totale nella sala.
- Hayden … - si azzardò a richiamarlo Bridgette.
-Avete coraggio, devo ammetterlo – disse il principe posando lo sguardo sul corpo steso di Haylor. – Coraggio e perfidia.
- Questo era l’unico modo che ci permettesse di ucciderla senza sacrificare vite – intervenne Askarx.
- L’unico? – gli rispose Hayden volgendo le sue biglie d’ossidiana su di lui. – Non avrebbe abboccato al veleno sciolto dentro un bicchiere d’acqua, ma una freccia scoccata a distanza quando meno se l’aspettava, mentre era distratta, l’avrebbe per lo meno ferita e lasciata a vostra disposizione per assassinarla, nonostante, probabilmente, non sareste sopravvissuti tutti.
Quello che avete fatto è diabolico. Diabolica vendetta – continuò il giovane.
In quel momento, fecero il loro ingresso nella sala anche tutti gli altri alleati, i quali, non appena individuarono Hayden lì in mezzo, si premurarono di restare a debita distanza.
- Mio principe, intendete dire al re ciò che è accaduto o manterrete il segreto? – gli chiese con riverenza Xavier.
- Il destino delle vostre vite è totalmente irrilevante per me. Potreste morire o continuare la vostra recita, ciò non mi recherebbe alcuna sorta di vantaggio o svantaggio attualmente – annunciò il principe, facendo intendere loro implicitamente, che non avrebbe rivelato la verità al re, dato che era una questione che non lo toccava minimamente.
- Tuttavia, nonostante la gioia derivata dalla riuscita del nostro piano, un dubbio mi sta tartassando la mente: Hoxana aveva davvero un accordo con questa Mater Tenebrarum. Abbiamo assassinato la stretta complice di una divinità. Ella cosa ne farà di noi quando lo scoprirà? – chiese Pod.
- La Mater Tenebrarum non vi farà nulla – rispose Hayden.
- Ne siete sicuro? – gli chiese Xavier.
- Ella scalpita e gioisce fremente come un’ossessa quando sente anche solo l’odore di violenza, malignità, morte e guerra. Quest’atto verso una sua vicina sottoposta non la smuoverà di molto. Se ne troverà un’altra – aggiunse il giovane avvicinandosi ad Haylor, guardandolo.
A ciò, Bridgette gli si avvicinò a sua volta. – Ora che la creatura non c’è più, non avrai costantemente la sua ombra a seguirti dovunque andrai – gli disse.
- Oh, l’avrò ancora. L’avrò sempre – rispose il ragazzo, lasciando i presenti confusi.
- Ma il drago non dà più segni di vita … - intervenne Mhunaer.
- Credete? Toccatelo – li spronò Hayden.
A tali parole, Bridgette poggiò la mano sulle squame di Haylor, sgranando gli occhi sconvolta. – Il battito è debolissimo, ma c’è … è ritornato … - sussurrò, dando conferma delle parole di Hayden a tutti gli altri.
- Come è possibile?? Qualche minuto fa il suo cuore non batteva più!
- Succede sempre così quando inizia la fase di resurrezione – spiegò il principe. – Lui muore solo se muoio io.
Niente può cambiare questo. Nemmeno la magia di un estraneo – concluse lasciandoli allibiti e dirigendosi verso l’uscita della sala.
- Non temere, Bridgette: Haylor attacca qualcuno solo se sono io a dirgli di farlo o se nuoce alla mia salute, non certo per vendetta – disse Hayden già prevedendo lo sguardo pietrificato e allarmato della Greyjoy anche senza averlo visto, per poi uscire definitivamente dal salone.
A ciò, i presenti rimasero immobili nelle loro posizioni per qualche minuto, incapaci di metabolizzare, fino a quando Xavier, il primo a riprendersi, non li esortò ad uscire dalla sala e a portare il  cadavere di Hoxana con loro.
Mentre camminavano per i corridoi, Askarx prese la parola. – Dunque, ecco cosa diremo: Haylor ha perso il controllo e si è scagliato contro Hoxana credendo che ella volesse nuocere ad Hayden, di conseguenza, nell’inseguirla, si è gettato sulle due rampe di scale distruggendole, per poi sventrare Hoxana, la quale è irriconoscibile, motivo per cui mostreremo al re solo la sua testa, mentre il restante del corpo lo getteremo nelle fiamme.
Gli altri annuirono, mostrando il loro consenso.
Poco dopo, Bridgette porse quella domanda che le era rimasta in cima alla gola da quando si era ritrovata dinnanzi la scena più sconvolgente e accaponante che avesse mai visto, poco prima. – Askarx, come avete fatto a cambiare le sembianze dei vostri volti così realisticamente e a ritmo serrato, davanti a me e ad Hoxana?
A ciò, il Superno accennò un sorriso. – Vi avevamo detto di essere capaci di dominare dei trucchi che ci sarebbero stati molto utili.
- Trucchi provenienti da dove …? – domandò Pod, desideroso di conoscere la risposta quanto tutti gli altri, se non di più.
- La Casa del Bianco e del Nero di Braavos, dimora degli Uomini Senza Volto.
 
 
- TRE SETTIMANE PRIMA -
 
- Cosa vuol dire “è scappata durante la notte”?!? – urlò Margaery sequestrando in fretta e in furia un cavallo ad uno dei cavalieri presenti e salendovi sopra con una velocità ed una leggiadria che non le appartenevano più da anni. Sembrava improvvisamente tornata una diciottenne.
- Zia Margaery, cosa stai facendo?!? – le urlò Myranda seguendola.
- Vado a riprendermi mia figlia!! Cosa credi che stia facendo??
- Frena, donna e attendimi, vengo con te!! – le diede man forte Oberyn salendo su un altro cavallo e superandola.
- Credete che non ci abbia pensato anche io,  quando l’ho lasciata andare?!? – gridò Myranda per cercare di fermarli, riuscendo ad ottenere la loro attenzione.
- Possiamo ancora raggiungerla, se è scappata ieri notte è ancora vicina – le disse la Tyrell.
- Non capite che non vuole farsi né trovare né raggiungere?? Si sarà sicuramente resa invisibile con un incantesimo per evitarlo, l’ho vista farlo in passato – spiegò la giovane Lannister venendo stretta a sé e sostenuta da Jaime, il quale prese la parola.
- Possiamo calmare gli animi per un secondo? Non credete sia meglio fermarci a pensare e riflettere sul da farsi?
- David la userà per attirare me – annunciò la sua presenza GreyShade raggiungendoli in mezzo alla piazza di Grande Inverno.
Tutti gli sguardi si posarono sul famoso ragazzo bendato.
- Che cosa hai detto? – gli chiese Daenerys.
- David ha organizzato un’opera di ricerca serrata ed estenuante per trovarmi, è diventato completamente ossessionato. Non appena Eveline arriverà ad Approdo la userà per ricattare me – spiegò la guida dei Fantasmi allontanandosi immediatamente da loro.
- GreyShade! – lo richiamò Myranda.
- Ruben! – fece lo stesso Oberyn, involontariamente, cercando di raggiungerlo, rendendosi conto solo dopo di cosa avesse fatto.
Tutti sbiancarono sul posto, e l’oggetto dei richiami arrestò il suo cammino, ma continuando a dare le spalle ai presenti, senza voltarsi.
- Zio Oberyn … che cosa …? – gli chiese Myranda sconvolta, chiedendogli spiegazioni con lo sguardo, scoprendo solo in quel momento che anche lui conoscesse l’identità del fuorilegge.
- Mi dispiace, Myranda … - disse continuando a guardare il ragazzo bendato che gli dava le spalle. – Anche loro meritano di sapere – aggiunse semplicemente.
- Che accidenti vuol dire …? – trovò il coraggio di sussurrare Margaery.
- Che diavolo sta succedendo?? – domandò più agitato Jaime, temendo di aver capito male.
- Frenate un secondo! Pretendo delle spiegazioni …! – si agitò a sua volta Daenerys.
- Devo andare – disse semplicemente il giovane cervo senza scomporsi.
Ma Davos lo raggiunse di corsa, avvicinandosi molto a lui, allungando una mano tremante e posandogliela sulla spalla. – Aspetta, ti prego! che significa …? Che significa ciò che ha detto Oberyn …?
A ciò, il ragazzo si voltò verso Davos e, improvvisamente, per l’uomo quelle iridi color zaffiro divennero estremamente familiari.
- Non c’è tempo ora – gli rispose solamente, sfuggendo dal suo tocco e quasi volatilizzandosi dinnanzi ai suoi occhi e a quelli degli altri, lasciandoli confusi, stravolti e con l’amaro in bocca.  
 
 
 
 
   
 
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