11/01/2019
4 recensioniI personaggi di questa storia appartengono a Go Nagai, Dynamic Planning, Toei Animation, Yamato Video, Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, Gazzettino, La Repubblica etc.
Avendo scritto ‘sta cosa per divertirmi non infrango alcun © che rimane agli aventi diritto.
I miei soliti dieci minuti di follia al lavoro…
Buona letturaAvendo scritto ‘sta cosa per divertirmi non infrango alcun © che rimane agli aventi diritto.
I miei soliti dieci minuti di follia al lavoro…
UN AMORE SCONFINATO
Si amavano. Si erano sempre amati.
Ma non se l’erano mai detto, non potevano.
Lui, alto, bello, possente, quasi immortale, quando s’incazzava batteva i pugni e si trasformava nell’eroe imbattibile, fiero e coraggioso, difensore di tutto il genere umano.
Lei, altrettanto bella, dalla linea sinuosa, quando si stagliava contro il sole la sua bellezza e la sua eleganza rilucevano, riempiendo gli occhi di chiunque si trovasse nelle sue vicinanze, dei colori dell’arcobaleno.
Era stato amore a prima vista.
Erano cresciuti insieme e non si erano mai separati; era sempre stata al suo fianco, e lo era tuttora, per aiutarlo e supportarlo in ogni situazione: lo accompagnava in battaglia e, solitamente dolce e gentile, poteva trasformarsi, all’occorrenza, in un’arma micidiale.
Non gli aveva mai detto di no.
Quando la accarezzava sentiva un brivido salirgli lungo la schiena… com’era bella la sua amata!
Lei non aveva pretese, non lo infastidiva, chiedeva solo di potergli stare accanto sempre, e di amarlo e servirlo: la sua era una presenza insostituibile, preziosa, ma discreta. Si faceva trovare sempre pronta, a qualsiasi ora.
Anche se l’eroe era lui, lei era la sua roccia: alla sera, dopo una lunga giornata di combattimenti contro i mostri Haniwa, sguinzagliati dalla regina Himika, poteva anche arrivare sfatta, sfinita, distrutta; ma, alle prime luci dell’alba, era già attiva, in perfetta forma, pronta ad accompagnare il suo eroe in un’altra dura giornata di battaglie e scontri memorabili.
Quelle rare giornate in cui Himika li lasciava in pace, le trascorrevano insieme a giocare e divertirsi, in giro per la città; poi si trovavano un prato e si fermavano. A lei piaceva guardarlo sdraiato al sole, felice e rilassato; anche lui amava guardarla, a godersi lo stesso sole, senza preoccupazioni o pericoli.
Quando Himika era morta, lei aveva esultato, per poi rattristarsi ancora all’apparizione della bellissima Flora, il più valente generale del Signore del Drago. L’aveva sottovalutata, non aveva compreso da subito, quanto fosse pericolosa: anche lei, forte e coraggiosa, aveva conquistato il cuore dell’eroe. Ma come era accaduto? Perché non se ne era accorta? Forse perché lui continuava a stare al suo fianco, a coccolarla?
Era gelosa. Avrebbe voluto uccidere quella stronzetta nemica che si dava tante arie, ma non poteva fare un torto così grande al suo eroe… e, quando Flora, era morta sul serio, tra le braccia di lui, lei non aveva gioito… il suo amore era sconfinato e, se l’eroe soffriva, lei soffriva con lui.
Si amavano. Si erano sempre amati.
Ma non se l’erano mai detto, non potevano.
Si sarebbero amati per sempre…
…Hiroshi e la sua moto…
Ma non se l’erano mai detto, non potevano.
Lui, alto, bello, possente, quasi immortale, quando s’incazzava batteva i pugni e si trasformava nell’eroe imbattibile, fiero e coraggioso, difensore di tutto il genere umano.
Lei, altrettanto bella, dalla linea sinuosa, quando si stagliava contro il sole la sua bellezza e la sua eleganza rilucevano, riempiendo gli occhi di chiunque si trovasse nelle sue vicinanze, dei colori dell’arcobaleno.
Era stato amore a prima vista.
Erano cresciuti insieme e non si erano mai separati; era sempre stata al suo fianco, e lo era tuttora, per aiutarlo e supportarlo in ogni situazione: lo accompagnava in battaglia e, solitamente dolce e gentile, poteva trasformarsi, all’occorrenza, in un’arma micidiale.
Non gli aveva mai detto di no.
Quando la accarezzava sentiva un brivido salirgli lungo la schiena… com’era bella la sua amata!
Lei non aveva pretese, non lo infastidiva, chiedeva solo di potergli stare accanto sempre, e di amarlo e servirlo: la sua era una presenza insostituibile, preziosa, ma discreta. Si faceva trovare sempre pronta, a qualsiasi ora.
Anche se l’eroe era lui, lei era la sua roccia: alla sera, dopo una lunga giornata di combattimenti contro i mostri Haniwa, sguinzagliati dalla regina Himika, poteva anche arrivare sfatta, sfinita, distrutta; ma, alle prime luci dell’alba, era già attiva, in perfetta forma, pronta ad accompagnare il suo eroe in un’altra dura giornata di battaglie e scontri memorabili.
Quelle rare giornate in cui Himika li lasciava in pace, le trascorrevano insieme a giocare e divertirsi, in giro per la città; poi si trovavano un prato e si fermavano. A lei piaceva guardarlo sdraiato al sole, felice e rilassato; anche lui amava guardarla, a godersi lo stesso sole, senza preoccupazioni o pericoli.
Quando Himika era morta, lei aveva esultato, per poi rattristarsi ancora all’apparizione della bellissima Flora, il più valente generale del Signore del Drago. L’aveva sottovalutata, non aveva compreso da subito, quanto fosse pericolosa: anche lei, forte e coraggiosa, aveva conquistato il cuore dell’eroe. Ma come era accaduto? Perché non se ne era accorta? Forse perché lui continuava a stare al suo fianco, a coccolarla?
Era gelosa. Avrebbe voluto uccidere quella stronzetta nemica che si dava tante arie, ma non poteva fare un torto così grande al suo eroe… e, quando Flora, era morta sul serio, tra le braccia di lui, lei non aveva gioito… il suo amore era sconfinato e, se l’eroe soffriva, lei soffriva con lui.
Si amavano. Si erano sempre amati.
Ma non se l’erano mai detto, non potevano.
Si sarebbero amati per sempre…
…Hiroshi e la sua moto…
FINE
© 2019, The Blue Devil