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Autore: Ladyhawke83    14/01/2019    4 recensioni
Callisto continuava a ripensare a quando Vargas, quel dannato mago mezzorecchie, si era permesso di sfilargli la corona dal capo per metterla sulla propria, con fare canzonatorio.
“Sta meglio a me che a te, sarei stato un Re migliore forse...” aveva detto. Scherzando con quei suoi occhi scuri e maliziosi. Poi aveva aggiunto: “o forse non mi sarebbe piaciuto affatto il peso che si porta dietro questa corona...”. Sul volto del mezzelfo era comparsa un’espressione cupa e malinconica, mentre soppesava quel pensiero formulato ad alta voce.
Era stato sempre così: diretto, incurante, indifferente, arrogante e anche dannatamente attraente. Vargas però, quest’ultima sua caratteristica sembrava ignorarla totalmente, o se ne era consapevole, sapeva mascherarlo molto bene.
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Note dell’autrice: questo doveva essere un pezzo scritto di getto per il gioco di scrittura creativa, indetto sul gruppo Facebook “Boys Love”.
La parola era “corona”, da poche righe, è venuta fuori questa breve OS, che riprende un po’ i toni e l’ambientazione della mia altra storia “il Re e il mago. Il bianco e il nero”, solo che qui sono rimasta su toni più soft ecco...
Buona lettura.
Ladyhawke83
Genere: Erotico, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Crown

 

 

Callisto continuava a ripensare a quando Vargas, quel dannato mago mezzorecchie, si era permesso di sfilargli la corona dal capo per metterla sulla propria, con fare canzonatorio.

“Sta meglio a me che a te, sarei stato un Re migliore forse...” aveva detto. Scherzando con quei suoi occhi scuri e maliziosi. Poi aveva aggiunto: “O forse non mi sarebbe piaciuto affatto il peso che si porta dietro questa corona...”. Sul volto del mezzelfo era comparsa un’espressione cupa e malinconica, mentre soppesava quel pensiero formulato ad alta voce.

Era stato sempre così: diretto, incurante, indifferente, arrogante e anche dannatamente attraente. Vargas però, quest’ultima sua caratteristica sembrava ignorarla totalmente, o, se ne era consapevole, sapeva mascherarlo molto bene.

Callisto lo aveva guardato davvero, come se lo vedesse per la prima volta, a dividerli solo lo spazio di un abbraccio.

“Credimi, Vargas, ti cederei il mio ruolo di Imperatore in questo istante, se potessi...”.

Senza più aspettare oltre il Re mezzodrago aveva tratto a sé il mago e lo aveva baciato, per la seconda volta quel giorno, vincendo le sue resistenze.

Quel bacio non aveva più il sapore di qualcosa di rubato, di scomodo, di sbagliato, ma era intriso di passione, mista a desiderio. Anime frammentate le loro, che attraverso labbra, lingue che si sfiorano, denti che stridono, cercano un modo di ricomporsi. 

Come se entrambi, mago e stregone, fossero stati da sempre parte di uno stesso respiro. Uno di quei respiri che non ne vuole sapere di abbandonare il corpo, che si aggrappa ad un istante perfetto, per non essere disperso nel vento.

La corona dorata, simbolo di potere, scivolò via dalla testa del mago, portandosi dietro alcuni suoi capelli d’ebano, mentre l’altro lo sdraiava sotto di sé, incurante delle proteste del mezzelfo.

“Ahi...” si lamentò Vargas toccandosi la testa, nel punto dove era stati strappati i suoi lunghi capelli.

“Non ti lamentare Vargas, non lo sai che per splendere bisogna soffrire?” Gli ricordò Callisto, mentre infilava le dita ingioiellate tra i suoi capelli, sciogliendone i nodi.

“Consideralo un onore... hai pur sempre indossato la corona dell’Imperatore”.

“E da quando le corone strappano i capelli?” 

“Da quando i maghi hanno capelli troppo lunghi e acconciature inverosimili... Per essere un Re, occorre una certa sobrietà...” Callisto rise vedendo l’espressione contrariata di Vargas.

“Tu! Sei la cosa più lontana dall’aggettivo -sobrio- che io conosca!” fu la risposta del mago.

“E tu dovresti imparare a tacere, o se proprio non ci riesci, almeno usa quella bella bocca che ti ritrovi per fare altro”.

“... come per esempio baciarti?” Domandò il mezzelfo sarcastico.

“Anche, ma non solo... ci sono tante cose interessanti da fare con la bocca” Callisto si spostò dal viso del mezzelfo verso il basso, accarezzandogli la pelle candida e liscia solo col proprio respiro, quasi senza neanche sfiorarlo con le labbra.

Quando ebbe oltrepassato l’ombelico, con la punta della lingua gli stuzzicò il basso ventre. Lo sentì irrigidirsi nel tentativo di nascondergli la crescente eccitazione, nonché il proprio imbarazzo.

Non era la prima volta che si lasciava toccare e possedere da lui, eppure Vargas sembrava sempre trattenersi, incolparsi, come se tutto ciò fosse qualcosa di sbagliato, di orribilmente sbagliato.

Un mago che desidera uno stregone, che trae piacere dalle attenzioni di un altro uomo, per di più uno che, da sempre, era stato suo rivale.

Cosa ci poteva essere di più assurdo e folle?

Solo il suono dei suoi gemiti, mentre l’altro succhiava e leccava avidamente la sua erezione, senza lasciargli nemmeno il tempo di pensare, facendolo pentire di non averlo scacciato quando poteva.

“Callisto... perché lo fai?” Domandò Vargas, poco dopo essere venuto, mentre l’altro con un sorriso compiaciuto si leccava gli angoli della bocca, godendosi l’espressione del mago, quasi colpevole. Il rossore sul viso dell’altro unito a quel suo sapore dolce amaro, era qualcosa di indicibile per Callisto. Era qualcosa che era riservata a lui solo, uno scabroso segreto che lo stregone avrebbe custodito gelosamente. La prova che quel mago mezzelfo, sempre così schivo, duro e sprezzante, in realtà non lo era affatto, o almeno non Callisto. Il Re aveva trovato il modo di scalfire quella sua corazza fatta di diffidenza, gelo e delusione.

“Perché mi piace farlo”. Ammise semplicemente lo stregone sistemandosi i capelli bianco celesti dietro le orecchie.

“Così come mi piace pensare di essere l’unico, in questo momento, a farti sciogliere così” aggiunse. 

Vargas finse di colpirlo con la sua stessa corona, recuperata con l’unica sua mano libera. L’altra era ancora, inconsapevolmente, ancorata alla spalla di Callisto, nel inutile tentativo di spingerlo lontano da sé e dal proprio sesso, ancora caldo e pulsante, nonostante le generose attenzioni ricevute.

“Taci! Sei solo un cretino!” Gridò Vargas, non del tutto seriamente.

“Sì, ma sono pur sempre un cretino con la corona” si difese Callisto, recuperando dalle mani del mago il proprio cerchio dorato.

“Decisamente sì... sta meglio a te, che a me!” Ammise poi, prima di zittire qualsiasi ulteriore insulto in elfico da parte di Vargas, baciandolo nuovamente, con fare deciso e sicuro di sé.

 

 

 

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Note dell’autrice: questo doveva essere un pezzo scritto di getto per il gioco di scrittura creativa, indetto sul gruppo Facebook “Boys Love”.

La parola era “corona”. Da poche righe che erano, né è venuta fuori questa breve OS, che riprende un po’ i toni e l’ambientazione della mia altra storia “il Re e il mago. Il bianco e il nero”, solo che qui sono rimasta su toni più soft ecco...

Buona lettura.

E grazie a tutte le splendide ragazze del gruppo Boys Love, per il sostegno, il supporto, l’amicizia e l’ispirazione... come farei senza di voi?

Buona lettura.

Ladyhawke83

   
 
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