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Autore: Lady K    14/01/2019    1 recensioni
[Alphys/Undyne, primo della serie “Their SOULs are filled with love”]
Con questa Fanfiction cercherò di raccontare, secondo la mia interpretazione, come si è evoluto nel tempo il rapporto tra Alphys e Undyne: dal loro incontro nella discarica in poi, fino a prima che Frisk cada nel Sottosuolo e comincino gli eventi di Undertale. Il tutto rispettando i piccoli indizi sparsi nei dialoghi (anche nascosti) del gioco. Tanta tenerezza e shippamento alle stelle, accorrete numerosi xD
Rating giallo e Avvertimento per via del primo capitolo.
[Revisione in corso: 2 capitoli su 8 completati.]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Alphys, Undyne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Their SOULs are filled with love'
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UT SOUL skipped beat capitolo 1
Prima di iniziare, vi devo avvisare che in questo capitolo è ampiamente esplicita l'intenzione suicida di Alphys; non vi è alcun atto fisico e ovviamente si conclude bene, ma se l'argomento è troppo forte per voi forse è meglio che non leggiate. Il rating giallo e l'avvertimento sono stati messi solo per questo capitolo praticamente... Detto questo, buona lettura. Ci vediamo alla fine della pagina!

...And her SOUL skipped a beat


Capitolo 1 - Così il vento diventò melodia

Sembrava che il vento stesso la invitasse verso l'abisso a pochi passi davanti a lei.
Lo sentiva lievemente; la sua freschezza le solleticava il camice da laboratorio che indossava, dalla base della coda alla schiena, fin sulle spalle. Un soffio gentile su tutte le sue squame giallo ocra, un sussurro macabro all'orecchio. Le zampe posteriori, tremanti, erano accarezzate dallo scorrere dell'acqua sulla quale poggiavano in modo goffo. Il vestito grigiastro, infine - forse persino troppo grande per la sua stazza - le circondava la massiccia figura arrivando fino a terra, e ovviamente i bordi erano ormai inzuppati.
La corrente spingeva i rifiuti della discarica fino a quell'enorme cascata: acquistavano lentamente velocità, raggiungevano il bordo e in un battito di ciglia li vedevi scomparire, lì sotto nel baratro oscuro.
Tutta la caverna era effettivamente alquanto buia. Certo, parte della cianfrusaglia accumulata negli angoli brillava grazie alle sue componenti d'acciaio o plastica, e sia il soffitto che le pareti della grotta erano costellati da piccole lucine bianche che rendevano l'ambiente più accogliente. Per i mostri del Sottosuolo era come un meraviglioso cielo stellato, un elemento naturale che ormai non vedevano da un bel pezzo...
Ma ad Alphys, in quei minuti interminabili sospesi nel tempo, ogni cosa pareva spettrale.
Quei puntini luminosi sopra di lei non erano più simbolo di speranza, i funghi lucenti che incorniciavano le pareti di terra non sembravano più così graziosi, e i Fiori dell'Eco erano stranamente silenziosi. Forse era proprio il sospiro del vento a coprire le loro voci, o forse era lei stessa che in quel momento semplicemente non ci badava. Era così concentrata a fissare il vuoto, così immersa nei suoi pensieri... e l'aria ancora la avvolgeva, e quasi la sentiva sussurrare.
Salta. Ancora pochi centimetri e salta. Ci vorrà un attimo. Non soffrirai più.
Non erano parole piacevoli. Le sentiva da quando aveva cominciato a visitare la discarica quotidianamente, non molte settimane fa. In quei giorni si era limitata ad accucciarsi accanto ai cumuli di immondizia e tremare come una foglia, mentre le lacrime le solcavano il muso. Ogni volta gli occhiali le si inumidivano, e il camice che usava sempre fuorché di notte - già sporco di suo - si inzuppava di acqua decisamente non così pulita e candida.
Ma questa volta, il ronzio all'orecchio era talmente forte che l'aveva spinta fino al bordo della cascata.
...Era una creatura orribile. I suoi esperimenti erano falliti e aveva distrutto intere famiglie di mostri. Non meritava la loro comprensione, né tantomeno il perdono. Era spazzatura, solo spazzatura. Ecco, poteva lasciarsi andare come un putrido sacchetto nero e cadere, cadere, nelle profondità più desolate dell'inferno...
Eppure, a parte qualche brivido di freddo, non riusciva a muoversi nemmeno di un millimetro. I suoi piedi maldestri erano impiantati in mezzo all'acqua che scorreva, lo sguardo era perso in fondo all'abisso fatto di tenebre, laddove il respiro... Già, ecco cosa sentiva oltre al vento.
Il suo respiro andava in sincronia con la sua ANIMA bianca che batteva alla sinistra del suo petto. Finché aveva la sua ANIMA poteva vivere. Poteva prima o poi prendere coraggio e dire la verità, per quanto fosse terribile.
Non salti? Vigliacca.
No! Questa non è vigliaccheria. Piuttosto, uccidersi così sarebbe un atto da egoista! Se dovessi morire, chi si prenderebbe cura di quelle creature? Come reagirebbero i familiari se scoprissero il fattaccio da soli? La colpa è mia... devo prendermi le mie responsabilità. Ma...
Di nuovo. Ancora le stesse immagini che le scorrevano nella mente. Immagini di Final Froggit, diverse specie di Dog, la madre di Snowdrake, e molti altri mostri... fondersi l'uno con l'altro di fronte ai suoi occhi. La loro essenza magica che perdeva il controllo, e piccole gocce di quest'ultima che cadevano sul pavimento del laboratorio sotterraneo...
Questa volta il brivido che percosse il corpo di Alphys le mozzò quasi il fiato.
Non ce l'avrebbe mai fatta... non poteva...
-Ehy... tutto bene?-
Una volta udita quella voce sconosciuta, il mostro dinosauro scattò da un lato e girò la testa verso la fonte del rumore, sconcertata.
Vide dietro di lei un mostro femmina alto e slanciato. Indossava una canottiera molto scura e dei pantaloni in jeans blu. Le sue scaglie celesti andavano in contrasto con gli stivali rossi, così come con le pinne ai lati del viso e la coda di cavallo - unico accenno di capelli - che le partiva dalla cima della testa. Sembrava tranquilla e sicura di sé, ma il suo occhio destro era attento e un braccio era leggermente teso in avanti verso Alphys. Certo, il suo occhio destro, poiché sul lato sinistro portava una benda nera.
Il mostro col camice malandato premette le mani al petto e aprì la bocca per parlare, ma non ne uscì alcun suono.
Non l'aveva assolutamente sentita arrivare. Eppure era così vicina, talmente tanto che Alphys per guardarla in faccia aveva dovuto alzare il muso, e non di poco. Beh, che novità, ennesima situazione nella quale si sarebbe sentita una tappetta...
L'altra soffocò un sospiro e riportò con cautela il braccio sul fianco.
-Eri... molto concentrata. Ti stavi forse chiedendo dove finisse il flusso d'acqua?- alla domanda accennò un sorriso. L'occhio giallo ora trasmetteva simpatia.
-...O-oh, i-io...- riuscì a balbettare Alphys. Abbassò lo sguardo mentre i suoi occhi saettavano da una parte all'altra della caverna.
-C-certo, insomma... In teoria ci troviamo già sotto il livello del mare, m-ma siamo ancora dentro la crosta terrestre, e n-non credo che l'acqua arrivi fino al mantello del pianeta. C'è anche d-da considerare che il Sottosuolo dove viviamo potrebbe essere non così in profondità c-come crediamo, visto che gli esseri umani ci avevano imprigionato in una z-zona montuosa. P-potrebbero esserci dei canali che semplicemente trasportano l'acqua fin s-sul fondo degli oceani, ma non potremmo m-mai usarli come via di fuga dal Sottosuolo p-perché irraggiungibili, e in ogni caso la p-pressione dell'acqua lì sotto...-
L'interlocutrice la stava fissando incuriosita. Quel mostricino tarchiato tutto giallo aveva iniziato a parlare senza sosta di teorie scientifiche, e dopo pochi minuti sembrava averci anche preso gusto. Pensò avesse davvero una vasta conoscenza, e nonostante i balbettii non pareva tentennare di fronte a ragionamenti e termini estremamente complicati. Tuttavia, mentre quella spiegava e raccontava, la grossa testa veniva mossa in ogni dove senza mai guardare direttamente chi aveva dinanzi.
In generale, tutto il suo corpo rispondeva a ogni parola. Le braccia grassottelle le cingevano sempre la cassa toracica, ma le mani ora erano chiuse, ora tamburellavano tra loro delicatamente. La coda che le spuntava dal vestito ondeggiava a ritmo in base a come ruotava i fianchi. Ogni tanto, durante quella che oramai sembrava una lezione di scienze improvvisata, arrivava quasi a mordersi il labbro inferiore con i suoi dentoni bianchi. Sbatteva spesso gli occhi, e ancora non accennava a volerla guardare.
-...S-sarebbe davvero incredibile se lì sotto ci fosse un wormhole, un portale per un altro universo, s-sai, l-la teoria del Multiverso è...- interruppe così la sua tiritera e strinse di nuovo le mani a sé con fare imbarazzato, continuando imperterrita a eludere le occhiate interessate dell'altro mostro.
-Oh-oh... d-da quanto tempo s-sto parlando...? Scusa, s-scusami!- si chinò per scusarsi, per poi rendersi conto che doveva sembrare davvero ridicola, e per giunta anche più bassa di prima...
-Ehy, tranquilla, non mi hai affatto disturbato. Ne sai di cose, eh?-
Alphys alzò piano la testa, e finalmente riuscì a sostenere lo sguardo dell'altra.
Stava sorridendo calorosamente; nonostante i suoi lunghi e affilati incisivi superiori che le fuoriuscivano dalle labbra scure, la sua figura le dava quasi una sensazione di dolcezza. Anche l'occhio, giallo come le squame di Alphys, aveva un non so che di rassicurante.
-Aspetta, quel camice da laboratorio... Credo di sapere chi sei, sei la scienziata reale, vero?-
Il mostro dinosauro chiuse la bocca semiaperta con estrema lentezza, un po' come se fosse sotto effetto di ipnosi, dopodiché deglutì in modo pacato. Le ci volle qualche attimo prima di riuscire a spiccicare parola.
-S-sì...-
-Tanto piacere, io sono Undyne. Sono a capo delle guardie reali!- disse l'ultima parte fieramente, la mano sinistra stretta a pugno e un sorriso smagliante che mostrava tutti i suoi denti acuminati.
Ogni mostro era a conoscenza dell'esistenza delle guardie reali ovviamente, e Alphys non era da meno. Ma era da molto, molto tempo che la scienziata si era praticamente isolata da tutti dentro il suo laboratorio stazionato a Hotland, una delle macro-aree del Sottosuolo.
Una volta, pur se in rare occasioni, era solita andare a trovare le sue due vecchie amiche ed ex vicine di casa Catty e Bratty, o anche passeggiare intorno alla regione arida insieme al robot Mettaton. Ormai usciva da quelle quattro mura color limone soltanto per raggiungere la discarica di Waterfall, la vastissima zona paludosa che le dava rifugio da diverse settimane, altresì detta "Cascate"; per questo motivo non aveva la benché minima idea di chi avesse effettivamente ottenuto lo status di capitano delle guardie, né tantomeno quale fosse il suo nome.
-E tu, come ti chiami? ...Accidenti, dovrei ricordarmelo, sei una figura importante per tutti i mostri del Sottosuolo, ma in questo momento giuro che ho un vuoto!- affermò Undyne inarcando le sopracciglia, generando così un'espressione amareggiata. Anche avendo un solo occhio in vista, la guerriera riusciva a far trasparire perfettamente le sue emozioni, grazie inoltre al linguaggio del corpo.
Ma sarà stata abbastanza convincente...?
-M-mi chiamo... Alphys... Oh, e... s-scusa se balbetto in continuazione, è p-più forte di me... Chissà che n-noia tutto il mio discorso d-di prima...- ammise Alphys dopo un profondo respiro.
L'acqua lambiva ancora i suoi piedi, la corrente incessante continuava a trasportare detriti, e il vento le sbatteva in faccia nuove parole.
Spazzatura. Ti chiami Spazzatura. Sei solo...
No. Stai zitto. Non ti voglio più sentire.
Il ronzio all'orecchio si spense.
Ora sentiva chiaramente le sporadiche vocine che emettevano i Fiori dell'Eco, lo scrosciare dell'acqua intorno a lei, la sua ANIMA che batteva forte dentro la gabbia toracica intrisa di magia...
-Nah, te l'ho detto, nessun disturbo. Non ci ho nemmeno badato al tuo difetto di pronuncia. E poi, nessuno è perfetto. Sono praticamente senza occhio sinistro, sai...-
Undyne indicò la benda con le dita, e in quel momento Alphys notò che le sue mani erano leggermente palmate. Ovvio, le scaglie, le pinne... si trattava di un mostro pesce.
Fino a qualche minuto fa non si osava a guardarla in viso, ora invece non riusciva a distogliere lo sguardo da lei. Era di sicuro un mostro singolare... Probabilmente aveva capito le sue intenzioni e, senza nemmeno conoscerla, l'aveva trattata con gentilezza e un tatto incredibile.
Si accorse solo dopo che Undyne le aveva appena rivolto la parola e lei non l'aveva sentita, troppo presa dai suoi pensieri.
-O-oh... Cosa...?- sputò la scienziata, mentre sentiva le sue guance andare a fuoco per l'imbarazzo.
-Dicevo, sarebbe meglio se ci avvicinassimo alle travi di legno al centro della grotta.-
-Ah, c-certo...-
La leader delle guardie aspettò che Alphys si muovesse lontano dall'abisso prima di incamminarsi anche lei verso le travi che formavano la passerella centrale della caverna. Una volta arrivate, Undyne si rivolse di nuovo verso la scienziata, ma non parlò. Si limitò ad osservarla meditabonda, attirando così l'attenzione del mostro giallo.
Quest'ultima fece oscillare la coda tozza con un pizzico di nervosismo, ed esitò. Eppure, non avvertì neanche per un secondo la necessità di rompere il contatto visivo che si era creato tra loro due.
In quella zona della discarica il vento era più lieve, ma la chioma di capelli di Undyne occasionalmente veniva ancora spinta dai dolci sbuffi d'aria. E ormai quel delicato venticello non era più malevolo per Alphys. Sentiva solo il freddo arrivarle fino alle squame; il suo camice non era affatto idoneo a quel tipo di temperatura.
-Scusami... q-quindi sei senza occhio sinistro? L'hai perso i-in battaglia?- chiese Alphys timidamente. Forse si era spinta troppo in là, sforzandosi di suonare amichevole?
...Ma l'altra sorrise di nuovo, le si vedevano tutti i denti giallognoli e aveva un aspetto buffo e solare. Il mostro dinosauro non la trovò inquietante nemmeno un po'.
-Ah! Solo un classico trofeo di guerra.- fece una pausa, poi continuò: -Ehy, mi aiuteresti? Ero qui in cerca di una bella spada. Certe volte nella discarica si trova roba interessante per una guerriera come me!-
Mostrò un ghigno di soddisfazione. Ci teneva molto al suo ruolo di guerriera, a quanto pare.
-P-possiamo guardare, sì.-
Alphys si avvicinò al mucchio di immondizia alla sua destra. Mentre cercava con lo sguardo il luccichio di qualche possibile arma da utilizzare in uno scontro, sentì Undyne iniziare già a rovistare nel cumulo di rifiuti dell'angolo opposto.
Si guardò le manine gialle per qualche istante; in realtà era abituata a cercare lì in mezzo quelli che lei reputava degli scarti preziosi, ma avrebbe voluto non sporcarsele. Poi si ricordò che in ogni caso aveva i bordi del camice bagnati d'acqua semi-stagnante, per cui ormai l'igiene non era più così importante. Quello, d'altronde, era l'unico posto poco pulito di tutta Waterfall. Si sarebbe potuta lavare in un secondo momento, grazie ai numerosi fiumiciattoli cristallini che riempivano la regione delle cascate.
Immerse quindi le mani in quell'ammasso di cianfrusaglie e cominciò a scandagliarne il contenuto. Bottiglie, cuscini, sacchettini, peluche sporchi, cibo di vario genere mezzo mangiucchiato, utensili di ferro ammaccati, plastica colorata...
Non erano solo rifiuti dei mostri. Molti di essi arrivavano dal mondo degli umani, sopra le loro teste.
Vediamo, una spada, un-...
Si fermò di colpo. Aveva appena intravisto un qualcosa di brillante sotto ai suoi piccoli artigli. Scavicchiò dunque in mezzo alla spazzatura finché non riuscì a estrarre l'oggetto.
Non era affatto un'arma, ma la custodia di una VHS. Dopo una rapida sbirciatina lesse il titolo sulla copertina glitterata, e le scappò uno squittio.
Era il film di un anime. L'unico della lista che le mancava di quella serie.
-Alphys, sei stata tu a fare quel verso? Hai trovato qualcosa?-
La scienziata trasalì e si girò di scatto. Undyne era vicinissima a lei, il suo unico occhio che brillava nella penombra.
Il mostro più basso si sistemò gli occhiali rotondi che le erano quasi scivolati dal muso, mentre con l'altra mano tentava di nascondere la custodia dietro la schiena.
-I-io, io n-non...- balbettò, l'ANIMA in gola.
-Stai... nascondendo qualcosa, riesco a vederlo.-
Alphys la fissò nella pupilla verticale, che era circondata da una sclera dorata ancora luminescente. Il mostro pesce aveva semplicemente l'aria sorpresa, nel suo volto non v'era traccia di cattiveria.
Deglutì rumorosamente e prese coraggio; spostò il braccio nascosto davanti a lei, e porse l'oggetto di plastica ad Undyne.
-E-ecco, questo è u-...-
-WOW, che FORZA, queste tipe nella copertina hanno delle bacchette MAGICHE??- la guerriera sembrava sul punto di scoppiare. -Aspetta, sono esseri umani? È un film?-
L'altra la guardò attonita. Le sembrava di vedere se stessa che si eccitava per queste piccole cose, quando non riusciva a stare ferma davanti al suo anime preferito, quando si commuoveva per via di una scena della trasposizione manga...
Aspetta... piccole cose? Piccole... Bassa... No!!
-V-vedi, sono filmati storici degli umani, o-ovviamente sono uhh disegnati, perché s-sono stati fatti per insegnare l-la storia come materia ai piccoli umani c-che vanno a scuola. Ci sono a-anche... le versioni cartacee, t-tipo libri con le illustrazioni... libri d-di storia con le illustrazioni!-
Da un lato non poteva credere alla bugia che aveva appena sparato, tuttavia non voleva nemmeno sembrare una sciocca agli occhi, anzi, all'occhio di Undyne, proprio lei che era a capo delle guardie reali ed era conosciuta per la sua forza e la sua lealtà. Proprio al mostro con cui aveva parlato di più negli ultimi mesi...
-NGAHHH, e per caso li stai studiando?! Mi piacerebbe vederli e leggerli! Potrei sempre imparare nuove mosse e strategie da questa roba qui!-
Undyne stava facendo delle piccole piroette con la videocassetta variopinta tra le mani palmate.
Il suo entusiasmo contagiò Alphys, e finalmente la scienziata riuscì a sorridere, il suo primo sorriso dopo chissà quanto tempo.
-Beh, s-sì, nel mio laboratorio sono p-praticamente stracolma di racconti storici degli umani.-
Quella si ricompose e la guardò con l'intensità di qualche minuto prima, ma l'occhio destro trasudava ancora allegria.
-Non è che potrei... farti visita al tuo laboratorio per...- Undyne esitò giusto un attimo. Non voleva sembrare indiscreta.
-O-oh!-
E come da rito, portò per riflesso le mani tremolanti davanti al petto, cominciando quindi a stuzzicare con le dita l'unico bottone del camice.
-Va b-benissimo. Quando c-ci possiamo vedere?-
Il viso della guerriera si illuminò.
-Uhm... facciamo per dopodomani? Dopo il programma culinario di Mettaton? Ti posso aspettare appena prima dell'entrata per Hotland.-
-P-perfetto, dopodomani.-
Undyne riconsegnò la custodia al mostro dinosauro. Quest'ultima sorrise di nuovo, cercando comunque di contenere la sua felicità nell'aver trovato quel film rarissimo.
-Ci... ci v-vediamo, Undyne.-
No, non era solo quello. Alphys quel giorno aveva trovato una nuova amica.
-Ciao, Alphys.-
Così si incamminò verso l'uscita ad est della caverna, prima in modo incerto, poi sempre più convinta, finché non le sembrò quasi di poter volare con i suoi goffi piedini. Riusciva a sentire ancora le voci registrate nei Fiori dell'Eco, sembrava formassero un coro rilassante. Lo sciabordio dell'acqua sotto di lei erano gli acuti, il venticello leggero che spirava tutt'attorno i bassi della musica. Le finte stelle che brillavano a intermittenza sul soffitto lontano andavano a ritmo con la canzone...
E Undyne restò per più di un'ora lì da sola nella discarica, attenta a ogni rumore che proveniva dall'entrata della grotta. Voleva essere certa che la scienziata non tornasse più.
Non con intenzioni suicide, almeno.


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"I mean, isn't real life already the greatest fanfiction of all?" cit. Alphys, Undertale.
Hai ragionissima piccola, ma capisci che se ti adoro e ho l'ispirazione non posso non scrivere una FF dedicata a te e Undyne. Perdonami, non ho resistito xD
Cooomunque sì, eccomi con una fanfiction a più capitoli riguardante questa coppia deliziosa. Lo so, l'incontro a Waterfall è stato trattato da millemila fan, ma dovevo assolutamente partire da qui. I prossimi capitoli saranno una mia interpretazione di come si è evoluto il loro rapporto, prima degli eventi di Undertale (Frisk che cade nel Sottosuolo). Sarà divertente costruire delle intere storie basate su una manciata di dialoghi di gioco. Posso solo augurarvi buon viaggio in mezzo a questo mare di tenerezza, sempre che vogliate leggere ancora. Una recensione è sempre gradita inoltre <3
See ya!
  
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