...And her SOUL skipped a beat
Capitolo 1 - Così il vento diventò melodia
Sembrava
che il vento stesso la invitasse verso
l'abisso a pochi passi davanti a lei.
Lo sentiva lievemente; la sua
freschezza
le solleticava il camice da laboratorio che indossava, dalla base della
coda
alla schiena, fin sulle spalle. Un soffio gentile su tutte le sue
squame giallo
ocra, un sussurro macabro all'orecchio. Le zampe posteriori, tremanti,
erano
accarezzate dallo scorrere dell'acqua sulla quale poggiavano in modo
goffo. Il
vestito grigiastro, infine - forse persino troppo grande per la sua
stazza - le
circondava la massiccia figura arrivando fino a
terra, e ovviamente i bordi erano ormai inzuppati.
La corrente spingeva
i
rifiuti della discarica fino a quell'enorme cascata: acquistavano
lentamente
velocità, raggiungevano il bordo e in un battito di ciglia
li vedevi
scomparire, lì sotto nel baratro oscuro.
Tutta la caverna
era effettivamente
alquanto buia. Certo, parte della cianfrusaglia accumulata negli angoli
brillava grazie alle sue componenti d'acciaio o plastica, e sia il
soffitto che
le pareti della grotta erano costellati da piccole lucine bianche che
rendevano
l'ambiente più accogliente. Per i mostri del Sottosuolo era
come un
meraviglioso cielo stellato, un elemento naturale che ormai non
vedevano da un
bel pezzo...
Ma ad Alphys, in quei minuti interminabili sospesi nel tempo, ogni cosa
pareva spettrale.
Quei
puntini luminosi sopra di lei non erano più simbolo di
speranza, i funghi
lucenti che incorniciavano le pareti di terra non sembravano
più così graziosi,
e i Fiori dell'Eco erano stranamente silenziosi. Forse era proprio il
sospiro
del vento a coprire le loro voci, o forse era lei stessa che in quel
momento
semplicemente non ci badava. Era così concentrata a fissare
il vuoto, così
immersa nei suoi pensieri... e l'aria ancora la avvolgeva, e quasi la
sentiva
sussurrare.
Salta. Ancora pochi centimetri e salta. Ci vorrà un
attimo. Non soffrirai
più.
Non erano parole piacevoli. Le sentiva da quando aveva
cominciato a
visitare la discarica quotidianamente, non molte settimane fa. In quei
giorni si era
limitata ad accucciarsi accanto ai cumuli di immondizia e tremare come
una foglia, mentre le lacrime le solcavano il muso. Ogni volta gli
occhiali le si inumidivano, e il camice che usava sempre
fuorché di notte - già sporco di suo - si
inzuppava di acqua
decisamente non così pulita
e candida.
Ma questa volta, il ronzio all'orecchio era talmente forte
che
l'aveva spinta fino al bordo della cascata.
...Era una creatura orribile.
I suoi
esperimenti erano falliti e aveva distrutto intere famiglie di mostri.
Non meritava la loro comprensione, né tantomeno il perdono.
Era spazzatura, solo spazzatura. Ecco, poteva lasciarsi andare come un
putrido sacchetto nero e cadere, cadere, nelle profondità
più desolate dell'inferno...
Eppure, a parte qualche brivido di freddo, non riusciva a muoversi
nemmeno di un millimetro. I suoi piedi maldestri erano impiantati in
mezzo all'acqua che scorreva, lo sguardo era perso in fondo all'abisso
fatto di tenebre, laddove il respiro... Già, ecco cosa
sentiva oltre al vento.
Il suo respiro andava in sincronia con la sua ANIMA bianca che batteva
alla sinistra del suo petto. Finché aveva la sua
ANIMA poteva
vivere. Poteva prima o
poi prendere coraggio e dire la verità, per quanto fosse
terribile.
Non salti? Vigliacca.
No! Questa non è vigliaccheria.
Piuttosto, uccidersi così sarebbe un
atto da egoista! Se dovessi morire, chi si prenderebbe cura di quelle
creature?
Come reagirebbero i familiari se scoprissero il fattaccio da soli? La
colpa è
mia... devo prendermi le mie responsabilità. Ma...
Di nuovo. Ancora le stesse immagini che le scorrevano nella mente.
Immagini di Final
Froggit, diverse specie di Dog, la madre di Snowdrake, e molti altri
mostri... fondersi l'uno con
l'altro di
fronte ai suoi occhi. La loro essenza magica che perdeva il controllo,
e
piccole
gocce di quest'ultima che cadevano sul pavimento del laboratorio
sotterraneo...
Questa volta il brivido che percosse il corpo di Alphys le
mozzò quasi il
fiato.
Non ce l'avrebbe mai fatta... non poteva...
-Ehy... tutto bene?-
Una volta udita quella voce sconosciuta, il mostro dinosauro
scattò da un lato e girò la testa verso la fonte
del rumore, sconcertata.
Vide dietro di
lei un mostro femmina
alto e slanciato. Indossava una canottiera molto scura e dei pantaloni
in jeans blu. Le
sue scaglie celesti andavano in contrasto con gli stivali rossi,
così come con le pinne ai lati del viso e la
coda di cavallo - unico accenno di capelli - che le partiva dalla cima
della
testa. Sembrava tranquilla e
sicura di sé, ma
il suo occhio destro era attento e un braccio era leggermente
teso in
avanti verso Alphys. Certo, il suo occhio destro,
poiché sul lato
sinistro portava una benda nera.
Il mostro col camice malandato
premette le
mani al petto e aprì la bocca per parlare, ma non ne
uscì alcun suono.
Non
l'aveva assolutamente sentita arrivare. Eppure era così
vicina, talmente tanto
che Alphys per guardarla in faccia aveva dovuto alzare il
muso, e non di
poco. Beh, che novità, ennesima situazione nella quale si
sarebbe sentita una tappetta...
L'altra
soffocò un sospiro e riportò con cautela il
braccio sul fianco.
-Eri... molto concentrata. Ti stavi forse chiedendo dove finisse il
flusso
d'acqua?- alla domanda accennò un sorriso. L'occhio giallo
ora trasmetteva
simpatia.
-...O-oh, i-io...- riuscì a balbettare Alphys.
Abbassò lo sguardo mentre i suoi
occhi saettavano da una parte all'altra della caverna.
-C-certo, insomma... In teoria ci troviamo già sotto il
livello del mare, m-ma
siamo ancora dentro la crosta terrestre, e n-non credo che l'acqua
arrivi fino
al mantello del pianeta. C'è anche d-da considerare
che il Sottosuolo dove
viviamo potrebbe essere non così in profondità
c-come crediamo,
visto che gli esseri
umani ci avevano imprigionato in una z-zona montuosa. P-potrebbero
esserci dei
canali che semplicemente trasportano l'acqua fin s-sul fondo degli
oceani, ma
non potremmo m-mai usarli come via di fuga dal Sottosuolo
p-perché irraggiungibili, e in ogni caso la
p-pressione dell'acqua lì
sotto...-
L'interlocutrice la stava fissando incuriosita. Quel
mostricino tarchiato
tutto giallo aveva iniziato a parlare senza sosta di teorie
scientifiche, e dopo pochi
minuti
sembrava averci anche preso gusto. Pensò avesse davvero una
vasta conoscenza, e
nonostante i balbettii non pareva tentennare di fronte a ragionamenti e
termini
estremamente complicati. Tuttavia, mentre quella spiegava e raccontava,
la grossa testa veniva mossa in ogni dove senza mai guardare
direttamente chi aveva dinanzi.
In generale,
tutto il
suo corpo rispondeva a ogni parola. Le braccia grassottelle le
cingevano sempre
la cassa toracica, ma le mani ora erano chiuse, ora
tamburellavano tra
loro delicatamente. La coda che le spuntava dal vestito ondeggiava a
ritmo in
base a come ruotava i fianchi. Ogni tanto, durante quella che oramai
sembrava una lezione di scienze improvvisata, arrivava quasi
a mordersi il labbro inferiore con i suoi dentoni bianchi. Sbatteva
spesso gli
occhi, e
ancora non accennava a volerla guardare.
-...S-sarebbe davvero incredibile se lì sotto ci fosse un
wormhole, un portale
per un altro universo, s-sai, l-la teoria del Multiverso
è...- interruppe così la sua tiritera e
strinse di nuovo le mani a sé con fare
imbarazzato, continuando imperterrita a eludere le occhiate interessate
dell'altro mostro.
-Oh-oh... d-da quanto tempo s-sto parlando...? Scusa, s-scusami!- si
chinò per
scusarsi, per poi rendersi conto che doveva sembrare davvero ridicola,
e per
giunta anche più bassa di prima...
-Ehy, tranquilla, non mi hai affatto disturbato. Ne sai di cose, eh?-
Alphys alzò piano la testa, e finalmente riuscì a
sostenere lo sguardo
dell'altra.
Stava sorridendo calorosamente; nonostante i suoi lunghi e
affilati incisivi superiori che le fuoriuscivano dalle labbra scure, la
sua figura le dava
quasi
una
sensazione di dolcezza. Anche l'occhio, giallo come le squame di
Alphys, aveva
un non so che di rassicurante.
-Aspetta, quel camice da laboratorio... Credo di sapere chi sei, sei la
scienziata reale, vero?-
Il mostro dinosauro chiuse la bocca semiaperta con estrema lentezza, un
po' come se fosse sotto effetto di ipnosi, dopodiché
deglutì in modo pacato. Le ci volle qualche
attimo prima di riuscire a spiccicare parola.
-S-sì...-
-Tanto piacere, io sono Undyne. Sono a capo delle guardie reali!- disse
l'ultima parte fieramente, la mano sinistra stretta a pugno e
un sorriso
smagliante che mostrava tutti i suoi denti acuminati.
Ogni mostro era a conoscenza dell'esistenza delle guardie reali
ovviamente, e
Alphys non era da meno. Ma era da molto, molto tempo che la scienziata
si era praticamente isolata da tutti dentro il suo laboratorio
stazionato a Hotland, una delle macro-aree del Sottosuolo.
Una volta, pur se in rare occasioni, era solita andare a trovare le sue
due vecchie amiche ed ex vicine di casa Catty e Bratty, o anche
passeggiare intorno alla regione arida insieme al robot Mettaton. Ormai
usciva da quelle quattro mura color limone soltanto per raggiungere la
discarica di Waterfall, la vastissima zona paludosa che le dava rifugio
da diverse settimane, altresì detta "Cascate"; per
questo motivo non aveva la
benché minima idea di chi avesse effettivamente ottenuto lo status di capitano delle
guardie, né tantomeno quale fosse il suo nome.
-E tu, come ti chiami? ...Accidenti, dovrei ricordarmelo, sei una
figura
importante per tutti i mostri del Sottosuolo, ma in questo momento
giuro che ho
un vuoto!- affermò Undyne inarcando le
sopracciglia,
generando così un'espressione
amareggiata. Anche avendo un solo occhio in vista, la guerriera
riusciva a
far trasparire perfettamente le sue emozioni, grazie inoltre al
linguaggio del
corpo.
Ma sarà stata abbastanza convincente...?
-M-mi chiamo... Alphys... Oh, e... s-scusa se balbetto in
continuazione,
è p-più
forte di me... Chissà che n-noia tutto il mio discorso d-di
prima...- ammise
Alphys dopo un profondo respiro.
L'acqua lambiva ancora i suoi piedi,
la
corrente incessante continuava a trasportare detriti, e il vento le
sbatteva in
faccia nuove parole.
Spazzatura. Ti chiami Spazzatura. Sei solo...
No. Stai zitto. Non ti voglio più sentire.
Il ronzio all'orecchio si spense.
Ora sentiva chiaramente le sporadiche
vocine
che emettevano i Fiori dell'Eco, lo scrosciare dell'acqua intorno a
lei, la sua
ANIMA che batteva forte dentro la gabbia toracica intrisa di
magia...
-Nah, te l'ho detto, nessun disturbo. Non ci ho nemmeno badato al tuo
difetto
di pronuncia. E poi, nessuno è perfetto. Sono praticamente
senza occhio
sinistro, sai...-
Undyne indicò la benda con le dita, e in quel momento Alphys
notò che le sue mani
erano leggermente palmate. Ovvio, le scaglie, le pinne... si trattava
di
un
mostro pesce.
Fino a qualche minuto fa non si osava a guardarla in
viso, ora
invece non riusciva a distogliere lo sguardo da lei. Era di sicuro un
mostro
singolare... Probabilmente aveva capito le sue intenzioni e, senza
nemmeno
conoscerla, l'aveva trattata con gentilezza e un tatto incredibile.
Si accorse solo dopo che Undyne le aveva appena rivolto la parola e lei
non
l'aveva sentita, troppo presa dai suoi pensieri.
-O-oh... Cosa...?- sputò la scienziata, mentre sentiva le
sue
guance andare a
fuoco per l'imbarazzo.
-Dicevo, sarebbe meglio se ci avvicinassimo alle travi di
legno al centro
della grotta.-
-Ah, c-certo...-
La leader delle guardie aspettò che Alphys si muovesse
lontano dall'abisso
prima di incamminarsi anche lei verso le travi che formavano la
passerella
centrale della caverna. Una volta arrivate, Undyne si rivolse di nuovo
verso la scienziata, ma non parlò. Si limitò ad
osservarla meditabonda, attirando così l'attenzione del
mostro giallo.
Quest'ultima fece oscillare la coda tozza con un pizzico di nervosismo,
ed esitò. Eppure, non avvertì neanche per un
secondo la necessità di rompere il contatto visivo che si
era creato tra loro due.
In quella zona della discarica il vento era più lieve, ma la
chioma di capelli di Undyne occasionalmente veniva ancora spinta dai
dolci sbuffi d'aria. E ormai quel delicato
venticello non era
più malevolo per Alphys. Sentiva solo il freddo arrivarle
fino alle squame; il
suo camice non era affatto idoneo a quel tipo di temperatura.
-Scusami... q-quindi sei senza occhio sinistro? L'hai perso i-in
battaglia?-
chiese Alphys timidamente. Forse si era spinta troppo in là,
sforzandosi di suonare amichevole?
...Ma l'altra sorrise di nuovo, le si vedevano tutti i denti
giallognoli e
aveva
un aspetto buffo e solare. Il mostro dinosauro non la trovò
inquietante nemmeno
un po'.
-Ah! Solo un classico trofeo di guerra.- fece una pausa, poi
continuò: -Ehy, mi
aiuteresti? Ero qui in cerca di una bella spada. Certe volte nella
discarica si
trova roba interessante per una guerriera come me!-
Mostrò
un ghigno di
soddisfazione. Ci teneva molto al suo ruolo di guerriera, a quanto pare.
-P-possiamo guardare, sì.-
Alphys si avvicinò al mucchio di immondizia alla sua destra.
Mentre cercava con
lo sguardo il luccichio di qualche possibile arma da utilizzare in uno
scontro, sentì
Undyne iniziare già a rovistare nel
cumulo di rifiuti dell'angolo opposto.
Si guardò le manine
gialle per qualche istante; in realtà era abituata a cercare
lì
in mezzo quelli che lei reputava degli scarti preziosi, ma avrebbe
voluto
non sporcarsele. Poi si ricordò che in ogni caso aveva i
bordi del camice
bagnati d'acqua semi-stagnante, per cui ormai l'igiene non era
più così
importante. Quello, d'altronde, era l'unico posto poco pulito di tutta
Waterfall.
Si sarebbe potuta lavare in un secondo momento, grazie ai numerosi
fiumiciattoli
cristallini che
riempivano la regione delle cascate.
Immerse quindi le mani in
quell'ammasso di
cianfrusaglie e cominciò a scandagliarne il contenuto.
Bottiglie, cuscini,
sacchettini, peluche sporchi,
cibo di vario genere mezzo mangiucchiato, utensili di ferro ammaccati,
plastica colorata...
Non erano solo rifiuti dei mostri. Molti di essi arrivavano dal mondo
degli umani, sopra le loro teste.
Vediamo, una spada, un-...
Si fermò di colpo. Aveva appena intravisto un
qualcosa di brillante sotto
ai suoi piccoli artigli. Scavicchiò dunque in mezzo alla
spazzatura
finché non riuscì
a estrarre l'oggetto.
Non era affatto un'arma, ma la custodia di una
VHS. Dopo una rapida sbirciatina lesse
il titolo sulla copertina glitterata, e le scappò uno
squittio.
Era il
film di un anime.
L'unico della lista che le mancava di quella serie.
-Alphys, sei stata tu a fare quel verso? Hai trovato qualcosa?-
La scienziata trasalì e si girò di scatto. Undyne
era vicinissima a lei, il suo
unico occhio che brillava nella penombra.
Il mostro più basso si
sistemò gli
occhiali rotondi che le erano quasi scivolati dal muso, mentre con
l'altra mano
tentava di nascondere la custodia dietro la schiena.
-I-io, io n-non...- balbettò, l'ANIMA in gola.
-Stai... nascondendo qualcosa, riesco a vederlo.-
Alphys la fissò nella pupilla verticale, che era circondata
da una sclera dorata ancora luminescente. Il mostro
pesce aveva
semplicemente l'aria
sorpresa, nel suo volto non v'era traccia di cattiveria.
Deglutì
rumorosamente e prese
coraggio; spostò il braccio nascosto davanti a lei,
e porse l'oggetto di plastica
ad Undyne.
-E-ecco, questo è u-...-
-WOW, che FORZA, queste tipe nella copertina hanno delle bacchette
MAGICHE??- la
guerriera sembrava sul punto di scoppiare. -Aspetta, sono esseri umani?
È un
film?-
L'altra la guardò attonita. Le sembrava di vedere se stessa
che si eccitava per
queste piccole cose, quando non riusciva a stare ferma davanti al suo
anime
preferito, quando si commuoveva per via di una scena della
trasposizione
manga...
Aspetta... piccole cose? Piccole... Bassa... No!!
-V-vedi, sono filmati storici degli umani, o-ovviamente sono
uhh disegnati,
perché s-sono stati fatti per insegnare l-la storia come
materia ai
piccoli umani c-che
vanno a scuola. Ci sono a-anche... le versioni cartacee, t-tipo libri
con le
illustrazioni... libri d-di storia con le illustrazioni!-
Da un lato non poteva credere alla bugia che aveva appena sparato,
tuttavia
non
voleva nemmeno sembrare una sciocca agli occhi, anzi, all'occhio di
Undyne,
proprio lei che era a capo delle guardie reali ed era conosciuta per la
sua
forza e la sua lealtà. Proprio al mostro con cui aveva
parlato di più
negli ultimi mesi...
-NGAHHH, e per caso li stai studiando?! Mi piacerebbe vederli e
leggerli!
Potrei sempre imparare nuove mosse e strategie da questa roba qui!-
Undyne stava facendo delle piccole piroette con la videocassetta
variopinta tra le
mani
palmate.
Il suo entusiasmo contagiò Alphys, e finalmente
la scienziata riuscì a sorridere, il
suo primo sorriso dopo chissà quanto tempo.
-Beh, s-sì, nel mio laboratorio sono p-praticamente
stracolma di
racconti storici
degli umani.-
Quella si ricompose e la guardò con
l'intensità di qualche
minuto prima, ma l'occhio destro trasudava ancora allegria.
-Non è che potrei... farti visita al tuo laboratorio per...-
Undyne esitò giusto un attimo. Non voleva sembrare
indiscreta.
-O-oh!-
E come da rito, portò per riflesso le mani tremolanti
davanti al petto,
cominciando quindi a stuzzicare con le dita l'unico bottone del camice.
-Va b-benissimo. Quando c-ci possiamo vedere?-
Il viso della guerriera si illuminò.
-Uhm... facciamo per dopodomani? Dopo il programma culinario di
Mettaton? Ti posso aspettare appena prima dell'entrata per Hotland.-
-P-perfetto, dopodomani.-
Undyne riconsegnò la custodia al mostro dinosauro.
Quest'ultima
sorrise di nuovo, cercando comunque di contenere la sua
felicità
nell'aver trovato quel film rarissimo.
-Ci... ci v-vediamo, Undyne.-
No, non era solo quello. Alphys quel giorno aveva trovato una nuova
amica.
-Ciao, Alphys.-
Così si incamminò verso l'uscita ad est della
caverna,
prima in modo incerto, poi sempre più convinta,
finché
non le sembrò quasi di poter volare con i suoi goffi
piedini.
Riusciva a sentire ancora le voci registrate nei Fiori dell'Eco,
sembrava formassero un coro rilassante. Lo sciabordio dell'acqua sotto
di lei erano gli acuti, il venticello leggero che spirava tutt'attorno
i bassi della musica. Le
finte stelle che brillavano a intermittenza sul soffitto lontano
andavano a ritmo con la canzone...
E Undyne restò per più di un'ora lì da
sola nella
discarica, attenta a ogni rumore che proveniva dall'entrata della
grotta. Voleva essere certa che la scienziata non tornasse
più.
Non con intenzioni suicide, almeno.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
"I mean, isn't real life already the greatest fanfiction of all?" cit. Alphys, Undertale.
Hai ragionissima piccola, ma capisci che se ti adoro e ho l'ispirazione non posso non scrivere una FF dedicata a te e Undyne. Perdonami, non ho resistito xD
Cooomunque sì, eccomi con una fanfiction a più capitoli riguardante questa coppia deliziosa. Lo so, l'incontro a Waterfall è stato trattato da millemila fan, ma dovevo assolutamente partire da qui. I prossimi capitoli saranno una mia interpretazione di come si è evoluto il loro rapporto, prima degli eventi di Undertale (Frisk che cade nel Sottosuolo). Sarà divertente costruire delle intere storie basate su una manciata di dialoghi di gioco. Posso solo augurarvi buon viaggio in mezzo a questo mare di tenerezza, sempre che vogliate leggere ancora. Una recensione è sempre gradita inoltre <3
See ya!