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Autore: Their_voices    20/01/2019    0 recensioni
"Ma guardati cazzo, sei una gran bella gnocca! Perché mai dovresti pensare di non esserlo? Devi smetterla di sottovalutati - sospirò - Joe, la metà dei ragazzi della scuola ti scopa con gli occhi!"
"Bianca!" abbozzai una risata e mi sedetti sul banco.
"Cosa c'è? Lo faccio anch'io!" ammiccò nella mia direzione.
_
Numero sconosciuto: Hei
Chi sei?
Numero sconosciuto: Ho trovato il tuo numero inciso su un banco dell'aula C e ho pensato di scriverti, chiunque tu sia.
"Bianca?" Richiamai l'attenzione della mia migliore amica che si girò lentamente nella mia direzione abbozzando un piccolo sorrisetto preoccupato. "Giuro Joe, lo faccio per il tuo bene! Hai bisogno di fare nuove amicizie, nuovi incontri. Ti vedo così male ogni giorno da quando..."
"Non parlarmi." Presi la mia roba e andai via. Sapevo che lo stava facendo per il mio bene. Ma non ero pronta.
STORIA PRESENTE ANCHE SU WATTPAD: https://www.wattpad.com/story/170451170-strangers-l-h
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nuovo messaggio
Will: Come stai?

Forte il fatto che la stessa persona che mi aveva fatto del male, ora si preoccupava per me. Ignorai il messaggio per l'ennesima volta e mi girai dall'altra parte coprendomi fin sopra con le coperte. 
Avevo sempre amato l'inverno, ma quella notte era terribilmente fredda e la pioggia batteva alla finestra talmente forte che avrebbe potuto rompere il vetro. 
Mi sentivo così sola in quel momento.
Una nuova notifica mi fece sobbalzare dal letto. Erano giorni, se non settimane, che continuavo a ripetermi che di lui non importava più niente, ma in realtà lo dicevo più agli altri che a me stessa. 
Mi lasciai trascinare dalla tentazione e riafferrai il telefono.

Will: so che non vuoi vedermi, ma ho bisogno di parlarti. Ti aspetto domattina alle 9 al Nacy's bar. Capirò se non vorrai venire.

Il giorno seguente

"Hai bisogno di dirgli quanto faccia schifo per andare avanti" disse mia madre quella mattina.
Ed è risaputo che le mamme hanno sempre ragione. Entrai nel bar dieci minuti prima dell'appuntamento e lo vidi lì, al nostro solito posto - vicino ai bagni - con una tazza di tè calda. Mi vide subito e notai dal suo sguardo che era felice di vedermi. Io non lo ero, per niente. Continuai a fissarlo mentre avanzavo verso il suo tavolo. Mi rendeva vulnerabile, ma non vedevo l'ora di dirgli tutto quello che avevo ripetuto davanti allo specchio migliaia di volte, ogni tanto facendomi sfuggire qualche insulto poco carino. Ma ero una ragazza troppo sofisticata per dire le parolacce. 
"Merda!" esclamai. Ero appena andata a sbattere contro una cameriera che, evidentemente grazie alla sua esperienza, era riuscita a non far cadere il vassoio per terra. Peccato però, che non fosse riuscita ad evitare che tutto le si rovesciasse addosso. Mi sentii terribilmente in colpa.
"Oh mamma, mi scusi, ero distratta e ... non volevo!" dissi immediatamente.
"Non si preoccupi - disse con un sorrisetto, reprimendo, di sicuro, la voglia di uccidermi - vada pure al suo tavolo. Vengo subito a prendere il suo ordine." 
"Già, forse è meglio che io vada a sedermi." 
Avrei voluto sbattere la testa contro al muro almeno un centinaio di volte, ma sarebbe stato un altro spettacolo per tutta questa gente che ormai mi fissava divertita. 
Avanzai verso il tavolo e timidamente mi sedetti sotto il suo sguardo scrutatore. 
Per fortuna Will non disse nulla riguardo a quello che era appena successo, ma dalla sua espressione ero sicura che si stava trattenendo per non ridere. Sapeva quanto fossi imbranata. Dopo qualche secondo, che sembravano una eternità, decise finalmente di parlare.    
"Sono contento che tu sia qui - disse guardando la sua tazza - scusami se ho già preso da bere, ma ero certo che non saresti venuta e invece...-"
"Piantala" lo misi a tacere "non sono qui per ascoltare le merdate che hai da dirmi. Sono qui per dirti che non voglio che tu mi scriva ancora e se mi vedi per strada, in qualsiasi luogo, ti prego non rivolgermi lo sguardo. Ieri mi hai chiesto come stessi. Sai come mi sento? Come se avessi perso tre anni della mia vita con un coglione come te. Grazie per tutte le pese per il culo, ma io ora sto benissimo senza te."
Stavo per andarmene, ma lui ebbe anche il coraggio di afferrarmi delicatamente e farmi risedere. 
Il suo tocco mi rendeva paralizzata e mi sentivo così fragile.
"Ti chiedo solo due minuti." 

________

N/A: 
salve mondo, spero che questo prologo vi sia piaciuto. 
Nella storia inserirò molti aspetti della mia vita che voglio raccontarvi attraverso le esperienze positive/negative di Joe e dei suoi amici. Vorrei lavorare tanto su questa storia, sperando che non se esca una merdina💩.
Fatemi sapere cosa ne pensate, aggiornerò 3-4 volte a settimana per ora! 
Alla prossima, lots of love🖤
Vi ricordo che potete trovare questa storia anche su Wattpad al seguente link:

https://www.wattpad.com/666524795-strangers-l-h-prologo
  
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