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Autore: fearlesslouis    25/01/2019    0 recensioni
In cui Harry non capisce niente di francese ed ha un debole per gli occhi di Louis.
Louis invece il francese lo parla, e pensa che Harry sia bellissimo.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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"Le seul véritable voyage, le seul bain de Jouvence, ce ne serait pas d'aller vers de nouveaux paysages, mais d'avoir d'autres yeux."

 

Harry sbuffa leggermente, la penna tra i denti e la mano destra che circonda la tazza di caffè bollente posta accanto al libro. Contempla per qualche secondo la possibilità di versare il liquido sulle pagine piene di frasi che non riesce a comprendere, ma la accantona subito dopo. Deve assolutamente imparare il francese in modo quantomeno decente, e Liam gli ha detto che il metodo migliore per apprendere una lingua è leggerla. Harry avrebbe di gran lunga preferito fare un viaggio di qualche mese a Parigi, ma è praticamente ad un passo dalla povertà, quindi deve accontentarsi di leggere Marcel Proust e sottolineare con la matita rossa ciò che non capisce. Il che significa che quel libro è diventato un campo minato. Harry fa davvero schifo col francese. E si chiede perché diavolo non abbia accettato l'offerta di Barbara, due anni fa, e non sia rimasto a lavorare in quella piccola panetteria di Holmes Chapel. Fare l'università è sopravvalutato.

Il campanello sopra la porta suona annunciando l'arrivo di qualche altro cliente, ma Harry si accorge di chi esattamente sia entrato solo quando i due ragazzi si siedono al suo fianco, sugli sgabelli che fronteggiano il bancone del bar.

Li vede ogni mattina. C'è quel ragazzo biondo con l'apparecchio ai denti e le labbra sempre piegate in un sorriso, e poi c'è Louis. Sa come si chiama perché Mary, la proprietaria del posto, lo saluta sempre usando il suo nome. Sembra abbia un debole per quegli occhi luminosi e il modo in cui si chiudono quasi completamente quando ride. Harry non può proprio biasimarla.

Louis è bello e parla francese. Il suo accento è perfetto, quindi Harry pensa che sia bilingue, ma non ne ha la certezza. Il fatto è che Louis è davvero tanto bello, e lui lo saluta ogni mattina, ma non riesce mai a sostenere il suo sguardo per più di due secondi contati. Ha gli occhi blu, Louis, e ti guarda come se prestasse attenzione ad ogni singola cosa che dici. Anche ad un semplice "buongiorno".

-Ciao, riccio- lo sente dire con voce sottile, mentre prende posto sul solito sgabello.

A dividerli c'è Niall, che lo saluta con un sorriso e poi fa il suo ordine usuale. Louis prende sempre un tea caldo con un po' di latte e senza zucchero, e un biscotto con le gocce di cioccolato.

-Buongiorno- risponde, imbarazzato e con un po' di ritardo, per poi riprendere a leggere il suo libro.

-Comment tu pense qu'il s'appelle?-¹ domanda Louis ad un certo punto, proprio mentre Harry è in procinto di sottolineare l'ennesima frase a lui incomprensibile. È frustrante non capire ciò che Louis dice, ed è frustrante che questo accada ogni mattina. Ma è bello quando parla il francese. È sempre bello, pensa Harry.

-Je ne sais pas, demandez-lui.-²

La pronuncia del biondo gli sembra più incerta, le nasali non sono propriamente nasali e la lettera 'r' non è neanche lontanamente simile a quella di Louis. Harry non pensa di poter giudicare, comunque.

-Je ne pense pas qu'il veuille me parler-³ sospira Louis a quel punto, gli occhi bassi sul tea ancora troppo caldo.

Harry non capisce cosa stia dicendo, ma vorrebbe sporgersi e passare un dito sulla ruga che si è formato tra le sopracciglia aggrottate. Un viso del genere non dovrebbe mai essere triste.

Niall ridacchia e scuote la testa. -Non ne sarei così sicuro, amico- dice, tornando finalmente a parlare in inglese.

Uno sbuffo frustrato lascia le labbra di Louis, prima che prenda un morso del suo biscotto.

-Il est tellement beau-⁴ borbotta, gli occhi blu puntati sul movimento che compie la sua mano mentre gira lentamente il tea.

Harry continua a fare schifo col francese, ma non così tanto da non capire ciò che Louis ha appena detto. È frustrante non sapere a chi si riferisca, ancor più frustrante del fatto che quasi ogni parola di quel maledetto libro è ormai sottolineata con la matita rossa. 

Sarà forse il ragazzo che fa i caffè, quello che gli sorride sempre a trentadue denti quando lo vede entrare? O il biondino seduto vicino alla finestra che a volte offre il tea a lui e al suo amico con l'apparecchio? O ancora, magari è il ragazzo moro con cui l'ha visto arrivare una volta, quello con i tatuaggi e la giacca di pelle.

Harry sospira tristemente, prima di tornare a concentrarsi su Marcel Proust.

Gli occhi blu di Louis sono su di lui, ma non se ne accorge.

 

***

 

Qualche giorno dopo, Harry è intento ad imparare un po' di vocaboli dal libro che gli ha prestato sua cugina —che per la cronaca, frequenta ancora la scuola media—, quando qualcuno si siede al suo fianco e gli picchietta la spalla con un dito.

-Bonjour!-

Louis indossa un cappello grigio che lascia scoperta la frangia disordinata, ha gli occhi più blu che mai e sembra non tagli la barba da un po' di giorni.

Harry si rende conto di dover rispondere al suo saluto con qualche secondo di ritardo, ma alla fine sorride e pronuncia un timido -Buongiorno-.

Louis lo scruta con aria ridente, il volto appoggiato sulla mano destra e un sorriso divertito a piegargli le labbra.

-Il tuo amico oggi non viene?- domanda Harry a quel punto, inumidendosi il labbro inferiore con la lingua.

Louis segue il gesto con gli occhi, poi torna a guardarlo e sospira. -No, è rimasto a letto sommerso dai fazzoletti.-

Il riccio non ha neanche il tempo di tirare fuori una qualche frase di convenienza, un 'oh poverino, mi dispiace' a caso, che Louis torna a parlare francese.

-Tu ne comprends pas ce que je dis, n'est-ce pas?-⁵

È una domanda, Harry ne è abbastanza certo. Ed è anche abbastanza certo di non aver mai udito voce più bella, delicata ed eterea di quella che ha Louis quando parla in francese. Il problema è che, in quei casi, la stragrande maggioranza delle volte non riesce a capirlo.

-Cosa?- chiede infatti, le sopracciglia aggrottate e tra le mani una tazza di tea ormai fredda a contatto con la pelle.

Louis ridacchia e si gratta il naso con l'indice.

-Comment tu t'appelle?-⁶ riprova.

Okay, pensa Harry, questa è facile.

-Je m'appelle Harry- risponde quindi.

L'altro distende le labbra in un sorriso dolce, gli occhi quasi completamente socchiusi e delle adorabili rughette d'espressione a circondarli. Harry si chiede per un secondo perché Louis continui a parlargli in una lingua che lui evidentemente non comprende, ma non se ne lamenta. Quella 'r' moscia è probabilmente il suono più bello che abbia mai avuto il piacere di ascoltare.

-Tu es très beau, Harrí-⁷ afferma, prima di lanciargli un ultimo sorriso ed uscire dal bar.

 

***

 

Passa una settimana prima che Harry lo riveda. Il bar è quasi vuoto quella mattina, e quando il riccio arriva Louis è già seduto al suo posto. Il biondino che di solito lo accompagna, invece, non c'è. 

Louis indossa di nuovo il suo cappello grigio, ma da quella prospettiva sembra aver tagliato la barba. Ha una felpa bianca un po' troppo larga e usa le maniche per coprirsi le dita, mentre le porta ad avvolgere la sua tazza di tea.

Harry si decide ad entrare solo quando Louis ha già finito di mangiare il solito biscotto con le gocce di cioccolato, e il campanello che annuncia il suo arrivo non desta l'attenzione di nessuno. Il ragazzo è ancora intento a soffiare sul liquido bollente, quando Harry lo raggiunge e si siede al suo fianco.

-Bonjour- lo saluta quindi, il tono di voce leggermente basso e timido.

La sua pronuncia fa schifo, ma a Louis sembra non importare. Sorride, infatti, mentre lo guarda togliersi la giacca e posarla sullo schienale dello sgabello.

-Buongiorno a te- risponde dopo un paio di secondi, prima di prendere un sorso del suo tea. Poggia la tazza sul bancone, poi, incrocia le braccia e schiocca le labbra, l'aria quasi giocosa. -È l'unica cosa che sai dire in francese, vero?-

Harry ridacchia e scuote la testa. -So dire un altro paio di cose, in realtà.-

Le sopracciglia di Louis si alzano in un'espressione fintamente stupita. -Mostrami cosa sai fare, allora.-

-Beh, so dire come mi chiamo, e quello già te l'ho mostrato- afferma il riccio, le fossette a bucargli le guance e gli occhi fermamente puntati in quelli blu dell'altro. Poggia il volto sulla mano, poi, il tono di voce che si abbassa leggermente. -E so dire anche che tu es très beau aussi, Louí.-⁸

Si sente arrossire fino alle punte dei capelli, ma non smette di guardarlo neanche per un attimo. Louis ha la sorpresa dipinta negli occhi e le labbra leggermente socchiuse. Ridacchia in modo quasi isterico e porta la mano destra a grattarsi la nuca in un gesto nervoso.

-Ero convinto che non l'avresti capito- soffia poi.

Harry sorride. -L'avevo immaginato, sì- borbotta -E ti ho sentito dirlo anche un altro paio di volte mentre parlavi con il tuo amico, ma non riuscivo a capire a chi ti riferissi.-

Louis si spalma una mano contro il volto e sbuffa, le guance ancora rosse per l'imbarazzo ma le labbra piegate in un sorriso. -In mia discolpa posso dire che sembri davvero imbranato col francese.-

-Sono talmente imbranato e disperato che sto leggendo un libro da settimane per cercare di capirci qualcosa in più- ammette sconsolato. -Il mio amico Liam dice che leggere aiuta, ma sto cominciando ad avere qualche dubbio al riguardo.-

Louis stringe le labbra in un'espressione comprensiva, prima di riprendere parola. -Potrei aiutarti io, se vuoi- propone esitante.

Harry trattiene il fiato, perché ha messo gli occhi su quel ragazzo sin dal primo istante in cui l'ha visto, ormai qualche mese fa, e non ha mai avuto il coraggio di andare oltre un semplice "buongiorno" o qualche altra parola di cortesia. 

-Sì- risponde quindi, annuendo in modo quasi frenetico. -Sì, mi piacerebbe tanto.-

Louis sorride radioso, ed Harry pensa che un sorriso del genere sarebbe in grado di illuminare anche il cielo grigio di Londra. Si alza, poi, e lascia una banconota sul ripiano. -Devo scappare perché ho una lezione tra poco, ma non hai ancora preso il tuo tea, quindi te lo offro io- sentenzia frettoloso, con un tono di voce che non lascia spazio a proteste. Harry cerca di non soffermarsi sul fatto che Louis conosca il suo ordine, perché sarebbe troppo anche per lui.

Lo guarda infilarsi la giacca, lanciare un'occhiata all'orologio e voltarsi un'ultima volta nella sua direzione.

-Je suis impatient de te revoir, Harrí.-⁹

Harry sospira esasperato. -Non mi dirai mai cosa significa ciò che hai appena detto, vero?-

Louis ridacchia e comincia ad avviarsi verso la porta del bar. -Sono un bravo insegnante, tra qualche tempo saprai tradurlo da solo.-

Il campanello appeso sopra la porta suona quando Louis la varca, ed Harry lo guarda immergersi nel freddo di Londra, infilare le mani nelle tasche e nascondersi dietro il collo alto della giacca. 

Chi l'avrebbe mai detto, pensa mentre Louis scompare dietro l'angolo dall'altra parte della strada... chi l'avrebbe mai detto che il francese sarebbe stato così d'aiuto.

 

 

 

 

 

¹- Come pensi che si chiami?

²- Non lo so, domandaglielo.

³- Non penso che voglia parlarmi.

⁴- È talmente bello.

⁵- Non capisci quello che dico, vero?

⁶- Come ti chiami?

⁷- Sei molto bello, Harry.

⁸- Anche tu sei molto bello, Louis.

⁹- Sono impaziente di rivederti, Harry.

   
 
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