Film > Captain America
Segui la storia  |       
Autore: Dida77    03/02/2019    2 recensioni
"Doveva portare il corpo di Bucky via di lì. Si era ripromesso di portarlo a casa con sé e lo avrebbe fatto."
Post Captain America: The Winter Soldier
Personaggi: Steve, Bucky, Natasha, un po' tutti.
La storia è stata scritta come regalo di compleanno per Rossella, splendida l'amministratrice del gruppo "Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart".
Un grazie infinito a Enid che ha betato questa storia rendendola mooooolto migliore. Se vi piace, è sicuramente anche merito suo.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Si svegliarono circa dieci ore dopo. Avevano riposato tranquillamente. La febbre di Bucky era scomparsa quasi del tutto e anche i profondi segni sotto gli occhi avevano iniziato ad andarsene, dandogli un aspetto un po’ meno cadaverico.

Ma non fu un risveglio tranquillo. Malgrado la telefonata della sera prima, non appena aperti gli occhi la preoccupazione su ciò che avrebbe fatto lo S.H.I.E.L.D. una volta avuto in mano il fascicolo si impadronì di loro. Era iniziata un’altra giornata di attesa. Una giornata in cui non potevano far altro che aspettare una telefonata da cui sarebbe dipeso il loro futuro. Aspettare senza poter far niente… come se fosse stato facile.

Ordinarono di nuovo la colazione, ma mangiarono entrambi silenziosi, persi di nuovo nei propri pensieri. Adesso che sembravano così vicini ad una soluzione, non se la sentivano di materializzare i propri sogni, le proprie speranze, parlandone a voce alta. Entrambi preferivano tacere.
Avevano voglia di fare progetti per il futuro, adesso che sembrava essere a portata di mano, ma temevano che qualcosa potesse andare storto. Lo S.H.I.E.L.D. poteva giudicare il fascicolo non attendibile, oppure poteva giudicarlo attendibile ma le informazioni contenute potevano non essere sufficienti per scagionare Bucky. Un sacco di cose potevano andare ancora storte.

Quindi aspettavano. In quella camera di albergo dall'aria viziata che iniziava a farsi troppo stretta dopo tutti quei giorni. L'idea di non avere un piano di riserva rendeva entrambi nervosi, soprattutto Bucky che negli ultimi settanta anni si era abituato a pianificare tutto nei minimi dettagli.

“Cosa facciamo se qualcosa va storto?” Chiese alla fine, dando voce alla domanda che assillava entrambi.

“Aspettiamo che tu sia in grado di muoverti e poi ce ne andiamo. È ovvio… Poi il decidere dove andare e come è tutto un altro problema. Ho un po’ di contanti con me. Dovrebbero bastare per qualche mese.”

“Ne troveremo altri, se serve.” Rispose Bucky con un sorriso tirato. “Sono diventato bravo ad arrangiarmi.” Poi continuò, incapace di fermarsi. “Non è una vita semplice Steve. Sei sicuro? Puoi sempre tornare indietro. Ti faranno passare qualche brutto momento, ma non ti faranno grossi problemi…”

Steve si avvicinò al letto e gli mise una mano sul braccio destro. “Ho preso la mia decisione quando sono venuto a cercarti, Bucky. Adesso che siamo insieme, non posso lasciarti andare di nuovo… ma non servirà, ti dico che andrà bene.”

Bucky annuì, ma adesso che iniziava a sentirsi meglio, lo stare lì fermo ad aspettare lo distruggeva dentro. Nessuno dei due era fatto per quell'attesa forzata. Poi finalmente, circa quattordici ore dopo l'ultima telefonata, il telefono squillò di nuovo.

“È Fury. Il capo dello S.H.I.E.L.D.” Disse Steve dopo aver dato un'occhiata allo schermo del cellulare.

“Come mai sta chiamando lui?”

“Non lo so.” Rispose Steve e avviò la comunicazione in vivavoce. “Pronto?” Disse titubante.

“Pronto Capitano Rogers?”

“Colonnello Fury.”

“Capitano, ha idea di quante regole abbia infranto negli ultimi otto giorni? Chiese con il tipico tono severo. Senza attendere risposta continuò. “Ma d'altra parte non c’è da meravigliarsi, non è la prima volta che mette la vita del Sergente Barnes davanti a tutto.”

Steve sorrise, ricordando per un attimo il primo salvataggio di Bucky oltre le linee nemiche, con l'aiuto di Peggy e Howard. Anche allora non pensò troppo alle conseguenze delle sue azioni. Anche allora la vita di Bucky davanti a tutto.

Fury continuò, portandolo alla realtà. “Il sergente Barnes è lì con lei in vivavoce, vero? Devo parlare con lui.”

Bucky non sapeva se fidarsi di quella voce autoritaria, udita adesso per la prima volta. Ma il coraggio non gli era mai mancato, non gli sarebbe mancato proprio adesso.
“Sergente James Buchanan Barnes, matricola 32557038, al rapporto.”

“Sergente,” Continuò Fury con tono impercettibilmente più morbido, “ho letto il fascicolo che ha sottratto all'Hydra. Lo abbiamo analizzato e lo abbiamo giudicato attendibile al cento per cento. Devo ringraziarla per avercelo procurato, contiene informazioni preziosissime.” Fury si fermò un attimo, come a pesare attentamente le parole che stava per dire. “Ciò che ha subito in questi settanta anni è aldilà di ogni immaginazione. Sono impressionato del fatto che sia riuscito a liberarsi da solo da un tale condizionamento psicologico. So che è ferito. Ovviamente le forniremo tutte le cure fisiche e psicologiche necessarie per riprendersi completamente. Una volta ristabilito saremmo lieti di averla tra le nostre fila.”
Bucky guardò incredulo Steve. Non credeva a ciò che aveva appena sentito.

“Avete letto ciò che ho fatto in questi anni? Tutti… tutti gli omicidi che ho compiuto?”

“Non la reputiamo in alcun modo responsabile di tali azioni Sergente Barnes. Nessuno potrebbe, dopo aver letto il suo fascicolo. Se mi permette, non dovrebbe farlo nemmeno lei. Spero che penserà seriamente alla mia offerta e conto sul fatto che il Capitano Rogers perorerà la nostra causa.”

“Non sono certo di aver capito, signore. Sta parlando di tornare a combattere a fianco di Steve? Di combattere di nuovo a fianco di Captain America, signore?” Chiese Bucky.

“È proprio ciò di cui sto parlando Sergente. Conto sul fatto che ci farà sapere quanto prima se è interessato alla nostra offerta.”

Si guardarono negli occhi, senza dire una parola. Non servì altro. Non c'era nessuna decisione da prendere.

“Accetto Colonnello. Accetto con piacere.”

“Benissimo Sergente, benvenuto nello S.H.I.E.L.D. allora. Le faccio preparare subito un appartamento.”

“Non importa Colonnello, il Sergente Barnes abiterà con me.” Rispose Steve intromettendosi nella conversazione.

“Capisco, fino a quando non si sarà ripreso… Io parlavo per quando si sarà ristabilito.”

“Abiterà con me anche quando si sarà ristabilito. Spero che per lei non sia un problema Colonnello.”

“Nessun problema Capitano. Allora fatemi sapere se avrete bisogno di un appartamento più grande.”

“Ci conti signore.” Rispose Steve. “E… grazie, signore.”

“Sono io che devo ringraziare voi. Il quinjet sarà sul tetto dell'albergo in sei ore con una squadra di paramedici a bordo.” Poi riprese il tono formale di sempre. “Date le circostanze vi concedo tre giorni per stilare un rapporto completo sull'accaduto.” Disse chiudendo poi la conversazione.

Il silenzio cadde nella stanza. Nessuno dei due disse niente, né fece qualcosa di eclatante. Nessun gesto particolare come abbracciarsi o baciarsi. Per quello ci sarebbe stato tempo. Adesso ne erano sicuri, per quello ci sarebbe stato tutto il tempo necessario. Lo avrebbero potuto fare con calma, al sicuro, a casa loro, nel proprio letto.

La prospettiva di poter passare il resto della loro vita insieme era un miracolo che si era avverato quando ormai aveva entrambi perso la speranza. O forse solo Bucky aveva perso la speranza. Steve era testardo, Steve aveva sempre sperato, contro tutto e contro tutti. Steve aveva sempre sperato e aveva rischiato tutto pur di ritrovarlo e di tornare insieme.
Non fecero molto in quelle sei ore di attesa. Stettero sdraiati, uno di fianco all’altro, guardandosi negli occhi e godendosi quella strana sensazione di sollievo. Fu Bucky il primo a interrompere quel silenzio confortevole.

“Possiamo prendere un gatto? Uno di quei bei gattoni grigi striati che la sera si stendono sul divano con te e ti fanno le fusa quando li accarezzi? Pensi che ci permetteranno di prenderlo? Avrei sempre voluto avere un gatto…”

“Nessuno può impedirci di prendere un gatto adesso. E sì, prenderemo un gatto se lo vuoi. Nessun problema. Lo sceglieremo insieme e tu potrai dargli il nome.”

“Davvero?” Chiese Bucky, tornato per un attimo il ragazzino degli anni ’30. “Allora lo chiameremo Colonnello Phillips.”

“Vada per Colonnello Phillips.” Rispose Steve ridendo.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Captain America / Vai alla pagina dell'autore: Dida77