Bacche sulle labbra

Quando lo raggiunse, Vargas si precipitò accanto al tavolaccio a cui lo stregone era stato incatenato, la vista del sangue e il pallore sul suo volto addormentato gli avevano fatto pensare subito il peggio.
“Stupidi negromanti non-morti! Gli avevo proibito di succhiare via la sua energia” imprecò fra sé il mago, scostando le ciocche di capelli dalla fronte di Callisto, per controllare che fosse ancora tra i vivi.
“Stai bene Callisto? Rispondi!” Il mezzelfo lo scosse finché non udì un grugnito sommesso.
“Starei meglio se tu mi liberassi... non ero venuto per fare questo genere di giochi...” rispose il Re Drago con voce esausta, ma senza perdere un briciolo della strafottenza tipica del suo carattere.
Vargas ci mise un po’ a capire l’allusione erotica implicita nelle parole dell’altro e una volta compresa arrossì violentemente,
“Sei un idiota!” Lo colpì il mago.
“Mi sei mancato anche tu, dolcezza...” sorrise Callisto, mentre guardava l’altro armeggiare con la propria scarsella, tirandone fuori alcune bacche di color viola scuro, quasi nero. Erano bacche curative lo stregone ne era certo, eppure era riluttante ad accettarle. Era ancora incatenato e all’oscuro del perché si trovasse lì, quindi non voleva accettare alcunché ...