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Autore: cin75    15/03/2019    4 recensioni
Ci sono ricordi buoni e ricordi che possono far male.
WARNING STAGIONE 14!!!!!!
Genere: Angst, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Sam e Castiel erano appena rientrati da quella caccia che si era rivelata così particolare. Erano nella sala tattica del bunker e attendevano il ritorno, anche di Dean e Jack.
Erano certi, e quindi preoccupati, che Jack salvandoli da Micheal nel modo in cui aveva fatto, avesse bruciato definitivamente la sua anima.
Aveva, è vero, riacquistato i suoi completi poteri da nephilm, ma a quale costo?
E cosa avrebbe comportato per loro e Jack stesso essere un essere celeste di una simile potenza che , però, non ha sentimenti o privo di alcuna empatia?
Così il maggiore dei Winchester aveva deciso di portarlo a fare un giro, fu la scusa, mentre, in realtà , l’intento era quello di portarlo da Donatello. Il profeta, benchè anche lui senz’anima, stava riuscendo a vivere una vita del tutto normale e Dean sperava che l’uomo potesse indirizzare Jack ad avere il controllo su ciò che si definiva male e ciò che era bene. Il rispetto e la cura degli umani.

Si erano poi ritrovati con gli altri due, ma poi Jack aveva chiesto a Dean altri “viaggi”, altre possibilità di “schiarirsi” le idee, anche su quello che il profeta gli aveva suggerito. E Dean, approfittando del fatto che sembrava che la coppia di agenti Sam/Castiel avesse un buon rodaggio , nonché fosse decisamente divertente, assecondò le richieste del giovane.

Di ritorno dall’ennesimo caso, Sam posò il suo borsone su una sedia e Castiel, invece, poggiò quelle delle armi poco distante dall’altro, i due, sentirono, la porta principale del bunker aprirsi.
“Ok! Sono arrivati anche loro. Vado a prendere da mangiare...sono affamato!” disse il giovane, che ancora non si era tolto nemmeno il giacchetto. Si avviò verso la scalinata a chiocciola, pronto a salutare il giovane nephilim, ad incrociare il fratello e ad uscire.
Ma ciò che si trovò davanti lo spiazzò e lo allarmò contemporaneamente.
“Jack!!” sussurrò piano, confuso.
Il tempo di resettare il cervello e poi richiamò spaventato l’angelo più anziano.
“Castiel!!”
L’angelo , in attimo gli fu accanto e si stranì anche lui alla visione del giovane protetto.
Jack sembrava assente, confuso. Quasi estraniato.
Le sue mani erano sporche di sangue così come parte della sua maglietta bianca, il giaccone e il pantalone all’altezza delle ginocchia.
“Jack? Che è successo? Che ti è successo?!” fece allarmato Castiel mentre Sam lo faceva scendere completamente e lo spingeva con attenzione verso una sedia per farlo sedere.
Jack li guardava senza rispondere. Per un attimo Castiel ebbe l’impressione che nemmeno si rendesse conto che fossero loro.
“Jack??!” lo richiamò con più forza.
“Sembra sottochoc!!” azzardò Sam.
“Li abbiamo sentiti stamattina. Sono passate poche ore. Che cosa può essere successo!?” riflettè l’angelo.
“Dean ora ci dirà cosa è successo!” fece Sam senza rendersi conto che il maggiore era ancora assente.
Ma qualcosa scattò in lui, quando , Jack, al sentir nominare Dean, aveva alzato lo sguardo, guardandolo terrorizzato.
O forse era colpa, quella che Sam vedeva?
Guardò verso l’ingresso del bunker dal quale nessuno ancora faceva il suo ingresso.
Sam , che era inginocchiato davanti al nephilim, si tirò istintivamente indietro con le spalle e il busto. “Jack?? che è successo? dov’è Dean?”
Jack si guardò le mani.
“Jack chi vi ha attaccati? Cosa vi è successo?” incalzò Castiel, mentre si accertò che quel sangue non era del ragazzo ed era solo sporco e ora in ansia anche lui per l’assenza , oramai evidente, dell’amico cacciatore. “Di chi è questo sangue?!”
Jack continuava a non rispondere, rimanendo in quel suo silenzio fatto di confusione e disagio.
A quel punto, Sam, scattò in piedi e corse verso l’uscita del bunker.
Quando arrivò all’esterno vide , con apprensione, che l’Impala non c’era. Così come non c’era Dean.
Poi, mentre continuava ad osservare lo spazio vuoto davanti a lui, prese il telefonino, intenzionato a chiamare il fratello ma in quel momento un richiamo allarmato di Castiel lo fece rientrare.
“Sam!!! Jack è svenuto…..corri!”
Il cacciatore rientrò in fretta e vide Castiel sostenere il corpo senza forze di Jack.
“Ma che diavolo sta succedendo!!???” imprecò. 

Portarono Jack nella sua stanza. Lo sistemarono sul suo letto e mentre Castiel si prendeva cura di lui, Sam chiamò Dean. O meglio tentò invano di chiamare il fratello che continuava a non rispondere al telefono.
“Castiel...ascolta!” fece rientrando nella stanza. “Io vado!”
“Vai dove?” chiese stranito l’angelo.
“Dean ha portato Jack nei dintorni di Wichita. Farò il percorso inverso. Stamattina quando ho sentito Dean , mi ha detto che erano ancora al motel ma stavano per ripartire. Che ci sarebbero volute un paio, al massimo tre ore di viaggio. Quanti motel vuoi che ci siano sul tragitto? Mi fermerò in tutti quelli che trovo e chiederò se qualcuno li ha visti. Se Jack è in queste condizioni, mi terrorizza pensare a come Dean….” ma non finì, davvero terrorizzato, dalle condizioni in cui poteva essere il fratello, date quelle in cui versava il nephilim.
“Ok!” concordò Castiel. “Ti terrò informato su Jack. Tu fa lo stesso con Dean!” volle assicurarsi.
“D’accordo!” e corse via.

Percorrere quella strada, benchè lo stesse facendo velocemente, sembrava, a Sam, comunque farlo in un tempo lunghissimo. Aveva già chiesto di Dean e Jack in due motel. Quando arrivò al terzo, che per distanza poteva andare bene, parcheggiò e andò direttamente alla reception.
“Salve!” fece l’addetto.
“Salve! Sto cercando questa persona. Credo possa aver passato la notte qui. L’ha visto?!” fece mostrando al telefonino una foto di Dean. “E’ con un ragazzo di circa 18 anni!”
“In verità non potrei dare informazioni. Sa’!! questioni di privacy!” si giustificò l’altro.
“Senta … non ho tempo per queste stronzate. Non mi costringa a tirar fuori il tesserino o a chiamare il servizio igienico nazionale e mi dica se quest’uomo è qui o meno!” fece rendendosi autoritario.
“Scu….scusi!” balbettò l’addetto che sperava in una mancia per le informazioni che doveva dare. “Lui e il ragazzino hanno preso una stanza solo per la notte. Dovevano ripartire stamattina, ma la macchina è ancora nel parcheggio sul retro.” fece indicando a Sam la strada per il parcheggio.
Sam lo seguì e vide l’Impala parcheggiata e chiusa. Le si avvicinò. Niente sangue.
“Che stanza hanno preso?!”
“A17!” rispose subito il ragazzo.
Sam corse verso la stanza, seguito dal ragazzo, comunque responsabile dello stabile e non appena giunse alla porta notò subito che su uno stipite c’erano tracce di sangue e la porta era appena socchiusa. Poggiò con timore il palmo della mano al legno della porta e spinse piano , per aprire.
Non appena la porta fu aperta, il respiro di Sam si bloccò al centro dello sterno. Gli occhi fissi su quel corpo sul pavimento, sul sangue che lo sporcava. Notò, nonostante tutto, l’assenza di un qualsiasi segno di colluttazione nella stanza. Tutto doveva essere successo all’improvviso, cogliendo di sorpresa chi c’era nella stanza.
“Oddio!!” esalò il ragazzo del motel.
“Chiami un ambulanza.” riuscì a dire restando calmo.
“Oddio!!” ripetè l’altro ancora più in confusione.
“Chiama un ambulanza!!! Adesso!!!!!” gli gridò addosso. E mentre il ragazzo scappava via per obbedire, Sam si precipitò nella stanza per raggiungere il fratello, che languiva a terra, in mezzo al suo stesso sangue.
“Dean! Dean!!!” lo chiamò allarmato. “Ehi! Ehi!….andiamo, apri gli occhi, Dean!” mentre cercava di portare cura alle ferite che vedeva sanguinare copiosamente.
Il maggiore aveva una profonda ferita all’addome. Una alla spalla sinistra, quasi all’altezza del cuore. Nessun segno di difesa.
“Dean….andiamo fratello. Apri gli occhi!!” lo esortò con la voce tremante, mentre , da lontano, si sentiva già la sirena dell’ambulanza che si avvicinava.
A quell’esortazione, il maggiore, sembrò riprendersi e anche se con fatica, cercò di mettere a fuoco la figura che vedeva al suo fianco. La voce che sentiva.
Voce familiare. Voce rassicurante. Sam. Sammy!!
Allora , fece ricorso a tutte quelle forze che sentiva ancora e aprì gli occhi e Sam era lì, con le mani sporche del suo sangue nel disperato tentativo di fermare l’emorragia. Sam era lì con lui mentre lo esortava, no!, lo implorava di resistere. Gli ripeteva che l’ambulanza stava arrivando e che anche Castiel e Jack sarebbero arrivati presto per aiutarlo.
E fu solo quando Sam nominò Jack che Dean strabuzzò gli occhi e per un attimo Sam ebbe la fastidiosa sensazione di un deja-vu.
Esattamente la stessa reazione di Jack, nel bunker.
“Dean...Dean..tranquillo. Jack sta bene. È con Castiel, al bunker!” gli disse Sam, pensando che il fratello fosse preoccupato per il giovane nephilim.
Ma Dean scosse nervosamente il capo e cercò di parlare, nonostante sentisse il sangue impastargli la bocca.
“Jack….” provò. “Micheal…..Jack…..Micheal…..” continuava a ripetere in confunsione.
“Dean...Dean!! Micheal è andato. Jack lo ha ucciso….tranquillo. Prenderò io chi ti ha fatto questo!” lo incoraggiò.
“No...no...no...Jack è…..Jack è….”
“Dean, cosa stai cercando di dirmi??!”
“E’ stato…..Jack. E’ stato Jack!” riuscì a dire.
“Cosa!!?” sibilò basito, il minore.
“Lui….Micheal ha….lui….” ma ormai era allo stremo e tutto ciò che riuscì a fare fu stringere la mano che Sam gli stringeva e perdere i sensi definitivamente.
“Dean!! Dean??!!!”

Quando, all’ospedale, Dean fu portato via, Sam chiamò immediatamente Castiel.
“Sam? Lo hai trovato? Come sta? Che è successo?” si informò l’angelo.
“E’ ferito gravemente.”
“Cosa??!!” esclamò allarmato.
“Ora è in ospedale, ci sono anche io. I medici stanno facendo di tutto per salvarlo, ma mi servi qui, amico. Dean ha bisogno di te o nello stato in cui è, io non credo che…..che lui….” disse amareggiato passandosi una mano fra i capelli con un chiaro segno di esasperazione. Non accettava di perdere Dean, dopo aver scongiurato il dover usare quella dannata cassa.
“Dove siete?”
“Wichita!”
“Ok! Io e Jack ti raggiungiamo immediatamente.” rispose senza esitare, Castiel.
“Castiel, dov’è Jack?!” chiese invece.
“E’ ancora nella sua stanza. È confuso. Ho provato a parlargli, a farlo parlare...”
“No!!” gridò Sam.
“Ma cosa….”
“Sta’ lontano da lui, Castiel.”
“Ma che stai dicendo, Sam?”
“Dean ha detto che è stato Jack a ferirlo. Non so perchè , non  so come sia successo..ma è meglio che tu ci vada cauto! Forse quello che ha fatto a Micheal...”
“Ok! Ho capito. Cerco di capire cosa è successo e ti raggiungo in ospedale!” e mise giù senza dar modo a Sam di replicare.

Subito dopo aver parlato con l’amico, Castiel raggiunse Jack nella sua stanza. Bussò ed entrò senza aspettare risposta.
“Jack?”
“Sì….io..io sto meglio!” fece il ragazzo.
“Ho bisogno di parlarti. È importante che tu sia sincero con me.”
“Lo sono sempre stato, Cas!”
“Dimmi cosa ricordi?”
“In che….senso?!”
“L’ultima cosa che ricordi di aver fatto con Dean?!”
“Noi...noi abbiamo preparato le nostre borse. Dovevamo lasciare il motel e poi...” disse, sforzandosi di fare mente locale sulle ultime ore.
“Poi?”
“Io...”
“Poi, cosa, Jack?!” mentre induriva il tono.
“Io non...non ricordo bene!”
“Ti sei sentito sopraffatto da una qualche forza?” lo incalzò.
“No!”
“Ti sei sentito confuso?” continuò più severamente.
“No!!”
“ O magari una sensazione di estraniazione da te stesso?”
“NO!!” con più frustrazione.
“Maledizione, Jack! Cerca di ricordare!!” si ritrovò quasi ad urlargli contro.
“Non mi ricordo. Cas, non mi ricordo….l’ultima cosa che ricordo sono io che apro la porta del bunker ed entro. E voi che mi fate sedere!!” riferì confuso dal modo inusuale con cui Castiel gli parlava.
“Da quanto tempo hai questi vuoti di memoria ?”
“Io...”
“Da quanto tempo?!” chiese ancora.
“Io...”
“Da quanto?” indurendo di nuovo il tono e avvicinandosi a lui.
“Io non ...”
“Jack??!!!”
“Non lo so. Io non lo so. Perché mi stai trattando così?!” e questa volta fu Jack ad alzare la voce, frustrato da quell’interrogatorio e dal modo in cui stava avvenendo.
“Perchè hai aggredito Dean. Lo hai ferito gravemente e ora lui è in ospedale in fin di vita!!” esclamò esasperato, l’angelo tutore.
Il volto di Jack in quel momento divenne di marmo. Sconvolto. Incredulo.
“No.”
“Mi dispiace...non avrei voluto dirtelo così.” quando vide un’evidente disperazione sul volto del ragazzino.
“No...no..no...”
“Jack!”
“No!! Non avrei mai potuto fargli del male. A Dean??”domandò retorico.
“Lo so , ma Dean….”
“Dov’è? Dov’è adesso Dean?!”
“Nell’ospedale di Wichita. Sam è con lui!”
“Andiamo!”
“No, Jack. Tu hai….” e poi prendendo fiato e riacquistando un minimo di lucidità. “Jack dobbiamo capire cosa ti è successo.”
“No! Dobbiamo salvare Dean. Sono io. Sono in me. E ora sto bene, quindi andiamo!”
Castiel avrebbe tanto voluto evitare di tirar fuori Jack dal bunker, ma Dean aveva bisogno di lui e nel malaugurato caso in cui i suoi poteri non fossero stati abbastanza forti, avrebbe avuto bisogno anche di quelli di Jack. “D’accordo. Prendiamo la macchina!”
“Non ce n’è bisogno. Ho di nuovo i miei poteri!” e non diede modo a Castiel di dire altro che lo afferrò per un braccio e sparì con lui, nel nulla.

Pochi secondi dopo ed entrambi gli esseri celesti erano in un corridoio dell’ospedale.
Raggiunsero Sam, che rimase decisamente spaesato nel vedere il nephilim.
“Jack...”
“So quello che stai pensando, che tutti e due state pensando e che, se è vero quello che ho fatto, di certo avrà pensato anche Dean. Ma non è così. Non sono influenzato da Micheal. Non c’è lui dentro di me. Ho solo assorbito la sua grazia, la sua potenza. Non lui. Non la sua malvagità.”
“Allora come spieghi quello che hai fatto a Dean!?” azzardò Sam, comunque furioso . “L’hai pugnalato allo stomaco e poi alla spalla. Gli hai quasi spaccato il cuore. Ha perso molto sangue e i medici stanno facendo l’impossibile per salvarlo e nemmeno sanno se ci riusciranno!!” riferì.
“Io non ricordo.” rispose confuso, il giovane.
“Non mi basta , Jack. Questa volta non mi basta!” fece stoico, Sam, sotto lo sguardo comunque preoccupato di Castiel.
“Io voglio….” stava per continuare, quando un medico raggiunse i tre.
“Winchester ?”
“Sì!” fecero sia Sam che Castiel mentre Jack abbassava lo sguardo.
Era ancora degno di sentirsi e dichiararsi un Winchester, dopo quello che aveva fatto a Dean?
“L’operazione è finita. Per adesso suo fratello è stabile.”
“E’ fuori pericolo?!” chiese comunque Sam.
Il medico inspirò profondamente, amareggiato. Serio. “Non ancora. Ha perso molto sangue e non escludiamo che possano intervenire complicazioni post operatorie. Dobbiamo aspettare che passi la notte, per adesso lo abbiamo intubato e sedato e stiamo cercando di affaticare il suo fisico il meno possibile. Domani mattina , faremo ulteriori accertamenti e vedremo come va! Se volete potete vederlo, ma mi raccomando, pochi minuti.” e si congedò da loro.

“Cas!” fu il semplice suggerimento e all’angelo non servì altro.
Tutti e tre entrarono nella stanza del maggiore.
“Resta alla porta!” ordinò Sam a Jack e poi rivolgendosi a Castiel: “Puoi guarirlo?”
Castiel si avvicinò al letto di Dean, impose le mani sulla testa e sul torace dell’amico e per un attimo resto concentrato.
“Sì, posso guarirlo ma Sam..”
“Cosa?!”
“Lo lascerò incosciente.”
“Perchè?” si ritrovarono a chiedere sorpresi sia Sam che Jack.
“Se non puoi guarirlo del tutto, posso farlo io!” si fece avanti il nephilim, ma un richiamò severo di Sam lo bloccò sul posto.
“Resta dove sei.”
Quell’avvertimento gli fece male ma lo comprese. Aveva fatto del male a Dean, era normale che Sam non si fidasse di lui e che non lo volesse accanto al fratello.
Poi Sam guardò Castiel. “Perchè, Cas?!”
“Siamo a Wichita, a pochi chilometri dal bunker. Voi due passate da queste parti innumerevoli volte ed è meglio non attirare troppo l’attenzione su di voi. E’ un piccolo centro e si ricorderebbero dei “tipi che sono spariti nel nulla dall’ospedale” specie se uno di loro era più morto che vivo!” disse indicando Dean.
Sam ci riflettè. Castiel aveva ragione e comunque l’importante era che Dean fosse fuori pericolo. Un paio di giorni di riposo non gli avrebbero fatto male, dopo il tour di force che aveva dovuto fare per tenere Micheal rinchiuso nella sua testa.
“Ok! Procedi!” acconsentì e così fece Castiel.
Non appena finì, i tre poterono notare immediatamente i valori di Dean ristabilirsi e qualche attimo dopo lo videro tossire e agitarsi.
“Chiama il medico!” disse Sam a Jack che , questa volta, obbedì senza replicare.
Il medico arrivò subito e stupendosene, dichiarò che Dean si stava riprendendo e che rigettava il respiratore, ciò significava che era in grado di respirare da solo.
“Un buon segno, un ottimo segno!” fece il medico, mentre sfilava via il tubo dalla gola del maggiore dei fratelli. 

Quel paio di giorni passarono tra Sam che restava in ospedale e Castiel che , nel bunker, teneva sotto controllo Jack.
“Cas!?” aveva provato a parlargli , il giovane.
“No, Jack. Non è il momento. Dean e Sam torneranno presto e vorranno, avranno bisogno di una spiegazione. Ne hanno diritto. Non so cosa ti diranno o come la penseranno, tanto meno che decisione prenderanno. Quindi pensa a quello che dirai e sii sincero con loro.” fu il monito sincero.
“Ma io...”
“Ma di una cosa devi essere certo. L’ho promesso a Kelly. A tua madre. Io resterò con te. Nel bene se deciderai di seguire il bene. Nel male, se dovrò essere quello che dovrà fermarti!” e andò via.
Jack , in quel momento , si ritrovò a pensare che quello che Castiel gli aveva appena detto sembrava tanto alle parole che Dean gli aveva rivolto quando ancora non si fidava di lui:

Mio fratello dice che puoi essere salvato!”
Tu non lo pensi!”
No, io no.”
Quindi se...tu hai ragione?!”
Se ho ragione e ci sarà bisogno di ucciderti...sarò io a farlo!”


Qualche ora dopo quel confronto, Sam e Dean, rientrarono nel rifugio.
Castiel andò loro incontro e dopo aver notato che Dean era comunque ancora indebolito, lo fece sedere e lo guarì del tutto.
In disparte, quasi come un bambino che sa di aver commesso un guaio e aspetta che i genitori decidano la punizione, Jack osservava la scena.
E mentre si sentiva comunque sollevato nel vedere Dean riprendere completamente le forze, si sentì richiamare.
Andò verso di loro. Mesto. Preoccupato.
Stava forse per perdere la sua famiglia e le persone che amava di più al mondo?

Dean prese una sedia e la sistemò al centro della stanza. Gli fece segno di sedersi e si impose di fronte a lui. A destra Sam , a sinistra Castiel.
Un processo in piena regola.

“Ok!” iniziò il maggiore. “Ora voglio sapere che cosa è successo in quel motel!”
“So a cosa state pensando!”
“Jack..” si intromise Sam. “Mi hai salvato la vita, l’hai salvata a Castiel, a Dean. A nostra madre. Hai salvato innumerevoli vite e ci rifiutiamo di credere che tu possa diventare malvagio nonostante quello che è successo in quella stanza.” e questa volta Sam sembrava preoccupato per lui e non arrabbiato con lui.
“Non è quello che pensate!”
“Allora cos’è, Jack?!” fece Castiel.
“Io ho assorbito la grazia di Micheal. La sua potenza.”
“E forse anche la sua follia?!” azzardò Dean.
“No!!” esclamò il nephilim. Poi guardò Castiel e si rivolse direttamente a lui. “Mi hai parlato di alcuni episodi della tua vita, mi hai raccontato di quando eri senza grazia e che ne prendesti una dall’angelo che ti stava torturando e poi ne avesti un’altra per mano di Crowley. La grazia di un angelo che voleva ucciderti. Erano cattivi, ma tu, nonostante le loro grazie , non lo sei diventato. Per me è lo stesso. Ho preso la grazia di Micheal, ma non sono diventato come lui. Ho solo...” e pensò a come spiegarlo. “...ho solo rigenerato ciò che ero.” fece ma rimanendo un attimo turbato.
Turbamento che Dean colse.
“Ma?!” e Jack, si sentì scoperto.
Dean conosceva davvero così bene ogni suo mutamento?
Sembrava di sì. Quindi sarebbe stato inutile mentire.
“E’ come se nella grazia di Micheal fossero impressi alcuni suoi ricordi più forti. Il ricordo di voler conquistare e distruggere, il ricordo dell’aver distrutto già un mondo, il ricordo di averti fatto quello che io ti ho fatto mentre ti...possedeva!” disse dispiaciuto.
E a quelle parole, Sam, guardò allarmato il fratello.
“Mi avevi detto che Micheal ti teneva sott’acqua!” quasi sussurrò.
Dean deglutì. A disagio per aver tenuto per sé quel ricordo. Turbato per quello stesso ricordo.
Guardò, in colpa, il minore. “Non sempre!” fu l’unica cosa che rispose.
Fu Castiel a spezzare , di proposito, quel momento.
“Jack, ci stai dicendo che quando quei ricordi si fanno avanti, tu provi il desiderio di attuarli?!” azzardò.
“E’ questo il problema, io non me ne rendo conto.”
“In che senso?!” fece Sam.
“I ricordi affiorano ed è come se io vi finissi risucchiato dentro. Poi mi risveglio.”
“Li hai avuti altre volte?!” chiese Dean.
“Sì, ma erano solo i ricordi delle sue battaglie, dei suoi attacchi nell’altro universo. Li vedevo, ma altro non accadeva. Mi riprendevo e basta.”
“E allora perché in quel motel ti mi hai...”
“Perchè tu sei il suo ricordo più recente, sei quello che lo ha combattuto, che lo ha costretto a rinunciare al suo tramite perfetto, sei quello che gli ha tenuto testa nonostante lui fosse un potente arcangelo. Che lo ha reso prigioniero invece che carceriere. La sua rabbia in quel ricordo deve avermi sopraffatto ed è...come se avesse ….preso vita!” tentò di spiegare.
“Vuoi dire che da oggi devo guardarmi le spalle se ci sei tu in giro?!”
“No!” esclamò Jack davvero impaurito alla sola idea di poter essere una fonte di male per loro. “Se solo capissi che non riesco a controllarmi, che potrei farti ancora del male, che potrei farne ad uno solo di voi...andrei via. Immediatamente!” e i suoi occhi erano dannatamente sinceri. “Anzi….” e sospirò affranto. “...io credo di aver passato già il limite, in verità. Quindi prenderò le mie cose e andrò via. Oggi stesso!” fece mentre si alzava dalla sedia e si avviava verso la sua camera. “Non aspetterò che possa accadere….” ma in quel momento sentì la mano di Dean che lo afferrava per il braccio.
Lo guardò. Guardò il modo in cui anche Sam lo stava fissando. Guardò la comprensione e una certa nota di orgoglio nello sguardo di Castiel.
“Ma...” fece stranito da quel gesto.
“Tu non vai da nessuna parte.” asserì Dean. “Sam è stato Lucifero e poi è stato senz’anima. Castiel è stato un Leviatano, s’è creduto il nuovo Dio e poi anche lui ha dato un passaggio a Lucifero. Io sono stato un Cavaliere dell’Inferno e poi un assassino psicopatico a causa del marchio di Caino, per non parlare di Micheal ...ma mai, dico mai, nessuno di noi ha mollato l’altro.”
“Ma io...io ti ho...” balbettò il giovane, sorpreso da quelle parole.
“Dean ha ragione, Jack!” si fece avanti Sam. “Scipriremo..capiremo come aiutarti. Forse Castiel o Rowena possono trovare il modo per….non so...resettare quei ricordi. Non ti abbandoneremo. Mai!” disse con più forza.
Gli occhi di Jack si fecero liquidi, colpito nel profondo, da quel conforto e da quelle stesse parole.
E per un attimo , pensò, che se provava quei sentimenti, forse...forse, la sua anima non era del tutto bruciata.
Guardò Castiel.
“Ora comprendi quello che ti dissi sull’essere grati dell’aver fatto parte di alcune vite umane!?” gli disse solo e Jack ricordò e annuì.

Che senso ha essere un essere cosmico quando tutti quelli che ami prima poi moriranno?
Il senso è che loro sono esistiti e hai avuto modo di conoscerli. E quando moriranno sarà doloroso, ma quel dolore ti ricorderà quanto li hai amati!….e dovremo solo apprezzare il tempo che ci resta da vivere insieme a loro.”


Poi tornò a fissare i due fratelli.
“Non...non devo andare...via?!” azzardò in imbarazzo. Con innocenza.
“No. Tu sei uno di noi. Tu sei un cacciatore!” fece Sam.
“Tu sei un Winchester!” disse Dean.
“E i Winchester non lasciano nessuno indietro!” concluse Castiel.

   
 
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