Fandom:
Fullmetal
Alchemist
Rating: Verde
Personaggi/Pairing: Roy Mustang, Edward Elric, RoyxEd
Tipologia: One-shot
Genere: Sentimentale, Hurt/Comfort
Avvertimenti: Shonen-ai
Note: One-shot spin-off
della mia “Go the Distance”, è possibile
leggerla anche senza la lettura della
fic principale.
Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto
ciò che deriva dalla
trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi
appartengono.
CHIUDI
GLI OCCHI E SENTI LA VITA SOTTO LE TUE DITA
“Fratellone,
fratellone! Guardami!”
“A-Al…
Io…”
“Fratellone,
respira e conta con me. 1, 2, 3… E immetti il fiato nei
polmoni del Comandante.
Io mi occupo delle compressioni!”
“D-D’accordo.”
“1,
2, 3, ora!”
“Battito?”
“Ancora
una volta! 1, 2, 3, ora!”
Con
un sobbalzo, Ed spalancò gli occhi trattenendo a
stento un grido spaventato mentre nei suoi occhi ancora aveva la vista
del
corpo di Roy Mustang a terra, senza vita, mentre attorno tutti loro
facevano del
loro meglio per salvargli la vita; Edward sentiva ancora sulle labbra
la
sensazione di acqua marcia dei canali di Central City, dai quali
avevano
ripescato quello stupido, coraggioso, Comandante.
Sentiva
ancora la mancanza di respiro dell’uomo, il
gelo della pelle…
Tremando
appena, il più giovane si mosse sul
materasso, sistemando al contempo il corpo che, avvolto in una pesante
coperta,
era abbandonato contro di sé, un corpo sì
febbricitante e sofferente per la
polmonite ma innegabilmente vivo.
Cercando
di concentrarsi unicamente sul fatto che
fosse ancora con lui, che non fosse affogato miserabilmente in una
pozza di
acqua sporca, Edward posò un bacio leggero tra i capelli
sudati del Fuhrer,
incerto su dove toccare per non esacerbare il dolore, voleva
stringerselo
addosso, senza più lasciarlo andare, almeno fino a quando
non gli fosse passato
il panico, ma non era sicuro.
“I
tuoi pensieri fanno più rumore delle unghie
sull’ardesia…”
Roy,
con gli occhi ancora chiusi e la voce roca, si
mosse appena nell’abbraccio dell’Elric maggiore,
godendosi il contatto con il
corpo del fidanzato; questi sospirò e lo
accarezzò cautamente sul petto,
nascondendo il viso tra i ciuffi neri del più anziano:
“Sei un maledetto
pazzo.” borbottò con un filo di voce, senza
smettere di accarezzarlo.
“Che
è successo…? Non ricordo
bene…”
“Ricordi
il ponte?”
“La
donna… sta bene?”
Alla
sua domanda, Edward annuì anche se un groppo in
gola misteriosamente simile a un magone gli bloccava il respiro:
“L’hanno
portata in ospedale e poi a casa, hanno arrestato il marito per
violenza
domestica e non uscirà per un bel pezzo.”
“Allora
a qualcosa è servito…”
“Non
dicevi di non ricordare?”
“Non
ricordavo tutto… Ricordo di aver cercato di
aiutarla, poi siamo scivolati e-“
“Tuffo
nel canale, ti abbiamo ripescato che non
respiravi.”
Con
la testa confusa e i ricordi che si
sovrapponevano gli uni agli altri, Roy restò in silenzio,
cercando di
concentrarsi sugli scampoli di memoria che vorticavano nella sua mente
ma non
erano abbastanza per ricostruire l’accaduto, anche se forse
poteva intuirlo.
“Mi
fa male il petto, ma non così male come se fosse
stato premuto da un Automail…”
“Perché
non sono stato io a fare le compressioni… Io
ho dato l’ossigeno, Al si è occupato del
resto.”
Roy
non disse nulla, lasciò che Edward lo
abbracciasse, ignorando al contempo il tremore appena accennato del
corpo di
Fullmetal, non sarebbe stato lui a metterlo in imbarazzo e se fingere
di non
accorgersene poteva aiutarlo a non sentirsi sperduto e
indifeso… beh, poteva
permettersi, per una volta, di non prenderlo in giro.
“Grazie…”
sussurrò: “Mi hai salvato la
vita…”
Al
più giovane sfuggì una risatina strozzata:
“Non
potevo lasciarti morire così.”
“Devo
ringraziare anche Alphonse.”
“Dev’essere
qui fuori, lo vado a chiamare.”
Edward
stava per alzarsi quando la mano di Roy,
posatasi sul suo polso, lo fermò; sistemandosi meglio in
modo da non
permettergli di muoversi, il Comandante sospirò:
“Non è necessario farlo ora,
resta ancora un po’ qui. È un ordine.”
aggiunse, sorridendo.
Questi
sentì il corpo del compagno dietro di sé
abbandonarsi
contro la testiera, le braccia di Edward – pur se incerte
– aumentarono la
stretta e ne sentì la tensione allentarsi.
“È
un ordine a cui posso obbedire.”