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Autore: Gian94    22/03/2019    0 recensioni
Tutti conosciamo le avventure del Team Possible per salvare il mondo da pericolosi furfanti e criminali: le gesta eroiche di Kim Possible, la leader del gruppo, l'assistenza del suo migliore amico Ron Stoppable e del suo animaletto domestico Rufus (la talpa senza pelo) e del genio del giovanissimo decenne Wade Load, il mago dei computer con già due lauree a soli dieci anni. Ma ben pochi conoscono cosa sia veramente accaduto prima che Kim scoprisse di diventare un'eroina e tutto ciò ha a che fare con il padre di Wade, un uomo dall'oscuro passato. Non viene mai citato da Wade, il quale appare sempre insieme a sua madre. Eppure il padre di Wade, ad insaputa di tutti gli esseri umani, aveva contribuito a salvare il mondo mentre sua moglie era incinta di Wade. E la sua missione avvenne nel lontano pianeta di Lowardia. Una storia che sfocerà nell'ultimo episodio della serie "Cerimonia del Diploma" con eventi a sorpresa, e con finale Drakgo!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dottor Drakken, Kim Possible, Ron Stoppable, Shego, Wade Load
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO: MEMORIE DI UNO SCIENZIATO 


Alcuni anni fa, in una galassia lontana, lontana... 

Si trovava un grande e prospero pianeta chiamato Lowardia, un mondo popolato da brutali guerrieri che non vedono altro che la conquista e la guerra. Mi chiederete come mai conosco questo pianeta, e come mai so che è abitato dai Lowardiani, alieni dalla forza straordinaria e dalla resistenza fuori dal comune.
Beh, è semplice: ci sono stato. 

Ricordo ancora quando diedi un bacio sulla bocca a mia moglie Betty quando mi disse che aspettava nostro figlio... il nostro primo figlio! Avevamo solo poco più di trent'anni, ma mia moglie era un'avvocatessa di primo ordine a Middelton mentre io ero già un affermato scienziato e astronomo, uno dei primi nell'albo delle menti geniali dei primi anni 2000, ovviamente a pari merito col mio caro amico James Possible. Inoltre avevo prestato servizio militare tra i marines e me la cavavo piuttosto bene nei combattimenti e con le armi... ora ho qualche acciacco, dopo quindici anni, ma all'epoca mi sentivo di poter affrontare l'intera Russia da solo. Ero una testa calda, lo ammetto, ma la notizia di aspettare un figlio mi scaldò il cuore. Tuttavia, dopo le vampate di calore della mia testa e del mio cuore, il giorno dopo la rivelazione di diventare genitore, una lettera destinata a me mi raggelò il sangue nelle vene. La aprì e la lessi:

"Egregio Dr. Oliver Load,

Dottore, scienziato, astronomo, astrologo, fisico quantistico, marine pluridecorato e valoroso soldato.
Ciò che è scritto in questa lettera è TOP SECRET, pertanto, dopo aver visionato la suddetta, la preghiamo di bruciare questo messaggio.

La Terra è in grave pericolo: un'invasione aliena minaccia il nostro pianeta. Ci siamo rivolti a lei perché sappiamo che in questo mondo è uno dei pochi a possedere una forza fisica al pari della sua mente brillante. Ci serve il suo aiuto se vogliamo salvare la Terra. Si presenti il prima possibile al Pentagono di Washington e non parli con nessuno di questa missione, né a sua moglie, né ai suoi amici o il mondo crollerebbe nel panico. Ci fidiamo di lei e di nessun altro, perciò, per il bene dell'umanità, non perda tempo e tenga la bocca chiusa.

Ci vediamo al Pentagono.
C.I.A."
 
Dopo aver letto la lettera mi sentivo svenire, ma feci come mi era stato detto: non dissi nulla a nessuno e bruciai il messaggio. Dissi alla mia dolcissima moglie Betty che avrei dovuto star via per un po' per lavoro e che mi dispiaceva perdermi la nascita di nostro figlio. Con dolore nel cuore, andai via di casa, mi presentai al quartier generale della C.I.A. e notai che tutti i più alti esponenti dell'esercito globale erano riuniti attorno a una tavola rotonda... e tutti mi fissavano... come se io fossi l'unica speranza per la sopravvivenza della Terra. 
All'improvviso, una donna alta, mora, con una benda sull'occhio destro e una tuta da combattimento si avvicinò a me, passando tra la folla dei presenti. Mi si presentò come Dr.ssa Director, leader suprema della neo-nata Giustizia Globale. Dopo un colloquio lungo e carico di tensione, mi spiegò che questa agenzia era nata per contrastare una minaccia aliena imminente.

L'attacco che fece allarmare tutti i sistemi del mondo fu l'attentato alle Torri Gemelle l'11 settembre del 2001. Quando fui chiamato dalla Giustizia Globale era il 2005 e tanti altri attentati di origine sconosciuta e non identificata si verificarono in tante parti del mondo. Finalmente, si scoprì che gli attacchi non erano attentati terroristici come sembrava, ma erano il segno di un'imminente invasione aliena. Questo si scoprì poiché venne notato uno strano simbolo scavato a terra dopo ogni attentato: uno stelo con sopra una corona. Era un simbolo alieno e dopo attenti studi e riflessioni gli scienziati più eruditi dell'agenzia scoprirono che il pianeta alieno che stava creando catastrofi sulla Terra faceva parte di un altro sistema. Era stata mandata una sonda a seguire l'ultima nave che aveva fatto crollare un edificio in Germania e il drone approdò su un pianeta enorme, classificato come Lowardia.

La Terra doveva armarsi! Doveva fronteggiare questa imminente minaccia, ma non poteva permettere che l'umanità ci andasse di mezzo e perdesse la vita in quello scontro. Nessuno doveva sapere niente all'infuori della Giustizia Globale.

Ecco perché mi chiamarono.

Io avevo da poco inventato una particolare tecnologia spaziale chiamata "Iperspazio", un modulatore di velocità che riusciva a viaggiare all'interno della velocità della luce. In pratica, si sarebbe potuta raggiungere l'altra parte della galassia in pochi minuti di viaggio.

Ed ecco la missione che la Giustizia Globale mi diede: dovevo guidare i più valorosi guerrieri e soldati, accompagnati da scienziati e astrologi, in una guerra stellare! La mia invenzione avrebbe fatto sì di prendere i Lowardiani alla sprovvista in modo da vendicarci delle loro incursioni sul nostro pianeta.

Io mi sentì lusingato, e sebbene tremassi per la paura di quella folle missione, mi dissi che era per dare a mio figlio un futuro migliore.

Così, ci imbarcammo nell'operazione Lowardia: distruggere tutte le armi di cui gli alieni disponevano, in modo da evitare future invasioni sulla Terra. La mia tecnologia dell'iperspazio, con mio grande piacere, si rivelò efficace e ben collaudata e in poco tempo io e tutti i plotoni da combattimento ci trovammo faccia a faccia con Lowardia. Il pianeta era enorme, ma appena atterrati trovammo tanta desolazione: la natura era alquanto povera e il clima insanamente caldo e malato. Così, attivammo la sonda che avevamo spedito in ricognizione: trovata la sonda avremmo trovato il responsabile di quegli attacchi alla Terra. Con successo, seguimmo il segnale del drone, ma con nostro supremo orrore ci trovammo dinnanzi ad una costruzione colossale, più grande di qualunque costruzione terrestre. Era una roccaforte da battaglia, con torri di guardia e guglie armate, circondata da possenti mura e sorvegliata da centinaia di astronavi aliene recanti tutte quello strano simbolo dello stelo coronato.

Era il centro del potere dei Lowardiani, e del loro brutale Re, il cui nome venne dimenticato nel tempo da quanto era terribile da pronunciare: Lord Dimitrius.

Così, cominciò un assedio che durò quasi un anno. Umani e Lowardiani si scontrarono per mesi sia dentro la roccaforte sia nei cieli bui tra astronavi e torpedinieri stellari.

Per i primi tempi, tra le nostre fila, fu un disastro. I soldati Lowardiani erano molto più forti dei nostri fisicamente: sembravano indigeni, non avevano armature, avevano solo qualche arma intagliata in una specie di ferro o lega strana di quel pianeta, ma la loro forza in combattimento era di gran lunga superiore alla nostra. Uno di loro valeva come cinquanta dei nostri. E poi c'erano i tre temibili generali Lowardiani, confidenti e vicecomandanti del Re: Warhok, Warmonga e la loro figlia Warmax. Loro addirittura ne valevano oltre cento per uno. Così, non avemmo altra scelta se non usare le armi chimiche e nucleari: un giorno, verso la fine della guerra, il nostro esercitò sganciò bombe atomiche e gas letali per tutto il pianeta, soffocando e sterminando l'intera popolazione.

Io mi indignai per quel tragico spettacolo: quel piano non era previsto! Fu un vero e proprio genocidio: ben pochi sopravvissero. Ma sebbene mi consolai nel vedere orridi mostri soffocare e morire, mi indignai e mi vergognai di me stesso nel vedere innocenti abitanti del pianeta che non c'entravano nulla in quella disputa morire in un modo così atroce... così violento... no! Non era giusto! Non era giusto che tutta la gente di Lowardia morisse per ciò che aveva ordinato quel tiranno del loro Re.

Sembrava per un istante che avessimo vinto la guerra, ma ahimè, il loro sovrano era un osso molto duro.

Lord Dimitrius, con a seguito i suoi fidati generali Lowardiani, ci sfidò a viso aperto per un ultimo e brutale scontro. Sotto la sua lama e quella dei suoi tre generali Warhok, Warmonga e Warmax, migliaia di nostri soldati caddero trafitti e massacrati in pochi secondi. Io, durante lo scontro stavo scagliando tutte le munizioni che avevo, ma Lord Dimitrius aveva una strana armatura spirituale che sembrava invulnerabile. Il suo corno si illuminava ogni volta che trucidava un nemico, come se acquistasse più potere per ogni uccisione. Era ormai a pochi metri da me, e mi sentii finito. Quel mostro mi guardò negli occhi e anche se non parlò, sentii che mi disse con lo sguardo: "pagherai per ciò che hai fatto alla mia gente!".

 Vedere il suo volto mostruoso e i suoi occhi fiammeggianti puntati su di me, mi paralizzò all'istante, come aspettando che la sua spada mi trapassasse il petto. Ma la Giustizia Globale aveva chiamato rinforzi: da una astronave appena sbarcata apparve un vecchio, senz'armi, con tratti orientali, che aveva l'aria di essere un maestro ninja giapponese. Il suo nome era Sensei ed era uno dei più valorosi guerrieri della Terra, chiamato personalmente dal Director per combattere i Lowardiani. Egli era il principale docente di arti marziali mistiche presso la scuola ninja Yamanouchi in Giappone. Aveva capelli e barba bianca, con addosso solo una toga rossa lunga fino ai piedi. Ma egli trasmetteva potenza e vigore ai nostri uomini.

Lord Dimitrius così lasciò perdere me e si fiondò addosso a quel vecchio che apparentemente non sembrava così forte: invece, Sensei tenette testa al tiranno in un lungo e feroce scontro. Durante questo tempo, mentre Lord Dimitrius era impegnato in battaglia, i nostri uomini si prepararono per la parte finale del piano: sconfiggere il Re di Lowardia. Sapevamo tutti che Lord Dimitrius era invulnerabile, ma sarebbe potuto essere sconfitto anche senza doverlo per forza uccidere. I miei uomini montarono un cannone laser che avrebbe intrappolato Lord Dimitrius in una sfera di cristallo, con una tecnologia avanzata di mia invenzione che nessuno avrebbe potuto superare.

Dopo una violenta battaglia, Sensei cadde a terra stravolto dallo scontro. Aveva combattuto valorosamente, ma Lord Dimitrius era invincibile in battaglia; così egli gli puntò la spada alla gola e si preparò per il colpo di grazia. Ma in quel momento, io feci fuoco su di lui e paralizzai quel mostro all'istante, salvando la vita a Sensei. Poi con un secondo lancio, intrappolai Lord Dimitrius in una sfera luminescente, una gemma matrice che teneva prigioniera l'anima del Re di Lowardia.

Fu una grande gioia: la Terra aveva trionfato su Lowardia! Io e Sensei ci abbracciammo, felici e riconoscenti di esserci salvati l'un l'altro, ed entrambi ci giurammo eterna amicizia.

Tuttavia, i pericoli non finirono qui: durante il viaggio di ritorno una nave aliena ci seguì. Appena sbarcati a pochi minuti luce dalla Terra, terminato il salto nell'iperspazio, la navicella aliena di Warhok, Warmonga e Warmax ci stava inseguendo facendo fuoco su alcune nostre navi. Ci avevano seguiti per vendicare la morte della loro gente e per il rapimento del loro Re. La gemma che conteneva l'anima di Lord Dimitrius la stava trasportando una navetta corazzata non lontano dalla nostra. Ad un certo punto, gli alieni fecero fuoco su di essa mandandola in mille pezzi e spargendo i suoi resti sulla Terra.

I tre alieni avvertirono un tremito, come se si fossero resi conto troppo tardi di ciò che avevano fatto: avevano involontariamente ucciso il loro Re, distruggendo la navicella che lo teneva prigioniero. Come paralizzati dal rimorso e dalla vergogna, l'astronave aliena batté in ritirata e questa fu una gioia! Lord Dimitrius non era più solo imprigionato, ma ora era addirittura distrutto... o almeno, così pensavamo...

Ma la gioia più grande, tornato a casa, fu vedere lo sguardo vispo e tenero del mio amato figlio appena nato. Io e la mia Betty lo chiamammo Wade, ed eravamo sicuri che sarebbe diventato un genio precoce. Ma il passato non dovrà mai essere rivelato... il mondo non è pronto.
 
Dr. Oliver Load.
 
   
 
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