Ti ho sempre amato. Forse da dietro alle tue sbarre non hai mai sentito le mie mani accarezzarti la voragine di nulla che ti occupa il petto, ma, se mai il mio cuore ha battuto, è stato senz’altro per la musica scritta dalle tue dita.

Mi hanno incantato le crepe nel tuo sorriso, i tuoi passi stanchi che costruivi con note spezzate per cantare quel cancro che ti ha preso nel cuore. Ragnatele di buio nei tuoi occhi a trattenere ricordi che seppelliresti vivi, se solo tu sapessi vivere senza il male di quella favola recisa.

Poeta di parole perdute per anime che di te sanno solo il dolore.

Ti ho amato subito perché di spiriti rotti e stremati come te non ne avevo mai visti. Macabro, devastazione e sofferenza. Questo io amo. Amo te. Il tuo sanguinare neve e sognare singhiozzi.

La destabilizzante bellezza della morte che ti coltivi dentro.

Non so se qualcuno è mai morto per le troppe bugie. So che la tua colpa, anche potendo, non vorrebbe essere curata.

Ti amo anche per il tuo autolesionistico insistere a continuare, anche se la strada sotto ai tuoi piedi è già venuta a mancare anni luce fa.

Insegnami come si vive anche dopo che la fine ti ha preso.

Vorrei essere come te, angelo senza innocenza: uno spicchio di luna privo del suo sole che cerca tra le stelle un calore che non c’è.

Ti sei perso e chissà se qualcuno ti ritroverà mai.

Non piangere, ora.

Non piangere più.

Ti amo anche senza lacrime.

Non piangere.

Non piangere.

Hai già pianto lei per te.

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A/N: dedicata a un uomo che ho amato, amo e amerò con tutta me stessa, anche se, nel profondo, non lo saprò mai perdonare. A Tuomas Lauri Johannes Holopainen, perché non può nemmeno immaginare quanto la sua musica e le sue parole mi abbiano dato.

Il titolo è tratto dall'omonima canzone dei Placebo.