Avevi ragione, e come al solito non ti ho ascoltato.
Ho capito adesso che il fulcro di questa mia indecisione ed insoddisfazione cronica viene esattamente da me, dal fatto che tu ancora non esisti, e che dunque rappresenti l’estrazione del perfetto.
Voglio vederti, viso a viso, occhi negli occhi. Voglio che tu finalmente oltre ad essere un’anima, abbia anche un corpo vero, reale, fatto di carne. Te lo chiedo senza pretese, senza che questo comporti nulla. Vieni a Napoli e guardami in faccia, toccami le mani e sentimi viva. Così che se dobbiamo lasciarci andare, potremmo farlo nel modo corretto, e se dobbiamo essere qualcosa, lo saremo dal primo istante.
Beviamo un caffè, prendiamoci le mani e piangiamo in mezzo alla folla perché finalmente avremmo messo fine al limbo. Qualunque sia l’epilogo, vediamoci.
Scrivimi stanotte, io non posso, tu sì.